Gaudì, la massoneria e l’esoterismo

Antoni Gaudí
Antoni Gaudí

Che Gaudí fosse cattolico praticante e devoto, non c’è il minimo dubbio, e che alcuni dei simboli utilizzati dall’architetto siano, senza dubbio, cristiani, nemmeno. Tuttavia, esistono altri simboli nella sua opera (la X, i pennacchi, i compassi, elementi alchemici, il serpente ascendente, ecc.) che vanno oltre l’ambito della simbologia cattolica e la loro spiegazione non può rifarsi strettamente ad essa.

Quindi, si potrebbe dire che Gaudí sperimentò una via autonoma nel terreno della spiritualità, situata, c’è da dire, nell’ambito della ortodossia cattolica, ma con una pratica che andava aldilà del cattolicesimo. Infatti nelle costruzioni gaudiniane abbondano segni e simboli che sono patrimonio di determinate società segrete.

Tutti i biografi di Gaudí coincidono nel segnalare che, nella giovinezza, l’architetto si sentì attratto dalle idee sociali avanzate da Fourier e Ruskin, e che mantenne rapporti con i movimenti sociali più avanzati dell’epoca.

La sua amicizia con socialisti utopici e anarchici, che avevano rapporti con gli ambienti massonici, evidente nei suoi primi lavori, ci spinge a pensare che forse fu in questi ambienti dove Gaudí venne a contatto con una loggia. Si conosce persino la sua appartenenza a curiose associazioni di escursionismo dell’epoca (la cui finalità andava oltre le semplici gite e i picnic campestri). Alcuni dei suoi biografi adducono che Gaudí fu massone e che alcune delle sue opere come ‘”La Sagrada Familia” e il “Parque Güell” hanno molteplici simboli della massoneria.

Lo scrittore Josep Maria Carandell analizza nel suo libro “El parque Güell, utopía de Gaudí”, una grande quantità di dettagli di chiara radice massonica e respinge l’argomento di mancanza di prove, visto che si trattava di un’organizzazione segreta “probabilmente unita alla massoneria inglese”. Ma Carandell non è l’unico che dipinge Gaudí sotto una luce non precisamente cattolica.

Il primo che evidenziò la massoneria di Gaudí fu lo scrittore anarchico Joan Llarch, nel suo libro “Gaudí, una biografía mágica”. Llarch assicura che Gaudí, nel corso delle sue escursioni per la montagna, avrebbe ingerito il fungo allucinogeno Amamita muscaria, che tempo dopo porrà per bellezza in una delle casette situate all’entrata del Parque Güell. A quanto pare, questo fungo provoca stati alterati di coscienza ed il passaggio a un’altra realtà. È stato questo lo stato in cui Gaudí avrebbe ‘allucinato’ le forme caratteristiche della sua architettura?

Eduardo Cruz, un altro dei suoi biografi, assicura che fu rosacrociano, e altri insinuano persino che ebbe tendenze panteiste ed atee. I detrattori di queste teorie assicurano che un cristiano come Gaudí non poteva essere assolutamente massone, poiché alla massoneria non importa la chiamata a un’altra vita dell’anima, in quanto crede che il corpo morto non è né uomo, né anima. Da qui la contraddizione con la dottrina cattolica che crede alla trascendenza e alla resurrezione della carne.

Di certo c’è che, tenendo conto le contraddizioni segnalate, si osservano due tappe differenti nella vita di Gaudí. Da una parte abbiamo un Gaudí che in gioventù visse in un ambiente saturo di membri di società segrete ed iniziatiche (la cui compagnia non abbandonò mai completamente, come dimostra l’amicizia con il pittore uruguayano e noto frammassone neopitagorico Joaquim Torres García). E dall’altra, abbiamo un Gaudí che nella sua maturità, con il passare degli anni, accentuò il suo cattolicesimo, interiorizzandolo sempre di più.

L’architetto diventò un mistico, al margine di qualsiasi obbedienza, rito o disciplina.

I SIMBOLI

Come è stato menzionato precedentemente, nell’opera di Gaudí si trovano innumerevoli esempi di simbologia esoterica relazionata alla massoneria, l’alchimia e l’ermetismo. Questi sono alcuni dei più importanti:

FORNO DI FUSIONE O FORNELLO DA ALCHIMISTA

Sulla scalinata dell’entrata del Parque Güell ci imbattiamo in una struttura dalla forma di tripode che al suo interno contiene una pietra non lavorata, grezza. Questo elemento rappresenta la struttura basilare di un fornello da fusione alchimista ed è una copia del modello che compare su un medaglione del portico principale della cattedrale di Notre-Dame di Parigi.

L’atanor è formato da una parte esterna composta da mattoni refrattari o da cemento. L’interno è pieno di cenere che avvolge “l’uovo filosofico”, la sfera di vetro al cui interno si trova la materia prima o pietra grezza. Un fuoco situato nella parte interna ha la funzione di riscaldare l’uovo, ma non direttamente, in quanto è filtrato dalla cenere.

L’alchimia, oltre ad essere una tecnica spirituale e una forma di mistica, si basava anche sul lavoro con i minerali e le operazioni fisiche concrete e si caratterizzava dall’equivalenza o parallelismo tra le operazioni del laboratorio e le esperienze dell’alchimista sul suo stesso corpo. In questo senso, il fornello rappresentava la riproduzione del corpo, lo zolfo era l’anima, il mercurio era lo spirito, il sole il cuore e il fuoco il sangue.

Le etimologie della parola atanor sono due: da una parte deriverebbe dall’arabo “attannûr”, fornello e dall’altra proverrebbe dalla parola greca “thanatos”, morte, che, con il prefisso “a”, esprimerebbe il significato “non morte”, cioè, vita eterna, ecc.

I TRE GRADI DI PERFEZIONE DELLA MATERIA

Foto Torre Bellesguard bellesguardgaudi.com

Facciamo qui riferimento alla pietra grezza che si trova all’interno del fornello. La pietra non lavorata rappresenta il primo grado di perfezione della materia, il secondo grado è rappresentato dalla pietra lavorata a forma di cubo, e il terzo un cubo finito a punta, cioè, con una piramide sovrapposta.

Nella simbologia massonica queste tre forme rappresentano anche le tre posizioni che si possono assumere all’interno della Loggia: apprendista, compagno e maestro; che rispecchiano a sua volta i gradi tradizionali delle confraternite operaie medievali.

Gaudí plasmò nella torre Bellesguard, conosciuta anche come Casa Figueras, tutto questo simbolismo. La struttura dell’edificio, situato ai piedi della Sierra de Collserola e costruito di pietra e mattoni, è formata da un cubo coronato da una piramide troncata.

L’ordine dei frammassoni dice che “ogni uomo deve scolpire la propria pietra”. Detta pietra sarà, sia la pietra angolare del tempio e sia la pietra angolare della personalità del massone. L’ulteriore lavoro di perfezionamento consisterà nel sovrapporre una piramide sul cubo.

LA CROCE IN SEI DIREZIONI

Questo elemento, che si trova nella maggior parte delle costruzioni gaudiniane, in modo un po’ ossessivo, è una rappresentazione di un principio radicato nelle credenze massoniche ma situato, almeno formalmente, all’interno del campo della Chiesa.

Gaudí utilizzò due tecniche per realizzare le croci in sei direzioni: -La prima la possiamo trovare nel Convento delle Teresine ed è uno sviluppo evidente della pietra cubica- si tratta della proiezione spaziale della pietra cubica.
Nel Turú de las Menas del Parco Güell figurano tre croci che non sono altro che due tau a cui sono stati sovrapposti i corrispettivi cubi coronati dalle piramidi. Queste tau indicano le direzioni nord-sud ed est-ovest che, incrociate tra loro, ci indicano i quattro punti cardinali. La terza croce, da parte sua, è una freccia che indica una direzione ascendente.

Iniziale della parola terra, la tau è un simbolo di origine remota che appare in monumenti megalitici delle isole Baleari in forma di taules (un piedistallo che sostiene una superficie di pietra).

All’interno della frammassoneria, la tau ha un simbolismo preciso. Da una parte, rappresenterebbe Matusael, il figlio di Caino che conierebbe queste simbolo per riconoscere i suoi discendenti e, dall’altra, sarebbe il segno di riconoscimento che realizzerebbe l’officiante con la mano destra nella cerimonia di acceso al grado di Maestro.

LA X

Queste simbolo si trova nella Cripta della Colonia Güell, dove è ripetuta fino a tredici volte, e anche nel portico della Nascita della Sagrada Familia, nella croce che corona l’Albero della Vita, a cui si intreccia una grande X.

Nella simbologia massonica, la X ha una grande importanza nella geometria sacra, in quanto questo simbolo si realizza sulla base di un esagono regolare e questo forma il perimetro interno di due triangoli equilateri intrecciati, i quali formerebbero la stella di Davide, che sarebbe la notazione alchimia dei quattro elementi basilari.

L’esagono è una forma molto ripetuta nell’opera di Gaudí, dal quale si può persino estrarre un cubo volumetrico, se dividiamo esagono in tre rombi. Bisogna ricordare poi che la X, era la notazione alchimica del Crogiolo, uno strumento necessario per l’opera alchemica. Inoltre, la X per tradizione è anche legata all’apostolo Andrea, crocefisso su questa forma.

IL PELLICANO

Questo animale, simbolo di Cristo, lo possiamo trovare nel Museo della Sagrada Familia, era destinato al Portico della Nascita. Il pellicano è la rappresentazione della Morte e della Risurrezione, si diceva infatti che provasse un amore così forte per i suoi figli da lacerarsi il petto con il suo stesso becco per alimentarli, se avessero avuto fame.

Un’altra versione dice che, irritato perché i suoi piccoli lo colpivano con le ali, li uccideva e poi, pentito, si suicidava conficcandosi il becco nel petto. Nell’ultima versione del tema si scarta sia il suicidio e sia l’autolesione e si narra che le sue lacrime resuscitano i suoi piccoli morti.

Il grado 18º dell’ordine dei frammassoni, denominato “grado Rosacrociano”, ha come simbolo il pellicano mentre si lacera il petto ed attorniato dai suoi figli; sulla sua testa c’è una croce con una rosa rossa incisa e la dicitura I.N.R.I.

Il pellicano rappresenta la scintilla divina latente che si annida nell’uomo, il suo sangue è veicolo di vita e di resurrezione e il suo colore bianco, simboleggia il superamento della prima fase dell’opera alchemica. La terza fase implica il passaggio attraverso l’esperienza del rosso, che è plasmata nell’esplosione di una grande rosa rossa nel centro del petto.

LA SALAMANDRA, IL SERPENTE E LE FIAMME

Del circolo situato sulla scalinata dell’entrata al Parque Güell è stata fatta un’interpretazione patriottico-nazionalista, ma non esiste nessuna ragione per cui Gaudí dovesse fare una dimostrazione pubblica di una cosa secondaria nella sua gerarchia di aspirazioni e convinzioni. Per questa ragione, è d’obbligo fare un’interpretazione ermetica della simbologia di questo elemento, che è l’unica integratrice del tutto: una testa di serpente situata nel centro di un grande disco, avvolta dalle fiamme e queste dall’acqua.

Gli ermetici erano conosciuti come “filosofi del fuoco” e lo scopo della loro opera era quello di ordinare il caos; siccome al principio dei tempi la rovina e il male si estesero per il mondo per opera del serpente, per ordinare questo caos è necessario bruciarlo. Quindi, il circolo simboleggia il caos, l’orifiamma è la fiamma che contiene lo zolfo e il serpente, è lo spirito mercuriale.

LA LUCERTOLA

È l’animale che scende dal fornello da alchimista fino al disco descritto poc’anzi e che è stato interpretato come una salamandra, un’iguana, persino un coccodrillo, ma la sua caratteristica più importante è il suo dorso sinuoso. Si tratta di un’immagine statica che suggerisce una sensazione di movimento molto accentuata, una nuova rappresentazione del mercurio originario, una reiterazione delle funzioni del fornello da alchimista, ovvero, operare la separazione, decantare le parti fisse del minerale da quelle volatili.

Le scalinate del Parque Güell ci si presentano così come un paradigma ermetico che contiene i principi dell’opera e non in vano sono molti i testi alchemici che insistono che tutta l’opera si realizza attraverso il mercurio.

L’ALBERO SECCO E L’ALBERO DELLA VITA

L’amore di Gaudí nei confronti della natura fu sempre presente in tutta la sua opera. Le sue costruzioni sono piene di elementi ornamentali che fanno riferimento al regno vegetale. Il simbolismo alchemico è pieno di immagini che hanno attinenza con l’agricoltura e il regno vegetale.

L’Albero Secco rappresenta il simbolo dei metalli scevri dai loro minerali e fusi; la temperatura del forno gli ha fatto perdere la vita e, quindi, devono essere di nuovo tratti in vita. Nell’Albero Secco esiste sempre una scintilla di vita, quella che può rendere possibile la sua risurrezione; di fatto, in esso si possono sempre vedere alcune foglie che indicano la possibilità che rinverdisca di nuovo. L’immagine dell’Albero Seco venne posta da Gaudí nelle sue opere principali, come simbolo di una natura vegetale pietrificata che tuttavia mantiene un punto vitale. Molte di queste immagini si trovano a Parque Güell.

L’Albero della Vita, come indica il suo nome, è l’albero immortale, il simbolo della vita eterna. La rappresentazione iconografica più reiterata di questo tipo di albero è il cipresso. L’architetto catalano lo pone nel centro del portico della Nascita della Sagrada Familia, attorniato da colombe bianche, che a loro volta, simboleggiano le anime rinnovate che ascendono verso il cielo.

EL DRAGO IGNEO E IL LABIRINTO

L’immagine del drago è una costante nell’opera di Gaudí. Certamente è un’immagine a cui associamo immediatamente la leggenda di San Giorgio, patrono della Catalogna, ma, a differenza di altri architetti modernisti, Gaudí lo rappresenta sempre da solo. Il drago, posto nel cancello dei padiglioni Güell, è ispirato da “La Atlantide” di Verdaguer; si tratta di un drago incatenato che custodisce l’acceso al giardino delle Esperidi.

Il drago è legato al simbolismo del serpente, non è altro che un serpente con ali che getta fiamme dalla bocca o dal naso. I rosacrociani introdussero immagini di cavalieri che trafiggevano con le loro lance draghi furiosi. Analizzando le caratteristiche mitiche di questo animale, il suo ardore igneo appare come la rappresentazione dei nostri istinti più incontrollabili. Vincere questa forza, dominare il nostro spirito, implica la possibilità di penetrare nei domini dell’Essere.