I dischi volanti e il reticolo elettromagnetico terrestre

I dischi volanti e il reticolo elettromagnetico terrestre
Bruce Cathie, 1992
Bruce Cathie, 1992

Nella casistica ufologica si trovano numerosi avvistamenti accompagnati da anomalie elettromagnetiche, motori di auto che si spengono, disturbi radio, bussole che impazziscono, ed anche anomalie gravitazionali: i giroscopi impazziscono. In casi di atterraggio di UFO o volo molto radente al suolo si sono riscontrati fenomeni come la disidratazione di microorganismi e la presenza di composti che solo una forte esposizione a microonde può produrre. Gli UFO compiono manovre di volo complesse, arresti improvvisi, possono stazionare in un punto ruotando su se stessi, possono ripartire con accelerazioni impossibili agli aeromobili convenzionali, possono compiere svolte ad angolo retto, scomparire e riapparire in un altro punto, di notte presentano una forte luminosità il cui colore è variabile, di giorno la loro superficie presenta riflessi metallici. Ma si hanno segnalazioni di differenti aspetti: anche la forma è varia, non solo dischi, ma cilindri, triangoli, forme a delta, a “V, sfere di piccole dimensioni.

Questi fatti non sono spiegabili attenendosi alla scienza insegnata nelle università. La quasi totalità degli esponenti del mondo scientifico nega addirittura la realtà dei fatti. La motivazione è che, non essendo questi fatti studiati da esponenti del mondo scientifico, il materiale esistente non è da ritenersi scientifico. Invece esistono alcuni ricercatori universitari che applicano rigorosamente il metodo scientifico agli studi ufologici, ma si tratta di iniziative individuali, mentre è accettato solo ciò che ha l’approvazione istituzionale ed è pubblicato sulle più accreditate riviste scientifiche. Essendo le riviste ufologiche e i convegni considerati non scientifici dal mondo accademico, tutto ciò che è presentato non é considerato degno della minima attenzione ed è lasciato ai commenti scherzosi dei giornalisti, che trattano l’argomento come folklore. Tutte le documentazioni ufologiche presentate fino ad oggi non sono servite a modificare questa situazione. Alla ricerca di qualcosa che possa essere utile per le ricerche ufologiche ho scoperto che nella storia della scienza vi sono molti elementi trascurati. Da ormai svariati anni mi sono impegnato per presentare ai colleghi ufologi ed al pubblico interessato i risultati delle mie ricerche nei convegni organizzati dall’USAC.

In particolare vado illustrando l’opera di Nikola Tesla, perché fra le sue invenzioni ve ne sono molte che possono aprire nuove prospettive alla ricerca ufologica. Ancora troppo pochi ne conoscono l’importanza, è opportuno ricordare che è Tesla l’inventore della corrente alternata. Con la distribuzione a corrente continua di Edison non si sarebbe mai potuta realizzare una distribuzione come quella a corrente alternata. Ma l’autore dell’invenzione alla base dello sviluppo industriale, quale ringraziamento, è stato cancellato dalla storia. Il progetto della prima centrale idroelettrica sulle cascate del Niagara porta la firma di Tesla. Mentre i finanziatori della Westinghouse facevano i conti degli enormi profitti ricavabili dalla distribuzione elettrica mediante fili, Tesla commetteva lo sbaglio di far sapere che era possibile farlo anche senza fili. Presidente dell’associazione degli ingegneri, invitato a tenere conferenze nelle più importanti università, amico dei più eminenti scienziati, sicuramente il più noto ed il più pagato, improvvisamente, pur essendo ancor vivo, finì nel dimenticatoio. Pur ritrovandosi da solo e con mezzi finanziari molto limitati Tesla scoprì che l’energia poteva essere ricevuta non solo senza fili, ma anche senza produrla, perché c’è già.

All’inizio di questo secolo Tesla, in una conferenza universitaria, disse che un filo teso da terra fino alla ionosfera può captare energia. Ottanta anni dopo un italiano, il Prof. Colombo, propone alla NASA l’esperimento del Tethered satellite, un satellite collegato allo “shuttle” con un cavo d’acciaio, che può essere srotolato per una lunghezza di dieci chilometri. Al primo tentativo il cavo si ingarbuglia, ma già fa misurare una corrente superiore al previsto, poi al secondo tentativo il cavo raggiunge una maggiore lunghezza, confermando che l’energia è di più di quella prevista, anche se non è mai stata raggiunta tutta la lunghezza possibile. Poi avete voi più saputo qualcosa? Tesla è autore di tantissime altre invenzioni, ma dal punto di vista teorico non ha rivelato che una minima parte di ciò che aveva capito. Due anni fa ho invitato a questo convegno Claudio Bianchini, studente d’ingegneria della gestione a Reggio Emilia. Claudio s’interessa come me di Tesla ed era inevitabile che in una città piccola come Reggio ci incontrassimo.Nel convegno di due anni fa giungemmo alla conclusione che per capire Tesla si sarebbe dovuto ripercorrerne il percorso scientifico dai primi esperimenti, realizzando degli apparecchi.

Alle parole sono seguiti i fatti. Così ho invitato Claudio ed il suo collega di studi Marco Scolari esponendoli al convegno dell’USAC. Ho chiesto a Claudio quale fra gli esperimenti di Tesla ha attirato la sua attenzione. Claudio ha spiegato che in un libro su Tesla era riportato che Faraday fece due esperimenti con quello che è divenuto noto come il disco di Faraday. Nel primo ben noto esperimento un disco di rame ruota rispetto ad un magnete fisso; fra il centro del disco e la periferia si stabilisce una corrente, ma poi vi fu un secondo esperimento, meno noto, in cui il disco di rame è solidale al magnete, perciò disco e magnete ruotano insieme, ma la corrente c’é ugualmente. La teoria attualmente accettata spiega il primo esperimento, ma fallisce per il secondo. Così perché la cosa era imbarazzante, piuttosto che ammetterla si è preferito eliminare dai libri il secondo esperimento. Claudio e Marco hanno pensato di proporre l’esperimento come rievocazione storica, ottenendo così il finanziamento dall’università per la costruzione del disco di Faraday. Poi Marco ha mostrato le foto della macchina e ha spiegato com’è stata costruita.

Rispetto alla macchina originale di Faraday il disco di rame è solidale a due magneti, posti sulle due facce del disco, allo scopo di potenziare l’effetto. Poi sono stati mostrati i risultati delle misurazioni elettriche: a 5600 giri è stata misurata una differenza di potenziale di centoventicinque millivolt, ma l’intensità della corrente era di settantasei ampere, (lo scrivo in lettere perché non si pensi ad un errore di stampa, sono settantasei!).La prova è stata fatta nel laboratorio universitario di compatibilità elettromagnetica presso l’istituto Leopoldo Nobili di Reggio Emilia, alla presenza del docente della facoltà d’ingegneria Prof. Ivan Montanari, del presidente Carlo Baldi della fondazione “Studium Regiense, che ha in parte finanziato il progetto, e dei giornalisti.Il risultato della tensione, per la teoria che è accettata oggi, è già una sorpresa, ma il dato sull’intensità della corrente è stato una sorpresa anche per gli stessi progettisti e costruttori, considerando che la macchina, per contenere i costi al minimo, è costruita con dei magneti in ferrite e il prelievo di corrente è ottenuto con comuni spazzole. Tesla, partendo proprio da questa base, ha sviluppato, in seguito, varianti del disco, per approdare poi a macchine il cui rendimento energetico è superiore all’energia spesa.

Ciò è chiamato rendimento sovraunitario o “free energy””(energia gratuita), sia con macchine rotanti sia con apparecchiature statiche. Anche altri inventori hanno fatto simili realizzazioni, una delle più note è di Bruce DePalma , ex-docente presso il Mit (USA). Questa macchina è basata sul principio del disco di Faraday, ma sono impiegati magneti al neodimio ed il prelievo di corrente è a bagno nel mercurio, che consente di raggiungere diecimila giri senza i problemi di resistenza attrito ed usura delle spazzole. Il tutto costa molto di più ma il rendimento è enormemente maggiore, tanto da superare largamente il consumo del motore che mantiene in rotazione i magneti, quindi si può definire sovraunitario. Dopo questo Bruce De Palma ha lasciato gli Stati Uniti per stabilirsi in Nuova Zelanda, dove è morto nel 97. Anche la fusione fredda produce più energia di quanta occorra per innescare la reazione. Risultato? Grandissima opposizione del mondo scientifico, nonostante sia stata riprodotta in svariati istituti. Tesla, avendo inventato sia gli alternatori sia le bobine di induzione per l’alta tensione, si impegnò per produrre scariche sia in aria sia in tubi a vuoto, gettando le basi per lo sviluppo dei tubi termoionici. Dagli esperimenti risultò che l’energia emessa era superiore a quella immessa.

Considerando tutti i risultati ottenuti, Tesla ne concluse che lo spazio non è vuoto, ma contiene un’energia potenziale che può essere captata. Tesla fu il primo a trasmettere segnali radio a distanza, e non mancava di ricordarlo. Ciò non poteva piacere alla nota azienda Marconi, che gli fece causa. Tesla presentò i suoi brevetti regolarmente registrati negli Stati Uniti in data precedente a quelli di Marconi, perciò la Corte Suprema degli USA emise una sentenza che riconosceva a Tesla di essere stato il primo a trasmettere a distanza. Mi dispiace per i tifosi di Marconi, ma inoppugnabili prove documentali dimostrano questo al di là di ogni ragionevole dubbio. Il verbale del processo è stato pubblicato, ed il suo contenuto non solo è interessante dal punto di vista storico ma dal punto di vista scientifico, perché Tesla spiega alla Corte cose mai prima spiegate altrettanto chiaramente.

In particolare Tesla spiega che il suo sistema di trasmissione è stato male copiato, perché il suo consente di trasmettere senza attenuazione anche attraverso la stessa terra, mentre quello di Marconi no. A questo proposito spiega che la superficie terrestre e la ionosfera sono come le due armature di un grandissimo condensatore, e l’atmosfera terrestre funge da dielettrico. Il ricercatore americano Tom Bearden, per spiegare la modo di trasmissione senza attenuazione di Tesla, ha introdotto il concetto di “onda scalare”. Sono stati fatti esperimenti che dimostrano l’esistenza di onde longitudinali, ed infine ricordo che esiste un brevetto di nome Rogers, impiegato dalla marina militare americana durante il secondo conflitto mondiale.

Si trattava di antenne interrate per trasmettere segnali a sommergibili in immersione. Con il sistema di Marconi non avrebbero mai potuto funzionare. Un altro elemento di grande interesse: Tesla, in una conferenza tenuta in un’università all’inizio di questo secolo, descrive la gravitazione terrestre come un flusso eterico che spinge dall’alto verso il basso. Passarono non meno di trenta anni prima che l’Ing. Marco Todeschini pubblicasse la sua Teoria delle apparenze, nella quale per la prima volta nel mondo moderno è esposta una teoria unificatrice delle leggi della dinamica, dell’elettromagnetismo e della gravitazione, dove meccanica atomica e celeste sono risolte con l’unico modello del flusso eterico rotorivoluente. La sperimentazione sul modello fluidodinamico lo condusse alla scoperta che anche la gravità funziona come il magnetismo, ovvero che, come esistono attrazione e repulsione magnetica, oltre alla attrazione gravitazionale esiste anche una repulsione gravitazionale. Due vortici di fluido che ruotano nello stesso verso si attirano, due vortici che ruotano in verso opposto uno rispetto all’altro si respingono.

Nel filmato di Las Lomas (Citta del Messico) si vede benissimo che il disco volante ruota su se stesso; visto da sotto pare ruotare in senso antiorario, ma osservandolo da sopra ruota in senso orario, la Terra invece ruota su se stessa in senso antiorario. E’ logico dedurne che il disco volante, ruotando in senso opposto a quello terrestre, produce un campo gravitazionale repulsivo rispetto a quello terrestre. Ma perché i vortici si formano? La risposta a questa domanda è nel volume “Superimposizione cosmica di Whilelhm Reich. L’universo è basato su una legge di bipolarità. I vortici si formano con l’incontro di due energie che si attirano vicendevolmente. Gli esperimenti di Reich sono molto interessanti, ma per trovare spiegazioni soddisfacenti sulla vera natura di queste energie occorre andare oltre. Le bobine di Tesla dimostrarono la proprietà di produrre variazioni gravitazionali e temporali, e da qui Tesla studiò sistemi di volo a levitazione antigravitazionale.

A proposito del discusso Esperimento Filadelfia, non è mai esistito nessuno che potesse competere con Tesla nel vedersi accreditata la paternità della tecnologia necessaria per un fenomeno come la sparizione di una nave, la sua breve apparizione a Norfolk (Virginia), poi la riapparizione a Filadelfia, un viaggio interdimensionale, proprio come fanno gli UFO. Furono proprio gli avvistamenti ripetuti di ispirare il Capitano Bruce Cathie, pilota neozelandese, che cominciò ad annotare le rotte seguite dagli UFO sulle mappe aeronautiche. Questo lo portò alla scoperta che gli UFO viaggiano lungo le linee di un reticolo, non visibile, non materiale, ma pure esistente, e viste le sue proprietà, può essere descritto come elettromagnetico. Non è visibile in condizioni normali, ma avete osservato i fulmini? La distanza più breve fra due punti è una linea retta; come mai i fulmini procedono a zig-zag? E’ semplice: percorrono non la via più breve, ma quella di minore resistenza elettrica, lungo i canali del reticolo elettromagnetico, esattamente come le scariche prodotte da Tesla con le sue bobine.

Le svolte degli UFO ad angolo retto avvengono nei punti di incrocio del reticolo. Questi punti di incrocio sono vortici elettromagnetici, si trovano in coincidenza di luoghi come, ad esempio, il “Triangolo delle Bermude”. Ciò spiega la sparizione di aerei e navi attraverso il tunnel interdimensionale prodotto dai vortici in particolari momenti, esattamente come quando gli UFO scompaiono improvvisamente. Nei punti di incrocio troviamo la grande piramide di Cheope, Stonehenge, persino la zona di Long Island, Wardenclyff, dove Tesla costruì la sua Torre, poi abbattuta, ma ne rimangono le fondamenta e lo stabile adiacente, ora di proprietà della Agfa-Gevaert. C’è il progetto di stabilirvi un museo dedicato a Tesla. Attualmente l’unico museo si trova a Belgrado, ma può essere visitato mediante internet. Proprio a Long Island c’è la base radar di Montauk, e, come in moltissimi altri punti del reticolo elettromagnetico, si trovano basi militari americane o NATO. Anche nel porto di Filadelfia c’è un punto di incrocio, ed una linea del reticolo lo congiunge con Norfolk.

Le coincidenze sono troppe per pensare che siano tutte casuali. Bruce Cathie, calcolando le distanze angolari fra i punti del reticolo, ha creduto che esistono rapporti matematici con la velocità angolare della luce, ed ha potuto calcolare le variazioni della velocità della luce fra lo spazio libero e le adiacenze degli astri, dove la velocità della luce diminuisce, e ha trovato i valori del campo gravitazionale e le rispettive variazioni dall’equatore ai poli. Le basi dove sono avvenute esplosioni nucleari sono collocate ai punti di incrocio, e grazie ai suoi calcoli Cathie ha scoperto che le esplosioni non sono fatte a caso ma solo in determinati momenti, che è stato anche in grado di prevedere in anticipo, perché seguono una legge ben precisa. Anche il CERN di Ginevra si trova in un punto di incrocio.

Tutto questo fa concludere che il reticolo elettromagnetico ha un ruolo fondamentale per gli esperimenti nucleari. Non potrebbe essere diversamente: il reticolo elettromagnetico è esteso a tutto l’universo ed è il mezzo di tutti i fenomeni ondulatori.

La formazione della materia avviene per effetto della decelerazione della luce, che stabilisce un campo gravitazionale, in modo da consentire la formazione della materia, che altro non è che fluido eterico rotorivoluente, un’onda stazionaria pulsante che forma sfere, dandoci così l’illusione di una natura corpuscolare. Cathie ha finalmente risolto la formula di Einstein, sostituendo ad M, cioè massa, il suo equivalente espresso in termini energetici. La pulsazione della materia è ciò che noi chiamiamo tempo. Tutto questo spiega come gli UFO, attraverso i punti di incrocio del reticolo possano cambiare dimensione e viaggiare a fantastiche velocità nello spazio e nel tempo, senza subire gli effetti della gravitazione e dell’inerzia, ed essere alimentati dalla infinita energia di cui è pervaso l’universo. Le evoluzioni degli UFO sembrano fatte apposta per dimostrare che si tratta di esseri intelligenti, che possono manovrare i loro mezzi come vogliono, facendo cose che noi non sappiamo fare.

Con questo sono conscio di non aver dimostrato alcunché, se non, grazie alla realizzazione di Claudio e Marco, che la scienza è ben lungi dall’aver scoperto tutto, dato che la teoria attuale fallisce di fronte ad un esperimento come quello presentato. Ho soltanto voluto indicare dei percorsi di ricerca per coloro che desiderino farsi un’opinione personale, e non vogliano dipendere dalle apparenti “verità” preconfezionate dalla scienza ufficiale, i cui esponenti sono convinti che basti applicare su ciò che gradiscono l’etichetta di “scientifico”” per screditarne i contenuti agli occhi della gente. Lo spazio concesso non consentiva un’esposizione dettagliata degli argomenti elencati, ma questo può interessare solo a pochi ricercatori. Lo scopo della mia esposizione era piuttosto quello di dare una visione generale di ciò che può servire agli ufologi, perché penso che per comprendere meglio il fenomeno UFO sia utile comprendere meglio la realtà che ci circonda e la nostra stessa natura.

Carlo Morsiani
(Relazione del III Meeting Internazionale di Ufologia dell’USAC 13-14-15 Ottobre 2000)

e-mail: morsianicarlo@tin.it

https://www.youtube.com/watch?v=dsWYYNZNIGw