La conchiglia azzurra

Il Giornale Online
Scoprire la terra dove “tutto” era cominciato. Il templare era alla ricerca della sua vera essenza facendo in modo che essa gli si rilevasse nello scopo del viaggio.

Quando il Templare giunse nella terra che viene chiamata Calabria, decise che avrebbe seguito la costa fino al termine della penisola italica, dove un sottile braccio di mare la separa dalla misteriosa ed affascinante Trinacria. Il suo viaggio, iniziato tanti mesi prima, proseguiva fra varie peripezie e momenti di vera ed autentica gioia, momenti che lo ripagavano della sofferenza patita nei più difficili frangenti.

Cercava se stesso, il Templare, ed aveva deciso di scoprire la sua vera essenza facendo in modo che essa gli si rivelasse, giorno dopo giorno, nelle difficoltà che implicava lo scopo preciso del suo viaggio: scoprire la terra dove “tutto” era cominciato.Cavaliere templare. Dipinto di G. F. Watts (1875) Era convinto, infatti, che a sud, su qualche isola sconosciuta o in qualche luogo la cui esistenza veniva gelosamente celata da devoti custodi, ci fosse il Sacro Graal. Cosa fosse, esattamente, non lo sapeva nemmeno lui, ma in cuor suo credeva che esso fosse il simbolo di Dio, da cui ogni cosa ha avuto inizio.

Altri cavalieri lo stavano cercando ed avevano intrapreso viaggi ai quattro angoli del mondo conosciuto. Dicevano che fosse il vaso che aveva contenuto il sangue di Cristo crocifisso ma, per il Templare, l'oggetto della sua ricerca non era solo quella grande reliquia. Egli cercava la Verità e sperava che le sue labbra, un giorno, si sarebbero accostate alla Sacra Coppa per berne qualche goccia. Questo, infatti, era per lui il vero contenuto del Graal.

Durante il lungo viaggio che dalla natia Mediolanum l'aveva condotto fin lì, aveva vissuto attimi di puro amore e di umile meraviglia come in un evento prodigioso che l'uomo temeva da sempre: la Luna aveva coperto il Sole in un caldo mezzogiorno di Luglio e, contrariamente alla maggior parte delle persone, non se ne spaventò ma sentì, invece, il cuore riempirsi di gioia al graduale riapparire dell'astro luminoso che aveva mostrato agli uomini come si amano i due corpi celesti più conosciuti; aveva sentito un dolcissimo, misterioso alito di sogno mentre, nella stanza di una locanda in terra di Campania udì, una notte, le seducenti note di una chitarra accompagnate da una fresca voce di fanciulla che cantava un'antica melodia, nel cortile fra le palme…

Il Templare trovò anche, sulla sua strada, tanto odio e tanta desolazione. Egli sapeva fin troppo bene quanto profondi potessero essere gli abissi dell'inferno che l'uomo sapeva creare su questa Terra… Ora, nella sconosciuta Calabria, si accingeva a seguirne la costa poiché sapeva che l'entroterra non mancava di monti anche aspri e di anguste strade.

Il cavallo, che egli amava come un fratello, procedeva lento lasciando che il mare gli lambisse gli zoccoli. Ad un tratto, sarà stata l'ora nona, il Templare vide una figura umana correre verso di lui. Era uscita improvvisamente da dietro una roccia e pareva molto ansiosa di incontrarlo. Si trattava di un ragazzo molto giovane, appena uscito dalla pubertà. Era riccio e moro, ed aveva gli occhi di uno stupendo colore verde.

– Signore, signore!….- esclamò -Fermatevi! Non dovete andare più oltre!…

Il Templare guardò il ragazzo con stupore prima di girare lo sguardo attorno a sé.

– E perchè mai, ragazzo?… – disse poi sorridendo – Non vedo alcun pericolo minacciarmi… Il giovane scosse la testa ed afferrò una redine impedendo al cavallo di proseguire. – No, no!… Ascoltatemi, signore… Qui ci sono gli “Adoranti”…
Il Templare accentuò ancor più la sua espressione stupita. Poi, vedendo che il ragazzo non aveva alcuna intenzione di desistere, scese da cavallo.

-Senti un po', tu… Di dove sei?… E come ti chiami? – gli chiese.

-Francesco è il mio nome e sono di Paola… Non molto lontano…- rispose il giovane frettolosamente – Signore, andatevene!

Quelli non portano rispetto per nessuno e… vi faranno cadere nell'inganno!…

Il cavaliere aggrottò le sopracciglia: – L'inganno?…- ripetè.

– Sì, sì….- confermò il ragazzo guardandosi attorno con fare spaventato.

Il cavaliere iniziò a spazientirsi. – Insomma, ragazzo, ti consiglio di spiegarti meglio o non ti perdonerò la perdita di tempo che mi stai procurando…

Stava per aggiungere qualcosa quando il suo giovane interlocutore lo afferrò per un lembo del mantello nella foga di conquistare la sua attenzione: – Signore, in queste terre gli “Adoranti” non permettono a nessuno di credere ad altri che non sia il loro Maestro ed essi stessi offuscano la propria ragione proclamando che non esiste né il Dio dei cristiani né alcun'altra divinità. Pretendono che mai miracolo possa manifestarsi né che mai si sia manifestato.

Il cavaliere sorrise: – E allora?…-chiese – Saranno degli agnostici. Perché esserne così spaventati?…

Il ragazzo insistè: – Ma, signore, loro vi inganneranno, cercheranno di togliervi la fede, vi mostreranno il falso Graal, e voi non condurrete più a termine la vostra nobile impresa!…

– Che dici, ragazzo? Di quale falso Graal stai parlando?…

Il giovane, allora, anzichè rispondere, iniziò a cercare affannosamente qualcosa sulla spiaggia. Il suo atteggiamento incuriosì alquanto il Templare che non seppe risolversi a lasciar perdere lui ed i suoi vaneggiamenti.

Dopo qualche minuto di spasmodica ricerca, Francesco emise un'esclamazione di gioia: – Ah, eccola!… Dopo di che, raccolse frettolosamente una decina di conchiglie fra le tante sparse sulla sabbia. Tornò davanti al cavaliere e posò a terra una bellissima conchiglia azzurra.

La sua colorazione era davvero meravigliosa perché manifestava molteplici intonazioni di azzurro e la sua consistenza pareva quella del cristallo. Poi dispose a fianco della conchiglia azzurra le altre conchiglie, molto più comuni, come se ne trovavano facilmente a centinaia.

– Vedete, signore,- iniziò Francesco indicando la conchiglia azzurra – se voi mostrate questa agli “Adoranti” essi vi accuseranno di essere un mistificatore, un bugiardo… Diranno che quelle conchiglie non esistono in realtà.

Il Templare non capiva.- E perchè mai dovrebbero fare così? Non basterebbe loro la mia parola?…

– La vostra parola?…- ripetè il ragazzo – Signore, essi non ne terrebbero alcun conto, credetemi! Per essi solo il loro Maestro dice il vero, solo egli ha il diritto di indicare al loro sguardo ciò che esiste o di occultare ciò che “non può” esistere. Non so perché facciano così ma vi assicuro che possono perfino uccidere chi contesta la parola del loro Maestro…

– Ma non sarebbe meglio, per essi, andare a cercare negli stessi luoghi ove tu hai cercato quella conchiglia per sincerarsi se ne possano esistere altre di simili?…- domandò il Cavaliere con crescente indignazione.

– Sì, certo. Se fossero uomini saggi. Ma per essi, che in tutta la propria vita non ne hanno mai vista una di simile, non è possibile che ne esistano…

– Ma che arroganza è mai questa!…- esclamò il Templare.

– Silenzio!…, per carità….- disse Francesco con timore guardingo – Possono sentirvi!…

Il Templare sembrava davvero irritato: – Insomma, non saranno certo dei fanatici a far vacillare la mia fede nel Santo Graal e tu non dovresti stimarla tanto debole!…

Stava per risalire a cavallo ma venne trattenuto, quasi disperatamente, dal ragazzo: – Aspettate! Voi non capite. Essi hanno pronto un Graal fasullo ed anche un fabbro che li forgia. È un fabbro molto abile e sarebbe in grado di disseminare il mondo di falsi Graal. Così tutti crederebbero che il Graal vero non esiste. L'inganno è proprio questo, signore. Vi diranno: “Vedi, guarda come è facile forgiare falsi Graal…

Qualsiasi bravo fabbro ne può fabbricare uno. Il tuo santo Graal non esiste!…”
Il cavaliere rimase pensoso per attimi che a Francesco parvero infiniti. Poi alzò lo sguardo e lo mandò a perdersi nel mare. – Perchè fanno tutto questo….- chiese – Perchè vogliono uccidere la Ricerca?…

– Signore…- rispose con fare rispettoso Francesco – io sapevo dove trovare la conchiglia azzurra perché conosco gli anfratti in cui essa vive. Sono anfratti rari e segreti, molto nascosti ma essi, gli “Adoranti”, restano là, su quel pianoro…- ed indicò una specie di piatto rilievo roccioso che tagliava la spiaggia poco più avanti – e non ne vogliono scendere. Per essi è vero solo ciò che si trova sul loro territorio e rifiutano ogni altra testimonianza di essere umano.

Da quelle rocce non scendono né con il corpo né con lo spirito e, così, è morto nel loro cuore ogni anelito al meraviglioso, ogni desiderio di ricerca. Studiano a lungo, per anni interi, a volte per una vita, tutti i più piccoli dettagli della loro terra ma il loro Maestro li ha convinti che, nelle altre terre, null'altro di meglio o di diverso può esistere….

Il cavaliere sembrava stordito. – Tutto questo è assurdo…- disse. – E chi è questo loro “maestro”?

– Nessuno lo sa esattamente…- rispose Francesco – Ma è un uomo dotato del dono della parola. Dicono che sia giunto dal nord, tanti anni fa, da una città chiamata “Taurinus”… Sa comunicare, dicono, e lo adorano come manifestazione della Verità… di tanto in tanto, sale su una roccia più alta e parla, parla per lunghe ore mostrando con abilità e perizia tutte le meraviglie della terra in cui vivono e distogliendo chi lo ascolta con spirito debole da ogni speranza che altro esista, al di là della loro patria…

Il Templare sembrò riscuotersi da una sorta di confuso sogno. Sorrise a Francesco e gli sollevò lievemente il capo con un gesto sotto il mento:

– Non temere, ragazzo…- disse ancor più desideroso di riprendere la sua ricerca – Aggirerò quelle rocce senza alcun timore. Nessuna stoltezza umana potrà distogliermi dal mio pregare Dio attraverso il fragore delle onde sugli scogli… Così dicendo salì sul suo cavallo focato e si allontanò al buon trotto.

– Aspettate!….- gridò Francesco.

Il Templare tirò le redini e si voltò. Il ragazzo lo raggiunse sorridendo. I suoi grandi occhi erano verdi come l'acqua di quel meraviglioso mare di Calabria. – Tenete!…- disse – Vi porterà fortuna…- e pose nella mano del cavaliere la stupenda conchiglia azzurra.

di Antonio Bruno

fonte:isolachenonce-online.it