La Geomitologia è una scienza nuova a carattere interdisciplinare che salvaguarda il territorio

Il Giornale Online
di Marisa Grande

Il termine Geomitologia, coniato dal geografo dottor Mario Aversa dell'ISPRA – Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale – indica una lettura interdisciplinare del territorio, che permette di coniugare conoscenze prettamente scientifiche, riguardo aspetti geologici, idrologici, sismologici, di vulcanismo, con le conoscenze umanistiche che interessano le dinamiche dello sviluppo di insediamenti antropici legati alla geofisica, alle caratteristiche emergenti favorevoli o, all'opposto, a fenomeni e a calamità ambientali, che spingono al nomadismo. Specifiche conoscenze derivano dalla cartografia antica e dalle registrazioni storiche di fenomeni naturali che hanno reso inospitali territori prima fertili. Ricognizioni territoriali sono necessarie per cercare i segni tangibili di fenomeni distruttivi ricorrenti, dovuti a meccanismi fisici e a dinamiche di modificazione geo-morfologica non ancora noti. L'archeologia contestuale, che rapporta insediamenti antichi all'ecosistema e alle dinamiche di distribuzione urbanistica delle aree cultuali, la misurazione archeo-astronomica degli orientamenti di città, di complessi cultuali e di singoli edifici forniscono elementi utili all'interpretazione del rapporto fisico e spirituale intercorso tra cielo e terra. La storia dell'arte, sostenuta da rinvenimento di epigrafi chiarificatrici, di testi letterari e filosofico-religiosi, che includono in forma criptica simboli e metafore, permette di estrapolare conoscenze da mettere in rapporto con eventi catastrofici e modifiche ambientali non ancora noti.

A fianco ai metodi di studio e di ricerca tradizionale, da una parte vi è la proposta di risalire ai fondamenti della storia, recuperando i miti che sostengono le antiche credenze religiose e un patrimonio di tradizioni popolari che ancora sopravvivono in forma di religiosità minore e collaterale ai culti della religione cristiana ufficiale e dall'altra la possibilità di usufruire della tecnologia avanzata dei rilevamenti satellitari per effettuare ricognizioni su territori di interesse geologico e archeologico. Policoro (MT), sede della Conferenza Nazionale di Geomitologia, indetta dall'Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA), i cui lavori si sono svolti nei giorni 6-7-8 ottobre 2010, tramanda ancora il fondamento mitico della sua storia collegato all'antica città di Herakleia, i cui rinvenimenti archeologici e di produzione materiale si conservano prevalentemente nel locale museo civico.
La città arcaica era protetta da Heracle o Ercole, semidio appartenente al panteon pagano, figura mitica presente tanto sui luoghi solcati da acque salubri, quali fonti di sussistenza per uomini e animali in ambienti agricolo-pastorali, quanto da acque termali e sulfuree, come in molti altri luoghi dell'Italia centro meridionale, nei quali era venerato. Santuari e altri siti cultuali dedicati ad Ercole sono molto frequenti sui luoghi esposti a rischio ambientale, sismico, vulcanico, di aperture di faglie, di frane, di inondazioni, di formazioni di laghi o di crolli di doline collegati a fenomeni di sinkhole (inghiottitoi simili alle vore salentine), ossia a eventi di modificazione ambientale che non potevano essere governati dall'uomo e che richiedevano la protezione di un'entità superiore. Avendo disperso in epoca storica la scienza antica riequilibrante le forze telluriche, sapientemente applicata, alla stregua di un'agopuntura, dal popolo costruttore dei megaliti per imbrigliare come in una ragnatela geodetica le energie sismiche circolanti all'interno di celle geomorfologiche del territorio, era necessario ricorrere alla protezione divina per esorcizzare l'ingovernabilità delle forze cosmiche e telluriche che si potevano manifestare con carattere distruttivo.

Nel poster “Archetipi e celle geomorfologiche” da me presentato in chiave di lettura archeo-astronomica e simbolica alla Conferenza Nazionale ISPRA di Geomitologia, è espressa, grazie al design di Marco Lucio Sarcinella, la mia teoria delle “Celle geomorfologiche” che suddividono il territorio secondo forme modulari e con un rapporto di interconnessione di tipo frattale che ho spesso esposto applicandola, di volta in volta, ai ricorrenti movimenti sismici e ai fenomeni di vulcanismo.

Poster realizzato in occasione della Conferenza Nazionale di Policoro (MT)
6 – 8 ottobre “Testo, Contesto ed Evento – Testi antichi, documentazione storica, eventi naturali”.

L'infografica illustra:

1) la geometria modulare della griglia geo-elettromagnetica che compone la morfologia delle terre emerse: circolare-esagonale, triangolore, romboidale.

2) la simbologia insita nella suddivisione a celle geomorfologiche che rimanda alla “Geometria sacra” e ai solidi platonici.

3) le celle geo-morfologiche, che vibrano secondo “l'armonica sei” per emissione di elettromagnetismo dai loro centri e che si diffonde nella cella per irradiazione.

Fonte: http://www.synergetic-art.com/index.php?option=com_content&view=article&id=139:geomitologia&catid=42:categoria-geologia&Itemid=111