Carissimi lettori di Altrogiornale proponiamo una nuova intervista al caro Mauro Biglino, amico di Altrogiornale da anni. Mauro sin dal primo giorno che ci conoscemmo si dimostrò una persona squisita, sempre attento alle richieste di un semplice sito dove un gruppo di persone ce la mettevano tutta per cercare di veicolare la giusta informazione. Col tempo Altrogiornale è diventato una testata giornalistica italiana, grazie anche ai suoi articoli, video ed interviste. La caratteristica che distingue Mauro è la sua onestà intellettuale atta al desiderio di far conoscere piuttosto che imporre il suo pensiero.
pasgal: Ciao Mauro, come procedono gli studi?
Mauro: Posso dire con soddisfazione che procedono bene e che hanno conferme continue. Le curiosità che coltivo e l’applicazione della chiave di lettura letterale sta portando alla composizione di un mosaico sempre più coerente e affascinante.
Sono sempre più convinto che la storia dell’umanità dovrà essere riscritta e assieme a questa anche la storia delle religioni che in gran parte l’hanno condizionata e la stanno condizionando.
pasgal: Ma chi dovrà farlo?
Mauro: Penso che il compito spetti alla scienza cosiddetta ufficiale, quelle che viene universalmente riconosciuta e considerata unica detentrice del diritto di farlo.
Penso che si possa essere ottimisti: nonostante le resistenze fortissime che vedo esprimersi anche con violenza nei miei confronti rilevo la sempre maggiore presenza di studiosi accademici negli ambiti più diversi – dalla teologia alla genetica – che iniziano a prendere in seria considerazione le ipotesi sino ad ora considerate “alternative e fantasiose” e scartare quindi a priori.
Le cose stanno cambiando, per fortuna.
pasgal: Ci sono novità di rilievo?
Mauro: Come dicevo prima, ci sono ad esempio sviluppi nell’ambito della genetica che potrebbero portare a rivedere la stessa formazione dell’uomo inserendo l’ipotesi di una terza via tra il tradizionale evoluzionismo darwiniano e il dogmatico creazionismo.
Il creazionismo non ha alcun fondamento biblico perché gli elohim non hanno creato nulla, come ho documentano nei miei lavori precedenti: la Bibbia scritta in ebraico non parla mai di creazione; il darwinismo spiega molto ma non tutto; la terza via prevede un intervento esterno atto ad accelerare lo sviluppo dell’homo sapiens: questa ipotesi sarebbe in grado di spiegare le varie incongruità e stranezze che la pura dottrina evoluzionista lascia senza risposta. Certo è che gli studi devono procedere e speriamo che scienza provveda ad aprirsi alle ipotesi contenute nei racconti dei popoli antichi di tutto il pianeta.
Una seconda novità è la seguente.
Nell’ultimo anno ho dedicato del tempo ad una curiosità che coltivavo da tempo, una rivisitazione della cultura greca classica con una rilettura dei poemi più conosciuti: Iliade ed Odissea. Ho rilevato dei parallelismi inattesi e sorprendenti con le narrazioni bibliche; ne sto parlando nelle conferenze e ne scrivo anche nel libro in uscita.
Queste corrispondenze sono strane al punto da ritenere impossibile che gli autori di quei testi abbiano avuto esattamente le stesse intuizioni o abbiano elaborato le stesse invenzioni fantasiose quando parlavano di quegli individui che la Bibbia conosce con il nome di elohim e i greci con il nome di theoi. Insomma anche quella parte di cultura occidentale secondo me andrebbe riesaminata con occhi nuovi.
pasgal: Pensi di dedicarti ad altri testi prodotti da altre culture?
Mauro: In futuro è possibile che la mia curiosità mi spinga ad approfondire anche altre strade. Da quel poco che attualmente ne so è maturata in me una convinzione: i popoli di tutti i continenti ci hanno raccontato sostanzialmente la stessa storia e la Bibbia mi appare sempre più come uno dei tanti libri che l’umanità ci ha lasciato. La Bibbia si presenta ai mei occhi come un racconto che contiene la storia del rapporto di un popolo con il suo governatore che conosciamo con il nome di Yahweh, uno di quegli individui che si sono spartiti il pianeta, esattamente come racconta anche Platone nel Crizia: un dialogo platonico che in quel passo richiama straordinariamente la divisione narrata nei capitolo 32 del Deuteronomio.
I testi dell’estremo oriente sono illuminanti da questo punto di vista ma ciò che veramente mi ha colpito è trovare questi parallelismi nella cultura classica che dall’età del liceo classico avevo sempre considerato come pure opere di poesia epica. Ora mi sto convincendo che non sono solo composizioni poetiche ma, come la Bibbia, testi in cui sono contenuti ricordi del periodo in cui i theoi (gli elohim biblici) vivevano a stretto contatto con gli uomini.
pasgal: Che reazioni suscita il tuo lavoro?
Mauro: Di ogni tipo: dalla adesione totale al rifiuto totale.
In questi tre anni di attività pubblica ho notato una curiosità: spesso i critici tentano addirittura di screditare le fonti che io cito e lo fanno con lo scopo di annullare ogni validità ai contenuti che quelle fonti esprimono.
L’atteggiamento è questo: se una fonte dice cose che “piacciono” ai sostenitori delle varie “verità”, questi ultimi non verificano nulla e accettano immediatamente le affermazioni di quella fonte.
Se invece una fonte contrasta con le loro idee, altrettanto immediatamente la attaccano con lo scopo di demolirne ogni credibilità.
La cosa curiosa è la seguente: se fossero coerenti nella applicazione di quella loro regola dovrebbero immediatamente buttare la Bibbia nel cassonetto perché la Bibbia “non ha fonti”: non sappiamo chi l’ha scritta, né quando, né sappiamo quali fossero i segni vocalici originali e si sa che i segni vocalici sono i portatori dei significati…
L’unica certezza che abbiamo è stata bene espressa dal prof Alexander Rofe, uno dei massimi biblisti israeliti viventi (docente alla Hebrew University di Gerusalemme) quando ha rilevato che ogni testo biblico scritto sotto dettatura o copiato “non è mai uguale a quello precedente”.
Quindi, come dico sempre, dovremmo tutti prendere atto del fatto che “con la bibbia possiamo solo fare finta che…” e cessare di avere la pretesa di ricavarne verità “assolute”, quelle che riguardano i cosiddetti mondi spirituali: l’Antico Testamento non se ne occupa, così come non si occupa di Dio.
Se Dio esiste, per fortuna non dipende da quel libro e soprattutto non è quel Yahweh di cui parlano quei racconti. Di qui nasce la mia convinzione che la Bibbia sia un normalissimo libro, scritto, riscritto, modificato, cancellato, corretto, emendato, interpolato, per secoli, da parte di tutti coloro che si sono attributi il potere e il diritto di farlo. Questo documenta che quei testi non erano certo considerati sacri: i libri sacri – per definizione – non si toccano e invece questo avviene ancora oggi…
pasgal: A questo proposito, in relazione al tuo nuovo libro “La Bibbia non è un libro sacro di Mauro Biglino” una domanda è d’obbligo: perché questo titolo così provocatorio?
Mauro: La motivazione formale della scelta si trova ovviamente in apertura del libro stesso e il lettore capirà quanto sia chiara e fondata. In ogni caso posso dire che l’intero mio lavoro di questi anni documenta come il titolo sia ampiamente giustificato. Il problema infatti non è dato tanto da una eventuale dissacrazione bensì dalla pretestuosa sacralizzazione che nei secoli è stata condotta in modo artificioso e ingannevole su un testo che aveva altre caratteristiche e altri fini.
Gli autori biblici in origine non volevano creare un pensiero religioso ma narrare una storia che spiegasse le origini, le caratteristiche e le prerogative del popolo cui appartenevano. Ciò che su quel testo è avvenuto nel tempo documenta inoltre la grande ipocrisia di coloro che formalmente lo definiscono sacro ma che nei fatti lo usano – e lo hanno liberamente usato – come se non lo fosse. Ma tutto questo è documentato nel mio libro.
pasgal: Ti senti portatore di una nuova verità?
Mauro: Assolutamente no. Nel libro intendo documentare in modo inequivocabile quanto sia fondato ciò che vado dicendo da anni: con la Bibbia possiamo solo “fare finta che…”.
So che sulla Bibbia sono state costruite/inventate molte verità, e so bene di non possederne alcuna ma – ma al contempo e senza presunzione – sono consapevole di aver maturato nei decenni almeno quel poco di conoscenza che è sufficiente per svelare i palesi inganni altrui: i diciassette libri di mie traduzioni letterali pubblicati dalle Edizioni San Paolo testimoniano in questo senso. Le falsità elaborate da molte correnti dottrinali (teologiche o esoteriche) sono evidenti e su di esse è necessario porsi domande. I dubbi che sorgono nella mente del lettore sono il vero pharmakon che stimola l’avvio di un processo di conoscenza autonomo, indipendente da ogni forma di condizionamento.
Uno dei volumi che contiene 5 libri dell’Antico Testamento da me tradotti è stato addirittura adottato come testi di riferimento all’interno della Università degli studi di Napoli, L’Orientale, per il Corso di lingua e letteratura ebraica biblica e medievale. Quindi, forte anche di questi riconoscimenti, proseguo lungo il cammino tracciato in questi anni: traduco letteralmente l’ebraico, provo a raccontare con la massima chiarezza possibile ciò che trovo e se ciò che trovo è una fiaba, proprio come Pinocchio, io racconto Pinocchio, ma bisogna sapere che in quel caso la fiaba l’hanno introdotta ed elaborata i redattori della Bibbia ebraica.
pasgal: Quindi in cosa consiste, o dovrebbe consistere, secondo te il lavoro da condurre sulla Bibbia e quali scoperte hai fatto?
Mauro: Ho detto prima dei palesi inganni. Lo scopo dichiarato di questo lavoro e dei libri già pubblicati, è proprio quello di provare a togliere le ‘coperte’ e quel velo di mistero che è stato disteso nei secoli per occultare ciò che non era, e non è, ritenuto accettabile dalle dottrine. Questo è stato fatto nel corso dei secoli: tentare di coprire ciò che il testo invece narrava chiaramente. Teologi, esegeti, sedicenti maestri spesso hanno “coperto e coprono” il significato palese del testo per poi autoaffermarsi come interpreti unici, detentori della conoscenza che dispensano con sussiego e talvolta con arroganza.
Io non ho scoperto nulla, ma se si vuole parlare di ‘scoperta’, possiamo utilizzare il termine nel suo significato più vero: eliminazione delle ‘coperte’ che sono state poste artificialmente. Sono proprio gli studi condotti da persone libere a tracciare la strada da percorrere per il futuro; persone al di sopra di ogni sospetto: archeologi israeliani, docenti di storia delle università di Gerusalemme e Tel Aviv, decine di rabbini, ricercatori alternativi non condizionati dalla necessità di difendere rendite di posizione o carriere… In sostanza, continuo a provare a leggere quel libro con disincanto e mi accorgo che sotto i miei occhi si va componendo un mosaico che, nella sostanza, non necessita di categorie interpretative complesse ed articolate.
Tutto è sotto il nostro sguardo e da un anno ormai vado documentando nelle conferenze come questo mosaico affascinante sia presente nelle Bibbie di cui tutti disponiamo. I miei libri evidenziano questa realtà con approfondimenti e analisi derivanti dalle traduzioni letterali dell’ebraico biblico. Questo ultimo lavoro va oltre e offre alla riflessione temi nuovi.
pasgal: A questo proposito, puoi dirci quali novità contiene questo tuo ultimo libro rispetto ai precedenti?
Mauro: A differenza degli altri è costruito come una sorta di conferenza in cui i pensieri viaggiano liberi in un percorso in cui un tema rimanda ad un altro. Oltre all’aspetto formale ci sono naturalmente molti elementi nuovi nei contenuti. Ho concesso molto spazio alle tesi dei rabbini che studiano l’Antico Testamento con un atteggiamento libero dai condizionamenti dell’ultraortodossia integralista e dell’ideologia di stampo nazionalista (conosciuta con il termine sionismo), il cui dogmatismo non ammette dubbi o riflessioni che abbiano potenzialmente conclusioni diverse da quelle già predefinite.
Affronto la questione della attendibilità della Bibbia e della conseguente incoerenza delle elaborazioni teologiche spiritualiste che su di essa sono state basate; per la prima volta formulo la mia ipotesi sulla possibile vera natura del famosissimo Albero della vita che si trova in Eden; analizzo il tema del peccato originale e delle sue conseguenze sulla cristologia; riporto la sintesi di studi dei genetisti che paiono evidenziare parallelismi sorprendenti con le ipotesi che vado formulando sulla origine dell’uomo; evidenzio palesi contraddizioni nelle dottrine spiritualiste correnti; rispondo direttamente ed indirettamente ad analisi critiche del mio lavoro che sono state pubblicate in questi anni; in un capitolo ipotizzo la ricostruzione delle motivazioni e degli aspetti operativi che hanno portato alla nascita delle strutture religiose che conosciamo… e molto altro ovviamente.
pasgal: Grazie di cuore Mauro…
Mauro: Ringrazio dell’attenzione e porgo un amichevole saluto a tutti i lettori di Altro Giornale.
Mauro Biglino è curatore di prodotti multimediali di carattere storico, culturale e didattico per importanti case editrici italiane, collaboratore di riviste, studioso di storia delle religioni, traduttore di ebraico antico per conto delle Edizioni San Paolo. Da circa 30 anni si occupa dei cosiddetti testi sacri nella convinzione che solo la conoscenza e l’analisi diretta di ciò che hanno scritto gli antichi redattori possano aiutare a comprendere veramente il pensiero religioso formulato dall’umanità nella sua storia.