Il cielo è l'inferno

Strani fenomeni nel cielo sono osservati sempre più spesso in questi ultimi tempi: aloni, nubi madreperlacee, nuvole dalle configurazioni quasi geometriche…

Bisogna, in primo luogo, ricordare che alcuni di questi fenomeni sono naturali, per quanto piuttosto infrequenti. Si pensi all'alone che è un sistema di cerchi colorati i quali sembrano circondare il Sole o la Luna. Tali cerchi sono dovuti a rifrazione e riflessione della luce nei cristalli di ghiaccio presenti nella zona superiore dei cirri o dispersi nell'atmosfera alle alte latitudini. Queste formazioni, che sono visibili soprattutto d'inverno, presentano il rosso all'interno ed il violetto all'esterno.

Particolari formazioni meteorologiche sono le nubi madreperlacee, situate ad un'altitudine media di 24 km e provocate dalla concentrazione occasionale di vapore saturo; esse assumono una colorazione iridescente a causa della rifrazione della luce nello strato di vapore.

Le nubi nottilucenti sono formazioni visibili solo di notte. Sono di colore argenteo e brillano a causa della luce del Sole che, anche se è ormai calato al di sotto dell'orizzonte di un osservatore posto sulla superficie terrestre, riesce ugualmente a rischiararle, rendendole sfavillanti. Al contrario delle normali nubi, non sono formate da gocce d'acqua e non provocano la pioggia: pare che siano composte da polveri di origine meteorica o vulcanica. Le nubi nottilucenti si trovano a circa 80 chilometri di altitudine, nella regione dell'atmosfera denominata mesosfera. Sono notevolmente più alte delle nuvole comuni, cioè quelle vaporose, che solcano i cieli della troposfera, che non supera i 15 chilometri di altezza dal suolo.

Accanto a queste manifestazioni create da Madre Natura, però, sono segnalati fenomeni anomali, riconducibili senza dubbio a tutte le attività di manipolazione della ionosfera e della troposfera, operazioni che derivano dall'applicazione di black projects, ossia progetti militari segreti, risalenti alla seconda metà del XX secolo ed ideati dai vertici militari all’insaputa dei governi ufficiali.

A tale proposito, il fisico e scienziato dei sistemi, Paul La Violette, così si esprime:

“Con la tecnologia attuale, è possibile rifrangere un fascio di microonde in modo da formarne uno contrapposto che è il coniugato di fase dell’originale. Questi due fasci si agganciano precisamente in fase, fornendo un’onda elettromagnetica stazionaria in grado di immagazzinare un’enorme quantità di energia, di magnitudine molto più elevata rispetto a quella in entrata necessaria per generarla. Per mezzo di tali fasci di onde scalari, l’energia può essere trasmessa a grande distanza tra il coniugatore di fase ed un punto di destinazione anche molto lontano, senza perdite significative. Usando parecchi di questi fasci a microonde sotto forma di schieramenti in fase di radar interferometri, si potrebbe creare uno scudo deflettore di raggi cosmici. Strani fenomeni energetici (cerchi nel grano, sfere che si separano e si ricompongono) potrebbero essere creati con tecnologie segrete”.

Il linguaggio usato da La Violette è tecnico, ma si riesce a comprendere la sua nota negli aspetti salienti: attraverso complessi sistemi, si possono convogliare onde elettromagnetiche verso precisi punti dell’atmosfera o del pianeta, sfruttando altresì i metodi interferenziali, ossia la sovrapposizione di fasci energetici.

Si ritiene che questi sistemi (H.A.A.R.P. in primis) possano essere usati per gli scopi più diversi: colpire e disintegrare un bersaglio ubicato in un punto preciso della superficie della Terra; irradiare energie in alcune zone della ionosfera e della troposfera, riscaldandole; appiccare incendi; causare sismi; eseguire una radiografia della crosta terrestre; influire sulle dinamiche meteorologiche (correnti a getto, perturbazioni… ), determinando fenomeni anormali, come arcobaleni chimici, il tutto in sinergia con le chemtrails. Ad esempio, gli aloni sovente fotografati sembrano essere artificiali: sono discernibili in tutte le stagioni, anche con alte temperature, in assenza quindi di cristalli di ghiaccio e rivelano una predominanza di circonferenze verdi, poiché il bario, sparso in modo massiccio nell’atmosfera, conferisce loro una colorazione verde.

Ecco perché allora il firmamento, sia diurno sia notturno, è teatro di spettacolose ma infernali configurazioni, ora luccicanti ora iridate ora opalescenti: enormi arcobaleni dalle tinte accese che si incurvano in un cielo lattiginoso, drappi sfrangiati multicolori, nuvole dalle forme e dalle disposizioni regolari, simili alle distribuzioni assunte della limatura di ferro su un magnete, pseudo-aurore boreali, sinistre luci che rischiarano le tenebre.

Fonti:

Cieliazzurri, Halo, 2007
Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005 sotto le voci alone e nubi madreperlacee
P. La Violette, Earth under fire Il codice dell’Apocalisse, Roma, 2007 pp. 441-442
Jerry E. Smith, Weather warfare, 2006
Zret, Arcobaleno di morte, 2006