Influenza Aviaria

Il Giornale Online
COS’È UN'INFLUENZA AVIARIA?

Con il termine di influenza aviaria si intende un'infezione virale che colpisce gli uccelli, tanto quelli selvatici quanto quelli domestici. Le manifestazioni variano da leggere a molto gravi e contagiose e possono portare alla morte del volatile. Solitamente i virus aviari non sono infettivi per l’uomo, né si trasmettono da persona a persona. In questo momento, H5Nl è il virus protagonista dell'influenza aviaria che sta circolando rapidamente tra gli allevamenti di pollame asiatici causando moria di uccelli. L’H5N1 sta destando preoccupazione a livello mondiale sia per i gravi danni che sta arrecando all'economia avicola, sia per il rischio sanitario. L’influenza aviaria non deve essere confusa con l'influenza stagionale che colpisce l'uomo; ciò di cui si discute è un'eventuale mutazione del virus H5N1 che lo trasformi in un virus influenzale trasmissibile da uomo a uomo.

CHE VIRUS È?

H5N1 è un virus influenzale di tipo A. Come tale, è particolarmente instabile e muta velocemente. Sulla sua superficie sono presenti le proteine che caratterizzano il virus: emoagglutinina (indicata con H, dall'inglese Hemagglutinin) e neuraminidasi (N). Di qui il nome di virus H5N1, poiché, delle 16 emoagglutinine conosciute, possiede la numero 5, e delle 9 neuraminidasi sinora note, possiede la numero 1. La superficie stessa del virus è proteica ed è indicata come proteina di matrice (M2). L’interno è costituito da una singola catena di RNA, costituita da 8 geni.

Note, dal 1997, F15NI ha determinato moria di uccelli ma pochissimi casi di contagio nell'uomo, nonostante i numerosi contatti uomo-uccello che sono certamente avvenuti soprattutto nei paesi dove le norme igieniche negli allevamenti non sono osservate e animali domestici e uomo coesistono in stretto contatto. Tale non è la situazione in cui noi occidentali viviamo. Per completare il suo salto di specie, H5N1 dovrebbe “imparare” a passare da uomo a uomo e ciò, nonostante alcuni sospetti, non si è verificato. I sospetti sono dovuti al fatto che, tra i pochi casi umani riscontrati in otto anni, alcuni si sono verificati in membri della stessa famiglia e in tempi ravvicinati tra loro. Non esistono però accertamenti scientifici che abbiano evidenziato l'esistenza di un ceppo di H5N1 con caratteristiche di trasmissibilità uomo-uomo .Ciò fa supporre che i casi suddetti siano solo esempi di concomitante infezione uccello-uomo verificatasi in membri della stessa famiglia per motivi di promiscuità con i volatili domestici. Inoltre, nessuno del personale sanitario venuto a contatto con i pazienti infetti è stato a sua volta contagiato. Ciò costituisce un ulteriore elemento per escludere la trasmissibilità uomo-uomo.

RISCHIO SANITARIO?

H5N1 si localizza e si replica nell'intestino dei volatili i quali lo eliminano tramite le feci. Attraverso il contatto oro-fecale si realizza il contagio tra uccelli. Molte specie di uccelli selvatici migrano, consentendo così la possibile disseminazione del virus, ma in otto anni di esistenza possiamo ipotizzare numerosissime possibilità di contagio che sinora si sono tradotte in epidemie tra gli uccelli, ma non tra gli uomini. Al di là degli uccelli migratori, le preoccupazioni per una possibile epidemia sarebbero motivate dal fatto che H5N1, quale virus di tipo A, è propenso a mutare. Per risultare veramente pericoloso per l’uomo, durante questa mutazione, dovrebbe “capire” come fare per trasmettersi direttamente ed efficacemente da uomo a uomo, così come fanno, i comuni virus influenzali umani. Il virus potrebbe arrivare a ciò spontaneamente, ma questa possibilità in otto anni ancora non si è verificata. Oppure potrebbe rimescolare i propri geni con quelli del virus dell'influenza stagionale umana, se entrambi si trovassero contemporaneamente presenti nello stesso individuo e comunque, dovesse accadere ciò, non si può conoscere a priori la patogenicità del nuovo virus, che potrebbe anche placarsi rendendo la malattia progressivamente meno grave. La cosa certa è che, al momento attuale, nessuno può dire se questo virus potrà mai esistere o meno.

LE “STRATEGIE” DELLA SANITÀ MONDIALE

Al fine di contenere un'eventuale epidemia nell'uomo, che per il momento, come abbiamo dimostrato, è solo un elenco di “potrebbe”, il sistema sanitario sta mettendo a punto principalmente due linee di difesa. La prima è costituita dai vaccini, la seconda dai farmaci antivirali. Il vaccino antinfluenzale attualmente in commercio è studiato per stimolare la difesa immunitaria attiva dell'organismo contro il virus influenzale stagionale. Tale vaccino, ammesso che dia una reale protezione nei confronti dell'influenza stagionale, non è in grado di prevenire l'influenza aviaria. Per studiare e sviluppare un vaccino utile contro l'ipotetico “nuovo” virus H5N1, trasmissibile da uomo a uomo, la sanità dovrebbe attendere di conoscerne le caratteristiche e, quindi, che si verifichi la mutazione che lo renda “umano”. Inoltre, dovesse accadere, trascorrerebbero da 6 mesi ad 1 anno prima di poter approntare il vaccino specifico. In alcuni ambienti sanitari si ritiene comunque che vaccinarsi per l'influenza stagionale diminuirebbe il rischio che il virus dei polli si mescoli con il virus umano non tenendo presente che tale rischio è comunque solo teorico e, nel caso, si verificherebbe dove entrambi i virus sono presenti, ossia in Asia. Inoltre, una vaccinazione di massa esporrebbe inutilmente un gran numero di persone alle non poco frequenti reazioni avverse al vaccino stesso.

Sui farmaci antivirali c'è da dire che, data la rapidità di mutazione e anche la tendenza dei virus a sviluppare resistenza nei confronti dei farmaci, nessun virus è stato mai realmente sconfitto da cure farmacologiche. Esistono due classi di farmaci antivirali:

M2 INIBITORI – capaci di agire sulla proteina di matrice della superficie del virus ed inattivarlo. A questa categoria appartengono: amantadina e rimantadina. Gli svantaggi dell'impiego di queste molecole sono: 1) veloce sviluppo di resistenze, 2) uso sconsigliato in gravidanza, 3) necessità di monitoraggio se impiegate in pazienti anziani. Nel caso specifico inoltre, è stato evidenziato che il virus H5N1 è resistente ad entrambe le molecole. Tale resistenza puô essere conservata nell'eventuale “nuovo” virus modificato.

INIBITORI DI NEURAMINIDASI – capaci di agire su una delle proteine di superficie, inattivando il virus. A questa categoria appartengono due molecole: oseltamivir e zanamivir. Entrambi necessitano di essere assunti entro 48 ore dall'insorgenza dei primi sintomi. Eoseltamivir, attualmente in commercio pur ancora in fase di sperimentazione, è stato utilizzato per curare casi di influenza aviaria in Tailandia e Vietnam; a parte i costi elevati e le pesanti controindicazioni, sta dimostrandosi inefficace. È infatti recente la notizia secondo la quale alcuni ceppi di H5N1 avrebbero sviluppato resistenza all'oseltamivir. Il farmaco zanamivir sembra invece per il momento efficace, ma la sua somministrazione è limitata all'uso inalatorio, in pazienti di età superiore ai 12 anni ed il suo uso è sconsigliato in gravidanza.

Fonte:aerrepici.org

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