Intervista a Umberto Di Grazia

Credo siano davvero in pochi – per lo meno tra gli appassionati del settore – a non conoscere Umberto Di Grazia, noto ricercatore psichico e sensitivo, salito alla ribalta grazie alle sue straordinarie doti, quelle che la maggior parte della gente e degli studiosi definisce “paranormali”.
Umberto nasce il 5 settembre del 1941 a Viterbo per poi trasferirsi a Roma e, fin da piccolo, mostra peculiarità psichiche che lo differenziano dalla “gente comune”: sembra in grado di sentire, e di vedere, ciò che altri essere umani non sentono e non vedono. Le sue capacità percettive si rivelano, nel tempo, straordinarie, e Umberto inizia a essere invitato a trasmissioni televisive (si veda, per esempio, il Maurizio Costanzo Show), come prova tangibile del fatto che le famose facoltà ESP (percezioni extrasensoriali) esistono realmente.

La partecipazione a talk show e programmi televisivi rappresenta, però, soltanto una delle innumerevoli e importanti cose che il sensitivo ha portato avanti durante la sua vita. Umberto si è infatti prestato a sperimentazioni scientifiche volte a spiegare fenomeni apparentemente inspiegabili e a diffondere se non una nuova forma di conoscenza, quantomeno l’invito alla scienza a guardare con occhio diverso tutto ciò che rientra nel campo della così detta “parapsicologia” e a indagarvi con obiettività e impegno.

Da questo appello, la cui eco si è diffusa negli anni grazie alla cassa di risonanza dei nuovi mezzi di comunicazione, sono nate molteplici collaborazioni tra Umberto Di Grazia e la scienza ufficiale: Stephan Schwartz, membro della Royal Geographical Society e fondatore del “Mobius Group”, ha voluto studiare il “caso Di Grazia” e, assieme, hanno portato avanti numerose indagini; Francesco Bruno, noto criminologo spesso interpellato dalle emittenti televisive durante i tristi misfatti di cronaca, collabora con Umberto da parecchio tempo; il professor Mario Bruschi del Dipartimento di Fisica all'Università La Sapienza ha eseguito, con l’ausilio delle facoltà di Umberto, numerosi esperimenti basati su rigorosi protocolli scientifici e conseguendo risultati eccezionali. Ma la vita di Umberto vanta altri numerosissimi incontri con personaggi illustri del settore tecnico-scientifico. Chi volesse invece conoscere alcuni dei risultati ottenuti da Umberto grazie alle sue doti, può visitare il seguente link: coscienza.org/UmbertoDi%20Grazia3.htm.

SPECCHIO – Carissimo Umberto, innanzi tutto grazie per voler condividere con noi le tue esperienze di vita e la tua conoscenza, avallata da prove concrete, del settore che tutti ancor oggi si ostinano a definire “paranormale”. Questo termine, coniato agli inizi del ‘900 da Charles Richet, identificherebbe – stando alla preposizione greca para che lo regge – quel complesso di fenomeni che va “oltre il normale” e che, al momento, sembrerebbe trasgredire le leggi scientifiche finora accertate.

In particolare, la “paranormalità” trascenderebbe le nozioni secondo cui la realtà è conoscibile solo attraverso i sensi fisici e quella secondo cui è possibile influire sulla materia solo attraverso una forza fisica (e non psichica). Eppure, fenomeni relegati come “paranormali” sono reali, concreti, tangibili e visibili. A chiunque sarà capitato, più o meno frequentemente, di sperimentare episodi di telepatia e/o di preveggenza e/o di empatia. Fino a qualche tempo fa la scienza li attribuiva al caso (l’identificazione attraverso questo termine non fuga, però, la concretezza di tali fenomeni). Oggi le cose iniziano a cambiare, anche grazie ai nuovi approcci della Fisica Quantistica. Tu sei fondatore e presidente dell’I.R.C. (Istituto di Ricerca della Coscienza) il quale, tra le altre cose, si occupa delle recenti scoperte in questo campo. Ti va di parlarci un po’ di questa tua iniziativa?

UMBERTO – Il tutto nasce negli anni ‘80 e dal mio impegno nel cercare di dare informazione e confrontarla con ciò che veniva fatto nel mondo, seppur in modo distorto, sia nel settore della ricerca allora denominata Parapsicologica, sia in quello dei “fenomeni di confine”, studiati e descritti sin dai tempi più antichi della nostra civiltà. Avevo capito che le persone che sperimentano “fenomeni inconsueti o paranormali”non sono necessariamente dei mitomani o dei folli – come ancora oggi si crede a causa della politica distruttrice dell’informazione. Ho messo molto impegno in tutto ciò, anche perché avevo osservato che le persone sensibili possono scoprire di avere “altre potenzialità della mente” e, nello stesso tempo, se non ben seguite, rischiano di chiudersi in se stesse o di diventare esaltate.

Lo sapevo perché ho sperimentato questo sulla mia stessa pelle. Da sempre, infatti, riesco a vedere circostanze verificatesi nel passato (retrocognizioni), anticipo eventi del futuro (precognizioni) e vivo fenomeni di “dilatazione della Coscienza” ( O.O.B.E.). Tutto ciò si è stabilizzato in me nel 1963, dopo tre anni di eventi terrificanti. Non è stato facile trovare “veri”esperti del settore e, alla fine, ho deciso di mettermi in viaggio con l’intento di cercarli. Sono passati molti anni, e ho fatto due volte il giro del mondo per trovare università, medici, maestri e altro… e ancora non mi sono fermato.

Ho una formazione scientifica (studi in meteorologia, fisica, psicologia, storia del mondo e filosofia, antropologia) e, negli anni 80, ho creato una associazione formata sia da scienziati sia da persone comuni, unitisi per studiare, prepararsi e divulgare le loro scoperte. In realtà, nel 1974 avevo già fatto parte di un gruppo molto interessante (Dimensione Uomo) che, però, come capita spesso, si era sciolto dopo pochi anni. Ora ho compagni e compagne di viaggio pronti a opporsi al riduzionismo voluto da alcuni al fine di renderci dipendenti da qualcosa che viene dall’esterno. Se, invece, assecondi le potenzialità benefiche (psichiche o paranormali che siano) insite in tutti noi e riesci a conviverci, puoi accedere a una Coscienza elevata che ti permette di incidere notevolmente su te stesso e sulla società, producendo un cambiamento in meglio.

Tutto questo viene divulgato a viva voce fin dal 1960 (vedi Harman della Stanford e molti altri), ma purtroppo, nel mondo, continua a predominare un bieco sistema materialista. Non a caso, lo psichiatra R.D. Laing affermava che: “Il programma di Galileo ci offre un mondo morto. Vista, udito, gusto, tatto, odorato perdono ogni attendibilità e insieme con loro vengono meno allora la sensibilità estetica ed etica, i valori, la qualità, l’anima, la coscienza, lo spirito. Negli ultimi quattrocento anni non è accaduto nulla che abbia cambiato il nostro mondo più dell’audace programma di Galileo. Dovevamo distruggere il mondo in teoria prima di poterlo distruggere nella pratica”.

Per tornare alla domanda che concerne la nascita dell’IRC e gli obbiettivi che essa si pone, dobbiamo fare un salto indietro, ad alcuni episodi verificatisi nel 1995. Nell’estate di quell’anno una Commissione del Congresso Usa affidò uno studio a esperti esterni, per verificare che i soldi impiegati negli ultimi venti anni dal governo statunitense nel finanziamento di ricerche sul “paranormale”fossero stati spesi bene. Gi esperti incaricati, Jessica Utts della Division of Statistic University of California e lo psicologo Ray Hyman, noto per il suo scetticismo, eseguirono la loro indagine sulla “Remote Viewing”( Visione a Distanza) e concordarono che: “L’evidenza statistica a favore della RV ( Remote Viewing) è schiacciante”. Mentre, però, Hyman insisteva nell’affermare che doveva esserci una spiegazione logica, non sapendo però quale, la Utts, nella sua relazione al governo USA dichiarava: “Usando i criteri di giudizio standard, l’esistenza dei ‘poteri psichici’ è assolutamente provata. I risultati sono riproducibili attraverso esperimenti ben congegnati”.

La Utts, poi, concludeva: “Si raccomanda al governo USA di non sprecare ulteriori risorse in esperimenti volti a provare l’esistenza di tali fenomeni, perché questa è già stata ampiamente provata. Si consiglia invece di finanziare studi per cercare di capire come tali capacità psichiche funzionano e come possono essere potenziate”. Questo è esattamente quello che ho fatto io in tutti questi anni, creando metodi empirici (come quello della “biostimolazione”) e associazioni tra persone che, come me, hanno vissuto fenomeni psichici (ho conosciuto circa 3.000 persone consapevoli delle loro facoltà) e ho scoperto, operando sul campo, che queste “doti” non sono in noi a caso, ma hanno un ruolo importante nel sociale. Questi “sensi Altri”, che vivono in noi in dimensioni più profonde di quella della logica comune e che sono liberi dalle misure del tempo e dello spazio finora conosciute, sono i “sensi della Coscienza”, quel qualcosa che può aiutarci a creare un futuro migliore.

SPECCHIO – Oggi, quindi, ciò che era definito “paranormale”in accezione negativa e finiva con l’identificare l’inspiegabile, inizia a cambiare fisionomia. Ciò che si credeva non si potesse spiegare inizia a essere spiegato. O, quanto meno, l’intento di certe sperimentazioni è proprio questo. Nell’ambito delle tue esperienze e del lavoro che porti avanti con impegno da tanti anni, ormai, hai condotto degli esperimenti sul Multidimensionalismo. Cosa intendi precisamente con questo termine e quali sono i risultati ai quali tu e il tuo gruppo di ricerca siete pervenuti?

UMBERTO – Oggi si parla sempre di più del pensiero che influisce sulla materia, della “intelligenza non locale” che ci collega verso un Tutto, di come programmare i sogni per avere, nello stato di veglia, risposte a domande di difficile soluzione, e la ricerca ci spinge con forza verso il rispetto delle forme di vita tutte. Si viene creando, così, un ponte verso un linguaggio superiore che non risente né del dualismo né di separazioni concettuali spesso criminali, e si scopre sempre di più che viviamo in “un presente continuo”. Col termine “Multidimensionalismo” intendo sottolineare che le nostre energie, conosciute ma non ancora definite, convivono in un presente continuo (come sostenuto da scienziati di tutto il mondo, primo fra tutti Albert Einstein), che lo spazio-tempo è un continuo e che è impossibile tracciare un confine tra il presente e il passato e, forse, anche tra il presente e futuro. In termini biologici, poi, la “quarta dimensione” rappresenta la continuità.

Inoltre, si parla del tempo come forma di energia e Charles Muses, uno dei più illustri fisici teorici degli Stati Uniti, afferma che il tempo, oltre ad avere una sua forma di energia, può essere definito come la struttura casuale che è alla base di ogni liberazione di energia e che la stessa si rivela oscillante. Forse questo concetto è un po’ ostico ma, detto in parole semplici e riferito al Multidimensionalismo, in noi e intorno a noi coesistono forme all’infinito. Dopo 4 anni di studi e di ricerche, abbiamo scoperto che alcune di queste hanno a che fare con i nostri ricordi, le nostre paure, i fatti storici, le emozioni, gli eventi staccati dal nostro presente e molto altro. Inoltre, con particolari tecniche di rilassamento, e operando in un luogo acconcio con l’utilizzo di mezzi tecnologici (come videocamere e macchine fotografiche) che ci permettano di operare con le bande dell’infrarosso e dell’ultravioletto, si registrano facilmente elementi “visibili” da studiare attentamente e che sembrano confermare i concetti sopra espressi. Le conseguenze sul sociale sono moltissime.

Per esempio, alcune foto hanno evidenziato singolari addensamenti di energia in prossimità di persone malate, che si localizzavano vicino alla zona colpita dalla malattia. Lo stesso si è verificato in luoghi in cui, in passato, si sono combattute atroci battaglie o si sono verificati episodi di forte impatto emozionale. Un nostro amico, Pino, dopo tre mesi di coma durante i quali aveva vissuto una forma di “sogni lucidi” ambientati in Francia a cavallo tra la prima e la seconda crociata, e poi sottoposto agli esperimenti da me sopra descritti a un mese di distanza dalla sua uscita dall’ospedale, ha proiettato intorno a sé forme di guerrieri celti e medioevali, donne con bambini, una Madonna, il segno indiano dell’OM e altre figure legate ai suoi interessi.
La domanda, che ancora non ha una risposta certa, è: “Da dove vengono realmente queste cose? Sono immagini a sé stanti, indipendenti, o le forma la mente?”. Tutto sembra essere legato ai ricordi delle persone, alle loro paure, alle ricerche in archeologia e in criminologia. Per la persona che è oggetto di questi esperimenti, vedere queste manifestazioni è utile a rafforzare le difese psico-fisiche e ad aprire la mente a un concetto di “vita che va oltre il normale vedere e sentire”. La ricerca deve andare avanti, con l’aiuto di scienziati. Quello che questo genere di esperimenti ha confermato è che viviamo in un sistema d’informazioni più complesso di quanto immaginiamo e che noi esseri viventi siamo migliori di ciò che ci hanno voluto far credere fino ad oggi.

SPECCHIO – Leggendo gli articoli presenti sul tuo sito ufficiale (www.coscienza.org) e seguendo le vicissitudini che accompagnano gli esperimenti da te condotti, sembra di sentire riecheggiare le parole di antichi testi di saggezza esoterica (si pensi alla Tavola di Smeraldo) e di filosofie religiose: nell’essere umano anima e corpo sono uniti imprescindibilmente. Questo significa che un danno a carico dell’anima si ripercuoterebbe sul corpo e la malattia potrebbe essere considerata come manifestazione di questa ferita più profonda? Com’è possibile che questo avvenga?

UMBERTO – La ricerca scientifica sta cominciando a unirsi alle tradizioni religiose ed esoteriche (intendendo per esoterico tutto ciò che è conosciuto da pochi, e non ciò che comunemente viene associato a magheggi e occulto; sia ben chiaro). Siamo il frutto di un’unione di energie ma, quando nasciamo, il sistema dualistico su cui si fonda il nostro mondo ci porta a scelte che, naturalmente, ci pongono in conflitto. Dobbiamo comprendere che siamo un Tutto, che i concetti di “bene o male”, “luce e ombra”, “buono o cattivo” valgono solo per il mondo del visibile e che, certamente, nel mondo delle percezioni le cose stanno diversamente. C’è qualcosa che va al di là delle separazioni dualistiche e che è complesso da descrivere… si rischia di essere fraintesi, quando si affronta questo tipo di discorso; ma bisogna viverle, certe realtà, per comprenderle.

È giusto partire da una forma di dualismo, poi però bisogna andare oltre. La parte visibile della realtà e quella non visibile (l’anima e il corpo, per definizione semplificata) non sono scindibili. È impossibile porre un confine tra queste due dimensioni, perchè sono parte di un’unica energia che, semplicemente, varia di frequenza. La malattia, in genere, è uno dei segnali d’allarme di un attrito interno (che va oltre il semplice dire e che può avere delle connessioni con fatti lontani da noi). Se fossi una persona che ha potere nelle scelte della sanità, creerei gruppi d’indagine incaricati di analizzare l’ambiente e l’abitazione di persone malate, portando avanti un’indagine volta a verificare diversi aspetti, come la contaminazione chimica, acustica ed elettromagnetica del luogo. Questo per sottolineare che non bisogna porre limiti alla ricerca e che dobbiamo sapere che siamo programmati per la vita e per portare la Coscienza sempre più avanti, unendo ciò che è separato.

SPECCHIO – Questo confermerebbe anche l’ipotesi (e credenza esoterica) secondo cui tutti gli esseri umani sono legati tra loro da un “filo” sottilissimo e che i mali al singolo individuo si ripercuotono con effetto domino sull’intera umanità?

UMBERTO – Certamente e, credimi, ne vedo sempre più conferme, in me e intorno a me. Sono scoperte per cui vale la pena di vivere anche in un mondo, apparentemente, folle e masochista.

SPECCHIO – Nell’interessantissimo articolo “Professione spia psichica” leggiamo degli ormai noti esperimenti portati avanti, durante la Guerra Fredda, sia da parte americana che sovietica nell’ambito della telepatia. Apprendiamo, così, che in territorio americano la CIA, la NASA e altre organizzazioni diedero vita, assieme al Governo, al programma Star Gate, volto a esplorare l’universo dei fenomeni extrasensoriali e finalizzato alla difesa contro gli esperimenti che, contemporaneamente e nello stesso campo, venivano portati avanti dai Sovietici.

Si dice che l’URSS investisse addirittura dai 60 ai 300.000.000 di rubli annui per ingaggiare medium, sensitivi e psichici dotati di facoltà telepatiche e psicocinetiche e arruolarli nel controspionaggio e nella tutela della sicurezza nazionale. Nonostante questo – cosa già di per sé eclatante – e nonostante approfondite ricerche in ambito scientifico (che, quantomeno, farebbero sorgere il dubbio al più inamovibile degli scettici), c’è un’ampia fetta di gente che continua a considerare il fenomeno della telepatia un’idea bislacca di qualche poveretto malato di protagonismo. Perché? È forse la paura che spinge l’uomo ancora oggi a non superare certi limiti?

UMBERTO – In un mio lavoro condotto nel 2000 per “la Critica Sociologica” del prof. Ferrarotti, concludevo dicendo che, oggi:
1. Se non ti ammali sei pericoloso.
2. Se non compri più di ciò che ti serve sei perdente.
3. Se hai delle tue idee sei rivoluzionario.
4. Se hai sensazioni paranormali sei pazzo.
Questo è, in sintesi, il punto. Si ha paura di tutto ciò che aiuta a non dipendere da un bene secondario di consumo. Dire che la telepatia (trasmissione di emozioni, e non parole, come generalmente si crede) non esiste è ridicolo, se non criminale, dopo le migliaia di esperimenti fatti con strumenti di misurazione come l’E.E.G., le inchieste su etnie australiane del National Geographic e gli esperimenti che alcuni sensitivi hanno fatto attraverso “la Visione a distanza”. Tutto ciò ha confermato l’esistenza della telepatia e ha salvato molte vite umane. Direi che è offensivo nei confronti dell’intelligenza umana anche il solo negare l’esistenza della telepatia.

Basta ricordare che Freud credeva, dato non divulgato dai cervelloni della comunicazione, che la telepatia avviene più facilmente in condizioni psicoanalitiche, in cui l’inconscio viene esposto a un esame minuzioso. Il suo saggio su “Psicoanalisi e Telepatia” non fu pubblicato fin dopo la sua morte, ma egli scrisse:
“Se dovessi vivere di nuovo la mia vita, mi dedicherei alle ricerche psichiche piuttosto che alla psicoanalisi (se ricordo bene, Steiger, B ESP, Your Sixth Sense, New York: Award Books, 1966)”.

SPECCHIO – Passando per un attimo dalla scienza alla filosofia (che, se ricercate nella loro origine etimologica, convergono paradossalmente nello stesso punto), per te, Umberto, cosa è reale? In molti definiscono reale ciò che è visibile. Ma ci sono “cose” che, pur non essendo visibili, sono reali. Si veda il pensiero. I cinque sensi costituiscono le uniche strade alla conoscenza?

UMBERTO – Reale è tutto ciò che vive. I nostri sensi, per come li usiamo e limitati dalle varie manipolazioni, non sono molto attendibili. Ma, ripeto, bisogna prendere atto che ciò che percepiamo è il frutto del livello individuale della propria Coscienza e dal punto di vista del quale osserviamo le cose. I cinque sensi, e non sono solo 5 ma almeno 44, rappresentano solo un punto di partenza. Non ci dimentichiamo che la realtà è il frutto dell’elaborazione della mente;
in questo la fisica quantistica e le tradizioni antiche, quella tibetana per prima, fanno scuola.

SPECCHIO – Se posso permettermi di scendere nel personale, Umberto, come e quando ti sei accorto di avere delle doti extrasensoriali?

UMBERTO – Intorno ai cinque anni mi accorsi che ricordavo il momento del parto (sono nato per una caduta di mia madre a 7 mesi), ma anche luoghi e persone del mio primo anno di vita; questo grazie ai sogni lucidi che facevo. A 20 anni sono tornato con i miei genitori, che avevano rimosso molti di questi elementi, e due amici psichiatri, negli ambienti della mia infanzia. Con loro meraviglia, verificarono che ciò che vedevo nei miei sogni corrispondeva al vero e che l’unico errore era dato dalle dimensioni dei luoghi. Poi convennero che questo era semplicemente dovuto al fatto che il mio corpo, essendo all’epoca più piccolo, aveva un rapporto diverso con le misure. In seguito ho fatto sogni retrocognitivi e precognitivi, spesso confermati da successive ricerche. Questo è stato il mio inizio!

SPECCHIO – Queste doti sembrerebbero appartenere a tutti gli esseri viventi, in alcuni in forma latente e in altri in forma manifesta. Questo significa forse che c’è un modo per fare emergere queste qualità intrinsecamente umane?

UMBERTO – Sicuramente sono patrimonio di tutti, ma se cerchi di esercitare questo “potere” sugli altri o lo utilizzi per rafforzare il tuo ego, lo stesso ti darà, man mano, informazioni sbagliate e sempre più confuse. Come sosteneva Patanjali, padre dello yoga pranaiama e saggio vissuto molti secoli fa: quando viaggi nella conoscenza del sé, prima o poi, incontri le siddhi (poteri paranormali) che devi saper osservare e superare per cercare ciò che le unisce, altrimenti ti bloccherai in uno stato delirante di visione di te stesso e del vivere.

SPECCHIO – Ci sono dei rischi nel tentare di esercitare queste doti o l’unico risultato che l’uomo può ottenere è un grande beneficio a livello psico-fisico?

UMBERTO – Devi avere una forte motivazione sociale e non essere attratto dal potere e dal denaro. Infatti quello che si è scoperto è che, se non hai questo punto di partenza ben saldo, non potrai più accedere né a questi livelli della mente né alla Coscienza che vive oltre i limiti di tempo e spazio.

SPECCHIO – In più di un’intervista ti sei lamentato di come, pur amando molto il tuo paese, spesso non sei stato ripagato con lo stesso rispetto da certi tuoi connazionali. Parlo ovviamente di chi ha deriso e deride non solo te, ma tutti coloro che si immergono in questa dimensione e si fanno testimonianza vivente di fenomeni extrasensoriali. Contemporaneamente, l’argomento è in grado di suscitare le più esacerbate discussioni e di attirare un’attenzione massima, perfino da parte di chi afferma di “non credere a certe cose”. Forse bisognerebbe distinguere tra i malandrini acciuffa-soldi che approfittano della povera gente per vendere fumo e ciarlatanerie, e coloro che si applicano in modo serio e disinteressato alla conoscenza di ciò che sembra sfuggire alla ratio. Nonostante gli scherni, si scoprono sempre più persone interessate a tali tematiche. Secondo te come si motiva questa apparente incoerenza di fatti?

UMBERTO – Per anni ho lottato per far conoscere questa realtà e i benefici delle nostre potenzialità. Ora mi limito a dire che, se uno vuole, può ottenere le informazioni giuste; per fortuna esistono testi importanti che ne parlano. I malandrini, presenti in tutti i settori, non ci devono interessare anche perché, come ti ho detto, i soldi non costituiscono un elemento rispetto al quale richiedere informazioni alla nostra Coscienza la cui funzione va ben oltre i limiti della logica comune e materialistica.

SPECCHIO – Credo andrebbe anche fatta una distinzione tra “paranormale”, esoterismo, magia e astrologia. La gente spesso ignora che i confini tra questi settori sono tutt’altro che sottili…

UMBERTO – Esoterico è quello che, come ho già detto, è conosciuto da pochi: per cui esiste una fisica esoterica, una religione esoterica, un amico esoterico, un sé esoterico. Questo non ha nulla a che vedere con l’occulto e tutto il resto. La magia è, invece, una cosa molto seria. Ne sanno qualcosa gli antropologi. Tra tutti, leggi qualcosa di Elide Mircea. In Occidente, però, è difficile trovare dei veri operatori di questo settore. Insomma, per tornare alla tua domanda, sicuramente si fa confusione in questo campo. La confusione, però, appartiene solo alle persone che ignorano quello di cui parlano e, quasi sempre, si tratta di presentatori o giornalisti della TV.

SPECCHIO – Chi muove accuse contro gli studiosi di “paranormale” afferma che questi non sono in grado di replicare lo stesso fenomeno, nella stesse identiche condizioni, per più volte di seguito. Questo, secondo loro, basta per dire che il tal fenomeno non esiste. O, peggio, per dire che non è un “fatto scientifico”. Eppure, perfino la medicina non sempre azzecca la cura giusta. Non tutti gli affetti da una stessa malattia trovano giovamento nella stessa identica medicina. Inoltre, sempre gli stessi critici del settore, affermano che gli individui con “presunte doti psichiche”, da loro esaminati, giustificherebbero il fallimento dei loro esperimenti ricorrendo all’alibi delle “energie negative”. Forse più che energie negative, essendo il mondo extrasensoriale una realtà a cui si accede non con mezzi fisici, non sarebbe meglio parlare di emozioni in grado di inficiare il risultato (un po’ come quando uno studente preparatissimo in matematica viene interrogato da una professoressa arcigna e intransigente, e si dimentica tutto… ma proprio tutto!)?

UMBERTO – E’ falso! Basta leggere gli studi di Jessica Utts dell’Università della California. Chi dice questo o è disinformato o è in cattiva fede.

SPECCHIO – Alla luce delle ricerche da te svolte in questi anni, quale credi sia il futuro dell’umanità? C’è ancora tanto da conoscere sulle funzioni intellettive umane?

UMBERTO – Ti rispondo leggendoti quello che, negli anni 70, ha scritto Willis W. Barman, direttore del Centro per gli studi di Politica Sociale all’Istituto Stanford. Parlando della necessità di adeguarsi al modello di vita solistico, dichiarava:
“E’ stato nel nome della scienza che le fondamenta trascendentali dei valori umani si sono via via erose, lasciando gli USA e le nazioni progredite prive di una guida che non sia la crescita a tutti i costi e che ci ha condotti all’attuale crisi sociale ed ecologica. Così, quando la ricerca in ambito psichico sfida, come sta facendo, il paradigma scientifico dominante, in realtà affronta anche il paradigma sociale dominante.

Se questo paradigma, collegato al fenomeno della ricerca psichica, diventerà dominante, ci sposteremo da un orientamento finalizzato allo sviluppo materiale a quello di una società basata sull’apprendimento e su una programmazione guidata da un’etica ecologica e auto-evolutiva; lo sviluppo di una scienza volta all’esplorazione delle esperienze soggettive; l’emergere di nuove forme istituzionali in cui gli individui potranno ricercare l’auto-realizzazione su basi di legittimità radicalmente nuove; l’adozione di una politica della piena occupazione, basata sul bisogno umano di una realizzazione nel lavoro; l’assunzione dell’educazione come processo vitale intimamente collegato al lavoro. Questo impedirebbe di andare incontro alle richieste di un sistema economico intossicato dal proprio stesso sviluppo”. Questo è il viaggio verso la conoscenza di noi stessi che non avrà mai, per fortuna, una fine.

SPECCHIO – Inutile dire, caro Umberto, che parlare con te è stato di immenso piacere! Ma ora, fai un favore a tutti noi, facci una premonizione: quali sono i numeri della prossima estrazione del lotto?

UMBERTO – … (alle mie parole Umberto inspiegabilmente s’acciglia e il suo sguardo, già di per sé penetrante, si fa terribilmente torvo! Nel frattempo, il quadro di Munch alle mie spalle, proprio quello che si trova sulla mia testa mentre sono seduta nella saletta del bar romano, inizia a emettere strani suoni e a vibrare. Mi sento un po’ Damocle e mi salvo in corner, giusto qualche attimo prima che Umberto decida di far cadere “inavvertitamente”, con la sola forza del pensiero, il bel quadretto sulla mia testolina)

SPECCHIO – Ok ok! Scherzavo… che credevi?

Fonte: www.specchiomagico.net