Gli alieni invadono la politica

Il Giornale Online
Usa, senatori ed ex piloti chiedono di riaprire il Project Blue Book: “Fare chiarezza”
CORRISPONDENTE DA NEW YORK

A metà del 1986 sui cieli di Anchorage, in Alaska, i piloti di un 747 della Japan Air Lines si trovano davanti ad un oggetto disseminato di luci lampeggianti, grande sei almeno volte il loro aereo, che si avvicina e poi scompare nel nulla. I piloti fanno immediato rapporto all’Ente federale per l’aviazione civile (Faa) il cui capo ispettore, John Callahan, raccoglie testimonianze, dati atmosferici, tracciati radar e infine, incapace di trovare una spiegazione, arriva di fronte ad un alto ufficiale della Cia che gli dice: «Dimentica tutto, lascia perdere». Callahan insiste ma sono i suoi stessi superiori alla Faa a impedire nuovi accertamenti.

Da allora l’incidente di Anchorage era caduto nel dimenticatoio ma non per Callahan, che si è presentato al National Press Club di Washington assieme ad una dozzina di ex alti funzionari di sette nazioni per rendere di dominio pubblico gli avvistamenti di ufo avvenuti negli ultimi trenta anni e chiedere al governo degli Stati Uniti di riaprire il «Project Blue Book». È questo il nome dell’inchiesta condotta dall’Aviazione militare americana sull’avvistamento fra il 1947 e il 1969 di 12.618 oggetti non identificati: si concluse con un nulla di fatto ma ora le nuove testimonianze sono tali e tante da imporre di «riprendere il lavoro».

A sostenerlo è Fife Symington, ex pilota ed ex governatore dell’Arizona nonché organizzatore dell’evento di Washington, che assicura di aver visto con i propri occhi «nel 1997, vicino a Phoenix» quella che ricorda come una «navicella a forma di delta che procedeva lentamente con delle luci enormi». «Crediamo più ai nostri occhi che a quello che dice il governo» ha detto l’ex governatore, sottoscrivendo il documento finale del simposio nel quale si invoca la nuova indagine.

L’importanza dell’evento di Washington è data dal fatto che siamo nel bel mezzo della campagna per le presidenziali 2008 e il tema degli Ufo è comparso nel dibattito fra i candidati. Il primo a farvi riferimento è stato Dennis Kuchinich, deputato ultraliberale dell’Ohio e cenerentola del parterre democratico, che durante un recente dibattito con gli altri contendenti ha svelato di aver visto un Ufo «sui cieli dello Stato di Washington» provando una «sensazione di connessione nel cuore» e «ascoltando le indicazioni su dove andare nella mente».

Poco dopo a farsi sentire è stato un altro candidato democratico: Bill Richardson, governatore del New Mexico e da molti considerato possibile Segretario di Stato se a vincere sarà Hillary Clinton. «Il governo deve svelare i segreti di Roswell, dire tutto ciò che sa» ha chiesto Richardson, riferendosi al luogo del New Mexico dove nel luglio del 1947 cadde quella che ancora oggi molti considerano la prima nave extraterrestre di cui gli Usa si sono impossessati.

D’altra parte anche due ex presidenti dissero di aver visto degli Ufo: Ronald Reagan almeno due volte in California e Jimmy Carter sui cieli della Georgia. Pochi giorni fa Carter è tornato sull’argomento ribadendo: «Era un oggetto, volava e non era identificato, ma non so se erano extraterrestri». La possibilità che esperimenti top-secret e fenomeni atmosferici siano all’origine di falsi avvistamenti non è stata esclusa dagli intervenuti al convegno di Washington – giunti anche da Gran Bretagna, Francia, Belgio e Perù – ma ciò non toglie che «dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001 non si possono più ignorare i segnali radar che indicano la presenza di oggetti che non solo evidentemente degli aerei» come si legge nel documento finale.

Proprio in questi giorni uno dei casi più noti di avvistamenti di ufo è stato riaperto dal giudice di Washington Emmett Sullivan che ha dato tempo alla Nasa fino al 31 dicembre per rendere pubblico ciò che ha su quanto avvenne la sera del 9 dicembre 1965 a Kecksburg, una cittadina della Pennsylvania dove una palla di fuoco si schiantò a terra disseminando oggetti di metallo con sopra incisi strani geroglifici che vennero raccolti in due scatoloni a presi in consegna dall’Agenzia spaziale, mentre agenti in borghese ammonivano i civili a non dire nulla di quanto avevano visto.

Ora la Nasa dice di aver perso gli scatoloni ma il giudice Sullivan non gli crede.

fonte: lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=43