Il Noce e l’alchimia

Il Noce e l'alchimiaIn un precedente articolo scritto da Guglielmo Menegatti su Tesla è stato introdotta l’informazione che l’albero del Noce e i suoi frutti sono elementi conosciuti e  utilizzati fin da tempi antichissimi in alchimia.

A seguito di questa pubblicazione l’autore ha ricevuto parecchie richieste di chiarimenti sull’argomento, dato che si tratta di un informazione non facilmente reperibile. Per questo l’autore ha ritenuto necessario aggiungere i seguenti chiarimenti:

 “Il noce, i suoi frutti e i suoi fiori appartengono ad un livello di conoscenza alchemica molto elevato”.

L’uso e l’utilità del Noce in applicazioni alchemiche, farmacologiche, fisiche o chimiche non è ricavabile tramite nessun testo ma è deducibile esclusivamente attraverso lo studio della simbologia primordiale dalla quale è poi scaturito e si è formato nel tempo quel linguaggio di parole e disegni che è a noi amanti dell’alchimia è famigliare.

Inizieremo ora con l’identificazione del simbolo di base che ha origini antichissime ed è diffuso in tutte le culture del mondo. Questo simbolo basilare in realtà non ha nessun nome specifico per cui lo chiameremo semplicemente: “Fiore alchemico”.

 

fiorebaseIl Fiore nel suo insieme rappresenta tutte le conoscenze fondamentali ed è ripartibile in due unità, la parte superiore (a destra nell’immagine) riguarda le conoscenze del potere che servono per gestire il mondo, fra le quali appunto l’alchimia, la fisica e tutte le scienze in generale mentre la parte inferiore (cerchio) riguarda le conoscenze che servono per gestire e conoscere il nostro corpo e il nostro ego; in questa appendice non si parlerà della parte inferiore del simbolo e nemmeno di altri elementi che ne fanno parte e che descrivono l’origine della nostra razza.

L’immagine riportata fa parte della cultura Pazyryc. Il Fiore come simbolo racchiude principalmente la somma grafica del fiore maschile e quello femminile dell’albero della Noce. Nell’immagine che segue è possibile vedere le parti assemblate (a sinistra) e quelle originali.

Il Noce e l'alchimia

L’assemblaggio dei due fiori non è stato ricavato dalla deduzione logica basata sulle simmetrie grafiche ma è un preciso riscontro che deriva dallo studio dei simboli preistorici nella loro evoluzione geografica e temporale. Qui sotto due esempi della sua trasformazione:

noceevoluzione
Altri esempi della sua variazione: en.wikipedia.org. Frequentemente il simbolo del fiore maschile dell’albero della noce è erroneamente confuso con la pigna dei Pini però se si osservano alcuni particolari è facile ricredersi. La pigna dei pini ha una forma irregolare, non romboidale e inoltre non presenta al suo apice una punta che invece è classica del del fiore maschile del Noce. Errore classico ad esempio è quello dell’enorme statua in Vaticano che gli studiosi interpretano come pigna del pino. Nell’immagine qui sotto: a sinistra la pigna Vaticana, in centro il fiore maschile del Noce e a destra la pigna classica esagonale dei pini:

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L’interpretazione è anche confutata facilmente dal fatto che il Pino non è un albero diffuso in tutto il mondo e inoltre moltissimi altri reperti archeologici mostrano i vari stadi dello sviluppo in lunghezza del fiore del Noce che non può quindi assolutamente essere confuso con altre specie di piante. Qui sotto immagini provenienti da tutto il mondo e da culture diverse dove risulta ben evidente che non si tratta di Pini.

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E ancora se può servire come comparazione in questa immagine sono in mostra i vari stadi di sviluppo del fiore maschile del Noce.

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Il frutto maschile del Noce sembra possedere la proprietà di migliorare le qualità intellettive infatti lo ritroviamo quasi sempre con elementi che sono in relazione con la testa come corone, drappi ecc. e nella religione buddhista è posato sulla sommità del capo.

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Molto interessante è la storia mitologica di Dionisio (Dio dei pini) che erroneamente è identificato come dio del vino, in realtà Dionisio beve qualche cosa ma è più facile che si disseti con un infuso della Noce piuttosto che della vite. Le più antiche rappresentazioni di questo Dio mostrano con grande evidenza che non si tratta di Uva ma di qualche cosa che ora finalmente noi conosciamo. Nell’immagine qui sotto è possibile comparare le gemme dei fiori maschili del Noce con i frutti (che non sono assolutamente Uva) della corona che cinge la fronte di Dionisio.

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In questa scultura il Dio porta sulla sommità del capo una fiamma stilizzata e in mano ha un bastone che sulla cima ha un fiore di Noce maschile. Questo speciale bastone che è classicamente appartenente a Dionisio è noto con il nome di Tirso.

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Nel bassorilievo riportato qui sotto forse è contenuta la vera storia di Dionisio il quale essendo invecchiato offre del vino per ottenere in cambio qualche cosa per ritornare giovane e che si trova nella mano sinistra della donna.

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All’incirca la stessa scena ripresa dal codice “Guta-Sintram” dove si vede Gesù che chiede qualche cosa alla madre che però con fare serio non sembra facilmente disposta a concedere.

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Nei papiri e dipinti murali Egiziani e nella cultura della Mesopotamia ci sono moltissimi riferimenti all’albero della noce ma sono riconoscibili tenendo conto dell’aspetto caratteristico delle foglie di questo albero. Le foglie del noce infatti hanno sempre un numero dispari che produce i numeri cinque, sette o nove.

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Gli Egiziani e i Sumeri nei loro documenti per indicare il Noce mostrano frequentemente le foglie, gli Egiziani usano anche il simbolo della “vita” detto “croce d’Iside” mentre i Sumeri usano un simbolo che è simile al nostro “Fiore Alchemico”. Ad esempio ecco un’immagine Egiziana descrittiva della trasformazione delle noci in una bibita. L’identificativo che si tratta di un albero di Noce è determinato dal disegno dei due uccelli posti sul basamento che insieme all’albero creano il simbolo della vita. Si noti anche che la trasformazione crea tre tipi di bevanda, una per uso dei nobili, una per gli animali e l’altra per il popolo, per comprendere questa ripartizione produttiva si segua il flusso del liquido che sgorga dal vaso della raccoglitrice di frutti che è arrampicata sull’albero.

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Nella tradizione della Mesopotamia così come in Egitto ci sono moltissimi esempi dell’uso di una bibita a base di noci. Nell’immagine qui sotto di origine Sumera si vede un malato che accompagnato dal medico va dall’esperto per acquistare la medicina. L’identificazione dell’origine risulta facile per il simbolo che è posto sopra il vaso che è tenuto con la mano destra dal farmacista.

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Qui sotto un’altra scena dove sono in evidenza le foglie.

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La bevanda pare essere anche un afrodisiaco, almeno da quanto si evince da uno specchio Etrusco che riportiamo qui sotto riprodotto in grafica.

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Il Noce è associato molto frequentemente ad un uccello non identificato ma definito in alcune culture “Fenice”, La Fenice è immortale e rinascere dalle proprie ceneri. L’immagine qui sotto è tratta dal testo indiano “Panchatantra del terzo secolo AC.

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Un’altra immagine dalla chiesa di San Marco a Venezia.

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Ancora dal Guta-Sintram codex del 1154

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Per la trasformazione invece delle uova in oro riportiamo qui sotto l’immagine che è stata l’origine del nostro documento, si tratta di un murale dell’antico Egitto nella Mastaba di Ptah-hotep di Saqqara (circa 2400 AC). Nella scena si vede un individuo che tiene fermo un uccello mentre gli introduce un tubo nel ventre. Il tubo è connesso ad una specie di Forno dal quale escono vapori o cenere della combustione o bollitura dei frutti maschili del Noce. Sullo sfondo in alto a sinistra una piramide fatta con le probabili uova (d’oro).

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Qualcuno ha anche richiesto di formulare una ricetta dell’immortalità, ovviamente non è nei nostri intenti ma allo scopo di rispondere in maniera più esauriente possibile ad ogni dubbio consigliamo di fare le seguenti cose: Sostituire la colazione con un bicchiere di estratto di foglie di olivo addolcito al miele e tre noci (30 grammi senza guscio). Ovviamente è opportuno consigliarsi prima con il proprio medico o con l’erborista.

Due link che potrebbero risultare utili:

Ci sarebbero molte altre cose da dire sul noce ma crediamo di aver risposto a sufficienza relativamente a quanto ci è stato richiesto dai nostri amici lettori tramite email, vogliamo però aggiungere ancora un’informazione che potrà essere utile agli sperimentatori e agli amanti dell’Alchimia. Il fiore maschile e probabilmente i frutti del Noce devono essere raccolti in un periodo esatto della loro maturazione e solo in questo modo essi potranno essere usati per gli scopi che sono previsti. Come prova rammentiamo che per tradizione le streghe e coloro che fabbricano il liquore Nocino raccolgono solo ed esclusivamente durante la notte di San Giovanni, secondo noi però non si tratta di rispettare una data ma di scegliere con cura l’adatto stato di maturazione.

Come saluto e ringraziamento: immagine del pittore: Vladimir Kush.

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Guglielmo Menegatti