Il ritorno degli Arconti

Il Giornale Online

di Antonio Marcianò

Il ritorno degli Arconti è il ventesimo e secondo episodio della celebre serie fantascientifica, prodotta per la televisione, Star Trek. Il titolo originale è The return of the Archons. L’episodio fu scritto da Boris Sobelman, che si ispirò ad una storia di Gene Roddenberry, il creatore della serie, e fu diretto da Joseph Pevney.

Questa è la trama. La U.S.S. Enterprise sta esplorando Beta III dove la U.S.S. Archon scomparve cento anni prima. Poiché gli uomini approdati sul pianeta mostrano uno strano comportamento, Kirk manda altri membri dell’equipaggio per investigare. Essi si accorgono che su Beta III la cultura è quiescente, senza tendenze creative. L'intera società è controllata da un gruppo di legislatori noti come “Il Corpo” che è, a sua volta, sottoposto all'onnisciente Landru. I pacifici abitanti abbandonano il loro contegno normale per divenire violenti, quando sopraggiunge l'Ora rossa. Quest'ora, definita Festival, è l'unico sfogo della società di fronte al tirannico asservimento che Landru senza tregua esercita.

Nel frattempo. la U.S.S. Enterprise è allontanata dalla sua orbita, mentre l'equipaggio è assorbito dal Corpo. Questo -capiscono gli uomini della nave stellare – è quanto accadde alla U.S.S. Archon, molti anni prima. I sopravvissuti della nave Archon hanno formato una sorta di movimento per combattere il Corpo ed essi aiutano Kirk e Spock a raggiungere Landru. Si scopre quindi che Landru è un computer incredibilmente complesso costruito da Landru, uno scienziato vissuto seimila anni prima, che si era prefisso di guidare il suo popolo verso un pacifico e civile progresso.

Landru aveva inserito nell'elaboratore i suoi pensieri e le sue memorie, ma non la saggezza. Per secoli il computer ha interpretato i suggerimenti di Landru in modo tale da non consentire l'esercizio di un libero pensiero. Kirk convince il computer che, invece di nutrire la cultura di Beta III, in questo modo l'ha danneggiata. Landru allora si autodistrugge, lasciando agli abitanti il compito di elaborare la cultura verso cui essi si stavano dirigendo secoli prima. Con la promessa che la Federazione li aiuterà nell'impresa, Kirk ed il suo equipaggio vengono teletrasportati sulla nave intergalattica. [1]

L’intreccio dell’episodio, come spesso avviene nel caso del genere fantascientifico, sembra adombrare un inquietante messaggio circa una condizione ignorata dalla stragrande maggioranza delle persone, ma forse verosimile. Gli aspetti interessanti dell’episodio sono, in primo luogo, il titolo, quindi il disegno delle vicende e la figura di Landru.

Il titolo contiene la parola “Arconti”: gli àrchontes sono, stando ad alcune interpretazioni, i dominatori di questo mondo, in realtà potenze demoniache. Secondo un’antica concezione, le stelle ed i pianeti influivano sulla vita degli uomini ed erano la sede di spiriti elementari. Essi sono concepiti come esseri che, nell’opinione degli antichi, governavano gli astri e, per mezzo di essi, il cosmo. [2] Nel telefilm gli arconti sono anche, però, un richiamo ai tesmoteti dell’antica Grecia, ossia i legislatori che incivilirono molte pòleis greche, promulgando delle norme volte a superare il diritto consuetudinario, suscettibile di abusi per opera della classe aristocratica.

Gli accadimenti si riferiscono ad un mondo in cui le persone sono controllate da un’entità a tal punto che esse sono come diverse parti di un Corpo.

Alcune battute dell’episodio sono, a tale proposito, molto eloquenti:

Landru: Tu sarai assorbito. La tua individualità sarà immersa nell’unità del bene e, nell’adesione al bene comune del Corpo, troverai appagamento, soddisfazione. Tu avrai esperienza del bene assoluto.

Kirk: Affermi che tu desideravi la libertà. E’ tempo che tu apprenda che la libertà non è mai un dono: essa deve essere conquistata.

Kirk: Senza libertà di scelta, non esiste creatività, senza creatività, non esiste la vita[3].

Il motivo dell’assorbimento degli uomini in un megacomputer centrale che, quando fu prodotta la serie televisiva, poteva sembrare un’idea del tutto inverosimile è, invece, oggi, plausibile. L’umanità, ormai prossima, ad una rivoluzione antropologica, è sul punto di essere trasformata in un insieme di unità bioniche connesse, attraverso una rete senza fili, ad un Golem informatico. Sia fenomeni sociali sia la saturazione dell’etere con onde elettromagnetiche sia la diffusione di nanostrutture nell’ambiente sono mezzi per convertire l’uomo in “memorie bio-elettroniche” dai cui pensieri e ricordi è esclusa ogni forma di saggezza. [4]

E’ sintomatico che la decisione di Landru volta ad incivilire la società, nel nome del bene comune (l’unità del bene) sia tanto simile ai capisaldi della menzognera propaganda con cui sono magnificati i “benefici” del Nuovo ordine mondiale: l’asservimento dell’umanità è presentato come un fine desiderabile e, dietro la meraviglie della tecnologia, si nasconde l’orrore della massificazione

Come spesso avviene negli episodi di Star trek, l’antagonista è sconfitto non dalla violenza né dall’astuzia, ma dalla dialettica persuasiva ed appassionata, anche se un po’ semplicistica, del comandante Kirk. Egli, nel suo discorso a Landru, fa appello alla necessità di preservare nel pensiero umano il senno, la riflessione. La cultura stessa, lungi dall’essere una somma di aride conoscenze scientifiche, è fecondata dall’anima. Diversamente il progresso è solo una sequenza di mirabolanti e spesso pericolose invenzioni, privo del tutto di aspetti qualitativi e creativi.

Il rischio è quello di perdere la proprio individualità ed umanità più vera e profonda, per divenire articolazioni di un Corpo, non molto diversi dai Grigi, gli alieni che, stando ad alcune testimonianze, sarebbero sotto il comando di un’entità, una sorta di Pianeta pensante. [5]

La fantascienza è un genere di anticipazione e, come un tempo per mezzo della mitologia, erano trasmesse delle conoscenze codificate, così da quando la science-fiction è divenuta un strumento di comunicazione, attraverso la letteratura, molti messaggi attuali sono veicolati ed adombrati. La realtà imita la fantasia, ma resta sempre un po’ indietro e la realtà vera è spesso più inverosimile ed assurda di tanti parti dell’immaginazione.

Se riflettiamo sul messaggio del telefilm, potremo comprendere l’importanza della saggezza e della vera libertà, non quella bandita dai potenti che è, invero, il suo contrario. Abbiamo orecchi per ascoltare, un intelletto per capire ed un cuore per sentire l’urgenza di tale monito?

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[1] L’episodio fu trasmesso per la prima volta il 9 febbraio 1967. In Italia fu mandato in onda da una rete privata il 20 ottobre 1981. Nel cast Harry Townes (Reger), Torin Thatcher (Marplon), Charles Macaulay (Landru), Christopher Held (Lindstrom), Brioni Farrell (Tula), Sid Haig (il Primo Legislatore), Jon Lormer (Tamara), Morgan Farley (Hacom), Ralph Maurer (Bilar), Eddie Paskey (Tenente Leslie), Sean Morgan (Tenente O'Neil). Vedi Enciclopedia della televisione, Milano, a cura di Aldo Grasso, Milano, 2005, s. v. inerente. Tra le fonti dell’episodio, sono annoverabili romanzi distopici come Brave new world di Aldous Huxley e 1984 di George Orwell. In particolare, l’Ora rossa ricorda la mezz’ora d’odio quotidiana durante la quale i sudditi di Oceania inveiscono contro il capro espiatorio Goldstein.

[2] Sugli arconti vedi A. Marcianò, Chi erano veramente gli Arconti?, 2007 con la bibliografia ivi contenuta

[3] Landru: You will be absorbed. Your individuality will merge into the unity of good and in your submergence into the common being of the Body, you will find contentment, fulfillment. You will experience the absolute good. [T:22:58]

Kirk: You say you wanted freedom. It's time you learned that freedom is never a gift. It has to be earned. [T:38:13]

Kirk: Without freedom of choice there is no creativity. Without creativity, there is no life. [T:43:28] [4] Su tale complesso e spinoso tema, vedi Bojs, Matrix ed il Messia clonato Viaggio nei reami esoterici che influenzano la realtà Gli uomini artificiali erediteranno la Terra? Mind uploading, 2008

[5] Cfr S. Di Gennaro, Homo Saurus: una creatura aliena sta popolando il nostro mondo, Ferrara, 2004, p. 25. Vedi anche A. Marcianò, La teoria delle stringhe e gli alieni, 2007

Fonte: http://www.usac.it