Kriya Yoga – Parte I

Kriya Yoga – Parte I

Kriya YogaLa scienza del Kriya Yoga
Estratto dal capitolo 26 di Autobiografia di Uno Yogi di Paramahansa Yogananda

Il Kriya Yoga è un semplice metodo psicofisiologico attraverso il quale il sangue umano viene decarbonizzato e ricaricato con ossigeno.

Gli atomi di quest’ossigeno extra sono trasmutati in corrente vitale che ringiovaniscono il cervello ed i centri spinali. Fermando l’accumulo di sangue venoso, lo yogi è in grado di diminuire o prevenire il decadimento dei tessuti. Lo yogi avanzato trasmuta le sue cellule in energia. Elia, Gesù, Kabir ed altri profeti sono stati maestri nell’uso del Kriya o di tecniche similari, attraverso i quali hanno provocato la materializzazione e smaterializzazione dei loro corpi a volontà.

Il Kriya Yoga è una scienza antica.

Lahiri Mahasaya la ricevette dal suo grande guru, Babaji, che riscoprì e chiarificò la tecnica dopo che fu persa nell’Era oscura. Babaji la rinominò semplicemente: Kriya Yoga.

“Il Kriya Yoga che sto donando al mondo attraverso di te in questo diciannovesimo secolo,” disse Babaji a Lahiri Mahasaya, “è la ripresa della stessa scienza che Krishna diede millenni fa ad Arjuna; e che fu in seguito conosciuta da Patanjali e Cristo, e da San Giovanni, San Paolo ed altri discepoli.”

Kriya Yoga nella Bhagavad Gita

Il Kriya Yoga è stato menzionato due volte da Lord Krishna, uno dei più grandi profeti dell’India, nella Bhagavad Gita. In una delle strofe leggiamo:

“Offrendo il respiro inalante in quello espirante ed offrendo il respiro espirante in quello inalante, lo yogi neutralizza entrambi i respiri; in questo modo egli rilascia il prana dal cuore e porta la forza vitale sotto il suo controllo.”
—Bhagavad Gita IV:29

L’intepretazione è: “Lo yogi arresta il decadimento del corpo assicurando un supplemento addizionale di prana (forza vitale) acquitando le azioni dei polmoni e del cuore; egli arresta inoltre le mutazioni della crescita nel corpo attraverso il controllo dell’apana (eliminandone la corrente). Così, neutralizzando il decadimento e la crescita, lo yogi impara il controllo della forza vitale.”

Un’altra strofa afferma:

“Con quella meditazione esperta (muni) diventa eternamente libero chi, ricercando l’Obbiettivo Supremo, è capace di ritirarsi dai fenomeni esterni fissando lo sguardo nel mezzo del punto fra le sopracciglia e neutralizzando le correnti negative di prana ed apana (che fluiscono) attraverso le narici ed i polmoni; e controllando la sua mente sensoria e l’intelletto; e bandendo desideri, paura e rabbia.”
—Bhagavad Gita V:27-28

Kriya Yoga nei Sutra di Patanjali

Il Kriya Yoga è menzionato due volte dall’antico saggio Patanjali, il principale esponente dello yoga, che scrisse:

“Il Kriya Yoga consiste in disciplina del corpo, controllo mentale e meditazione sull’Aum.”

—Yoga Sutra II:1

Patanjali parla di Dio come il reale Suono Cosmico dell’Aum che si sente in meditazione. Aum è la Parola Creativa, il ronzio del Motore Vibratorio, la testimonianza della Presenza Divina. Anche il principiante nello yoga potrebbe presto ascoltare il meraviglioso suono dell’Aum. Attraverso questo beato incoraggiamento spirituale, egli si diventa convinto della sua comunione con i reami superiori.

Patanjali fa riferimento una seconda volta alla tecnica del Kriya o al controllo della forza vitale in questo modo:

“La liberazione può essere ottenuta attraverso quel pranayama che si compie separando il corso dell’inspirazione dall’espirazione.”
—Yoga Sutra II:49

Evoluzione Spirituale Accelerata con il Kriya Yoga

“Il Kriya Yoga è lo strumento attraverso il quale l’evoluzione umana può essere affrettata” spiegava Sri Yukteswar ai suoi studenti. “Gli antichi yogi scoprirono che il segreto della coscienza cosmica è intimamente collegato con la maestria sul respiro. Questo è il contributo unico ed immortale dell’India al tesoro di conoscenza del mondo. La forza vitale, che è ordinariamente assorbita per mantenere le funzioni del cuore, deve essere liberata per attività più alte attraverso un metodo che calma e ferma l’incessante domanda del respiro.”

Il Kriya Yogi dirige mentalmente la sua energia vitale ruotando, su è giù, intorno ai sei centri spinali (medullare, cervicale, dorsale, lombare, sacrale, e plessi coccigei), che corrispondono ai dodici segni astrali dello zodiaco, il simbolico Uomo Cosmico. Mezzo minuto di rotazione dell’energia intorno alle sensibili corde spinali dell’uomo portano effetti sottili nel progresso della sua evoluzione; quel mezzo minuto di Kirya corrisponde ad un anno di naturale evoluzione spirituale.

Mille Kriya praticati in otto ore e mezza danno allo yogi, in un giorno, l’equivalente di mille anni di evoluzione naturale: 365.000 anni di evoluzione in un anno. In tre anni, il Kriya Yogi può così realizzare attraverso l’autosforzo intelligente lo stesso risultato che la Natura porta in un milione di anni. La scorciatoia del Kriya, ovviamente, può essere intrapresa solo da yogi profondamente sviluppati. Attraverso la guida di un guru, tale yogi ha attentamente preparato il suo corpo ed il suo cervello a sostenenre la potenza generata da una pratica intensiva.

Il corpo di un’uomo medio è come una lampadina da cinquanta watt, che non può supportare i milioni di watt di potenza generati da un’eccessiva pratica del Kriya. Attraverso il graduale e regolare incremento del semplice e comprovato metodo del Kriya, il corpo dell’uomo diventa astralmente trasformato giorno per giorno, ed è infine adatto per esprimere l’infinito potenziale dell’energia cosmica, che costituisce la prima espressione materialmente attiva dello Spirito.

Riferendosi alla sicura e metodica efficacia dello Yoga, Krishna loda lo yogi tecnologico con le seguenti parole:

“Lo Yogi è più grande degli asceti che disciplinano il corpo, più grande anche di quelli che seguono la strada della saggezza (Jnana Yoga), o la strada dell’azione (Karma Yoga); sii tu, O discepolo Arjuna, uno yogi!”
—Bhagavad Gita VI:46

– Dalla Coscienza Materiale a quella Divina

Le tecniche di meditazione del Kriya Yoga sul pranayama, il controllo della forza vitale che trasmuta il respiro in sottile energia vitatronica, portano alla realizzazione che la composizione del corpo è pura energia cosmica.

Nella pratica esperta del Kriya, il corpo è ossigenato ed i suoi atomi eterealizzati fino a che non diviene leggero come una piuma. L’uomo non ha idea di quanta potenza arrivi nel suo corpo quando diviene esperto nel mistero del respiro. La pratica del Kriya porta una regolatre e continua immissione di ossigeno nel corpo, i cui atomi, attraverso il processo del pranayama, sono trasmutati in forza vitale, rinforzando le sottili correnti spinali, le quali a loro volta risvegliano i centri cerebrospinali astrali e spiritualizzano l’intero corpo.

Dopo anni di riuscita pratica, il corpo dell’avanzato Kriya Yogi diviene talmente spiritualizzato che in stati di esaltazione difficilmente riesce a percepire che tocca terra. La diffusione della forza vitale diviene così forte che l’intero corpo perde la sua illusoria solidità e lievita letteralmente. Posso testimoniarlo per mia personale esperienza.

Ma il principiante non dovrebbe aspettarsi di saltellare senza peso domani! L’uomo moderno è abituato ad avere risultati immediati; le sue industrie e tecnologie manifatturano prodotti così rapidamente che egli pensa che ci dovrebbe essere un pacchetto convenienza per i progressi spirituali. La presunzione di raggiugimenti spirituali istantanei sono forse più che audaci considerando le innumerevoli vite già spese nel rendersi esseri non-spirituali. Anche la pratica di un’intera vita è poco perchè si raggiunga. Ciò nonostante, la scienza del Kriya Yoga e l’arte della meditazione non sono fatiche, in quanto i risultati delle graduali trasformazioni sono percepiti fin da principio.

(Discorso 42, La Seconda Venuta di Cristo di Paramahansa Yogananda)
yogananda.com.au