In Nevada sono state scoperte le impronte di animale più antiche, mai rinvenute

Il Giornale Online

PAM FROST GORDER – Ohio State University, Newswise

Stando al rinvenimento dell’orma fossilizzata di una creatura acquatica, gli animali erano dotati di zampe su cui camminare da almeno 30 milioni di anni prima rispetto a quanto si è sempre pensato. Le impronte – due file parallele di puntini, ognuno dei quali aveva un diametro di 2 mm – risalgono a 570 milioni di anni fa, ovvero al periodo Ediacarano.

Newswise – Stando al rinvenimento dell’orma fossilizzata di una creatura acquatica, gli animali erano dotati di zampe su cui camminare da almeno 30 milioni di anni prima rispetto a quanto si è sempre pensato.

Le impronte – due file parallele di puntini, ognuno dei quali aveva un diametro di 2 mm – risalgono a 570 milioni di anni fa, ovvero al periodo Ediacarano.

L’Ediacardiano ha preceduto il Cambriano, periodo durante il quale la maggior parte delle specie animali si è evoluta per la prima volta.

Un tempo gli scienziati erano convinti che prima del periodo Cambriano esistessero principalmente mircobi e semplici animali multicellulari, ma questa nozione sta iniziando a cambiare, ha spiegato Loren Babcock, docente di scienze all’Università di stato dell’Ohio.

“Si è parlato spesso della possibilità che, durante l’Ediacardiano, siano esistiti animali più complessi – coralli morbidi, alcuni artropodi e vermi – ma non avevamo ancora prove totalmente convincenti a riguardo”, ha detto. “Se poi si trova la prova, come è avvenuto a noi, dell’esistenza un animale dotato di zampe con cui andarsene a spasso, allora ciò che era possibile diventa molto più probabile”.

Soo-Yeun Ahn, un dottorando dello stato dell’Ohio, ha illustrato la scoperta durante un incontro che si è tenuto domenica alla Geological Society of America (Società geologica d’America), a Houston. Tra i coautori ci sono Margaret Rees dell’Università del Nevada, Las Vegas, e J. Stewart Hollingsworth dell’Institute for Cambrian Studies (Istituto degli Studi sul Cambriano).

Nel 2000 Babcock stava esaminando con Hollingsworth alcune rocce sulle montagne vicino Goldfield, nel Nevada, quando rinvenne le impronte.

“È stata una scoperta davvero fortuita. Avevamo raggiunto un affioramento che sembrava superare i confini del Precambriano e del Cambriano, per cui ci fermammo per dare un’occhiata. Ci sedemmo e iniziammo a ribaltare le rocce. Eravamo lì da meno di un’ora, quando la vidi.”

La creatura marina doveva aver camminato sul morbido sedimento marino molto delicatamente, perché le sue zampe avevano inciso solo dei puntini poco profondi su quel fondo marino così lontano nel tempo. Ma mentre Babcock ribaltava la roccia incisa dalle impronte, l’angolazione bassa della luce solare avvolse i puntini nell’ombra.

Lo scienziato sospettò subito che le tracce fossero di un artropodo, essendo simili a quelle lasciate da un centipede o un millepiedi, o di un verme dotato di zampe.

Non poteva essere certo della lunghezza della creatura o del numero di zampe che essa aveva avuto. Ma a giudicare dalle tracce, essa doveva aver trasportato il suo corpicino largo qualche centimetro su gracili zampe.

Nel 2002, altri ricercatori hanno rinvenuto in Canada il fossile di un’orma simile, che risaliva a metà del periodo Cambriano, circa 520 milioni di anni fa. Nel sud della Cina è stata trovata un’altra serie di tracce risalenti a 540 milioni di anni fa.

Questo nuovo fossile di circa 570 milioni di anni fa non solo rappresenta la prova più antica di animali dotati di zampe, ma attesta anche che sulla terra vivevano animali complessi anche prima del periodo Cambriano.

La scarsità di fossili risalenti a quel periodo dipende dal fatto che le creature dal corpo molle normalmente non si preservano facilmente.

Babcock è un esperto di “preservazioni eccezionali” – caratterizzate da quelle speciali condizioni chimiche, fisiche e biologiche che hanno permesso ad alcune creature dal corpo molle di fossilizzarsi. Sapendo dove guardare nel record geologico, egli ha scoperto una serie di fossili insoliti, dagli echinodermi del Nevada ai batteri divoratori di zolfo dell’Antartico.

Il mare poco profondo che copriva il Nevada occidentale di 570 milioni di anni fa dev’essere stato un luogo particolarmente idoneo per preservazioni eccezionali di questo tipo. La superficie di sedimento era probabilmente tenuta assieme da uno strato microbico – un tappeto coeso di batteri e grani di sedimento. Le impronte della creatura potrebbero essere state preservate dopo che l’animale pressò le sue zampe nel sedimento.

Babcock è “ragionevolmente certo, ma non al 100%” che il fossile fosse un artropodo simile a un centipede o a un verme dotato di zampette. Un fossile del corpo dell’animale tale avrebbe costituito una prova definitiva. Lo scienziato continuerà a cercare nella stessa regione del Nevada, che però non è l’unico luogo dove potrebbero trovarsi tracce di questo tipo. Fossili simili potrebbero essere rinvenuti nel mar Bianco, vicino alla Russia, nel sud dell’Australia, a Terranova o in Namibia, dove sono già stati rinvenuti i fossili dei corpi di organismi ediacarani.

“Mi aspetto molto scetticismo”, ha detto lo studioso. “Ed è giusto che sia così. Ma penso anche che desterà stupore e farà in modo che la gente inizi a osservare le rocce più approfonditamente di quanto ha sempre fatto. Talvolta si tratta solo di considerare in modo diverso lo stesso esemplare”.

Schwartzreport 8 ottobre 2008
Traduzione a cura di: Paola Mas

Fonte: Coscienza.org