Giove ai raggi-X rivela un mistero


Credit: NASA/CXC/SWRI/G.R.Gladstone et al

Quando il telescopio spaziale a Raggi-X Chandra ha osservato Giove nella sua intera rotazione di 10 ore, ha scoperto aurore polari dovute ad un singolo “punto caldo” pulsante con un periodo di 45 minuti, simili alle pulsazioni radio a grande altitudine, precedentemente rilevate dalle navicelle Galileo e Cassini della NASA. Nonostante altri telescopi avessero in precedenza registrato i raggi-X di Giove, nessuno si aspettava che le fonti si trovassero vicine ai poli. Si pensa che i raggi-X siano prodotti da ioni di ossigeno e zolfo intrappolati nel campo magnetico di Giove e che impattano nella sua atmosfera. Prima delle osservazioni di Chandra, la teoria favorita sosteneva che gli ioni provenissero molto probabilmente da regioni vicine all'orbita della luna Io. L'abilità di Chandra nell'identificare la fonte di quei raggi-X, ha messo in serio dubbio questo modello. Gli ioni dall'orbita di Io non potrebbero raggiungere quelle altitudini, devono provenire da molto più lontano. Una possibilità è che particelle dal Sole vengano catturate nelle regioni esterne del campo magnetico di Giove e quindi accelerate e ridirezionate verso il suo polo magnetico. Una volta catturati, gli ioni rimbalzerebbero avanti e indietro, dal polo nord a quello sud del pianeta, in modo oscillante e così si spiegherebbero le pulsazioni.

Fonte: http://www.dailygalaxy.com/my_weblog/2012/04/jupiter-in-x-ray-reveals-a-mystery.html