Il 2037 sarà l'anno delle catastrofi

Il Giornale Online

Clima e ambiente, i giovani italiani e britannici lanciano l'allarme: ecosistema compromesso, intervenire anche se è già troppo tardi

Pensando ai cambiamenti che potrebbero intervenire nei prossimi 30 anni, qual è quello che ti spaventa di più?
Che cosa spaventa di più i giovani italiani e britannici che guardano alla loro vita da qui a trent’anni? Il 2037 potrebbe essere l’anno dei disastri naturali, inquinamento, masse della popolazione mondiale spinte a migrare in fuga dalla povertà, rischio di destabilizzazione. È questo il quadro di sintesi di un sondaggio commissionato dall’ambasciata britannica a Roma e dal British Council e presentato al Convegno di Pontignano. I dati del sondaggio tra duemila britannici e italiani serviranno ai politici, imprenditori e opinion makers riuniti sotto la presidenza di Lord Chris Patten e Giuliano Amato come base di discussione sul tema dei «Climate Changes», i cambiamenti di clima che hanno un effetto a catena su crescita economica, stabilità dei sistemi politici e degli Stati.

IL PIANO BRITANNICO — «Tutti i settori della nostra società dovranno contribuire allo sforzo di trasformare la Gran Bretagna in un’economia a bassa emissione di CO2: siamo a una tappa rivoluzionaria che servirà di esempio al mondo», ha scritto il governo di Londra nella premessa al suo progetto di riduzione del 60 per cento entro il 2050 dell’emissione di anidride carbonica, principale responsabile del riscaldamento terrestre. Ma la maggioranza dei giovani intervistati teme che sia già troppo tardi. I più allarmati sono gli italiani: la prima paura del 51 per cento di loro sono inquinamento e disastri ambientali. La natura che si ribella è al primo posto anche nelle previsioni del 35 per cento dei britannici. Giuliano Amato ha osservato che «questi nostri giovani sono dieci volte più preoccupati dall'ambiente che dal terrorismo. Certo, i nostri giovani aspettano i governi, ma è chiaro che molto lo debbon saper fare i cittadini. Dal sondaggio emerge una grande attenzione al risparmio energico più che alla produzione di nuove energie».
Ma pur convinti che la qualità della vita sulla terra peggiorerà, i coetanei di Italia e Gran Bretagna hanno aspettative diverse sul loro futuro: e nel Bel Paese sembra esserci maggiore ottimismo.

Guido Santevecchi
Fonte : http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/09_Settembre/14/ita_gb_giovani_ambiente.shtml