Fenomeni luminosi e sismi: alcune note circa la previsione dei terremoti

Lo studioso livornese Piero Giovannini è autore di alcuni libri editi in proprio, in cui, analizzando la struttura della materia, le interazioni fondamentali ed alcuni problemi della fisica, cerca di spiegare fenomeni anomali di solito definiti U.F.O., ossia oggetti volanti non identificati. L'autore, nel saggio intitolato Un diesis per la materia, propugna, a proposito dei dischi volanti, l'ipotesi naturale, poiché nei vari avvistamenti di corpi luminosi (sfere, sigari, dischi…), individua delle cause riconducibili a movimenti tettonici, energie telluriche, campi elettromagnetici, in sinergia con altre manifestazioni che riguardano la gravità e l'antimateria. Purtroppo Giovannelli espone la sua teoria in maniera alquanto astrusa e frammentaria sicché non è possibile valutarne appieno la plausibilità, ma è interessante la sua ricognizione delle concomitanze tra luci nel cielo e terremoti, tra anomalie fisiche ed incidenti aerei.

Il ricercatore, esaminando un'ampia casistica relativa a scosse, a disastri in cui rimasero coinvolti dei velivoli, a globi e lampi nel cielo, intuì un nesso, già negli anni '90 del XX secolo, tra avvistamenti di luci e sommovimenti della litosfera. E' una connessione che è stata messa in evidenza poco prima di alcuni violenti cataclismi, ad esempio in Cina, nel Sichuan.

E' presumibile, come pensa Giovannelli, che sia talvolta la natura responsabile di tali correlazioni, ma, spesso – lo ha appurato, ad esempio, la scienziata statunitense, Rosalie Bertell – sono usate formidabili tecnologie per scatenare sismi e sprigionare energie distruttive, di cui i globi sono segni anticipatori. Si deve supporre che apparati ad hoc come il Pamir ed esplosioni nucleari sotterranee favoriscano il cedimento di faglie: probabilmente gli interventi di manipolazione tettonica si concentrano in aree critiche, in regioni sismiche.

Come ricorda il biologo Giorgio Pattera, molte zone in cui sono avvenuti avvistamenti di U.F.O. sono classificati a rischio sismico medio-alto. Lo scienziato congettura che gli U.F.O. siano interessati a tali distretti contraddistinti da situazione di instabilità del sottosuolo, originata da due fronti energetici che si contrappongono. Quando uno dei due fronti cede, l'energia viene liberata e dà origine al movimento tellurico. “Se vogliamo ipotizzare l'interesse degli U.F.O. per le fonti naturali di energia, in qualsiasi forma si presentino (elettricità, acqua, gravità, radioattività…), questo potrebbe spiegare l'insistenza degli oggetti volanti non identificati lungo queste “autostrade”, a scopo di ricognizione e di acquisizione”.

L'ipotesi di Pattera non è da scartare, mentre mi pare che sia discutibile la teoria di Giovannelli, laddove vede addirittura nei triangoli del Belgio ed in enormi astronavi delle manifestazioni fisiche, sebbene di una fisica in gran parte ancora da costruire. Anche i matematici tedeschi Franz Bludorf e Grazyna Fosar sono inclini ad ascrivere gli O.V.N.I. a situazioni naturali, ossia ai cosiddetti domini di “vuoto”. I domini di “vuoto” sono zone del “vacuum” in cui la gravitazione diventa instabile, mediante la concentrazione di masse negative. In una zona di questo tipo possono accoppiarsi anche delle forze fisiche classiche. Come Giovannelli, Bludorf e Fosar reputano che alcuni incidenti aerei, le cui cause sono rimaste piuttosto oscure, possano essere stati determinati da particolari alterazioni fisiche.

Giovannelli pare aver anticipato la teoria esposta circa quindici anni dopo dai matematici tedeschi, sulla base di studi condotti da scienziati russi, finlandesi, statunitensi. A mio parere, però, ricondurre gli avvistamenti di luci “sismiche”, globi, sonde…. a fulmini globulari, a domini di “vuoto”, a concentrazioni di plasma, è una generalizzazione: in qualche caso (si pensi agli archi chimici, a certe sonde, ad aeromobili sperimentali), mi sembra evidente una matrice tecnologica, militare; in altri si potrebbe trattare di velivoli non terrestri.

L'osservazione del cielo e di eventuali anomalie luminose potrebbe risultare utile, insieme con altri metodi ed altre rilevazioni (emissioni di radon) per prevedere i terremoti, naturali o artificiali che siano.

N.A.S.A.: i terremoti sono prevedibili

WASHINGTON, U.S.A. — La N.A.S.A. scende in campo con un annuncio rivoluzionario sulle previsioni sismiche. Secondo Stuart Eves, che lavora presso l'agenzia americana, vi sarebbe sempre una stretta correlazione tra i terremoti che superano il quinto grado della Scala Richter e particolari perturbazioni che avvengono nell’atmosfera più alta, la ionosfera.

Fonti:

F. Bludorf, G. Fosar, L’Intelligenza in Rete nascosta nel D.N.A., Diegaro di Cesena, 2006
P. Giovannelli, Un diesis per la materia, Livorno, 1993
G. Pattera, U.F.O.: vent’anni di indagini e di ricerche, Parma, 2005-2007

Ringrazio sentitamente gli amici M. e Giorgio Pattera per il prezioso materiale fornito.

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