Famiglia soldato morto sospetta dei vaccini

Il Giornale OnlineLa vicenda risale al '96 ma ora i familiari di Alberto Corradini (morto per linfoma di Hodgkin) hanno scoperto altri casi forse analoghi (come quello del pugliese Francesco Finessi, alpino)

MACERATA – Un altro caso di morte sospetta tra militari di leva, colpiti da gravi malattie dopo essersi sottoposti a vaccinazioni, è venuto alla luce a Corridonia (Macerata). La vicenda risale al '96, ma i genitori del militare non ne hanno mai voluto parlare per ritrosia e “per non mettere il coltello in una piaga sempre aperta”. A rompere il silenzio oggi, dopo essere venuto a conoscenza di casi analoghi, è Alberto Corradini, fratello di Corrado, morto per linfoma di Hodgkin a soli 27 anni.

Alberto, 33 anni, parrucchiere a Civitanova Marche, assistito dall’avv. Luca Mezzabarba, ha deciso di aderire al Comitato che porta avanti la battaglia per scoprire le cause di questi decessi. E’ con lui Andrea Rinaldelli di Potenza Picena, padre di Francesco, l’alpino morto il 16 marzo scorso a 24 anni, sempre per un linfoma di Hodgkin. A sua volta Rinaldelli, che sta promuovendo una causa civile contro il ministero della Difesa, è in contatto con Santa Passaniti di Lecce (anche lei ha perso un figlio, Francesco Finessi, alpino, per un tumore) e con altre famiglie che hanno patito lo stesso dramma. A loro sostegno c'è anche il Condav (Comitato nazionale danneggiati da vaccino) di Nadia Gatti.

Corrado, già avviato alla laurea in scienze informatiche all’Università di Pisa, nel '93 viene assegnato al Car di Pesaro, dove si sottopone alle prime vaccinazioni, ultimate nel suo reparto di stanza a Bologna. Dopo l'ultima somministrazione, il 4 agosto '94, va in congedo e torna all’Università a Pisa. In quel periodo comincia a sentirsi debilitato. Ben presto gli viene diagnosticata una leucemia.

Sottoposto a chemioterapia, che non dà risultati, passa a un farmaco grazie al quale la malattia regredisce. Gli viene quindi consigliato un trapianto di midollo all’ospedale di Genova. Il donatore è il fratello Alberto. Dopo il trapianto, il giovane viene colpito da febbre che dura 60 giorni. Dopo sette mesi viene dimesso. Morirà il 16 maggio del 1996.

Nei giorni del ricovero a Genova Alberto chiede spesso al fratello se può risalire alle cause della malattia – a quel punto di è accertato che si tratta di un linfoma di Hodgkin – e Corrado gli spiega che a Bologna, proprio pochi giorni prima del congedo, gli avevano fatto l’ultima vaccinazione e in quell'occasione aveva scoperto, ascoltando un botta e risposta tra medico di turno e infermiere, che il vaccino che gli era stato somministrato doveva essere in realtà diluito per 15 dosi. Difficile però, ora, stabilire se ci siano state responsabilità. I genitori si sono infatti rifiutati all’epoca di fare l’autopsia per cui, per aprire il caso, sarebbe adesso necessaria una perizia medico-legale.

Fonte: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_cronache_NOTIZIA_01.asp?IDNotizia=202357&IDCategoria=1

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