La Terza Persona – Viaggio nella spiritualità

La Terza Persona –  Viaggio nella spiritualità

percorso degli estremi

Il percorso degli estremi.

La vita di un uomo, di una donna, è un’insieme di esperienze stese lungo una linea che si snoda sulla direttrice del tempo. Ognuno ha il suo percorso e le esperienze assumono direzioni differenti su queste linee, che spesso si intersecano con altre di altri e poi se ne distaccano. Le vie del tempo conducono in luoghi diversi, seguendo direzioni tortuose, ripiegando più volte in luoghi noti o descrivendo traiettorie confuse, quasi fossero uno scarabocchio sopra un foglio bianco. In questa incertezza solo un fatto è chiaro: la possibilità di poter raggiungere due zone perfettamente opposte ma molto simili, due zone ove si risveglia lo spirito che conduce l’uomo nell’esistenza.

Questo è il “percorso degli estremi”: il percorso degli illuminati e dei dannati.

Quando l’uomo è giunto a un particolare limite di questa strada, allora può iniziare a domandarsi cosa sia l’infinito e capire che ci può stare il tutto o il nulla e immaginare che tutto e nulla possano coesistere in una sorta di rappresentazione teatrale o infinito ologramma, permesso da un meccanismo detto “assolutizzazione”, dove una frequenza viene lasciata scorrere a velocità infinita, generando due realtà, una vera e spirituale, fittizia l’altra materiale. Tutto questo però lo può fare solo uno spirito che sia infinito, nelle religioni viene chiamato Dio, anche se un nome preciso non potrà mai calzargli.

A quel punto l’uomo si accorge di essere un nulla, come nulla è tutto l’universo. Ed è felice di esserlo, perchè questa sua caratteristica gli dona libertà. Ma quest’uomo non è ancora spirito puro e ha bisogno della creazione dove poter giocare oltre che meditare.

Così si ritrova sulla riva di un fiume, che in un certo qual modo gli richiama lo scorrere del tempo, quì si trastulla coi sistemi che da sempre conosce e nel mezzo del fascino della creazione trova riposo, quel tanto che basta per riprendere a meditare su se stesso, sull’esistenza e sull’ente che ne regola lo svolgersi. Nella solitudine totale l’uomo estrapola i suoi pensieri più profondi e giunge a giustificare la creazione intera, col suo ludo e il suo travaglio.

Nella quiete medita come uno yogi e “gli sovvien l’eterno” con tutte le regole che gli è consentito comprendere. Ora l’uomo vuole solo sostare e bruciare in quella luce, ma non può, perchè altre esperienze lo attendono.

Questo nel saggio: “La Terza Persona Viaggio nella spiritualità” edito da Armando Editore.

Giovanni Ravani