Etere o non etere?

di Zret
Inviata da m.degournay

Nel 1977 l'ingegnere Rho Sigma (pseudonimo) pubblicò il libro Ether technology, in cui analizzava le basi teoriche e gli esperimenti sull’antigravità e sulla levitazione, ribadendo l’esistenza dell’etere. La prefazione fu curata da Edgar J. Mitchell, ex astronauta.

Pure la fisica delle particelle sempre più si sta orientando verso l’ipotesi di un’energia soggiacente alle quattro interazioni fondamentali: si ritiene, infatti che esista un’energia, definita campo di Higgs, che pervade ogni punto dello spazio e che induce la presenza di una massa per la particella portatrice, quando la simmetria viene spezzata. Alcune simmetrie di gauge (letteralmente calibro), quella del campo elettromagnetico e del campo gravitazionale, non sono spezzate e le particelle “messaggere” restano prive di massa; la simmetria di gauge, invece, della forza nucleare debole può essere infranta sicché le particelle portatrici, i bosoni W e Z, acquistano una massa.

Ricapitolando, si può ritenere l'etere un'energia che soggiace alle quattro forze fondamentali (elettromagnetica, gravitazionale, nucleare debole, nucleare forte); il suo moto dovrebbe essere spiraliforme; tale energia si può forse misurare, sebbene i suoi effetti siano minimi. L'ingegnere Carlo Splendore ha ideato uno strumento, il rotorgon, che dovrebbe consentire di rilevare questa energia. “Il rotorgon è un semplice dispositivo che permette di rivelare l'esistenza di un campo di energia vitale, sia quella emessa dal corpo umano, sia quella presente nell’ambiente in cui viviamo, proveniente dagli spazi cosmici e circolante intorno al pianeta. … Non possiamo entrare nel merito della vera natura di questa energia, d’altra parte per certi aspetti ancora controversa, ma ci sembra di poter affermare fin d'ora che il rotorgon non sia altro che un mezzo attraverso il quale la suddetta energia vitale subisca dapprima una degradazione ad energia di tipo elettrostatico e che questa venga successivamente convertita in energia cinetica”. (C. Splendore)

L'inarcamento della luce, che Einstein attribuisce allo spazio-tempo vuoto (sic) che si curva, potrebbe essere correlato al movimento rotatorio dell’etere. L'etere potrebbe anche spiegare l'effetto a distanza di masse tra cui esiste un'attrazione gravitazionale. Tra le forze di cui sopra, infatti, quella gravitazionale è la più misteriosa, poiché non si comprende come un corpo possa interagire con un altro, senza alcun tramite sicché alcuni fisici hanno congetturato l'esistenza dei gravitoni, particelle mediatrici della forza gravitazionale, ma tali particelle non sono state rilevate sperimentalmente. Potrebbe, invece, essere l'etere a trasmettere tale influsso.

La rotazione, presunta caratteristica dell'etere, potrebbe spiegare per quale motivo nell'universo i vari fenomeni tendono ad assumere la forma di spirale: dalle galassie alle conchiglie, dall'orecchio alle colture di batteri. Tali forme, a loro volta, sono associate al numero aureo, il phi. La rotazione, inoltre accomuna macrocosmo e microcosmo: ruotano le galassie attorno ad un centro, a somiglianza degli elettroni, come spinti da una forza primigenia.

È possibile imbrigliare l'etere e ricavarne energia ? La si può usare per favorire un riequilibrio delle condizioni ambientali e climatiche e della salute degli organismi viventi (ad esempio, contro le conseguenze nocive delle scie chimiche e delle emissioni elettromagnetiche) ? Questo, in parte, già avviene, ma non si è superato l'approccio empirico e gli studi rigorosi, come quelli di Kozyrev, sono scarsamente divulgati, anzi oggetto di ostracismo per opera della “scienza” accademica, arroccata su posizioni ottocentesche ed aduggiate da vieti paradigmi positivisti.

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