Iraq, soldati sempre più hitech Dispositivo estrae acqua dall’aria

Il Giornale Online

Un’azienda che ha sviluppato una nuova tecnologia in grado di estrarre acqua dall’aria praticamente in qualsiasi zona del pianeta ha vinto un contratto per dissetare i soldati americani di stanza in Iraq.

Originariamente, la tecnologia nasce come idea della Defense Advanced Research Projects Agency del Pentagono, alla ricerca di un modo per assicurare risorse idriche continue ed effettivamente sfruttabili alle truppe impiegate in regioni aride come l’Iraq. “Il programma era focalizzato sull’estrazione di acqua dall’atmosfera attraverso sistemi a bassa energia che avrebbero potuto diminuire il carico di equipaggiamento logistico dei soldati e garantire la disponibilità d’acqua in qualsiasi momento e qualsiasi luogo”, spiega la portavoce della Darpa, Jan Walzer.

Per raggiungere tale scopo, l’agenzia ha investito milioni in società di ricerca come LexCarb e Sciperio per creare un congegno capace di produrre acqua anche nel deserto della Mesopotamia. Ma è stata un’altra azienda, l’Aqua Sciences, a sviluppare per conto suo – e a mettere in commercio – un dispositivo capace di operare anche nei climi più ostili. “Da anni si cerca un modo per riuscirci. La nostra risposta al progetto Darpa è stata solo la punta di un iceberg parallelo”, commenta Abe Sher, direttore esecutivo dell’Aqua Sciences.

L’atmosfera è un fiume straripante d’acqua, anche in mezzo al deserto. Nella pratica non funziona ovunque, ma in teoria è possibile in ogni zona del pianeta”. Precisa di essere vincolato a non svelare dettagli sul contratto con un ente governativo, ma accenna alla vittoria di due contratti altamente competitivi, con “aziende all’avanguardia”. E non spiega nei particolari neanche l’effettivo funzionamento della sua tecnologia. “È la nostra ricetta segreta”, commenta. “Ottima all’assaggio, ma non vi diremo mai tutti gli ingredienti”.

“Un indizio però lo dà, quando suggerisce di pensare al riso usato nelle saliere, che funge da magnete per eliminare l’umidità ed evitare che il sale si solidifichi. “Siamo riusciti a sfruttare questo processo in modo unico e originale”, spiega. “Abbiamo ideato un modo per imitare la natura, usando il sale naturale per estrarre l’acqua dall’aria impiegandolo al contempo come agente di decontaminazione. Pensate al Mar Morto, sulle cui rive non cresce niente perché il sale deidrata tutto. Un qualcosa del genere”.

Un macchinario di sei metri può produrre tremila litri d’acqua al giorno, senza usare sostanze tossiche né generarne come scarto. Il dispositivo è stato presentato al Campidoglio di Washington a inizio ottobre: politici e membri dello staff hanno potuto assaggiare l’acqua “miracolosa”. “È stato molto interessante vedere il congegno in azione e sentirne le possibili applicazioni in caso di catastrofe naturale”, commenta E. Clay Shaw Jr., repubblicano della Florida il cui distretto di competenza include anche Fort Lauderdale, devastata a suo tempo da un uragano.

“Senza contare che l’acqua era deliziosa”. Jason Rowe, capo dello staff di Tom Feeney, un altro repubblicano della Floridfa, definisce la tecnologia “impressionante”. “Sono rimasto scioccato da quello che questa macchina è capace di fare”, dichiara. “Il fatto che non sia sensibile all’umidità come lo sono altre la rende un’alternativa straordinaria per le basi militari nel Medioriente, in cui l’umidità non è una variabile in gioco. Oltretutto, è un’alternativa economica al trasporto di acqua imbottigliata, che tra l’altro ha una data di scadenza”, continua.

Una volta impiegati, questi congegni potrebbero ridurre di milioni di dollari i costi logistici del rifornimento d’acqua alle truppe in Iraq, fa eco Stuart Roy, portavoce del DCI Group, la società di pubbliche relazioni dell’Aqua Sciences. Il costo del trasporto d’acqua tramite aerei cargo C-17, e successivamente tramite furgone, si aggira intorno ai sei dollari al litro. Con gli apparecchi dell’Aqua Sciences scenderebbe a sei centesimi per litro. Svariati sistemi già in commercio producono acqua per condensazione, ma il processo richiede una percentuale elevata di umidità. Alle macchine dell’Aqua Sciences ne basta il 14 per cento. “Ecco perché si tratta di una tecnologia superiore, ed ecco perché stanno ottenendo gli appalti”.

Wired News

Fonte: http://www.giornaletecnologico.it/hitech/200610/18/453392e503641/