David Wilcock: il Risveglio dell’Errante cap. 7

– Se il diavolo non può catturarti diversamente, ti manda una donna 

David WilcockLa prima ragazza. La nostra storia continua negli anni del college. Dopo una vita da adolescente, sono arrivato a 21 anni e a due anni di completo recupero, ma non avevo ancora avuto una fidanzata.

Ero stato con due donne nel primo anno di college e da quelle esperienze mi sono sentito molto male per le situazioni in cui mi ero fatto coinvolgere, quindi avevo deciso di evitare altre relazioni.

A parte questo, una regola standard del processo di dipendenza/recupero era attendere un anno prima di avere esperienze romantiche, potevo mentire a me stesso e dire che tutto andava bene, ma in realtà questo senso di separazione e alienazione dalla società cominciava da avere un reale effetto su di me.

Non ero felice di essere “rimasto fuori” da qualcosa che quasi tutti i miei coetanei avevano vissuto ad un certo momento. Tutto questo stava per cambiare.

Avevo incontrato un altro buon amico, Eric, nei suoi primi anni di college. Eric era un ragazzo interessante, passato da un background punk-rock al corrente stato di Chitarrista Classico e storico musicale (Eric ha continuato fino a prendere un MA in Library Science e infine abbiamo abitato assieme prima che mi trasferissi a Virginia Beach).

Sembravamo avere molto in comune e abbiamo passato molto tempo assieme. Dopo un anno a Bouton Hall di SUNY-New Paltz, la nostra amicizia ha continuato a svilupparsi. A questo punto la mia vita era totalmente diversa, il mio passato con la marijuana era Storia Antica. La mia vita era cambiata enormemente dopo aver saputo da Ray dell’informazione sugli UFO e vedevo il mio passato come Era Oscura.

Questi due periodi della mia vita erano totalmente scollegati per me, ora stavo vivendo l’Era dell’Illuminazione a confronto, la mia mente si stava espandendo in modo che non avrei mai immaginato. In particolare alcuni libri avevano allargato la mia coscienza e il favorito era “Our Ancestors Came from Outer Space” di Maurice Chatelain, l’avevo preso dalla libreria così tante volte che il mio nome era finito su un lato della carta al suo interno.

Avevo permesso l’accesso alla mia coscienza di una visione molto più ampia della realtà ed ero cambiato molto, cercavo di essere il più aperto possibile, senza però credere a tutto ciò che leggevo. Sembravo in grado di separare il grano dal loglio, mi bastava sentire il libro nelle mie mani prima di comprarlo, se percepivo una sensazione elettrica allora pensavo che avrei dovuto leggerlo.

Avevo vissuto anche un’esperienza negativa, dopo due ravvicinati cambi di stanza, sono finito con un compagno che faticava moltissimo a condividere gli spazi ed eravamo quasi sempre in guerra, una lezione che mi è servita personalmente. Questa guerra mi ha stimolato allo studio della religione e ho consultato la Bhagavad-Gita e il Dhammapada o il Libro di Buddha della Rettitudine, “A Flash of Lightning in the Dark of Night” del Dalai Lama e la versione di Wilhelm / Baynes dell’I Ching.

Come risultato della mia esperienza, aumentava il mio apprezzamento per la letteratura spirituale che avevo a disposizione e anche per i libri sulla metafisica e gli UFO. (Dopo l’informazione sugli ufo dal professore che aveva lavorato alla NASA, avevo iniziato a documentare ogni mia particolare esperienza di quel periodo). A questo punto ero cresciuto e l’amicizia con Eric era progredita, lui aveva visto i miei cambiamenti e diceva che ero più premuroso verso gli altri. Spesso mi descriveva il fascino che provava per le donne orientali, in particolare le Giapponesi, che anche per me erano carine, ma non così più interessanti delle altre.

Non capivo perchè Eric ne fosse così attirato, comunque Eric aveva iniziato a passare molto tempo con le ragazze Giapponesi di Bouton Hall ed erano veramente molto carine! Quindi preso mi sono unito a lui. Una di loro mi piaceva in particolare ed anche a Eric, il suo nome era Yumi (nome non reale) e con un altro amico mio omonimo, abbiamo passato molto tempo con lei. Era incredibilmente attraente e piena di vita e amore, era diventato ovvio che io o Eric avremmo stretto il rapporto con Yumi.

In una conversazione notturna particolarmente interessante, io ed Eric abbiamo giurato che non saremmo stati gelosi l’uno dell’altro. Io pensavo che Eric sarebbe stato il “vincitore” e mi ero preparato all’inevitabile e avevo deciso che sarebbe andata come doveva andare, che non avrei potuto farci molto. Eric aveva usato un approccio lento e metodico con Yumi, ma io avevo una idea diversa, pensavo che dal punto di vista psicologico ed emotivo lei fosse una persona d’azione e così ho agito di conseguenza quando stavo con lei senza Eric e l’altro David, fino ad una notte di studi a Bouton.

Eravamo tutti e tre assieme e cercavo di insegnare l’inglese a Yumi e dopo ore Eric è andato via, ecco cos’ha dett pochi giorni dopo:

“Sapevo che era finita quando sono andato via quella notte, puoi anche non raccontarmi cos’è accaduto”. “Non scherzare”, ho risposto, “non sapevo cosa sarebbe successo a quel punto!” “Semplicemente non facevi attenzione”, ha replicato Eric. “Immagino di no”.

La lezione di inglese era terminata ore dopo ed ero pronto per andare a dormire, prima di lasciare la stanza (che era privata e aveva la sua specifica chiusura), ho salutato Yumi, ma abbiamo iniziato a stringerci fra le braccia e a baciarci. Era una persona completamente diversa, una piccola ed esotica dea dell’altro lato del mondo e solo 50 anni prima sarebbe stato considerato un taboo, ma proprio in quel momento un’ape rimasta chiusa nella stanza, mi ha punto ed è caduta dal divano per finire sotto il mio piede.

“Mi chiedo come sia arrivata qua”, ho chiesto
“Non so..” ha risposto Yumi e abbiamo riso.

(“Pensi che abbia capito la metafora, Lucia?” ha chiesto Nonno. “Non sembrerebbe”. Avrei capito molto tempo dopo il significato simbolico della puntura. Yumi si sarebbe rivelata l’archetipo della “Donna ragno”, non “Madame Butterfly”. Avrei sofferto molta manipolazione in quella relazione)

Sono collassato a letto in tarda notte, dopo le 5:00, per poi trovarmi a lezione alle 10:30, ma non risentivo della carenza di sonno. Dopo 21 anni di solitudine mi ritrovavo con una donna attraente ed eccitante, volavo a mezz’aria davanti ai miei amici Eric e Dave allo Student Union Building di New Paltz.

“Come va ragazzi?”, ho chiesto tutto preso nel mio piccolo mondo
“Non male”, quindi Eric “Hey, ricordi che dovevo dirti qualcosa la scorsa notte?”
“Sì, cos’era?”
“Penso che nessuno di noi si metterà con Yumi”

Ho iniziato a ridere e sparai una frase che tornava sempre nella classe di Psicologia Sperimentale.

“Sì, ma sai cosa? Una teoria dev’essere falsificabile”, ho risposto mentre lo stomaco si contorceva per le risate.
“Cosa intendi?”, Eric rispondeva in modo teso, aspettandosi la risposta
“La scorsa notte ho falsificato la tua teoria!”, ho risposto col sorriso
“No merda”, Eric aveva un’espressione stordita
“Non hai ancora sentito quello che avevo da dirti”
“Cosa?”, sempre col mio sorriso trionfante
“Non so come dirlo, ma lei ha un ragazzo”
“Oh mio Dio”, sentivo il pavimento che scivolava sotto i miei piedi. Come poteva farmi questo, ingannarmi? “Ne sei sicuro?”
“Sì, un giocatore di calcio del Giappone. Si è trasferito di recente in Inghilterra per studiare e sembra che abbiano ancora una relazione a distanza”
“Bene, ora immagino che abbia due relazioni”, ho risposto disgustato

Avvinghiato in una tempesta di emozioni turbolente, arroccato precisamente a metà tra estasi trionfante e sconfitta catastrofica, sono entrato nello studio musicale, parte della mia classe di Musica Elettronica. Grazie alla mia esperienza nel fare musica con Jude, sapevo che in uno stato di intensa emotività sei nel momento giusto per creare musica. Feci esattamente questo, composi spontaneamente un pezzo che illustrava la mia contrapposizione tra gioia e disperazione.

Rimane ancora uno dei miei pezzi migliori di musica elettronica. Continuando la storia con Yumi, realizzai che la sua storia con l’altro ragazzo era cosa finita. Lei aveva già affrontanto la perdita, ma non voleva completamente ammettere la realtà. Tuttavia, Yumi fissò una scadenza per il 7 Novembre. Se il suo ragazzo non l’avesse chiamata o le avesse mandato un regalo per il compleanno, che era in quel giorno, allora sarebbe ufficialmente finita e io sarei divenuto il “suo ragazzo”.
(Senza parlare del fatto che avevamo già fatto molto di quanto avviene tra due persone molto attratte l’una dall’altra)

Arrivò infine il 7 novembre e comprai a Yumi una grande torta gelato e alcuni regali. Nulla dal suo “ragazzo”, nè una chiamata o una cartolina. Servirono altre due settimane di silenzio sulla questione, prima di riuscire a rompere il muro di negazione di Yumi e quando finalmente lei lo ammise a sè stessa, pianse a lungo fra le mie braccia. Subito dopo abbiamo consumato il rapporto. Ho ancora il foglio dove Yumi ha scritto una dedica all’evento. Dice, “Caro Dave, Sei il mio ragazzo! Ti darò tutto il mio amore…” La mattina dopo ho fatto un sogno interessante, nel quale con molta difficoltà cercavo di rimontare un piccolo dispositivo elettronico che avevo riparato.

La difficoltà nel rimettere a posto le viti era collegata chiaramente alla tensione che avevo sentito la notte prima, per la mia insicurezza. Quel giorno portai fuori Yumi e le comprai un bouquet di 12 rose. In seguito le nostre interazioni sessuali sarebbero divenute più naturali e meno simili ad una procedura chirurgica. Yumi mi chiese perchè avessi una espressione molto seria quella notte, cosa di cui non mi ero reso conto.

I nostri litigi erano divenuti più intensi, mi ero accorto, più dalla mia conoscenza in psicologia, che dalle mie confuse emozioni, che avevamo una “relazione disfunzionale”. Ancora non volevo vedere che stava riemergedo lo stesso schema di auto-indulgenza che avevo in passato con la marijuana. Infine ho iniziato a valutare quanti giorni avrei potuto passare senza piangere. Ogni volta che lei cercava di manipolare le mie emozioni, minacciando di lasciarmi o tante altre cose per farmi sentire male, io finivo per piangere. Non ero mai passato da un estremo all’altro come in quel periodo. Trovarmi in quelle tempeste emotive mi spaventava a morte e soprattutto stare con una persona che riusciva così tanto ad alterare il mio stato interiore.

Ho portato a casa Yumi durante la pausa del Ringraziamento. Eravamo impazziti, “lo facevamo” più di due volte al giorno. Quindi anche a scuola nella stanza, tra l’andare e il tornare del mio coinquilino, Artie. Artie sembrava capire e solo una volta abbiamo dovuto discuterne. Diciamo che dovevamo evitare quando c’era lui..!

Lo stress di tutti gli alti e bassi in quella relazione iniziò a crescere troppo per me. Il mio corpo si deteriorava fisicamente per quanto avveniva. Questo era dovuto anche alla mia scarsa dieta. Avevo letto il libro canalizzato “We, the Arcturians” del Dr.Norma Milanovich e sapevo che gli ET consigliavano una specifica dieta. Non avevo mai dato importanza alla letteratura canalizzata, ma c’era qualcosa in quel libro che per me era stranamente familiare.

Giurando di seguire i consigli degli Arturiani, avevo allontanato carne e latticini, preferendo pasta e latte di soia. Mi sentivo di mangiare in quel modo per soddisfare le Forze Superiori e in effetti il cambiamento è avvenuto. Stavo però ancora mangiando molti zuccheri e grassi. Sarebbe passato molto tempo prima di realizzare la “dieta ET”.

I problemi fisici erano anche dovuti dalla mia pratica intensa di batteria jazz, a volte due ore al giorno e questo mi causava dolori alla schiena. Inoltre dormivo su un letto di bassa qualità, che si affossava come un cratere lunare. Dato che a quel tempo dormivo sulla pancia, la mia schiena era compressa tutta la notte, col mio collo inclinato molto a sinistra. Ogni chiropratico vi dirà che questa è la peggior posizione per dormire, la spina dorsale è girata in due posti diversi.

Col continuare delle lotte con Yumi, alla fine sono collassato. Era iniziato prima, avevo notato che i muscoli nel lato sinistro della mia schiena erano bloccati. Comunque in generale, con un pò di stretching sono stato meglio, ho cercato di stirarmi la schiena, ma ho sentito un rumore secco e la situazione è peggiorata di molto! Ho cercato di tornare alla mia stanza in Bouton Hall, il dolore era incredibile. La mia schiena era completamente inchiodata, dovevo trascinarmi per avanzare, come un vecchietto.

Il dolore nel cercare di distendermi non l’avevo mai provato prima in tutta la vita. Era confrontabile solo a quello che ho sentito in seguito ad una caduta per strada tempo prima, quando ho sbattuto con la schiena contro il cassone dell’immondizia. Non riuscivo a sedermi sulle dure seggiole scolastiche dopo l’accaduto. Ora, il dolore che provavo era persino superiore, l’incidente sulla strada a confronto era un gioco. Sono collassato a terra nella mia stanza, con la schiena contro il muro e non sapevo cosa fare. Poco dopo è arrivato Artie. Io cercai di agire come se non avessi nulla, ma il dolore era tale che ho dovuto sostenermi grazie alla scrivania.
“Tutto ok?” ha chiesto Artie. Artie era più giovane di me, molto sensibile e premuroso, era anche un piccolo genio e aveva vissuto strane esperienze legate agli UFO.

Aveva anche ricevuto qualche informazione speciale che aveva allargato la mia conoscenza, in merito alla scoperta di un modulo a forma d’uovo grande quanto un pallone, di origine ET, in un fiume molto conosciuto. Il modulo aveva fotografato certi eventi, come un blocco navale nella guerra Americana, dove era stata estesa una catena lungo il fiume per fermare le navi. L’uomo che lo scoprì, non fu in grado di aprirlo ed esternamente non mostrava alcuna apertura o tasto o altro. Lo aveva messo sul suo tavolo in cucina e suo figlio per caso soffiò in un fischietto per cani. L’uovo si aprì improvvisamente con moto a spirale, rivelando il contenuto. Vi trovarono molte immagini di diversi periodi storici, che apparsero come in un Rolodex. Molto emozionato riportò la scoperta ai Federali, che lo sequestrarono senza spiegazioni.

“Sì, bene amico, starò bene”, ho risposto. Ho cercato di muovermi a sinistra e il dolore mi ha quasi messo a terra.
“No, non è vero”, ha risposto Artie. “Devi andare subito al Centro Sanitario”
“Vai fuori amico, starò bene! Devo solo riposare un poco ok?”

Ho cercato di distendere le braccia per allungarmi, ma il dolore mi riportava contro la scrivania, ho cercato di non piangere, ma era troppo forte. “Aaah!” Ho pianto, portando la mano sulla schiena dolorante. Arti si è arrabbiato, “Dave, hai bisogno di aiuto, proprio ora. Ti porterò al Centro Sanitario”.

Con una smorfia di dolore e cercando di non gemere, ho accettato a fatica. Siamo andati al Centro Sanitario dove mi è stato detto che era qualcosa di troppo serio e di andare al pronto soccorso del Vassar Hospital il prima possibile. Avevo capito che sarei finito lì, ma non mi piaceva. Artie non poteva accompagnarmi, quindi sono dovuto restare in camera sul pavimento, finchè qualcuno non mi avesse aiutato.

Nel frattempo ho ascoltato “I Suoni dell’India” di Ravi Shankar, per evitare di impazzire e questo dava all’evento un tono religioso, estatico, dato che la consideravo la musica più sacra in mio possesso. Avevo capito che in realtà quello era un momento importante della mia vita. Infine è arrivata Yumi è rimasta scioccata dalle mie condizioni. Senza tanto indugio ha preso David, uno dei tre ragazzi usciti con lei quandi il divertimento era cominciato. Aveva un grande furgone e assieme a me e l’altro David, si è diretta all’ospedale.

L’esame non ha mostrato vertebre spostate e questo mi ha sorpreso molto, pensavo che sicuramente ci fosse qualcosa di fuori posto, ma tutto era normale. Quindi il dottore mi ha dato delle pillole di Flexaril, un rilassante muscolare. Sapevo che la Codeina ha un effetto narcotico sulla coscienza e non mi piaceva. Avevo giurato di non intossicarmi con altre sostanze e avevo mantenuto il giuramento ormai per due anni e mezzo. Sapevo che quelle non erano cure, ma nascondevano solo il dolore, la vera cura era dormire sul pavimento col materasso, come consigliato dal dottore. Ancora meglio se mi fossi sottoposto a dei massaggi da un terapeuta.

Invece mi sono ritrovato come un guscio incoerente d’essere umano, stordito dalla medicina e ancora sofferente. Ho passato giorni sul pavimento, incapace di fare altro se non dormire a causa delle pillole. Potevo sentire le persone che parlavano di me, ma non riuscivo a rispondere. Il mio corpo andava ancora più lentamente della mia mente offuscata, volevo smettere il prima possibile con quelle pillole, che peggioravano solo la situazione.

Per tutto quel periodo, Yumi e i suoi amici mi hanno continuamente curato e fatto compagnia, anche se non potevo dire molto. Le doccie per me erano una agonia, imparagonabile a qualsiasi altra cosa abbia mai immaginato. Ad un certo punto mi sono guardato nello specchio opposto alla doccia e ho sentito i suoni di un uomo sconfitto, per la prima volta sentivo di poter capire il significato della Crocifissione di Gesù Cristo, non mi consideravo un Cristiano praticante, ma in quel momento di totale sofferenza, mai provata prima, potevo capire la storia. In quel momento piansi profondamente per la sofferenza di Gesù.

“Perchè Dio fa soffrire in quel modo gli insegnanti spirituali? Mio Dio, perchè dovevano fare questo a Gesù?” Ponevo la domanda mentalmente mentre piangevo e le lacrime si mischiavano all’acqua, ma non arrivò immediatamente la risposta.

– Indizi del Grande Disegno

Ho cercato di recuperare dal dolore in tempo per i miei esami finali. Era grande lo stress per il ritorno di Yumi in Giappone e il tempo che avremmo passato lontani. Inizialmente ero felice di vederla partire, perchè avrei potuto riprendermi da quel folle periodo. Avevo scaricato il resto delle pastiglie nel wc, pronto per affrontare la situazione. Andai a casa quell’inverno e mia madre continuava nella sua campagna per rendermi autosufficiente.

Quindi significa che con il suo compagno usciva ogni sera e lasciava poco cibo pronto in casa. Se volevo mangiare dovevo pagare e prendere la bici nella neve per fare la spesa. Feci un viaggio speciale per comprare qualche arancia, dato che avevo un forte raffreddore. Mi soffiavo continuamente il naso, sembravo generare moltissimo muco. Giorno dopo giorno al muco si aggiunse del sangue e la cosa divenne piuttosto seria. I miei canali nasali erano davvero doloranti e allo stesso tempo sentivo carenza di energie, faticavo a stare in piedi e poco dopo mi ritrovai bloccato sul divano. Infine mia madre mi portò dal medico.

Un paio di giorni dopo abbiamo saputo che si trattava del virus di Epstein-Barr o Mononucleosi, detta anche “malattia del bacio” e che se non curata, poteva portare alla “Sindrome da Affaticamento Cronico”. Ero così debole che trovavo molto difficile anche solo alzarmi dal divano, ma dovevo solo aspettare che l’infezione facesse il suo corso. Avevo scritto a Yumi una lettera, che poi non avevo inviato e parlava di un mio sogno durante la malattia. Nel sogno ero inseguito da vermi molto lunghi e da tutte le direzioni, in una foresta oscura.

La cosa migliore che potevo fare per fermarli era afferrarli quando mi arrivavano vicini e lanciarli lontano. Tuttavia, i vermi erano resistenti e tornavano rapidamente. Il sogno era molto spaventoso e sapevo che era una diagnosi della mia condizione, i vermi potevano rappresentare l’infezione virale nel mio corpo.

Fortunatamente, mia madre conosceva un medico olistico e chiropratico con una lunga esperienza. Il dottore disse a mia madre di comprare integratori di vitamine e minerali, da prendere in dose consistente. Iniziai ad assumerli e il tempo di recupero accelerò miracolosamente, molto più rapidamente da quanto previsto dal medico, io stesso rimasi meravigliato.

Tornai a New Paltz, desideroso di riunirmi a Yumi e nonostante le difficoltà del nostro rapporto, le ero ancora attaccato e non averla vicino a me, mi faceva sentire molto solo. Ero felice di ritrovare la sua “deliziosa” compagnia. Avevo praticamente dimenticato le esperienze terribili del periodo passato e riemergevano i miei comportamenti di indulgenza con la dipendenza, ma in forma diversa. Sfortunatamente, Yumi non mi accolse con lo stesso calore. Aveva concluso la cerimonia giapponese dei 19 anni, molto elaborata, dove le donne vestono dei kimono da 10000 dollari, che avrebbero potuto essere risparmiati per necessità future.

La cerimonia permise a Yumi di rivedere tanti vecchi amici e di divertirsi a loro, ricordando l’amicizia e le esperienze romantiche passate assieme. Al ritorno di Yumi, mi sono sentito come se fossi l’unico ad aver necessità di compagnia. Yumi sentiva solo la mancanza del Giappone! Lo presi come insulto personale e lei sembrava non volermi più attorno e pensava solo al ritorno in Giappone, peggiorando ulteriormente la nostra relazione.

Nonostante i nostri continui litigi, Yumi aveva qualcosa di interessante da rivelarmi. Sapevo che la sua famiglia era piuttosto ricca per gli standard giapponesi e viveva in un sobborgo in stile country, della città di Gifu, detta Gifu-ken. Sapevo che praticavano attivamente la religione Shinto, recandosi regolarmente ai templi e seguendo i rituali Shintoisti. Uno di questi riti comportava l’apertura di tutte le porte e le finestre della casa in un certo giorno dell’anno, lasciare fuori il cibo e preparare un bagno caldo.

Si credeva che gli spiriti ancestrali della famiglia sarebbero entrati in casa, avrebbero mangiato il cibo a livello eterico e fatto il bago sempre nel piano eterico. Nessun altro avrebbe usato il bagno o il sibo, solo gli antenati. Sapevo bene del forte coinvolgimento della sua famiglia nella fede Shinto, lei mi aveva già raccontato storie sull’incredibile sacerdotessa che i suoi genitori consultavano. Apparentemente era molto ben conosciuta nei circoli Shintoisti e il suo livello di accuratezza psichica era così alto, che i suoi consulti erano diventati piuttosto costosi.

Tuttavia, Yumi e la sua ricca famiglia avevano lavorato per anni con questa donna, costruendo una relazione molto speciale, quasi famigliare. Yumi aveva usato, per il mio blocco alla schiena, un oggetto fornitole da quella donna. Era circolare e largo circa due pollici e mezzo, molto sottile e dorato, ricoperto in plastica. Leggermente sporgente nel mezzo, c’era un triangolo perfetto formato dal simbolo stilizzato di un albero. Secondo Yumi dovevo tenerlo nella tasca e mi avrebbe aiutato, quindi lo indossai per diverse settimane. Secondo Yumi, questa donna aveva fatto predizioni accurate per centinaia di volte.

Un esempio è stato quando quella donna le suggerì di andare a studiare a New Paltz, di New York, piuttosto che altrove e avevamo già discusso che proprio grazie a questo ci eravamo incontrati. Quella donna le disse anche se sarebbe potuta divenire una mistica molto brava, ma io le consigliavo sempre di lasciar perdere, di non divenire sua apprendista, ma semmai di apprendere da sola quelle cose, comunque Yumi era spaventata da tutto questo. Lei sognava ancora di diventare una grande parrucchiera nel mondo della moda, a Parigi. Per lei quel tipo di mondo significava tutto e ora che stava in America, vicino a New York, ne era ancor più attratta.

Stava anche spendendo circa ottanta dollari ogni tre giorni e viaggiando frequentemente a New York da sola. Io non avevo alcun desiderio di andare in città e non ci siamo mai andati assieme. Yumi aveva scattato un fiume di fotografie di noi due ed erano stampate in doppia copia, una appesa al mio muro e una nella sua borsetta. Durante la sua visita in Giappone, aveva parlato di me alla sacerdotessa e del mio interesse sugli ufo e della nostra relazione. Disse a quella donna di quanto tempo dedicavo alla lettura di quei libri e di quanto sentissi importante, a livello spirituale, la presenza di extraterrestri nei nostri cieli. Tradotta dal giapponese all’inglese, la loro conversazione andò circa in questo modo:

Donna: hai una foto di quest’uomo?
Yumi: sì
Donna: posso vederla?
Yumi: certo…
Donna: qesto è lui? (indicando la foto)
Yumi: sì
Donna: (si concentra un momento e guarda Yumi con espressione seria) quest’uomo diverrà molto famoso
Yumi: (sorpresa) cosa intendi per famoso? Non capisco
Donna: (dopo una pausa) una guida spirituale. Quest’uomo sarà…una guida spirituale molto famosa

Quando Yumi mi disse questo, inizialmente lasciai perdere tutto, era solo un’altra bizzarra sincronicità nella mia vita, che rispecchiava la mia visione del meteorite. Yumi ne era più entusiasta di me, ma comunque quella sacerdotessa psichica aveva espresso un mio pensiero, qualcosa che avevo sempre pensato senza sapere perchè.

Non passavo il mio tempo preoccupandomi o pensando a questo, non avrei mai potuto sapere se sarebbe accaduto. Tutto quello che sapevo, era che mi affascinava moltissimo il registrare i miei sogni e fare la mia ricerca, era la mia vera passione. Mi chiedevo se sarebbe mai divenuta la mia professione. Le parole della sacerdotessa mi incoraggiarono a continuare.

Nel frattempo il mio compagno di stanza, Artie, aveva deciso di uscire dal campus per quel semestre, però non voleva perdere i suoi pasti, quindi “tenne” la stanza, anche se non la usava. Questo significa che senza costi aggiuntivi, mi ritrovai in una “singola”, in quello che molti consideravano “il dormitorio più freddo di New Paltz”. Spinsi assieme i due letti che poi occupai con Yumi. Questo fatto mi portò in una fase parallela, paragonabile a quella del mio continuo uso di marjuana negli anni passati e molto difficoltosi della mia vita. La nostra relazione era un continuo ciclo di “lotta e inseguimento”, ma io a livello fondamentale, volevo romperlo, per tornare alla mia fastidiosa lettura di libri e a passare più tempo con gli amici.

– Yumi parla dal sogno, prima parte

Questa vicinanza extra portò fuori altre differenze personali, ma anche ad alcuni risultati interessanti, piuttosto straordinari. Questi risultati sembravano precipitare nei casi in cui Yumi si addormentava ed entrava in fase REM, mentre io ero ancora sveglio, solitamente leggendo uno dei miei libri. La prima volta stavo leggendo Aliens Among Us di Ruth Montgomery. Questa donna aveva “canalizzato” la maggior parte del libro, sedendosi alla macchina da scrivere ed entrando in trance, lasciando libere le sue dita di scrivere.

Non ero certo di potermi fidare della letteratura “canalizzata” (a parte “We the Arcturians” del Dr.Milanovich), ma diedi una possibilità a questo libro. La conclusione bizzarra che la scrittrice raggiunse, fu che il fenomeno del “Walk-In” andasse preso seriamente. Ruth spiegava che un “Walk-In” era una persona la cui normale essenza animica aveva lasciato il corpo, permettendo ad una nuova essenza animica extraterrestre, di “prenderlo”. Questa storia era simile a quella che avevo di recente sviluppato per la sceneggiatura di Jude, intitolata “Those Who Have Gone Before”.

Le persone nel libro della Montgomery descrivevano profondi cambiamenti personali, affermando che dopo la loro esperienza di “Walk-In”, si sentivano completamente nuove. Pensai che la cosa fosse interessante e applicabile a me, però, pensai, se fosse vero, mi sarebbe accaduto fin dalla nascita, non per una specie di “scambio di frammento d’anima”. Sapevo che gli eventi dopo la mia disintossicazione erano piuttosto incredibili, ma potevo anche vedere certi indizi persistenti in tutta la mia vita. Non c’era nulla di simile nel libro della Montgomery e più di un anno dopo, avrei appreso che c’era una definizione per questo, “Wanderer”.

“Dio, mi chiedo se qualcosa del genere possa essere vera”, pensavo seduto con il libro in mano, mentre Yumi dormiva. Prima di finire quel pensiero, notai Yumi seduta sul letto! Non avevo fatto rumore udibile, ma lei era lì seduta rivolta verso di me e con gli occhi aperti. Non potevo capire che diavolo stesse accadendo ed ero piuttosto disturbato dalla situazione.

“…wa?” mi chiese Yumi. (non ricordo la parola originale, anche se so cosa significa in inglese) Quindi lei sembrò accorgersi di cosa stesse facendo, che era seduta nella mia stanza e mi parlava. Si guardò in giro con espressione perplessa, quindi improvvisamente sembrò influenzata da una forza invisibile che le fece chiudere gli occhi e rapidamente tornò a dormire. Ho scarabocchiato frettolosamente i suoni delle sue parole.

Dalla mia limitatissima conoscenza del giapponese, sapevo che la parola “wa” alla fine della sua comunicazione significava “aren’t you?” Quindi pensai che mi avesse posto una domanda. Faticavo ad attendere la mattina seguente, quando le chiesi spiegazione e mi rivelò che era una parola giapponese, ma non sapeva come tradurla in inglese, quindi prese il dizionario.

“La parola è brillare”, mi disse.
“Oh mio Dio!” risposi. “Quindi mi hai detto, Stai brillando, non è vero?”
“Sì, corretto”, mi rispose. Non potevamo crederci.

Al tempo pensai che fosse una chiara sincronicità, sembra che ad un livello superiore nel piano del sogno, Yumi mi avesse visto leggere il libro, con un’aura di luce attorno al mio corpo. Forse questa era manifestazione dell’abilità psichica di Yum a cui si riferiva quella donna. Le implicazioni più profonde, che io non potevo davvero accettare, erano che queste forze misteriose avessero risposto alla mia domanda, sul mio essere davvero come quelle persone descritte dal libro di Ruth Montgomery, Aliens Among Us. La “risposta” sembrava essere che io fossi veramente un essere di Luce “splendente”, qualcosa di simile a quello di cui stavo leggendo.

– Due Pallottole

Mi ricordai che non era la prima “comunicazione del sogno” a cui avevo assistito. Quando stavo al college anni prima, avevo difficoltà col mio compagno sovrappeso. (Alla fine avevo traslocato due volte, per finire nella stanza in cui rimasi per tutto l’anno, assieme al mio “compagno infernale”, il ragazzo che stimolò il mio studio della letteratura Buddista e Hindu). Il mio compagno di stanza iniziale mi ricordava il periodo in cui persi 85 libbre con la dieta.

Mentre stavo a casa in vacanza e durante la pausa del Ringraziamento, andavo a visitare il mio amico Jude, dove passavo la notte. Mentre stavo sdraiato sul mio materasso ad aria, mi ritrovai a dormire ad occhi aperti e nel sogno il mio amico era una creatura orribile che mi inseguiva. Avevo una pistola e sapevo che avrei potuto ucciderlo, ma parte di me non voleva farlo, sapeva che rappresentava il mio vecchio comportamento contro il quale ancora combattevo, quindi dovevo solo correre molto velocemente. In quel preciso momento ho sentito un rumore nella stanza, ero in qualche modo consapevole dell’ambiente circostante. Improvvisamente Jude iniziò a brontolare e con mia grande sorpresa, disse:

– “Sparagli..devi solo sparare, Due pallottole…”

Io rimasi sconvolto nel sentire Jude che faceva il mio stesso sogno e mi sono svegliato di colpo, il mio cuore batteva impazzito! Fissai il soffitto senza respirare, mentre aspettavo che Jude dicesse altro. Il tempo passava e non accadde più nulla. In qualche modo sono riuscito ad attendere fino al mattino prima di dirlo a Jude. Sapevo che altrimenti per l’entusiasmo non avremmo più dormito, non era comunque la prima volta che mi accadeva una cosa del genere.

Ora con Yumi, altro esempio simile, mi chiedevo se fosse la mia coscienza in grado di manipolare le altre menti, mentre dormivano. Mi tornavano in mente gli esperimenti telepatici che feci con Eric (non lo stesso Eric di New Paltz) da piccoli, quando leggevo il libro di Sherman. A quel tempo dissi a Eric di svegliarsi ad una certa ora e pensare all’oro, tramite suggestione telepatica. Eric si svegliò di notte, sentì una presenza nella stanza e controllò immediatamente il suo orologio dorato per vedere l’ora. Non male per uno psichico di sette anni.

– Yumi parla dal sogno, seconda parte

Passarono altre settimane e le forze dovevano essersi accorte di aver attratto la mia attenzione. Ancora una volta, mi ritrovai a leggere di notte mentre Yumi dormiva. Le sue lezioni iniziavano molto prima delle mie e quindi le ore notturne erano le uniche nelle quali potessi fare le mie ricerche tranquillamente, la cosa più importante che ci fosse per me al mondo. Appena mi sedetti per leggere, Yumi si mise seduta e si rivolse a me. Questa volta ero pronto e attento ad ogni sua parola. Avrei scritto tutto, il più precisamente possibile. Yumi questa volta aveva un grande sorriso in viso. Aveva allungato un braccio come se avesse qualcosa in mano e l’altra mano sembrava colpire l’oggetto invisibile. Mi chiesi se potesse essere un libro, prima che potessi capirlo, Yumi disse:

“Kon-no waraji ro, katan-da ke do”, con un’espressione molto bizzarra, mentre toccava l’oggetto nelle sue mani. Quindi ancora, sembrava notare che stava accadendo qualcosa di strano, era in una strana stanza quadrata, con un uomo bianco con strani occhi blu e non sapeva come fosse finita lì.

Quindi, proprio come la prima volta, una strana energia sembrava averla spenta come un interruttore. Yumi ritirò l'”oggetto” e collassò nel letto, tirando su le coperte in modo meccanico. Scrissi freneticamente le sillabe di quello che sentivo: “Kon-no waraji ro, katan-da ke do”. Sfortunatamente non ho conservato l’appunto, che oggi avrebbe valore per me. Sapevo che sarebbe stato qualcosa di “buono”, lo sentivo e quella notte faticai a dormire.

Il giorno dopo, quasi subito dopo essermi svegliato, le chiesi spiegazione, non lo avevo scritto nella versione anglicizzata. detta “romaji”, quindi ho dovuto leggerlo nel modo più corretto possibile.

“Ok, hai detto “Kon-no waraji ro, katan-da ke do”
Yumi sembrava perplessa, sembrava non sapere cosa dire.
“Beh, dai su, cosa diavolo significa?” chiesi
Rispose con espressione perplessa:
“Significa, guarda questi nuovi sandali che ho comprato. Molto, molto strano”
“Guarda i miei nuovi sandali? Cosa diavolo c’è di così strano?” chiesi. Tutto qui? Tutto quello che voleva fare era shopping, ora comprava le cose nel sogno e cercava di mostrarmelo!
“No, David, aspetta un minuto. La parola che ho usato per “sandali” era “waraji”. I warajis sono sandali molto antichi. Nessuno ha comprato o indossato un paio di waraji da almeno 700 anni.”
“Gesù Cristo! Settecento anni!”
“Sì. E ti ho detto, guarda i miei NUOVI waraji, che ho appena comprato”

“Beh, fossi dannato! Cosa diavolo pensi che significhi?”
“Forse abbiamo vissuto assieme in passato, desho?” (“Desho” significa “Huh?”)

Chiaramente una proposta come questa era per me troppo da accettare. Mi ero chiesto delle vite passate a volte, ma non le ritenevo cosa importante. Ricordo che quando ero ancora molto giovane, sembravo ricordare una vita passata nella Seconda Guerra Mondiale, dove tutti guidavano vecchie auto, ma non era molto chiara. Per Yumi e il suo sistema Shinto, la reincarnazione era cosa seria, ma nonostante il mio scetticismo, subito dopo avvenne un evento ugualmente interessante.

– Yumi parla dal sogno, terza parte

Questa volta ero nel letto assieme a Yumi, mezzo addormentato. Lei aveva una mano sulla mia gamba e dormiva, cercai di muoverla e lei iniziò a colpirla gentilmente. “Teru, teru, Obakun”, mi disse Yumi. Ero troppo stanco per scrivere, quindi memorizzai. Non sapevo che cavolo dicesse o se fosse importante.

Il giorno dopo lei mi rispose veramente perplessa: “Beh non ho mai sentito la parola “Teru” nel linguaggio comune” disse Yumi. “Però, penso che forse un tempo fosse un’abbreviazione di “aish-teru”, che significa ti amo.
“Sì, ha senso”, risposi. “Invece Obakun”?
“Sembra un nome di famiglia”, rispose. “-Kun è un modo per dire Mister, solitamente per una persona giovane. Quindi significa Mr.Oba”
“Quindi in tutto significa, ti amo Mr.Oba.” Fossi dannato! Sembra davvero una vita passata no?”
“Kowai!” rispose. “Kowai” significa qualcosa di strano o spaventoso.

– Memorie subconscie riaffiorano

Tempo dopo nel semestre, facevamo sesso quando non avremmo dovuto. Ero leggermente a disagio, ma cercai di non fare attenzione a quella sensazione. C’era una festa rumorosa nella stanza vicina, dove viveva un giovane alcolizzato. Ogni tanto accadevano cose molto strane in quella stanza, forse usavano anche droghe. Ero riuscito a farli allontanare in passato, con test telepatici. Le droghe sembravano indebolire la loro resistenza ai miei esperimenti di “influenza remota” subconscia.

Quindi nel mezzo del rumore, si sentì un forte suono di vetri rotti. Subito dopo si abbassò il volume della musica e le voci erano allarmate. Io e Yumi ci preoccupammo e andai ad indagare, nulla mi avrebbe potuto preparare a quanto vidi. Fuori c’era anche il mio vicino col suo amico, entrambi con capelli e barba lunga e molto giovani. Erano coperti di sangue e sembravano volersi supportare, erano chiaramente molto intossicati. Si fecero strada per il bagno e quasi non mi notarono. Poco dopo sono andato in bagno e poi a chiedere ai due se fosse tutto ok. Non potevo essere pronto a quella risposta.

“Vaff.. fuori di qua uomo. Fuori di qua, non hai visto nulla. Non è accaduto nulla. Porta fuori il culo di qua ora”
“Beh, tutto bene?” ho chiesto, cercando di non farmi intimidire.
“Tutto bene. Ora esci fuori”

Ero sconvolto da quella richiesta, lasciare il bagno come se nulla fosse accaduto. Per qualche ragione, non chiamai nessuno e non feci nulla. Non sapevo se fossero feriti, chi li avesse feriti o se potessero sopravvivere. Potevo vedere solo tanto sangue sulle loro magliette. Comunque vivevano vicini a me e fece presa la loro intimidazione. Più tardi avrei scoperto che il mio vicino si era tagliato spaccando la bottiglia contro il muro. Lo avevano visto e portato all’ospedale, ma i due non si erano cambiati i vestiti insanguinati! Raccontando tutto a Yumi, sentivo la bizzarra coincidenza di quanto era accaduto.

La tempistica dell’evento, assieme alla nostra disavventura sessuale, era troppo strana. Perchè la mia relazione con Yumi apparve in qualche modo collegata a questo orribile incidente sanguinoso? Cosa mi diceva?

Poche settimane dopo sognai che Yumi era stata uccisa, forse persino due volte (sembrava normale nel sogno). Stavo lavorando duramente nel sogno per capire chi fosse il killer, volevo davvero risolvere il caso.

Mi trovai davanti diverse scene del crimine, ognuna con degli indizi che potevano essere collegati. La cosa strana era che potevo provare la mia presenza in ognuna delle scene! Continuavo a ricontrollare e io sembravo il maggior indiziato! Poco prima di svegliarmi, rimasi con la conclusione che l’assassino ero io! Mi svegliai, pensando che fosse una metafora interessante della mia relazione. Tuttavia, non capivo perchè nel sogno fossi un assassino, quando nella mia vita era lei che si avvantaggiava su di me.

Non c’era nulla che potesse ricordarmi un evento di una vita passata, non ero nemmeno ancora sicuro della realtà delle vite passate, anche se quelle strane sincronicità iniziavano a convincermi.

– Yumi parla dal sogno, quarta parte

Verso la fine del semestre, Artie si fermò a parlare e Yumi si addormentò nel letto. Parlai ad Artie dell’idea dell’Ascensione (che avevo trovato nei libri come quello di Ruth Montgomery), dell’importanza degli extraterrestri e di come tutto rientrasse in un “grande disegno”. Quella conversazione era eccitante e Artie era totalmente affascinato. Improvvisamente Yumi si sedette ancora addormentata. Lentamente e liberamente, si voltò verso di noi. Io ero già pronto, ma Artie era spaventato a morte. Yumi iniziò a parlare.

“Splendi, wa?” chiese, guardandomi. Quindi, improvvisamente, qualcosa sembrò “spegnerla” e tornò a dormire. Artie mi guardò con gli occhi spalancati e un sorriso strano. Non sapeva come interpretare quel bizzarro incidente.

“Gesù, la sua mente subconscia conosce la parola per “splendere”, quindi non deve dirlo in giapponese!” Apparve ovvio che ancora, una forza spirituale esterna avesse manipolato la sua coscienza per darci un importante messaggio. Noi stavamo “splendendo” di Luce. Sarebbe stato l’ultimo di quei messaggi, prima del suo ritorno in Giappone alla fine del semestre.

– La necessità di David, stare in piedi da sè

Molti sogni mi indicavano che dovevo essere più forte nella relazione. Quelle lotte erano devastanti per me e sembrava che lei le creasse per le sue necessità emotive. Cercavo di trattarla il meglio possibile, ma quando non era di buon umore, creava una distrazione per litigare e durante il litigio, cambiava argomento parlando di cose che avevo fatto in passato!

La conclusione inevitabile era “Tu non mi ami”. Io quindi dovevo provare che l’amavo e non sapevo come farlo, perchè l’amavo sempre, senza condizioni, nonostante tutto. Uno dei “trucchi” favoriti di Yumi erano lunghi e freddi silenzi. Io mi sentivo vomitare in quei momenti. Non importa cosa facessi o dicessi, lei stava seduta fissando il muro. Più cercavo di distrarla o di spiegarmi e peggio era. Quel silenzio era come la miccia accesa di una stecca di dinamite. Rendendo tutto più drammatico possibile, lei usciva dalla stanza, lasciando una tensione irrisolta sospesa in aria come una nebbia.

Infine avremmo dovuto affrontare il problema e lei spesso scusava tutto con una o due parole. Mi diceva che non restava rancore e che dopo il litigio non voleva parlarne. Quindi facevamo sesso e lei sentiva che il ciclo di tensione-risoluzione lo rendeva migliore. Io non potevo capire perchè fosse necessario quel gioco insidioso. L’unica cosa che rendeva migliore il sesso per me, era il sollievo di non averla “persa”. In questo senso estremamente limitato, aveva ragione, ma paghi il prezzo nel sangue.

– I sogni di David sulla sua missione

In quel periodo facevo un sogno in particolare, davvero drammatico. Mi ritrovavo in quella stessa casa di continuo e ogni volta correvo sulle scale, nel bagno e quindi saltavo precipitosamente dalla finestra del bagno su una sporgenza opposta. Anche se era molto pericoloso, per qualche ragione mi sentivo spinto a farlo di continuo. Dopo circa quattro volte, realizzai che volendo attraversare il resto della casa, doveva esserci un modo per evitare il salto. Appena tornai sulle scale, mi fermai ed entrai nella stanza, con grande sorpresa della ragazza Afro-Americana che mi osservava.

“Ciao, sono David Wilcock”, dissi alla ragazza, leggermente affannato. “Ti dispiace se do un’occhiata in giro?”
“No, va bene David. In effetti, ti aspettavamo da tempo”.

Rimasi spiazzato. “Cosa intendi con questo”, le chiesi.
“Beh, non dovrei dirti nulla”, rispose, “ma gli extraterrestri stanno lavorando per costruire questa casa e sanno chi sei”.
“Dai su, dammi una pausa. Mi stai dicendo che in questa casa ci sono gli extraterrestri?”
“Sì, David, ci sono. Se vai nel salone a sinistra, puoi vederli lavorare”
“Questo è troppo assurdo da credere. Andrò a vedere.”

Andai nel salone e poi lungo un corridoio e alla fine c’era una barricata e la superai. Entrando in una stanza incompleta, guardai quella che poi divenne una finestra e sorprendentemente, c’erano otto extraterrestri in stile Grigio, che costruivano la casa! Sembravano immersi in una luce blu brillante e la loro pelle era bluastra. Stavano montando un grande lampadario e altri tocchi di fantasia, come un bagno in marmo nero con rifiniture dorate. Era sconvolgente vederli al lavoro. Sapevo del pericolo, delle forze governative che osservavano il comportamento di questi extraterrestri.

Nessuno dei vicini di quella casa avrebbero dovuto vederli. C’era comunque un palazzo a sinistra e vedevo un uomo che li osservava, meravigliato come me. Appena lo guardai, apparvero dei militari armati che lo portarono via. Lasciai rapidamente l’area, per non essere preso anche io. Gli ET sembravano continuare senza preoccuparsi di quella presenza. Quindi, tornato nella stanza principale, incontrai una donna, che riconobbi in una ricca amica di mio padre. Per farla breve, questa donna mi offrì un lavoro nella loro struttura, ovvero avrei lavorato per gli extraterrestri.

Parte di me voleva accettare, ma nel sogno ricordai di aver promesso di andare a prendere una donna orientale in una piccola auto rossa. Sapevo che era la mia ragazza e che eravamo innamorati e si sarebbe molto arrabbiata se non fossi andato. Quindi non accettati il lavoro nella casa e cercai di apparire eccitato per l’imminente riunione con la mia fidanzata. La donna sembrò molto delusa, dicendomi che “avevano davvero bisogno di me” nella casa.

Preparandomi ad uscire, notai che la tv era accesa. Sembrava un film horror, in un tunnel fatto di ciottoli. Lungo il tunnel c’erano delle torce accese, ogni circa 15 piedi e tra esse c’era un corpo, molto decomposto e legato per i polsi. Continuando ad osservare la scena, mi ci ritrovai dentro! Potevo sentire il calore opprimente e l’oscurità nel tunnel, sembrava un purgatorio dell’inferno. Alla fine del tunnel c’era un uomo dai capelli lunghi appeso alle catene, che sembrava Gesù!

Improvvisamente si sentì un eco terribile.

“Salomone”, strillò la voce. “Capisci ora che il mio potere ha superato il tuo. Farai come dico.”

Voltai rapidamente la testa e compresi che il diabolico era nascosto da vesti nere, aveva uno scettro nella mano sinistra, che sembrava un bastone scheletrico con una palla di cristallo sopra. La sua faccia era invisibile, ma sulla testa indossava il cranio di un cavallo con grosse corna. Appena gridò quella terribile frase, allungò lo scettro e la scena passò a Salomone.

Mi sentivo come parte dello scenario e ora ero sospeso davanti alla figura spirituale incatenata. Improvvisamente e senza preavviso, una serie di barre di metallo attraversarono il corpo di Salomone, che sanguinò copiosamente! Le barre arrivarono da diverse altezze e angolazioni, attraversandogli il corpo e spingendo Salomone a piangere come un bambino. Il demonio continuava a parlare e compresi improvvisamente che ora ero cresciuto di dimensioni e tenevo quell’uomo fra le mani, cercando di spingere quelle sbarre precisamente nel suo corpo.

Nel farlo sentivo un dolore incredibile nel mio corpo. Mi svegliai di colpo, pensando che fosse una impressione psichica, piuttosto che una frase fisica e la tradussi in “Tu sei quello che si accoltella da solo” Sapevo che riguardava la mia relazione con Yumi e la mia necessità di fiducia in me stesso. Inoltre, compresi che i capricci di Yumi stavano togliendo tempo alla mia ricerca sugli UFO. Per qualunque ragione, le forze nel sogno sembravano dirmi “che avevano bisogno di me” in quella casa. A quel tempo non ero abbastanza pronto a riconoscere quel messaggio, che quel messaggio arrivava dagli extraterrestri che volevano lavorare con me, sarebbe dovuto passare molto più tempo.

– Gli “scatti” di David

Potevo capire dal sogno che dovevo allontanarmi da Yumi. Infatti, sentivo sempre più che dovevo farlo, era una relazione troppo insidiosa e strana. C’erano cose che facevo per disturbarla, ma erano il risultato della mia frustrazione per le sue manipolazioni. Quindi ad un certo punto arrivai al limite. Si era messa nuovamente dietro il muro del silenzio e nelle mie parole a quel tempo la definivo, “la curva disgustante di energia” che saliva dai miei piedi. Questa volta l’energia conteneva violenza e rabbia.

Dopo una “pausa di gravidanza” tra di noi, con lei che si rifiutava di parlare e fissava la finestra, improvvisamente “scattai”. Fu l’unica volta nel nostro rapporto. In tutti i casi passati, io ero la dolcezza in persona, la pazienza e la sofferenza. Questa volta mi ero spinto troppo e la rabbia esplose in me. Se avesse tirato su quel muro, l’avrei distrutto, con qualsiasi forza. Riporto le parole, eliminando molte oscenità.

“Dio dannazione, perchè non mi parli! Cosa devo fare per farti parlare!”, le presi le braccia e la scossi avanti e indietro, mentre gridavo con tutto il fiato. Questo non era David Wilcock. Non mi ero mai comportato così. Per qualche ragione questo spinse Yumi in una sorta di attacco di panico/ansia per almeno 45 minuti. Il suo corpo tremava incontrollabilmente e stava iperventilando, incapace di parlare o respirare. Io ero spaventato a morte e non sapevo che diavolo fare, anche se parte di me diceva che stava fingendo. Cercai di calmarla e lei continuava.

Infine tornò indietro e le chiesi spiegazione e lei disse che non sapeva, come se non si fosse controllata. Era una sorta di memoria karmica o di gioco manipolativo? Tendevo a preferire la seconda scelta, più “falsificabile” della “memoria karmica” di un possibile omicidio a cui pensavo riguardo la vita passata.

Il definitivo punto basso della nostra relazione arrivò subito dopo. Altro litigio era iniziato perchè rifiutati la sua proposta sessuale notturna. Yumi iniziò a scalciare e accese tutte le luci, poi si mise seduta sul pavimento come un passerotto, mentre stavo nel letto. Sapevo che quella sarebbe stata brutta e non sapevo cosa fare. Qualsiasi cosa dicessi avrei peggiorato le cose e dopo molto silenzio, tornò a letto gridando. Stava usando tutte le brutte parole americane che le avevo insegnato.

La migliore era “Ti odio” e non smetteva più. Sapevo che le cose stavano superando ogni mia possibilità di uscita e non sapevo come mettervi fine. Avevo un esame il giorno dopo e volevo dormire disperatamente. Lei continuava a gridare e strillare con rabbia e iniziai a pregare, mai così intensamente come quella volta.

“Dio, sono io, David. Ho bisogno di te. Devo capire come uscirne il più presto. Devo dormire almeno sei ore se voglio passare l’esame domani. Ti prego aiutami”.

Attesi una qualche risposta, ma nulla. Dio, o le mie guide in Suo nome, mi avevano abbandonato ancora. Poco dopo notai un forte nausea nel mio stomaco, come se dovessi vomitare! Compresi che era la risposta, non dovevo vomitare, ma fingere di doverlo fare correndo in bagno. Questi sono i tipi di “soluzione” che emergono quando una persona è spinta a tali livelli di disperazine. Allo stesso tempo ho avuto un momento davvero chiarificante.

“Dio, voglio assicurarmi che in ogni caso, ricorderò le cose che Yumi sta dicendo ora. Non voglio essere accecato dall’amore e dimenticare cosa sta avvenendo e cosa devo fare per fermarlo. So che devo chiudere questa relazione e appena tornerà in Giappone, sarà finita”

La voce di Yumi continuava a rimbalzare contro le mura. “Ti odio, fottuto..”
Raccolsi le energie per la mia “mossa da sopravvivenza”, respirando profondamente. Rapidamente scattai e corsi sbattendo la porta per correre in bagno. Mi chinai sul wc e gridai simulando il conato di vomito, ero così disperato che mi bagnai la faccia.

Quindi attivai lo scarico energicamente, subito dopo Yumi corse nel bagno, sputai due volte nel wc ancora mentre cercava di confortarmi e le gocce d’acqua mi saltavano sul viso, era chiaramente nel panico.

“Oh mio Dio, oh mio Dio, stai bene?” mi chiese.
“Sì, tutto bene” risposi, ora dovevo fare io l’attore.

Quella notte riuscii a dormire, anche se lei si sentì “vincitrice”, finimmo ancora a fare sesso, che era lo scopo che voleva raggiungere. Guardavo l’orologio di continuo, per assicurarmi di non prolungarlo troppo e il giorno dopo l’esame andò bene. La Legge del Karma sembrava colpire subito dopo, come atto di naturale bilanciamento per quanto ho dovuto fare. Avevo lasciato il mio orologio di cristallo di quarzo sul supporto del sapone, per farmi la doccia. Era il mio unico orologio di quel tipo ed era importante per me. Una delle prime compagne di mio padre me lo regalò anni prima. Un giorno a scuola, era caduto dal mio banco ed ero sicuro che fosse rotto. Miracolosamente era caduto sul portafoglio di Elizabeth, la ragazza vicina a me. Ora, ancora turbato dalle emozioni della mia relazione, cadeva a terra spaccandosi in due, ero devastato.

Sapevo cos’era avvenuto. Il cristallo rappresentava il mio corpo spirituale e la relazione con Yumi stava rompendo il mio spirito, la vedevo come metafora seguente a quella dei dolori che avevo sofferto mesi prima sempre nella doccia. Tutta la mia energia vitale mi sfuggiva ed ero ridotto ad atti di disperazione, per la mia incapacità di “stare dritto in piedi” nella relazione. Dopo questo sentivo che il cristallo era “morto” e non lo desideravo più. Il piano di rottura era interessante, sembrava acqua.

Traduzione a cura di Richard
divinecosmos.com