Incontro con Gaetano Conforto – Scienza e Coscienza

Incontro con Gaetano Conforto – Scienza e Coscienza

Incontro con Gaetano Conforto - Scienza e CoscienzaD – Dottor Gaetano Conforto, Shakespeare, nella sua “Tempesta”, allude ad una sostanza che appartiene alla realtà della vita così come a quella del sogno. Una sostanza comune alle due dimensioni, quella visibile e quella invisibile. Un’immagine poetica ci ha forse restituito un’ intuizione propria della fisica quantistica?

R – “Secondo il nuovo paradigma, datoci dalle stupefacenti scoperte della fisica quantistica, tutto ciò che ci circonda, sia esso minerale, vegetale e animale, uomo compreso, sarebbe costituito da una non- materia, quindi invisibile. A livello subatomico predomina lo spazio; basti pensare che tra il nucleo di un atomo e i relativi elettroni vi è una distanza pari a quella che c’è fra il sole e la terra. Naturalmente questo spazio, questo nulla, è costituito da una non-sostanza chiamata dai fisici Campo Unificato. Mi spiego meglio…

A livello subatomico, cioè nell’intima struttura di tutto ciò che esiste, i costituenti si comportano sia da particelle (bosoni, leptoni, gluoni, elettroni), aventi quindi una massa e una posizione nello spazio in rapporto al tempo, che da onde, cioè entità di natura luminosa (come per es. i fotoni), diffuse nello spazio, contemporaneamente in ogni luogo e prive di una posizione specifica.

Soltanto l’atto dell’osservazione, provocato da una coscienza che può esserne consapevole o no, è in grado di operare il miracolo della creazione, cioè portare un’intenzione, un’idea, un’osservazione, dal regno invisibile (dominato dagli effetti ondulatori e da un pullulare di fluttuazioni di energia ed informazione) a quello materiale degli oggetti tridimensionali. Tali sono le capacità del nostro cervello, sapiente trasduttore di segnali invisibili in visibili. Se non ci fossimo noi, con il nostro cervello, non esisterebbe il mondo così come lo conosciamo!

Quindi, la sostanza di cui parla Shakespeare non è altro che l’oceano quantistico in cui tutto ciò che esiste è immerso, viene continuamente creato ed è, a sua volta, creatore influenzando reciprocamente ogni altra creazione. Il tutto è uguale al tutto, proviene dal tutto, dà origine al tutto, e al tutto ritorna. Ogni punto dello spazio è uguale ad ogni altro punto.

E’ l’Universo Olistico-Olografico. Lo spazio è soltanto un concetto relativo al vecchio paradigma dove assumono importanza le distanze fra oggetti materiali, ma a livello subatomico, quindi nel cuore strutturale di ogni cosa esistente in natura, le particelle sono in grado di comunicare a distanze superiori a quella della luce. Tale fenomeno, chiamato “non-località”, è la regola nell’universo. Le particelle comunicano immediatamente ed istantaneamente fra di loro e ciò apre grandi possibilità e comprensione nei rapporti sociali.

“Siamo un unico grande essere, non esistono a priori divisioni e separazione fra esseri terrestri, ogni cosa è interconnessa con ogni altra cosa.”

I PRODIGI DELLA “PSICOLOGIA QUANTISTICA

D – Lei ha applicato il paradigma della fisica quantistica alla medicina e alla psicologia. Ci racconti.

R – Da circa dieci anni, nel corso della mia attività di medico, ho avuto delle manifestazioni fuori dai normali canoni sensoriali. Nello scrivere l’anamnesi ad una mia paziente, ebbi il forte istinto di tenerla per mano. Non l’avevo mai fatto, e neanche immaginavo il senso di tale gesto. Devo precisare che in quel periodo mi chiudevo in me stesso, meditando, ascoltando canti gregoriani, leggendo libri sul potenziale umano e analizzando le Sacre Scritture.

Mentre visitavo, mi occupavo allora di medicina ortomolecolare e nutrizione applicata al comportamento umano, ascoltavo musica sacra, per circa dieci ore al giorno. La mia mente era contemporaneamente presente nel lavoro e nel regno spirituale. Una sensazione fantastica da cui non mi sono mai più distaccato. Qualche paziente mi chiese se, nelle vicinanze, c’era una chiesa dove eseguivano canti sacri!

La paziente rimase sconvolta quando le risposi che avevo visto, mentre le tenevo la mano, i fatti più salienti della sua vita e che quindi conoscevo l’origine della sua depressione!

Fatti del genere ne sono accaduti molti. Mi bastava guardare gli occhi o il corpo per intuire e/o vedere dove risiedeva il problema psichico o fisico.

Ho voluto con tutte le mie forze comprendere cosa mi stava accadendo… Cominciavo a vedere immagini di energie invisibili ai comuni sensi… Allora ho chiesto a Dio, con umiltà e fede, d’indicarmi la via per capire, modulare e gestire questi fenomeni: avrei trasmesso questo sapere agli altri per avvicinarli alle enormi potenzialità che sono intrinseche ad ognuno di noi.

Risposte ne ho avute talmente tante che mi sono fatto una cultura sul modo invisibile a tal punto da arrivare a fare diagnosi e cura a distanza, insegnandolo a centinaia di persone. Anche mia figlia Giulia e mia moglie Maria erano in grado di diagnosticare e di trattare a distanza! Cosa alquanto impensabile per una mente di farmacologo clinico avvezzo all’ambiente universitario e alle ricerche sperimentali, ma amante delle cose genuine, della natura e dell’onestà.

Grazie alle risposte che ricevevo dal mio Padre Celeste, le mie ricerche nel campo dell’invisibile sono approdate ad approfondire la fisica quantistica. Ho subito capito le enormi potenzialità che questa scienza perfetta, la fisica, poteva offrirmi per capire i ‘miei’ fenomeni.

Tutto questo è sfociato in un insieme di tecniche e di lezioni che, messe in pratica quotidianamente, sono in grado d’interferire con l’oceano quantistico in cui siamo immersi, facendo di noi dei co-creatori con Dio. La preghiera, la meditazione e le visualizzazioni sono tecniche quantistiche che, se eseguite correttamente, fanno i miracoli.

Avevo finalmente una fortezza scientifica inespugnabile dagli attacchi del vecchio paradigma che, anche se completamente smantellato dalla fisica quantistica, resta il canone mentale che ancora prevale e che porta alla rovina spirituale e materiale molti proseliti, dalla società alla medicina.

La maggior parte dei pilastri di pensiero vigenti, su cui sono basate le fondamenta concettuali della nostra società sono falsi, illusori e fuorvianti, poiché portano alla separazione, alla dualità e all’alienazione del singolo individuo.

Recentemente, studiando la filosofia olistica del maestro indiano Sri Nisargadatta Maharaj e i suoi allievi, fra cui Wolinsky e Powell, ho conosciuto e messo in pratica la Psicologia Quantistica, termine che qualcuno ha tentato addirittura di brevettare!

Con questo termine s’intende l’insieme del sapere orientale, della psicologia e della fisica quantistica ovvero quelle consapevolezze e tecniche che mirano a far conoscere e toccare con mano chi veramente siamo, la nostra parte divina e la nostra anima. Ciò che si prova con la Psicologia Quantistica è veramente divino, l’essere si eleva come un’aquila ed osservandosi capisce che non è affatto quell’insieme di carne ed ossa passibile di tanta sofferenza e di scelte sbagliate, ma un essere in grado di creare la propria realtà psico-fisica, capace di non farsi pilotare da nessuno!

LA RIVOLUZIONE DELLA “SCIENZA INTUITIVA”

D – Gli ambienti accademici e istituzionali della scienza e della ricerca hanno un atteggiamento di resistenza e, a volte, di scherno nei confronti di quella che è stata definita “la scienza intuitiva”. L’esistenza di un fenomeno, anche se di difficile riproducibilità, non è forse argomento di maggiore sfida e curiosità verso la direzione del sapere? Perché questa resistenza? Perché l’orientamento del sistema della ricerca è sostanzialmente monodirezionale?

R – Perché il vecchio paradigma rappresenta l’utero, la protezione, la casa. Chi non ha paura dell’ignoto? Meglio essere come gli indigeni, non conoscere la televisione, il telefono, le macchine, non scoprire niente, temere il fuoco come un Dio, continuare a dire che la terra è al centro del sistema solare, che oltre le colonne d’Ercole non esiste nient’altro, che la vecchiaia con le sue menomazioni psico-fisiche è inevitabile, che il tempo passa in fretta, che tutto è preordinato a prescindere dalla nostra presenza, che la terra è piatta, poiché è questo ciò che i sensi ci fanno percepire, e che le capacità extra-sensoriali sono cose da streghe e da Satana.

Questi irriducibili del materialismo a tutti i costi, come San Tommaso, e sensi-dipendenti, sicuramente mi avrebbero già messo al rogo in nome di Dio, della chiesa, della Madonna e del Santo di turno.

Sul sito internet dello studioso Charles T. Tart dell’Istituto di Psicologia Transpersonale di Palo Alto, in California (cliccate sul link n° 2 per visitarlo), molti medici, chirurghi in pensione e infermieri, descrivono le loro storie di fenomeni invisibili accaduti durante la loro vita privata e professionale. Il tutto con nome e cognome del soggetto. Queste persone, al di fuori del loro freddo ambiente lavorativo, possono per la prima volta raccontare le loro esperienze nel mondo quantistico senza essere derise o tacciate di pazzia.

Lo sapete che tutti i fisici quantistici, pionieri di questa nuova teoria, erano dei mistici? Per forza, si scontravano con i fenomeni invisibili e con la mano divina, ma… non potevano parlarne, pena la loro scomunica dagli ‘ambienti scientifici’.Tutto ciò mi fa pensare alla Santa Inquisizione!

Perché non vanno alla ricerca, come ho fatto io, con umiltà e fede, di tutte le migliaia di pubblicazioni in doppio cieco messe in atto negli ambienti scientifici americani che studiano in laboratorio i fenomeni invisibili ai cinque sensi? Gli studi sugli effetti della preghiera neanche si contano, gruppi di guarigione sono attivi e con risultati molto soddisfacenti e gli studi sulla mente non-locale sono in corso da molti anni.

Certo che se per credere alla televisione devo vedere le onde elettromagnetiche e toccare brevi manu gli oggetti e le persone che vedo, addio progresso! La maggior parte della tecnologia attuale, che tanto comodo fa agli ‘Inquisitori della scienza ufficiale’, fax, computer, e telefonini, si basa sulla teoria quantistica applicata e prevede trasmissioni di segnali invisibili, vedi il computer quantistico in studio da qualche anno, a qualsiasi senso umano. Colombo non avrebbe scoperto l’America se avesse ascoltato il ‘paradigma scientifico’ in vigore a quei tempi.”

RIUNIRE IL VISIBILE E L’INVISIBILE PER CREARE LA REALTA’

D – Scienza e coscienza. Qual è la relazione tra queste due dimensioni?

R – Sono le facce di una stessa medaglia. L’una è visibile, l’altra è invisibile ai sensi.

Secondo il mio parere di studioso e praticante dell’una e dell’altra, la scienza senza la coscienza diventa una arida sequela di informazioni, un malato soltanto un organo da trattare, un impiegato una pedina da buttare quando non serve più, la vita un macchinario da studiare e poi da rottamare. Insomma, mancherebbe qualcosa che ha a che fare con il cuore, con il sentimento, con l’amore.

Come ho detto precedentemente, le particelle subatomiche sono pure fluttuazioni di energia ed informazioni dotate di una loro intelligenza e di un loro programma creativo. In loro è presente un’ intelligenza che segue i dettami divini, in grado di operare trasformazioni alchemiche e di creare materia che sarà poi oggetto d’indagine della scienza! Quindi, tutto ciò che ci circonda è coscienza in azione. Anche l’oggetto più inanimato ha una sua intelligenza interiore.

Secondo il nuovo paradigma quantistico, la coscienza non è un epifenomeno della materia, cioè non dipendiamo da molecole come neurotrasmettitori e neuromodulatori per pensare, giudicare o sognare, bensì la nostra mente è in grado di crearle a seguito di un’intenzione divina. Quando una persona è depressa, ansiosa, in preda al panico o altro, non si può attribuire l’alterazione mentale ad uno squilibrio di queste molecole, ma ad una rappresentazione mentale sbagliata di ciò che siamo.

Il nostro stato di salute dipenderebbe quindi dal nostro condizionamento ipnotico sociale che ci ha relegati a macchine passive, sensibili a fattori esterni. Niente di più fuorviante, sbagliato e ipnotizzante! Siamo noi che creiamo la nostra realtà, su tutti i piani, siano essi spirituale, mentale che fisico! Bisogna avere conoscenze, distaccarsi dal consueto, rendersi indipendenti e al servizio degli altri.

Con questo non voglio sminuire la neurofarmacologia, né le scienze mediche, ma voglio essere uno stimolo per allargare la visuale, così come un microscopio ha fatto conoscere mondi sconosciuti alla “scienza ufficiale” precedente alla sua scoperta.

Notevoli sono gli studi sulla coscienza quantistica del medico Stuart Hameroff, da poter consultare sul sito dell’Arizona University

EVOLVERSI PER CONOSCERE DIO

D – In una sua precedente intervista lei ha dichiarato che ” la realtà è una cospirazione creata dall’illusione dei sensi “. Fenomenologie quali la chiaroveggenza, la telepatia o la telecinesi ci suggeriscono che il nostro cervello è strutturato in modo tale da potere trascendere la materia per sintonizzarsi con realtà invisibili. Anche qui, il paradigma della fisica quantistica ci viene in aiuto?

R – Secondo studi effettuati da Newberg e d’Aquili, medico radiologo l’uno e psichiatra l’altro, profondi e seri studiosi delle dinamiche cerebrali inerenti le esperienze mistiche e religiose (hanno coniato il termine “Neuroteologia”), il nostro cervello si è evoluto per conoscere Dio.

Molte parti ben strutturate del cervello (ipotalamo, amigdala, corteccia fronto-parieto-occipitale, l’ippocampo) entrano in funzione in modo ben specifico durante i fenomeni invisibili di cui parlavo sopra. E’ ovvio che Dio si manifesta attraverso l’attivazione di queste aree cerebrali.

Un altro studioso, il neurologo Justin, nel suo stupendo libro “Zen and the brain”, riporta molti dati scientifici riguardanti la pratica Zen di cui lui stesso era cultore e praticante. In questo testo vengono esaminate quali aree cerebrali sono coinvolte nelle fenomenologie invisibili Zen, nella meditazione, nelle esperienze mistiche e nella comprensione della coscienza Zen e del nostro Sé.

“Tutte le fenomenologie quantistiche, la chiaroveggenza, la telepatia, la telecinesi, la visione a distanza, l’azione a distanza e il controllo delle funzione corporee, avvengono nel regno quantistico.”

UN NUOVO MODELLO PER INTERPRETARE LA REALTA’

Secondo un nuovo schema d’interpretazione della realtà, regalatoci dalla fisica quantistica, si distinguono:

a) un mondo materiale, campo dei nostri sensi, dove ogni cosa è messa in relazione a ciò che percepiamo. E’ questo il regno dove si muove ancora il vecchio paradigma e dove confluiscono, si rendono visibili, le creazioni quantistiche. Esso rappresenta un’illusione perché tutto il mondo materiale è luce, energia, informazione dove ogni particella compare e scompare all’esistenza più di un milione di volte al secondo!

La frase “La realtà è una cospirazione creata dall’illusione dei sensi”, pronunciata dal fisico e matemetico Penrose, si riferisce a questo mondo materiale in preda agli attaccamenti ed ottuso ai nobili valori intrinseci ad ogni creatura terrestre.

b) un mondo quantistico, dove si formano il tempo e lo spazio, dove agisce la mente e dove Dio incontra gli uomini. E’ il mondo degli angeli, dei fenomeni attribuiti per molto tempo solo ai santi, delle rivelazioni, della sincronicità, delle visioni. E’ qui che la natura e il nostro Spirito prendono i materiali grezzi per creare, con Dio, le nostre realtà psichiche e materiali.

c) un mondo virtuale, sede della pre-creazione, dove risiede il nostro Spirito e dove non esiste né spazio, né tempo. E’ il mondo in cui “volano le aquile”, cioè le nostre consapevolezze eterne in grado di osservare, senza criticare, tutto ciò che ci accade nel mondo materiale e che, se contattate, ci indicano le vie da seguire per la realizzazione dei nostri sogni più intimi.”

LA MEDICINA DELL’ETERNITA’

D – Con quale sapienza e con quali strumenti lei si adopera a prestare la sua opera di “medico dello spirito”? Come interviene per aiutare la “guarigione dello spirito” ?

R – Penso a tre livelli , tre età, della medicina. La Medicina della Prima Era, o delle proprietà materiali dello spazio-tempo, è una medicina strettamente correlata alla funzionalità degli organi, ai farmaci e agli interventi chirurgici. L’aspetto mentale non viene considerato e l’approccio relazionale guarda al ‘paziente del letto n° 5’ o al ‘cardiopatico in corsia’.

Quindi c’è una Medicina della Seconda Era. E’ la medicina che riconosce nell’effetto placebo il concetto di mente limitata dal corpo, di “mente localizzata”.

Mi spiego. Partiamo dai neuropeptidi che, localizzati nel cervello, informano tutte le parti del corpo. Pensiamo ora al nostro corpo come ad un ologramma, ad un insieme di cellule capaci di memorizzare.

Un’emozione positiva non potrà che migliorare complessivamente la nostra salute poiché ogni piccola particella riconosce il riflesso dell’insieme. La psico-neuro endocrino-immunologia appartiene a questa seconda era, così come l’ipnosi, la visualizzazione creativa e l’imaging. Nella seconda età della medicina, la mente ha un ruolo decisivo nel processo di guarigione.

Infine la Medicina della Terza Era, quella “non locale”, di cui io mi occupo. E’ la medicina dell’eternità. La mente, che non ha limiti, permette guarigioni a distanza, diagnosi a distanza senza spazio- tempo.

Questo approccio della medicina comprende le preghiere per intercessione, le azioni transpersonali e naturalmente i sogni, che hanno un’importanza capitale sia nella diagnosi che nella cura. Se consideriamo la preghiera in termini di ‘comunicazione non-locale’, tra la mente del medico e quella del paziente, assume grande importanza che il medico preghi insieme al paziente, che entri in comunione con lui. In questo senso, la Medicina della Terza Era intende una realtà di Dio non separata da noi. La preghiera, se connessa ad un’azione d’amore, agisce per intercessione creando un ponte tra il nostro regno spirituale e il contatto con Dio.

IL MEDICO-SCIAMANO E IL MISTERO DELLA MORTE

D – Medicina e contatto con il divino. Dottor Gaetano Conforto, ascoltandola ho la sensazione che stia prendendo forma una figura di medico nella quale confluiscono diversi saperi. Il medico, il fisico, lo psicologo. Ma anche lo sciamano e l’uomo dello spirito.

R – Io non sono per le classificazioni e per le etichette. Non hanno senso con il nuovo paradigma. Siamo fluttuazioni energetiche, interagenti continuamente ed interconnesse l’una con l’altra. Siamo potenzialmente i creatori di queste fluttuazioni energetiche! È nostra responsabilità lo stato dei nostri simili, del nostro ambiente, della loro felicità o infelicità. Non posso considerare il paziente un’entità separata da me, dagli altri, dall’ambiente.

Dalla mia esperienza personale ho acquisito insegnamenti eterni e moderni che desidero mettere al servizio dei miei simili. Non importa se il vecchio paradigma li classifica come atti alternativi, diversi, naturali, o quant’altro, importa che io sia consapevole, insieme a tanti altri bravi medici che seguono il nuovo paradigma, che sono su questo pianeta per assolvere un compito, tramite la conoscenza che riceviamo ed acquisiamo, mirato ad avvicinare gli esseri umani a Dio e alla loro natura divina. Se questo significa medico spirituale o sciamano dipende da quale prospettiva deriva la classificazione, comunque sempre lontana dalla realtà che vede l’unione del tutto senza classificazioni.

D – La morte per molte persone resta un mistero inquietante e spaventoso. Ritiene che questo approccio della medicina possa aiutare l’uomo ad accostarsi alla morte con maggiore consapevolezza e serenità?

R – “Le mie personali esperienze, unite al concetto che le particelle subatomiche non nascono e non muoiono, mi hanno portato a trasmettere queste conoscenze alla persona, oltre che ai familiari, che sta per ritornare al mondo quantistico e virtuale. Sappiamo che gli strumenti d’aiuto possono essere sia visibili sia invisibili. Il morente comincia ad intravedere le presenze caratteristiche del mondo quantistico: i propri cari defunti, una luce che dà conforto e tranquillità, oppure presenze non definite.

Il compito del terapeuta è quello di facilitare questa comunicazione senza ostacolarla e, rendendo consapevoli anche i familiari che la vita non finisce ma si trasforma, creare un ambiente di amore e di pace, dove i concetti di spazio-tempo lasciano il posto al concetto quantistico di eternità. Ecco la provenienza del termine ‘medico eternista’. A questo proposito, sono state studiate musiche atte a facilitare il passaggio di dimensione e canti particolari di origine medievale.

“Se riusciamo ad innalzare la consapevolezza di quanto sta accadendo, la morte non diventa la fine di una vita, ma la fine di un’esperienza a cui ne fa seguito un’altra, ed un’altra ancora…”

D – Dopo avere seguito i suoi seminari e a conclusione di questa nostra chiacchierata, ho la sensazione che lei sia un uomo curioso, testardo e acuto. Così convinto che in ogni pollo di questo pianeta si agiti un’aquila, da scandagliare l’Italia raccontando di elettroni e salti quantici a persone che, superato l’iniziale terrore per la materia, riescono finalmente ad avere chiarezza sulle domande fondamentali della vita.

R – In effetti, sono uno spirito libero che ha cercato di capire che ci facciamo qui. Per guarire bisogna volare nei piani alti, non si guarisce nei piani bassi.

Approfondiremo e voleremo, perché quando un’aquila vuole fare una cosa ci riesce!”.

Roberta Piliego

quantumedicine.com