IN FUGA DALLE RELIGIONI OCCIDENTALI

Il Giornale Online
Di Franco Libero Manco

“Guai alle religioni che non assolveranno il loro compito di salvare i valori spirituali del mondo; lo spirito non può morire e risorgerà altrove, fuori di esse”. (Pietro Ubaldi)
“Quando un ideale umano diviene superiore all’ideale religioso, quella religione è perduta”. (Pierre De Schardin)
“La morale cristiana contiene in se la grande ed essenziale imperfezione di limitare i suoi precetti agli uomini e di lasciare senza alcun diritto il mondo animale.” (Arthur Schopenhauer)

L’Ufficio di Pianificazione Socio-Culturale olandese prevede che entro il 2020 il 72% della popolazione non apparterrà ad alcuna confessione religiosa.

Pare che questo allontanamento “in massa” da parte di molti credenti, che coincide con il declino delle vocazioni nel seno della Chiesa cattolica ed in contemporaneo interesse verso le religioni orientali (Induismo, Buddismo, dottrine Yoga, comunità religiose, esoterismo, occultismo ecc.), sia in parte dovuto alla chiusura del mondo cristiano ai nuovi valori in difesa degli animali e dell’ambiente che caratterizzano le ultime generazioni.

E’ molto difficile, infatti, trovare cattolici praticanti tra coloro che lottano indifesa degli animali o dell’ambiente: sarebbe un controsenso per un animalista identificarsi in un organismo che dimostra indifferenza se non disprezzo verso la causa animalista. Perché un animalista dovrebbe seguire i principi del cristianesimo e non una religione orientale storicamente più sensibile e giusta nei confronti di tutte le creature? La stragrande maggioranza dei preti e dei cattolici considerano con sufficienza le esigenze morali e spirituali delle ultime generazioni, non percepiscono il mutare degli eventi, il valore del sentimento di chi condivide il dramma di tante creature vittime dell’uomo.

Nei dibattiti sulla legittimità etica di mangiare la carne sconcerta la posizione ostile, refrattaria, proterva, di molti credenti cristiani o cattolici che asseriscono con forza la legittimità di utilizzare gli animali a insindacabile giudizio dell’uomo.
Si potrà trovare apertura e compassione tra gli atei, tra gli anarchici, tra gli stessi macellai ma raramente, molto raramente si troverà un uomo di chiesa sensibile alla sofferenza degli animali.

I cristiani di oggi, come a quelli di ieri, considerano il problema degli animali un “non problema”; né importa loro che un gran numero di Santi abbia raccomandato l’astinenza perpetua dalla carne, che i più grandi mistici, iniziati, profeti, anacoreti di ogni tempo e dottrina abbiano condannato l’usanza di alimentarsi di carni, che una moltitudine di ordini religiosi e di comunità spirituali abbiano inserito come regola fondamentale l’astensione dalla carne. Per giustificare le loro posizioni essi citano i dettami del Vecchio e nuovo Testamento.
Questa loro posizione porta alle seguenti considerazioni:

-O il Dio della Bibbia e Gesù erano indifferenti alla sofferenza degli animali oppure i Vangeli sono stati manomessi.

– Se a Gesù interessava solo la sofferenza dell’uomo noi, semplici esseri umani, dimostriamo maggiore compassione verso le creature sofferenti. E questo è un palese, eclatante controsenso teologico.

– Come giustifica la Chiesa cattolica il fatto che tra i più grandi Iniziati del mondo Gesù sia stato il solo a non aver manifestato amore e compassione per gli animali? Perfino Maometto ha avuto parole in difesa degli animali.

– Se i cristiani considerano il messaggio evangelico la dottrina spiritualmente più evoluta, come può essere tale una dottrina che (rispetto alle altre grandi dottrine spirituali) restringe il campo della compassione invece di ampliarla?

– Come si può pensare che Cristo oggi si schiererebbe dalla parte di chi ritiene legittimo uccidere un animale per mangiare le sue carni (chi lo uccide per divertimento, o per prendersi la sua pelliccia o chi sperimenta medicine e armi da guerra) e non dalla parte di chi invoca amore e rispetto per ogni essere in grado di soffrire? – Come si può pensare che Gesù si lascerebbe superare in misericordia e compassione da un essere umano che chiede amore e rispetto per tutte le creature?

– Il fulcro del messaggio di Cristo non è forse improntato sull’amore, sulla misericordia?

– La Chiesa non denigra forse il sacrificio di Cristo quando limita il suo valore salvifico all’uomo colpevole ed esclude gli animali innocenti, vittime del peccato dell’uomo?

– Voi preti e voi credenti avreste il coraggio di uccidere con le vostre mani l’animale che mangiate a tavola? Se rifiutate per pietà o compassione verso la vittima, perché pensate che Gesù sarebbe meno sensibile di voi? Gesù era la coerenza personificata, la compassione personificata: se mangiava la carne avrebbe avuto anche l’insensibilità di uccidere l’agnello…

– Facendo riferimento ai Vangeli sinottici i cristiani dicono che Gesù non ha detto nulla in merito al rispetto per gli animali; ma Gesù non ha detto nulla neppure sulla schiavitù, la pena di morte, la tortura eppure sono state condannate e abolite dalla Chiesa perché implicite nel suo messaggio.

– Come mai i Vangeli apocrifi ed i Rotoli del Mar Morto (sicuramente non manomessi né alterati da trascrizioni) riportano la figura di Gesù che chiede amore e rispetto per gli animali?

La chiesa, a causa della fortissima influenza che esercita sul pensiero e sulla coscienza degli individui non può essere artefice di una cultura che tende spegnere la naturale compassione verso le creature più deboli. Chi è insensibile verso il dolore degli animali come può essere sensibile alla sofferenza degli umani? Nel momento storico in cui lo spirito umano cerca di ampliare i codici morali, civili e spirituali a realtà sempre più vaste ed universali, la Chiesa difende assurdamente la sua posizione antropocentrica il cui spessore morale risulta inferiore a qualunque organizzazione animalista.

C’è una profonda e sostanziale differenza morale e spirituale tra noi universalisti ed i cristiani: quando noi parliamo di amore, giustizia e rispetto il nostro sentimento si estende a tutti gli esseri viventi mentre la Chiesa limita questi sentimenti ai soli esseri umani.

Prima o poi la Chiesa si accorgerà del suo errore millenario, si accorgerà che l’antropocentrismo è il principale nemico dell’evoluzione integrale dell’uomo, si accorgerà che lo spirito deve compiere la sua evoluzione, che il seme gettato deve dare i suoi frutti, che il vero cristiano è colui che si esprime in termini di amore universale, allora e solo allora sarà la vera chiesa dello Spirito.

Fonte : http://www.vegetariani-roma.it/dblog/storico.asp?s=eticamente%20parlando