Fisica Iperdimensionale

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Sistema Solare Iperdimensionale. crediti: Enterprisemission.com

Indubbiamente, il sito primario riguardo la Fisica Iperdimensionale è quello di Richard Hoagland. L’unico svantaggio di questo sito è l’essere pieno di informazione e serve tempo per studiarlo, ecco perchè qui consideriamo delle porzioni riassunte. Tuttavia, il lavoro di Hoagland è ben scritto, è pieno di grafica affascinante, molta di natura geometrica ed è scientificamente plausibile. Lo raccomando molto come lettura intrigante e speculativa. Qui trovate una versione ridotta in stile Hoagland dove la porzione introduttiva discute il campo della fisica iperdimensionale come basato su geometria e matematica e che coinvolge dimensioni spaziali ulteriori. Secondo Hoagland (con riguardo a Tom Bearden et al), la fisica iperdimensionale risale al 19° secolo, dove matematici e fisici hanno iniziato ad indagare nelle,

“geometrie teoriche “non-Euclidee” (geometrie che coinvolgono dimensioni spaziali aggiuntive a lunghezza, larghezza ed altezza) e un set di interazioni specifiche predette tra energia e materia, determinate da tali “geometrie non-Euclidee”.

Questo sito introduttivo include anche,

“i risultati di esperimenti in corso nel mondo su fisica contemporanea e sulla “free energy”..che ora confermano le specifiche predizioni del “modello iperdimensionale”.”

Questi includono: l’Energia di Punto Zero e la base della Fisica Connettiva.

Tuttavia vale la pena di rivedere in dettaglio la Fisica Iperdimensionale.

Hoagland fa notare, tra tante cose, che l’energia anomala irradiata dai pianeti giganti come Giove, Saturno, Urano e Nettuno, può essere spiegata dalla Fisica Iperdimensionale. In sostanza, questa energia emessa dai pianeti è “over unity”, emettono più energia di quanta ne assorbano dal Sole. Inoltre, quando Urano e Nettuno sono “normalizzati” (le loro distanze differenti dal Sole vengono prese in considerazione), questi due pianeti hanno una emissione approssimativamente uguale.

Hoagland quindi spiega che tutto questo può avere risposta se assumiamo:

“L’esistenza di realtà iperspaziali invisibili..che, tramite il trasferimento di informazione tra dimensioni, sono letteralmente il “substrato fondamentale” che sostiene la realtà in questa dimensione”.

Questa affermazione dice molto. Rileggete e ripensateci. Hmmmm.. Tramite la Fisica Iperdimensionale, Hoagland continua con:

Gli “atomi vortice”, sono minuscoli “tornado” auto-sostentanti nel cosiddetto etere, del tipo suggerito da William Thompson (1867), che assieme ai suoi contemporanei del 19° secolo, “credevano estendersi nell’Universo come un fluido onnipervasivo e incomprimibile”. Questi inclusero James Clerk Maxwell, indubbiamente santo patrono della moderna teoria elettromagnetica, che sviluppò un modello di vortice meccanico di etere incomprimibile, in cui l’atomo vortice di Thompson potrebbe esistere.

L’uso che fece Maxwell dei quaternioni (coppie ordinate di numeri complessi), che rese chiaro nei suoi scritti che la sua scelta dei quaternioni come operatori matematici era basata sulla sua convinzione che i fenomeni fisici tridimensionali, inclusa la Coscienza umana, fossero dipendenti da realtà dimensionali superiori! Alcuni di questi scritti sono inclusi come Poesia Iperdimensionale.

La disastrosa riduzione dei quaternioni di Maxwell, dopo la sua morte, eseguita da due cosiddetti fisici matematici del 19° secolo, Oliver Heaviside e William Gibbs, che semplificarono fino all’estinzione le equazioni originali e lasciarono quattro semplici (ed estremamente incomplete!) espressioni. Questo avvene per mano di Heaviside, dopo che Maxwell morì di cancro. Le quattro sopravvissute Equazioni “classiche” di Maxwell, che appaiono in ogni testo scolastico del mondo, divennero la base di tutta l’ingegneria elettrica ed elettromagnetica del 20° secolo, dalla radio al radar, dalla televisione alla scienza dei computers e sono incluse in ogni scienza fondamentale dalla fisica alla chimica all’astrofisica, che affrontano i processi elettromagnetici. Le equazioni classiche non sono mai apparse nei documenti e nei trattati scientifici di Maxwell!

L’introduzione nel 1854, da parte di Georg Bernard Riemann, dell’idea di iperspazio, la descrizione e la possibilità di “dimensioni superiori invisibili”, un assalto fondamentale agli assunti del Gli Elementi di Euclide vecchi di 2000 anni, le ordinate e rettilinee leggi della realtà tridimensionale. Riemann propose una realtà quadri-dimensionale (della quale la nostra realtà 3D era un “sottoinsieme”), in cui le regole geometriche erano radicalmente diverse, ma internamente consistenti. Persino più radicale: Riemann propose che le leggi fondamentali della natura nel 3-spazio, le tre forze misteriose conosciute al suo tempo in fisica, elettrostatica, magnetismo e gravità, fossero tutte unificate nel 4-spazio e che “sembrassero diverse” solo per la risultante “geometria ripiegata” della nostra realtà tridimensionale. Al posto dell'”azione a distanza” di Newton, Riemann proponeva che tutte le forze apparenti fossero il risultato degli oggetti che si muovono in tre dimensioni, ma distorto da una geometria intrusiva del 4-spazio.

Il problema fondamentale di una presunta mancanza di evidenza sperimentale o empirica di una quarta dimensione spaziale. Questo venne affrontato in parte nel 1919 da Theodor Kaluza, che suggerì una soluzione all’unificazione matematica della teoria della gravità di Einstein con la teoria della radiazione elettromagnetica di Maxwell, tramite l’introduzione di una dimensione spaziale aggiuntiva. Kaluza propose anche che la dimensione spaziale aggiuntiva fosse in qualche modo collassata in un piccolo cerchio, una idea ora prevalente nelle Superstringhe! Questa idea venne espansa nel 1926 da Oskar Klein, che la applicò alla Fisica Quantistica, arrivando all’idea che la nuova dimensione di Kaluza fosse collassata nella “lunghezza di Planck”, ipotizzata come dimensione più piccola possibile permessa dalle interazioni quantistiche, legandosi al Principio di Indeterminazione di Heisenberg.

Una rinascita della fisica iperdimensionale nelle vesti delle Superstringhe (iniziando nel 1968), in cui le particelle e i campi fondamentali sono viste come vibrazioni nell’iperspazio di stringhe multidimensionali infinitamente piccole, con le versioni aggiornate della vecchia teoria di Kaluza-Klein; discussioni di un modello di unificazione iperspaziale e la stessa esotica “Teoria delle Stringhe”. L’enorme incremento di interesse, rappresenta una rivoluzione fondamentale in un grande segmento della comunità scientifica mondiale. Un fattore significativo è il numero di dimensioni: 10 (o 26, a seconda della rotazione delle stringhe). Ancora, tutte le dimensioni aggiuntive sono sempre entro la lunghezza di Planck!

Discussioni di Thomas E.Bearden, che includono,
-La teoria originale di Maxwell è in effetti il vero “Sacro Graal” della fisica, la prima teoria di unificazione riuscita nella storia della scienza, un fatto apparentemente sconosciuto agli attuali proponenti delle idee di “Kaluza-Klein”, “Supergravità” e “Superstringhe”.
-“..escludendo il componente scalare del quaternione, Heaviside e Gibbs hanno escluso la porzione unificata elettromagnetica/gravitazionale della teoria di Maxwell”
-“Le semplici equazioni del vettore prodotte da Heaviside e Gibbs, hanno catturato solo il sottoinsieme della teoria di Maxwell, dove EM e gravitazione si escludono a vicenda. In questo sottoinsieme, i circuiti elettromagnetici e l’equipaggiamento non potranno mai produrre effetti gravitazionali o inerziali”.

La restrizione ingiustificata della teoria di Maxwell influenzò anche Einstein, che limitò la sua teoria della relatività generale e così prevenne l’unificazione dell’elettromagnetismo con la relatività e l’evidenza sperimentale della teoria generale, data l’esclusione di ogni curvatura dello spaziotempo locale.

L’esclusione da parte dei fisici quantistici della teoria delle variabili nascoste di Bohm, “che avrebbero potuto offrire il potenziale dell’ingegneria della stessa realtà fisica”. “Ognuna di queste discipline scientifiche mancò ed escluse un subset della propria area disciplinare.”

La perdita nella scienza, a causa delle equazioni limitate di Maxwell, del: controllo elettrogravitico, l’abilità di curvare spaziotempo locale e/o distante con la radiazione elettromagnetica. “Whittaker vi riuscì dimostrando matematicamente che “il campo di forza dovuto ad un corpo gravitante può essere analizzato, dall’analisi di spettro, in un numero infinito di campi costituenti; nonostante l’intero campo di forza non vari nel tempo, ognuno dei campi costituenti è di carattere ondulatorio, consistendo in un semplice disturbo propagato con velocità uniforme”. Cosa significativa, le onde sarebbero longitudinali e richiederebbero la propagazione della gravità con velocità finita, che comunque non deve essere la stessa della luce e in effetti, può essere enormemente maggiore.

La misurazione del potenziale nascosto dello spazio libero di Yakir Aharonov e David Bohm nel 1959, il risultante “Effetto Aharonov-Bohm”, che fornisce prova di un più profondo potenziale scalare dello spazio, sottostante all’esistenza del cosiddetto campo di forza magnetica. Questo potenziale è equivalente all’invisibile stress vorticoso nello spazio, prima immaginato da Thompson.””Gli stress, quando sono rilevati, devono rilasciare energia nelle vicinanze!”

L’Energia di Punto Zero dell’Elettrodinamica Quantistica, l’energia del vuoto, in cui gli stress nell’etere vorticoso di Maxwell, sono creati e rilasciati (un processo equivalente all’attingere all’energia del vuoto, un vuoto che, secondo la fisica quantistica, possiede una densità d’energia mostruosa per centimetro cubo di spazio.)

“Data la prodigiosa quantità di “energia del vuoto” calcolata dai fisici moderni (trilioni di bombe atomiche per centimetro cubo), persino un minimo ma improvviso rilascio di tale potenziale in un pianeta potrebbe distruggerlo” Oppure in alternativa, in modo più controllato, potrebbe fornire l’anomala energia infrarossa emessa dai pianeti come Urano, Nettuno, Saturno e Giove o persino l’energia stessa delle stelle, incluso il nostro Sole.

Un modello di fisica iperdimensionale basato sul momento angolare, la massa di un oggetto e la frequenza a cui ruota, ma un momento angolare connesso al 4-spazio e influenzato simultaneamente dai satelliti dei pianeti o, nel caso del Sole, dai pianeti stessi o persino stelle compagne. Un grafico del momento angolare totale di un pianeta o di un sistema solare contro la quantità totale di energia interna irradiata nello spazio, porta ad una “chiara dipendenza lineare che sembra attraversare una gamma di luminosità e momento di quasi tre ordini di magnitudine”. La matematica risultante, equivalente a E=mc^2, è tale che la luminosità interna di un oggetto celeste sembra dipendere solo da un parametro fisico, il suo momento angolare totale (corpo celeste più satelliti orbitanti) e dato da L=mr^2. (L è il momento angolare totale del sistema, m è ogni massa individuale a distanza, r, dal centro di rotazione).

Il sistema Terra-Luna costituisce un altro esempio di radiazione over-unity (in opposizione all’energia interna della Terra derivata da “fonti radioattive”). Le implicazioni comprendono effetti sugli eventi geologici e climatologici passati e futuri, che possono essere guidati, non dalle interazioni solari o da sottoprodotti della civiltà terrestre (come gas serra e carburanti fossili), ma dalla fisica iperdimensionale!

Una spiegazione dei neutrini mancanti del Sole, dove il modello di reazione termonucleare assunto per rispondere all’emissione del Sole, dovrebbe risultare nel doppio di neutrini osservati in realtà. Quando però la fonte d’energia primaria del Sole è iperdimensionale (il suo momento angolare, incluse le masse in orbita attorno ad esso), il problema può essere affrontato. (Il Sole possiede il 98% della massa del sistema solare, ma solo il 2% del momento angolare totale, l’ultimo dovuto alla variabile r, la distanza della massa dal centro di rotazione!) Nella soluzione iperdimensionale, un altro grande pianeta (o una coppia di pianeti più piccoli), oltre Plutone, diviene necessario! (in questa teoria, circa il 30% dell’energia interna è ancora atteso da reazioni nucleari).

La fisica iperdimensionale richiede che la generazione di energia in pianeti e stelle sia variabile, in effetti, un meccanismo risultante dalla geometria iperspaziale in costante mutazione. Infatti lo schema mutevole (gravitazionalmente e dimensionalmente) dei satelliti interagenti in orbita attorno ad un pianeta o una stella, deve cambiare lo schema di stress, con la torsione geometrica in qualche etere. Questo tende a spiegare l’Astrologia, ma l’Astrologia non incorpora direttamente il moto ellissoidale dei pianeti, che ha un effetto enorme su r, il parametro della distanza orbitale. La variabilità temporale della geometria iperdimensionale è la chiave centrale della teoria.

L’applicazione della fisica iperdimensionale alle tecnologie basate sulle stesse idee e che possono spiegare le macchine free energy, la Fusione Fredda elettrochimica e la riduzione di radioattività negli isotopi nucleari. “Le implicazioni per una “rapida tecnologia di riduzione delle scorie nucleari”, che farebbe in ore quanto sarebbe possibile in eoni, è una necessità immediata che potremmo ottenere applicando tali “Tecnologie Iperdimensionali”.

Una spiegazione iperdimensionale del moto anomalo della Grande Macchia Rossa di Giove con variazioni in longitudine e latitudine, non per gravità o azioni mareali delle lune di Giove, ma per la leva (la “r”) del momento angolare.

L’astrologia iperdimensionale, dove le variazioni di emissione energetica dai pianeti sarebbero dovute all’alterazione costante dello stress iperdimensionale dovuta alle relative interazioni e variabilità delle orbite. Gli “stress interattivi e mutevoli nel “confine tra iperspazio e spazio reale” (nel Modello Iperdimensionale) ora sembra anche la risposta alle misteriose “tempeste” che, a cicli, sono apparse improvvisamente nelle atmosfere di molti pianeti esterni. La scomparsa a fine anni ’80 della Grande Macchia di Giove è un esempio notevole; la produzione improvvisa di un “evento planetario” importante su Saturno, fotografato dal Telescopio Spaziale Hubble nel 1994, apparso come una nube brillante a 19.5° Nord, è altro esempio”.

Variabilità dei fenomeni solari, come flares solari, disturbi coronali, esplusioni di massa, in termini di ciclo delle macchie solari, 11 anni (o circa 20 per il ciclo solare completo). L’osservazione delle comunicazioni radio a onde corte e della loro connessione con il ciclo delle macchie solari e i moti dei principali pianeti del sistema solare, infine una correlazione astrologica tra le orbite di tutti i pianeti (ma specilamente Giove, Saturno, Urano e Nettuno) e le eruzioni maggiori sul Sole che disturbano i segnali radio! Quello che è stato “riscoperto è un'”Astrologia Iperdimensionale”, la definitiva e antichissima e ora dimostrabile base dovuta al momento angolare, sottostante alle influenze reali del Sole e dei pianeti sulle nostre vite”. La ricerca ha evidenziato anche che quando Giove e Saturno erano a 120° (aspetto eccellente dell’astrologia) e l’attività solare al massimo, i segnali radio erano di alta qualità rispetto a quando Giove e Saturno erano a 180° (opposizione astrologica interpretata come difficoltosa) e l’attività solare era in declino! In altre parole, la qualità media dei segnali radio seguiva il ciclo tra Giove e Saturno, piuttosto che il ciclo delle macchie solari!

La spiegazione che la fisica iperdimensionale permette un effetto sproporzionato sul sistema solare da parte dei pianeti, a causa del loro braccio di leva (“r”) dell’equazione del momento angolare, un meccanismo fisico, grazie ai potenziali dei quaternioni di Maxwell, per rispondere alle emissioni planetarie anomale d’energia e alla posizione predominante delle macchie solari a 19.5° di latitudine.

La motivazione della presenza osservata dalla sonda Voyager, di una forma esagonale al polo nord di Saturno, con cinque raggi estesi dal centro!

L’implicazione di pianeti sconosciuti e distanti in questo sistema solare, che teoricamente (con la Terza Legge di Keplero) potrebbero comprendere periodi orbitali di migliaia (se non decine di migliaia) di anni e che a causa del loro grande effetto sproporzionato sul momento angolare, potrebbero spiegae i cicli a lungo termine di luminosità del Sole. Dato che Giove e Saturno tornano nelle stesse posizioni geometriche circa ogni 20 anni (il ciclo completo di macchie solari), allora è ugualmente possibile che pianeti sconosciuti nel nostro sistema solare possano avere un effetto a più lungo termine e forse causare un incremento e decremento ciclico della costante solare, col risultato dell’osservato aumento di energia solare, che può scatenare profondi cambiamenti climatici millenari sulla Terra:
Incluso lo scioglimento dei ghiacci, l’innalzamento degli oceani, i cambiamenti nei jet stream, l’incremento di intensità dei tornado, l’incremento delle velocità degli uragani..e un “El Nino” permanente (le cui acque più calde, come riportano i satelliti, sono a circa 19.5°)”

La fisica iperdimensionale può quindi spiegare i cicli a lungo termine osservati da Browning.

La conclusione di Thomas Van Flandern “che il percorso ellittico particolare di Marte attorno al Sole è consistente con la “fuga” da un passato e mancante membro del sistema solare”. La fisica iperdimensionale potrebbe essere quindi usata per considerare se interi mondi nel nostro sistema solare possano essere andati distrutti. Alternativamente, per considerare “i dimostrabili cambiamenti senza precedenti che avvengono ora nel nostro ambiente, dall’incremento di attività geofisica e vulcanica (di cui parte importante a “19.5°!”), all’aumento di attività climatica e metereologica (nessuno ha notato che gli uragani sono sempre nati ad una latitudine media di 19.5°?), verifiche di una fisica iperdimensionale che cambia”.

Un rallentamento crescente della rotazione della Terra sul suo asse nei passati 20 anni, un progressivo spostamento di fase che ora avviene tra la rotazione della Terra e gli standard quantistici di un orologio atomico. Inoltre, l’osservazione sperimentale del cambiamento nella Costante Gravitazionale di circa lo 0.06%, tale da suggerire che la gravità nell’era dei dinosauri fosse inferiore (cosa che ha permesso loro di stare in piedi) e che simultaneamente, la Luna fosse precisamente ad una distanza di 60 volte il raggio della Terra..improvvisamente, queste idee non sono più così assurde. Infatti, la fisica iperdimensionale predice tali variazioni.

Infine, Hoagland suggerisce una fisica che cambia,

“influenzando ogni sistema conosciuto di interazione astronomica, fisica, chimica e biologica in modo differente nel tempo, perchè modifica il sottostante e dinamico iperspazio, fondamenta della realtà fisica.”
“Ora, secondo l’evidenza accumulata e questa fisica vecchia di secoli, stiamo semplicemente entrando ancora una volta (dopo “solo” 13000 anni) in una fase di questo ricorrente ciclo del sistema solare, un ciclo di ristrutturazione iperdimensionale della realtà.”

Hoagland quindi spiega chiaramente perchè la Fisica Iperdimensionale non sia solo buona scienza, ma una scienza molto importante nel nostro mondo attuale.

Dan Sewell Ward da LibraryOfHalexandria.org

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Tradotto da Richard per Altrogiornale.org