Guerra elettromagnetica in Francia

di Elisabeth Zoja

Mal di testa violenti, vertigini, vomito e palpitazioni cardiache: ecco i sintomi che alcuni attribuiscono alla Wi-Fi, la rete internet senza fili. Questi mali hanno costretto molti al trasloco, ma ora sono le antenne a doversene andare.

Così capiterà in numerose cittadine francesi. Particolarmente a Hérouville-Saint-Clair (circa 230km a ovest di Parigi), dove a maggio è stata chiesta l’eliminazione delle reti senza fili da tutte le scuole.

L’operazione “scuola senza Wi-Fi” è partita dalle elementari della città, dove solo la direttrice si serve di internet; è stato quindi facile cambiare collegamento a internet per un solo computer.

Più difficile sarà invece realizzare l’operazione nelle scuole medie e superiori della cittadina, dove anche i ragazzi hanno accesso a internet. Nonostante ciò entro la fine del 2009 tutte le scuole del paese dovrebbero essere tornate al collegamento tradizionale.

“Dovevamo assolutamente dare l’esempio”, spiega Rodolphe Thomas, sindaco di Hérouville, la quale fino a qualche mese fa era campionessa del Wi-Fi. E siccome il sindaco ritiene i telefoni portatili dannosi quanto la rete senza fili, ha lanciato anche una campagna di sensibilizzazione sulla nocività dei cellulari per bambini.

Inoltre il paese di 24.000 abitanti potrebbe diventare protagonista di un altro esperimento. In alcuni paesini francesi verranno testate antenne con emissioni di soli 0,6 volt al metro. Generalmente in Francia gli operatori emettono cento volte tanto, con un limite massimo di 61v/m. L’UE e molti scienziati internazionali consigliano però la soglia di 0,6v/m.

Quest’idea delle città-test è stata difesa da Robin des toits: un’associazione destinata a lottare per la sicurezza sanitaria delle popolazioni esposte alle tecnologie di telecomunicazione senza fili. Quest’ultima vuole dimostrare che “contrariamente a quello che dicono gli operatori [della telefonia mobile limitare le emissioni a 0,6v/m] è possibile.”

Abbassare a tal punto la soglia di emissioni implica una moltiplicazione delle antenne, fa notare Jean-Marie Danjou, presidente dell’Associazione Francese Operatori Cellulari. Cita l’esempio del Lichtenstein, dove l’adozione di questa soglia condurrà a “moltiplicare per dieci il numero delle antenne”.

Il vice-sindaco di Parigi Denis Baupin invece, difende la soglia dello 0,6 e propone inoltre che non siano gli operatori privati a scegliere i luoghi di installazione delle antenne. Il suo suggerimento non è ancora stato preso in considerazione.

Quali sono esattamente i rischi sanitari che comportano queste antenne?

Niente è ancora sicuro: il loro effetto non è ancora stato provato, ma la corte di appello di Versailles, afferma che “nessun elemento permette di provare che l’esposizione ad onde elettromagnetiche non abbia impatto sulla salute pubblica”.

Alcune famiglie francesi hanno quindi chiesto la rimozione di antenne in vicinanza delle loro abitazioni. Quelle di Tassin-la-Demi-Lune (un sobborgo di Lione), l’hanno ottenuta. “Se avessimo perso [la causa] ci saremmo trasferiti,” assicura Florence Lagouge, madre di due bambini, che ha ricoperto di alluminio le finestre delle loro camere.

“Vivere senza cellulare è impossibile”, quest’affermazione è ormai conosciuta. Il telefono senza fili è diventato parte integrante della società occidentale. Lo stesso non vale però per le reti internet senza fili. La Francia lo dimostra attraverso un piccolo passo indietro, che forse porta addirittura avanti.

FONTE: http://www.terranauta.it/a1143/salute_e_alimentazione/guerra_elettromagnetica_in_francia.html