Geotermia – Riscaldamento o raffreddamento delle abitazioni Ecologico a basso costo

Geotermia – Riscaldamento o raffreddamento delle abitazioni Ecologico a basso costo

GeotermiaGeotermia, il nuovo modo di abitare: la più straordinaria delle energie rinnovabili (l’utilizzo della temperatura del sottosuolo per estati fresche e inverni caldi, a temperatura costante).

Tra le energie rinnovabili, oltre alle biomasse, al solare, all’idroelettrico, all’energia dal vento (e ad altri processi da valutare con attenzione -perché son sorte delle perplessità-, come i biocarburanti, lo smaltimento di reflui organici animali e rifiuti umidi in gestione anaerobica -che formano il biogas-, oppure in certi contesti marini l’uso dell’energia maremotrice…), in tutto questo assume un particolare rilievo e, possiamo dire, è un po’ una novità e desta grandissimo interesse la GEOTERMIA. Perché nel breve volgere di pochi anni (mesi?) si è passati da un guardare all’energia geotermica solo per “grandi impianti”, a una “geotermia diffusa”, utilizzabile e applicabile in tutte le nuove abitazione che si costruiscono, ma anche (e qui sta la scommessa del prossimo futuro) adattabile con costi ridotti e facilmente ammortizzabili in breve tempo, alle abitazioni che già ci sono (anche grazie agli incentivi fiscali sulle ristrutturazioni).

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La Geotermia in estate cede calore al terreno per rinfrescare gli edifici…

La temperatura del suolo terrestre aumenta man mano che si scende di 3 gradi ogni 100 metri. Una volta (5, 10 anni fa…) si pensava alla geotermia come sfruttamento, in certe particolari aree particolarmente predisposte, di sorgenti d’acqua calda, convogliandone i vapori verso apposite turbine adibite alla produzione di energia elettrica (con possibilità di utilizzazione del vapore e del suo calore per il riscaldamento, per le coltivazioni in serra e per le stazioni termali). Tant’è che la geotermia si è diffusa di più nei paesi nordici, ricchi di queste fonti sotterranee, com’è il caso dell’Islanda, dove la geotermia ha raggiunto un grande sviluppo e garantisce quasi l’indipendenza energetica (molte notizie che riprendiamo qui sono riportate in un interessante fascicolo promozionale, “Casa Mia” allegato al Gazzettino di qualche settimana fa).

Ma ora il concetto di utilizzo della Geotermia come energia rinnovabile sta radicalmente cambiando.

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…in inverno estrae calore dal terreno per rinfrescare gli edifici (immagini tratte da bluearea.eu)

Non è più una questione di grandi impianti, e di fonti d’acqua e vapori termali del sottosuolo dove vi sono. Non è solo questo. La geotermia sta diventando l’opportunità di utilizzo della temperatura terrestre sottostante alle nostre case, per “collegarla” (attraverso apposite sonde) all’abitazione, per temperature costanti in inverno (calore) e d’estate (frescura). E senza emissione di Co2 nell’atmosfera (cioè a inquinamento zero). Si tratta di una forma di calore generata attraverso le caratteristiche geologiche della terra, derivanti dai processi di decadimento nucleare degli strati più profondi del pianeta; che fanno sì che il sottosuolo sia un enorme serbatoio termico, collegabile alle nostre abitazioni attraverso apposite sonde da installare.

E le sonde (sono dei tubi a diametro di pochi centimetri) possono essere di due tipi: per chi ha spazio adiacente alla propria abitazione (un giardino, un terreno, di una dimensione almeno il doppio della superficie interna) le sonde possono scendere a “recuperare” il calore terrestre di pochissimo (uno, due metri…), con costi, si capisce, assai ridotti (si parla in questo caso di sonde a campo orizzontale). Per chi non possiede questa opportunità di spazio esterno, può optare per una sonda verticale, dove naturalmente ci vogliono ditte specializzate che perforano facendo scendere le sonde fino anche a raggiungere 150 metri; e, in questo caso serve studiare la conformazione del terreno e la potenzialità del sottosuolo ad essere serbatoio geotermico (in Veneto il territorio si adatta a questa geotermia diffusa per poco meno della metà della superficie; in altre regioni, come la Toscana, si arriva al 60%…).

E la cosa ancora più interessante dell’applicazione della Geotermia nel riscaldamento o raffreddamento delle abitazioni, è che ci si inserisce in un principio virtuoso: perché funzioni veramente la premessa a questa energia rinnovabile è l’applicazione in ogni casa di sistemi architettonici efficienti nel risparmio energetico, cioè che non ci sia irrazionale dispersione energetica verso l’esterno con finestre, porte, pareti costruite o usate male, dove “si butta via” prezioso calore (o rinfrescante d’estate) verso l’esterno. Pertano con l’utilizzo delle più moderne tecnologie di antidispersione e risparmio energetico. Insomma per applicare la geotermia nelle abitazioni, ci vuole che come presupposto si organizzi la stessa abitazione in modo eco-compatibile, senza inutili, dannosi (per l’ambiente) e costosi sprechi.

Interessante viene poi ad essere la parametrazione dei costi rispetto ai tradizionali modi di riscaldamento-raffreddamento della nostre case. Se infatti dobbiamo sottolineare che, oltre al calore d’inverno e al “fresco” d’estate, la geotermia permette di avere acqua calda in tutta la casa senza emettere nell’atmosfera anidride carbonica, né ossidi di azoto né polveri sottili (quei costi indiretti, ambientali, della salute delle persone, che purtroppo non si considerano mai…), è pure interessante far notare che il costo impiantistico della geotermia è alquanto ridotto: oltre alla sonda (in caso di discesa virtuale), che ultimamente i costi si stanno abbassando a meno di diecimila euro per un utilizzo perpetuo, l’altro elemento da installare è la pompa di calore geotermica che costa, rispetto ad una normale caldaia, circa il doppio ma il risparmio annuo che si può ottenere arriva anche fino al 60% (con un acquisto ammortizzabile in 5-6 anni). E con lo sfruttamento interno all’abitazione di quel calore (o raffreddamento) attraverso pannelli radianti a pavimento o a parete (nelle pareti libere da mobili) e con ventilconvertitori (una pompa di calore può durare tra i 15 e i 20 anni, ma rispetto a una caldaia ha manutenzione ridotta).

Insomma la scommessa dell’applicazione delle geotermia nelle abitazioni è il suo passaggio da un uso prevalente per le nuove abitazioni (che pensiamo però si costruiranno sempre meno) all’introduzione nella case in ristrutturazione o in chi intende apportare migliorie alla propria abitazione (acnhe se non in necessità di ristrutturazione). E qui si apre pure il capitolo degli edifici pubblici (scuole, uffici, municipi…): la legge sulle agevolazioni (del 55%) per le ristrutturazioni ad uso ecocompatibili non prevede il beneficio per il Comuni, e noi non capiamo il perché di questo…


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Geotermia, il boom del fai da te: in casa energia pulita e a basso costo

da “la Repubblica”, di Laura Troja – E’ lì, sotto i nostri piedi: gratuita, rinnovabile, a disposizione 365 giorni l’ anno. L’ energia geotermica oggi in Italia è ancora poco utilizzata. Eppure in quasi in ogni angolo dello stivale basterebbe “bucare” il terreno per trovare un modo semplice e sostenibile di riscaldare casa nostra. O raffreddarla d’ estate. E’ tutta una questione di profondità: la terra è calda, e i fluidi che scorrono nel sottosuolo raggiungono temperature altissime. Fino a 300 gradi, se si scava oltre i mille metri.

E questo è il caso dell’ uso “indiretto”: ovvero l’ estrazione del calore per produrre elettricità attraverso le centrali geotermoelettriche. Trentadue in Italia, tutte in Toscana, che nel 2006 hanno prodotto 5527 GWh, cioè il 25 % del fabbisogno elettrico della regione. Non sempre con il benestare delle comunità che le hanno dovute ospitare, a partire da quella del Monte Amiata (il rischio è che il vapore estratto porti con sé minerali nocivi; i nuovi sistemi “a circuito chiuso” però, assicurano gli scienziati, re-iniettano nel sottosuolo anche quelli).

Ma è più vicino alla superficie, anche a poche decine di metri dai nostri piedi, che il geotermico diventa un vero affare. Perché mentre le risorse di alta temperatura sfruttabili coprono solo l’ 1% del territorio (Toscana, Lazio, Campania), quelle a bassa temperatura, sotto i 40 gradi, sono praticamente a portata di tutti.

E’ l’ uso “diretto”, cresciuto nel mondo del 300 per cento in 5 anni, che si realizza soprattutto con le pompe di calore geotermiche. Funzionano scambiando calore, queste macchine che «consumano 1 e restituiscono 3», spiega il presidente del Consiglio nazionale dei geologi (Cng), Pietro Antonio De Paola.

«E a differenza dell’ eolico e del solare, non sono legate a particolari condizioni climatiche: il calore terrestre è un flusso energetico costante». Le pompe, attraverso un sistema di tubi interrati e “scambiatori”, sfruttano questo flusso liquido per aggiungere o togliere calore agli ambienti.

Il meccanismo è molto simile a quello dei frigoriferi. «Per un’ abitazione di circa 160 mq l’ impianto costa circa 15 mila euro», si legge sull’ opuscolo dell’ azienda Geotherm Italia, «e l’ investimento si recupera tra i 4 e 17 anni nel caso del solo riscaldamento». Lo scambiatore e il serbatoio per l’ acqua vanno sottoterra, la pompa di calore in cantina, in garage, nell’ antibagno o all’ esterno, purché protetta.

Basta un piccolo giardino, ma gli impianti possono anche sfruttare l’ acqua di falda e servire per piscine, centri termali, serre, l’ acquicoltura o usi industriali. L’ acqua di falda, ad esempio, a Milano è usata negli edifici pubblici, musei, teatri (Scala compresa), come racconta il geologo Umberto Puppini: «Nel 2010 quasi il 5 per cento dell’ intero fabbisogno termico per condizionamento e riscaldamento nella sola città di Milano sarà soddisfatto con l’ uso della ricerca geotermica a bassa temperatura, in massima parte con pompe di calore».

Non male, per un paese dove ancora nel 2006 l’ 87% del consumo totale di energia (200 milioni di Tep, tonnellate equivalenti di petrolio) proviene da combustibili fossili, (petrolio in primis) e solo lo 0,6% dal geotermico, indiretto (1 milione e 100 mila Tep) e diretto (190.000 Tep). «L’ obiettivo minimo per il 2020 – spiega De Paola, che con l’ Unione geotermica italiana e l’ Associazione termotecnica italiana ha da poco pubblicato un “manifesto della geotermia”- è raddoppiare i 5,5 miliardi di Kwh prodotti in un anno dalle centrali, pari al fabbisogno elettrico di 9 milioni di abitanti», ma soprattutto «decuplicare fino a 1 milione e 800 mila le Tep prodotte dall’ uso diretto». In proporzione al totale è poco, «ma diventa importante, se si calcola il risparmio di Co2». Se ne scaricherebbero 10 milioni di tonnellate in meno all’ anno.


Sebastiano Malamocco

geograficamente.wordpress.com