Giove: un nuovo ballerino nella danza dei vortici

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Immagine nell’infrarosso della regione del polo sud di Giove. In basso a destra è visibile il nuovo vortice scoperto da Juno, il più piccolo tra tutti. Ma comunque con una superficie paragonabile a quella del Texas, la cui sagoma in scala (di colore celeste) è stata sovrapposta al vortice. Crediti: Nasa/Jiram

Danza sfrenata e sempre più affollata nell’atmosfera di Giove, proprio in prossimità del polo sud del gigante gassoso. Nell’ultimo passaggio ravvicinato della sonda Juno, lo strumento Jiram ha infatti scoperto un nuovo, “piccolo” vortice, che si è recentemente formato accanto a quelli già osservati e studiati in precedenza.

Nella turbolenta atmosfera di Giove è spuntato un nuovo ciclone in prossimità del polo sud del pianeta. La scoperta di questa ulteriore struttura vorticosa è avvenuta il 3 novembre scorso, durante l’ultimo sorvolo dell’emisfero meridionale di Giove da parte della sonda Juno della Nasa. A catturare le prime immagini è stato lo strumento Jiram (Jovian Infrared Auroral Mapper), finanziato dall’Agenzia spaziale italiana, realizzato da Finmeccanica s.p.a. e operato sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto di astrofisica e planetologia spaziali (Iaps) dell’Inaf.

«I dati di Jiram indicano che siamo passati da una struttura di cinque cicloni attorno a un altro ciclone centrale a una disposizione di sei cicloni attorno a uno centrale”, spiega Alessandro Mura, ricercatore dell’Inaf nel team scientifico di Juno. «Questo nuovo vortice ha una stazza minore rispetto ai suoi sei fratelli ciclonici più consolidati, che hanno pressappoco le dimensioni del Texas. Riteniamo che i dati di Jiram raccolti nei prossimi sorvoli ci mostreranno una crescita di dimensioni di questo ciclone“.

Grazie alla sua capacità di registrare immagini nell’infrarosso, Jiram cattura la luce dalle zone più profonde di Giove con grande efficienza, sia di notte che di giorno. Lo strumento scandaglia gli strati atmosferici del pianeta a una profondità compresa tra 50 e 70 chilometri e ha permesso di ricavare le velocità dei venti nel nuovo ciclone, che sfiorano i 300 chilometri orari. Valori simili a quelli già misurati per gli altri vortici già presenti sopra il polo sud del pianeta.

All’inizio dell’arrivo della navicella spaziale a Giove nel luglio 2016, il team scientifico di Juno iniziò a interrogarsi sulla stabilità di quel sestetto di cicloni trovato in corrispondenza del Polo Sud del pianeta e per quanto tempo si sarebbe mantenuta quella configurazione. «Abbiamo considerato i cicloni polari come un club privato che non accoglie con gentilezza i nuovi membri”, commenta ironicamente Scott Bolton, del Southwest Research Institute a San Antonio, responsabile scientifico della missione. E a quanto pare dalle ultime immagini arrivate da Juno, il “club” non è poi così restio ad allargare la sua cerchia, anzi.

Immagini nella luce visibile del nuovo ciclone sono state ottenute anche dalla JunoCam del veicolo spaziale. Gli scienziati sono davvero affascinati da queste dettagliatissime riprese, che saranno una preziosa miniera di informazioni per comprendere i processi atmosferici nei pianeti gassosi giganti. Come Giove, ovviamente, ma anche Saturno, Urano, Nettuno e la maggior parte degli esopianeti oggi noti. Ma questi dati potranno essere perfino utili a scienziati e meteorologi che studiano le dinamiche dell’atmosfera qui, sulla nostra Terra.

Marco Galliani

media.inaf.it