I tubi di Baigong

I tubi di Baigong

tubi di BaigongI tubi di Baigong sono uno dei misteri più affascinanti del pianeta, e forse uno dei meno conosciuti in assoluto. I tubi di Baigong sono delle strutture che somigliano a condutture scoperte nei pressi del monte Baigong, a 40 km di distanza dalla città di Delingha nella provincia di Qinghai, Cina. Queste condutture, che mostrano evidenti tracce di composti ferrosi, risalirebbero ad un periodo compreso tra i 70.000 ed i 150.000 anni fa, quando l’essere umano trovava difficoltà nell’accendere un fuoco, figuriamoci a manipolarlo per la fusione dei metalli. I tubi di Baigong vengono considerati come un perfetto esempio di artefatti OOP (out-of-place, artefatti non coerenti con il loro contesto temporale e tecnologico). Le teorie spaziano da antiche civiltà sconosciute, dotate di tecnologie pari a quella in possesso del genere umano nel XX° secolo, fino a artefatti di natura extraterrestre. Ma manca davvero una spiegazione razionale a queste strane formazioni? I tubi di Baigong sono associati ad una struttura che somiglia (vagamente) ad una piramide alta tra i 50 ed i 60 metri, e posizionata sulla cima del monte Baigong. Il lato frontale della “piramide” mostrerebbe tre ingressi per altrettante caverne, due dei quali collassati ed uno ancora intatto che porta ad una caverna dal soffitto alto fino a sei metri.

Ed è proprio da questa caverna che sembrerebbero originarsi alcuni dei tubi di Baigong: strutture di forma bene o male circolare, del diametro che varia da 10 a 40 centimetri, che mostrano una composizione chimica basata su ossido di ferro (30%) e grandi quantità di diossido di silicio e ossido di calcio.

E’ molto difficile considerare il monte Baigong come un monte vero e proprio. L’area attorno ai due laghi della regione (chiamati “i due amanti” per la loro somiglianza), in particolare il Toson Hu nei pressi del quale si trova il monte Baigong, è piatta per oltre 30 chilometri. Il monte Baigong non è altro che una piccola collinetta di 60 metri, descritta per la prima volta nel libro “Into the Qaidam” dello scrittore cinese Bai Yu. Bai, che ha viaggiato nella regione nel 1996, narra nel suo libro di tre ingressi nei pressi del monte Baigong. Ingressi che, a suo parere, apparirebbero di natura artificiale. Quello che tuttavia colpì l’immaginazione e l’interesse di Bai furono strutture simili a tubi metallici che emergevano dalla pavimentazione e dalle pareti delle caverne, e che apparentemente si estendevano fuori dal monte Baigong fino ad oltre 80 metri. Eccitato dalla scoperta, Bai estrasse un campione dai tubi e lo inviò al Ministero dell’Industria Metallurgica cinese. La composizione chimica risultò essere al 92% fatta di minerali e metalli comuni, e per l’8% da elementi apparentemente sconosciuti. E’ stato il “misterioso” otto per cento che ha contribuito ad alimentare la leggenda sui tubi di Baigong, ed il fatto che il Dipartimento di Sismologia cinese abbia, nel 2001, datato i tubi con la termoluminescenza a circa 140-150.000 anni fa.

baigong

Il problema però è che, come spesso accade, si giunge a conclusioni affrettate. Come fa notare Brian Dunning nel suo articolo “The Baigong Pipes”, si può proporre una teoria “fuori dalla norma” quando tutte le spiegazioni razionali vengono escluse, cosa che in questo caso non è stata fatta. La conclusione di Bai fu che la zona fosse un perfetto sito per atterraggio di astronavi aliene, e che i tubi di Baigong non fossero altro che i resti di una sorta di “torre di controllo” per velivoli extraterrestri. Ma un “8% di materiali sconosciuti” e la datazione non sono per nulla dati sufficienti a giungere ad una conclusione del genere. Tra l’altro, si è giocato sul termine “materiali non conosciuti”, perchè in realtà si trattò di un 8% di “materiali non identificati”. E di spiegazioni razionali, per i tubi di Baigong, ce ne sono eccome. Ci sono processi di natura geologica che possono portare alla formazione di strutture del tutto simili, se non identiche, ai tubi di Baigong. Processi che sono stati spiegati ben tre anni prima del libro di Bai Yu, e osservati in diverse parti del mondo.

In un articolo su Journal of Sedimentary Research (“Fossil tree casts in South Louisiana soils”, 1 Luglio 1993), viene spiegato il ritrovamento di strutture cilindriche in Lousiana, datate con la termoluminescenza a 75-95.000 anni fa.

La composizione chimica di questi “tubi” dipende da quando e dove si sono formati nella roccia, ma la loro origine sarebbe del tutto naturale: nel caso della Lousiana, si tratta di calchi di radici di alberi, riempiti da magma contenente metallo fuso, e che somigliano in tutto e per tutto ai tubi di Baigong. Tra l’altro, formazioni come i tubi di Baigong sono state osservate non solo in Lousiana, ma in molte altre parti del mondo, spesso sotto forma di “tubi” di ematite che hanno una composizione chimica coerente con quella dei tubi di Baigong. Ed è la stessa conclusione che trasse un team di ricerca cinese nel 2002, composto da membri dell’ Istituto di Geologia (con il suo rappresentante Zheng Jiandong), dell’ Università di Geoscienze e dell’ Istituto di Geologia Nucleare.

Dopo la comparazione della composizione chimica dei tubi con quella di rocce lunari e meteoritiche eseguita da Wang Guang, del Geological Research Institutte of Nuclear Industry, si è visto che i campioni non mostravano somiglianze, e che l’8% di “elementi sconosciuti” della prima analisi chimica dei tubi altro non erano che composti a base di potassio, alluminio e sodio, per i quali è stata esclusa la possibile origine artificiale.

In aggiunta a questo, gli scienziati cinesi hanno scoperto attraverso la spettrografia che i tubi contengono anche elementi organici di natura vegetale. L’analisi microscopica ha rilevato anelli tipici di alberi, rendendo l’ipotesi di calchi di radici sempre più consistente. Ma se osserviamo la zona oggi, è pressochè una landa desolata, priva di alberi. Non era così tuttavia decine di migliaia di anni fa, quando il bacino del Qaidam era un vasto lago prima che i movimenti tettonici locali sollevassero il bacino di 2800 metri. Durante i millenni inoltre si sono susseguite inondazioni e alluvioni, tutte condizioni ideali a rendere il terreno fertile per la nascita e lo sviluppo di alberi le cui radici hanno molto probabilmente formato i misteriosi tubi di Baigong.