Iosif Sklovskij e la vita extraterrestre


Iosif Sklovskij (1916-1985), astronomo sovietico, membro corrispondente dell'Accademia delle Scienze, al quale dobbiamo i lavori rimarchevoli sull'astrofisica teorica e la radioastronomia, è divenuto celebre al grande pubblico nel 1959 per le sue affermazioni che Phobos e, forse, anche Deimos fossero cavi e potessero essere dei satelliti artificiali.
Inoltre, Iosif Sklovskij presentò una dimostrazione matematica, considerata allora come rigorosa, della realtà di questo fenomeno e confutando le teorie contrarie.

La sua teoria si appoggiava su i punti seguenti:

1) Nessun altro pianeta ha delle lune così piccole come Phobos.

2) Le due lune di Marte sono situate molto vicino al pianeta, Phobos a circa 7.000 chilometri.

3) Contrariamente a tutte le lune naturali, Phobos si muove sulla sua orbita più di tre volte più veloce rispetto a Marte.

4) Phobos sembra diminuire progressivamente di velocità e cadere verso Marte come fanno i nostri satelliti artificiali.

La prima edizione del libro di Sklovskij “L'Universo, la Vita e la Ragione, Edizioni dell'Accademia delle Scienze, pagina 240 ed edito nel 1962” ebbe molti ammiratori, Jacques Bergier tra tanti altri. Penso che sia necessario soffermarsi sul perchè la storia di Phobos e l'apparizione del libro di Sklovskij abbiano fatto scrivere fiumi d'inchiostro negli anni sessanta del secolo scorso.

“E' un opera straordinaria”, scrisse J. Bergier, “di un'audacia di pensiero poco comune, e lascia dietro di se i sogni più estremi della fantascienza. L'idea generale è che la caratteristica fondamentale della vita sia la riproduzione. La vita sulla Terra si riproduce, ed essa si riproduce ugualmente nell'Universo, da pianeta a pianeta, da sistema solare a sistema solare, da galassia a galassia. Il mezzo di trasporto delle forme di vita è la nave interplanetaria, interstellare e, forse, intergalattica: l'astronave. Queste navi percorrono l'Universo, pilotate da esseri viventi artificiali, specificamente fabbricati per i bisogni di viaggio per una scienza biologica di milioni di anni più avanzata della nostra. Le civilizzazioni e i pianeti sono mortali. La vita biologica anche”. (citazione di Jacques Bergier sulla “Tribuna delle Nazioni” del 14 giugno 1963).
(La conoscenza delle fonti mi obbliga a dire: è da Tsiolkovski e, un po', da Engels, che viene l'affermazione di tutto quanto: “la stessa legge che pone i suoi più alti prodotti, lo spirito, ugualmente obbliga a far rinascere ciò in un'altra epoca”.)

(Per meglio evidenziare la proprietà delle idee apprezzate da J.Bergier, inserirò sotto in corsivo ciò che è stato riferito da Sklovskij).


“I periodi d'espansione dell'Universo e dello spostamento verso il rosso dello spettro delle stelle, sono seguiti da dei periodi di contrazione e dallo spostamento verso il violetto. Durante questi periodi, la vita muore nell'Universo per rinascere alla successiva espansione. Durante decine di miliardi di anni, che separano le espansioni dalle contrazioni, la vita alberga a delle altitudini che non possiamo neppure immaginare. Si diffonde nell'Universo ed interviene dappertutto. I germi della vita hanno potuto essere trasportati – volontariamente – sulla Terra da delle astronavi. Gli extraterrestri hanno potuto intervenire nella Storia e non è da folli affermare che i Sumeri, attorno alla prima città di Eridu, potrebbero essere stati uno dei punti di contatto. Altri segni di vita sono presenti nel cielo. Si è trovato il tecnezio, elemento il cui periodo è di solo 500.000 anni, sulla superficie di stelle vecchie di molto miliardi di anni, e che degli esseri intelligenti hanno lanciato decine di milioni di tonnellate di tecnezio, artificialmente prodotto sulla superficie della stella, al fine di dimostrare ad altre intelligenze che la ragione è presente, ovunque, nell'Universo…”.

Non riuscendo più a trattenere l'ammirazione, Jacques Bergier passerà dall'apoteosi di Sklovskij a quello del sistema sovietico.
In URSS tutti sapevano a memoria che se un bambino era felice, era grazie al Partito, che se degli sportivi correvano molto bene, era grazie al Partito, che se il mondo girava, era tutti i giorni grazie allo stesso Partito. Jacques Bergier pensò che Sklovskij fosse un valido studioso (e lo era!) grazie al Partito, e lo stesso Bergier disse:

“Il geniale affresco di Sklovskij è una magnifica opera d'arte. Non sapremo probabilmente mai se essa corrisponda a verità, ma i nostri discendenti lo potrebbero confermare. Essa prova in tutti i casi, che l'uomo sovietico è capace, qualitativamente, in modo differente e in maniera più audace rispetto all'uomo occidentale (il grassetto è di J.Bergier). La scienza in piena decadenza in Occidente, e specialmente in Francia, può essere un treno di rinascita come una fenice, ma sotto una forma differente e più coraggiosa, in URSS?” ( citazione di Jacques Bergier sulla “Tribuna delle Nazioni” del 14 giugno 1963).
E' naturale che Jacques Bergier sottolinei gli aspetti della prima edizione a lui cara. D'altra parte, non era giusto non affermare che questa versione del libro attraversò tutto il mondo. In totale, il libro “L'Universo, la Vita e la Ragione!”, fu pubblicato sei volte (tra il 1962 e il 1987), ma con ogni nuova edizione l'autore cambiava il titolo in “L'Universo e la Vita”. A partire dalla quarta non parla più della sua dimostrazione matematica rigorosa, Phobos si dimostrò essere del tutto naturale. Molto presto, I. Sklovskij abbandonò la pluralità dei mondi, le astronavi, facendoci restare soli nell'Universo.

La prima edizione divenne una rarità.

Iosif Sklovskij non si dimenticò nemmeno degli UFO:

“il problema degli UFO, scrisse, è apparso in Occidente e si spiega facilmente: le foglie di cavolo (ndr letteralmente scritto in questo modo) cercano tutti i giorni il sensazionalismo. E quando non c'è nulla, si inventano le cose.”

E' divertente! Sembra che la sensazione che si ebbe con un Phobos vuoto di origine artificiale sia stato inventato da una foglia di cavolo e non dal nostro pensatore di germogli!

Gli anni passarono, Ma alcuni ufologi continuarono a vivere con le idee sotto le quali Sklovskij mise la sua firma nel 1966. Nel 1978, Franco Ossola elogiò, a sua volta, Sklovskij (Franco Ossola, l'Ufologia: le teorie e i fatti, Longanesi & C., Milano, 1978, pagina 95).
Ebbene, va constatato che Sklovskij ritrattò le sue parole, ma le parole continuarono a vivere la propria vita. Verba volant, scripta manent, dice un proverbio latino, le parole volano, gli scritti restano.

Nel 1990, Raymond E. Fowler (nel libro “The Watchers”, Bantam Books, 1990, pagina 205) cita i passaggi del libro “Intelligent Life in the Universe” dove Sklovskij supporta le ipotesi di M.Agrest concernenti alcuni avvenimenti descritti nella Bibbia. Il caso del libro “Intelligent Life in the Universe”, dove i passaggi sono citati da Raymond E. Fowler, è particolarmente divertente, poiché le parole sono volate in URSS, ma gli scritti sono rimasti negli Stati Uniti d'America – il libro tra i più coraggiosi di Sklovskij scritto con Carl Sagan, non fu mai pubblicato in URSS.

Questa è la realtà sul “coraggio del pensiero poco comune”.

(Tratto dal libro – edizione francese – scritto da Boris Shurinov dal titolo “OVNIS en Russie. Les duex faces de l'Ufologie Russe” edito da Guy Trédaniel Editeur, anno 1995, capitolo XIII° pag.103)

Traduzione a cura di Antonio De Comite per Centro Ufologico Ionico

Fonte: http://centroufologicoionico.blogspot.com/2012/01/iosif-sklovskij-e-la-vita.html