LA SCIENZA, E LA MEDICINA

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In medicina, quando si usa correttamente il metodo scientifico, senza confondere la causa con l'effetto, inevitabilmente si perviene ad eccellenti risultati, utili quasi sempre per tutti, tranne che per coloro che dalla malattia altrui traggono beneficio. La tragedia dei nostri tempi consiste nel semplice fatto che i depositari del “sapere medico accettato” sono proprio questi ultimi.
Lino Rossi

Il dott. Buteyko e le basi scientifiche del suo metodo
Tratto da “Attacco all'asma … e non solo” – Fiamma Ferraro – Bis Edizioni

Nato in Ucraina, vicino a Kiev, al suo rientro dalla guerra si iscrisse, nel 1946, alla Facoltà di medicina dell'Università di Mosca, dove iniziò a lavorare nel gruppo di terapia clinica guidato dall'Accademico Evgeniy M. Tareiev.

Nel corso di questo lavoro gli venne dato l'incarico di controllare i ritmi respiratori dei pazienti, ed egli passò centinaia di ore ai loro capezzali, ascoltandone la respirazione, ed osservò che la morte, dei malati era sempre preceduta, con notevole anticipo, da un aumento della intensità della respirazione. Tanto che egli divenne in grado di predire, con stupefacente precisione, l'avvicinarsi della morte in base a quest'unico sintomo, e decise di dedicare i suoi futuri studi e ricerche a questa tematica.

Egli stesso, pur giovane, soffriva da quando era tornato dalla guerra di una forma grave di pressione del sangue troppo elevata che, come gli avevano lasciato capire i colleghi, non gli avrebbe consentito di raggiungere un'età avanzata. Gli venne in mente di misurare i livelli di CO2 nel suo corpo e notò che erano più bassi del normale: era noto che una respirazione eccessiva fa diminuire i livelli di CO2 nell'organismo e pensò che se il suo basso livello di CO2 era causato da un eccesso di respirazione allora, correggendo il suo ritmo respiratorio avrebbe potuto correggere anche il basso livello di CO2.

Iniziò subito a sperimentare su se stesso e si abituò a respirare in modo meno intenso, e notò che la riduzione della respirazione andava di pari passo con la riduzione di alcuni sintomi come il mal di testa ed il battito troppo rapido del cuore. In poco tempo, riaddestrando i suoi riflessi respiratori, guarì del tutto.

Buteyko allora controllò e ricontrollò la sua teoria anche sui pazienti. Misurando i modelli respiratori di persone che soffrivano di asma, angina ed altre malattie constatò che tutti quanti, senza eccezione, soffrivano di un eccesso di respirazione (iperventilazione);

La lettera A mostra un cervello in normali condizioni di ossigenazione. La lettera B mostra, invece, la mancanza d'ossigeno (riduzione del 40%) prodotta nel cervello da pochi minuti d'intensa iperventilazione, ovvero da una respirazione eccessiva (Peter M. Litchfield, Ph.D., Presidente di Better Physiology Ltd. USA) ogni volta, riportando la respirazione a modelli normali, il livello di CO2 nell'organismo aumentava e gli attacchi di asma o di altre malattie svanivano. Quando i pazienti tornavano ai modelli respiratori precedenti, gli attacchi riprendevano. Buteyko si rese conto allora di aver effettuato, in modo quasi casuale, una osservazione di enorme importanza, in grado di rivoluzionare il mondo della medicina.

A seguito di ulteriori ricerche Buteyko pose le basi teoriche della sua tesi: l'iperventilazione causa un esaurimento delle riserve di CO2, e livelli bassi di anidride carbonica nell'organismo provocano delle contrazioni dei vasi sanguigni ed una mancanza di ossigeno nei tessuti. Ciò causa tutta una serie di meccanismi di difesa messi in azione dall'organismo; questi meccanismi di difesa vengono capiti male, etichettati come malattie e combattuti.

Buteyko si chiese ovviamente come fosse possibile che a nessuno, tra tanti medici e scienziati, fosse venuta in mente una ipotesi così semplice e facile da controllare ed accertare. Nella sua ricerca Buteyko venne peraltro a conoscenza di alcuni esperimenti i cui risultati sostenevano la fondatezza della sua tesi (Bohr, Haldane, Priestly, Henderson, Da Costa).

Dopo alcuni tentativi falliti per mancanza di mezzi, nel 1958-59 Buteyko riuscì ad aprire un laboratorio di diagnostica funzionale presso l'Istituto sperimentale di biologia e medicina del ramo siberiano dell'Accademia delle scienze dell'Unione Sovietica e poté effettuare degli studi clinici su 200 persone, sane ed ammalate. L'11 gennaio 1960, Buteyko presentò il suo lavoro al Forum scientifico presso l'Istituto. I colleghi di Buteyko rimasero esterrefatti e pensarono ad uno scherzo quando sentirono Buteyko parlare della possibilità di trattare malattie come l'asma, l'angina pectoris e l'ipertensione anche senza farmaci, conseguendo un tasso di guarigione che si avvicinava al 100%. Nonostante le reazioni negative dei colleghi, il direttore dell'Istituto, prof. Meshalkin, invitò Buteyko a continuare le sue ricerche.

Nei successivi dieci anni di lavoro presso l'Istituto, Buteyko ed i suoi collaboratori riuscirono ad esaminare a fondo le funzioni basilari dell'organismo umano (sano o ammalato), tra cui quella respiratoria.

Più di 200 specialisti medici vennero addestrati nel laboratorio, la maggior parte dei quali aveva tra l'altro sofferto di malattie varie da cui erano guariti grazie alla scoperta del dott. Buteyko. Le statistiche ufficiali dimostrano che fino al 1967 furono trattati con successo presso l'Istituto più di 1000 pazienti che soffrivano di asma, angina e altre malattie.

Nel 1968 venne condotta con grande successo una nuova sperimentazione clinica a Leningrado (ora S. Pietroburgo) all'Istituto di pneumologia.

E infine, dopo una ulteriore sperimentazione ufficiale nell'aprile 1980 all'Istituto pediatrico di Mosca sotto la direzione del Comitato governativo per la scienza e tecnologia del Ministero della Sanità dell'Unione Sovietica, che dimostrò un successo del 100%, i risultati furono ammessi e riconosciuti e da allora il metodo Buteyko è stato ufficialmente usato in quel Paese non solo per l'asma e le malattie respiratorie ma per tutta una serie di altre patologie, di cui diremo in seguito.

Nei sei anni successivi 100.000 ammalati di asma vennero trattati con il metodo Buteyko. Tra questi, ben 92.000 non hanno più avuto alcun bisogno di assumere medicine contro l'asma.

Buteyko è morto nel 2003 all'età di ottant'anni, in ottima forma fino all'ultimo, viaggiando in continuazione tra Mosca, la Siberia, la Nuova Zelanda e l'Australia, per approfondire l'insegnamento del suo metodo. Il suo lavoro è portato avanti da molti istruttori in tutto il mondo.

Fino a pochi anni fa il metodo di respirazione Buteyko era rimasto praticamente sconosciuto nell'Occidente, in parte per le difficoltà linguistiche e di comunicazione, in parte per la tendenza occidentale a considerare degni d'attenzione solo gli studi e le ricerche mediche pubblicati in inglese, su riviste mediche americane o britanniche.

Solo all'inizio degli anni '90 questo metodo iniziò, portato da alcuni emigrati russi, a diffondersi in Australia (dove, non è chiaro per quali motivi, vi è una concentrazione di asmatici particolarmente elevata). A seguito del moltiplicarsi dei risultati positivi anche in Australia, nel 1994 il metodo venne sottoposto a sperimentazione presso l'Università di Brisbane, con dei risultati eccezionali.

La rivista medica Australian Doctor del 7 aprile 1995 riportava in prima pagina un articolo dal titolo “I dottori rimangono a bocca aperta di fronte al successo di Buteyko”. li periodico The Medical Journal of Australia (vol. 162) riferiva che «la sperimentazione ha dimostrato dei miglioramenti senza precedenti, a breve e medio termine». La rivista medica New Zealand Doctor del 23 giugno 1995, in un articolo dal titolo: “Agli asmatici si insegna a respirare come astronauti”, riferiva che «I risultati della sperimentazione hanno sorpreso tutti: dopo sei settimane i pazienti del gruppo Buteyko hanno potuto ridurre del 90% Fuso di beta-agonisti».

Nonostante i risultati eccezionalmente favorevoli della sperimentazione presso l'Università di Brisbane, la Fondazione australiana per l'asma ritenne di non doverli diffondere. Solo nel dicembre 1998 il Medical Journal of Australia pubblicava finalmente i risultati della sperimentazione, ammettendo che i partecipanti avevano potuto ridurre notevolmente l'assunzione di medicinali ma concludendo che «non era provata l'efficacia clinica del metodo».

Se un medicinale avesse provocato, in analoghe sperimentazioni, dei miglioramenti anche inferiori, sarebbe stato subito reclamizzato come la “vittoria contro l'asma”; si trattava, invece (ma forse era proprio questo il problema!), di semplici esercizi respiratori che, anche nel peggiore dei casi, se fatti nel modo raccomandato non potevano certo nuocere ai pazienti.

Ciò nonostante, il numero sempre crescente di successi conseguiti ha fatto sì che in Australia e Nuova Zelanda siano ormai sempre più numerosi i medici che consigliano ai loro pazienti gli esercizi del metodo Buteyko e gli istruttori che li insegnano.

Dall'Australia e Nuova Zelanda il metodo Buteyko è passato negli anni successivi all'Inghilterra, dove numerosi dottori inizialmente scettici si sono dovuti ricredere di fronte ai risultati. Una sperimentazione in Scozia (finanziata da un'infermiera che, dopo essere guarita con questo metodo dall'asma di cui soffriva da oltre quarant'anni, ha venduto il castello degli avi per trovare i mezzi necessari) ha dato anche qui risultati talmente favorevoli che sono ormai numerose le voci che chiedono che questo metodo sia fornito gratuitamente agli asmatici dal servizio sanitario pubblico, a tutto beneficio non solo dei pazienti ma anche delle pubbliche finanze.

Numerosi medici stanno adottando questo metodo a seguito degli evidenti successi e della mancanza di effetti negativi. Anche negli Stati Uniti, in Canada e in altri Paesi, tra cui l'Italia, il metodo si sta ora rapidamente diffondendo.

A cura di Lino Rossi
Fonte: www.comedonchisciotte.org