La vera guarigione

Quando una persona guarisce da una malattia ci dovremmo chiedere: “Che cosa lo ha guarito?” E’ la medicina, la cura, la sua forza interiore, un miracolo?

Normalmente siamo così felici di essere guariti che ci dimentichiamo di studiare cosa ci abbia guarito.

Ringraziamo il medico e riprendiamo la nostra vita ordinaria. Sarebbe saggio invece fermarsi un attimo a riflettere, per comprendere quale meccanismo abbia agito per la nostra guarigione.

Di solito, si ritiene che siano i medicinali a guarire le malattie. Difatti, per ogni malattia esiste una medicina corrispondente. Però, se analizziamo più a fondo la questione, ci accorgiamo che persone con la medesima malattia (e la stessa medicina) non guariscono allo stesso modo, e a volte non guariscono per nulla.

Ad un livello più profondo, scopriamo che non è una medicina né una cura a produrre una guarigione, ma qualcosa che agisce in sinergia con queste.

Ciò che tiene vivo un corpo, lo ripara e lo guarisce se necessario è la forza vitale, la vita stessa di quel corpo. La materia vivente ha come unico scopo la sopravvivenza e quindi reagisce ad ogni minaccia. La sua forza proviene direttamente dalla vita che permea tutto l’universo, quella stessa vita che anima ogni essere vivente e che è uguale per tutti.

Questa forza vitale anima il corpo, la mente e l’anima della persona. Senza di essa la materia è morta e inerme, tant’è che qualunque agente nocivo la distrugge facilmente. Gli stessi batteri che non riescono ad intaccare una persona viva, la distruggono in pochi giorni quando questa è morta.

Esistono quindi delle forze profonde di guarigione, in opera costantemente nel corpo e nell’animo umano. Quando infatti parliamo di malattia, includiamo anche ciò che agisce a livello mentale e a livello dell’anima, perché una persona può star bene fisicamente ma sentirsi ‘malato’ dentro.

Quando una persona perde l’amore per la vita – ad esempio per la morte di un proprio caro – le forze vitali diminuiscono ed ella sarà più soggetta a malattie. Viceversa, esistono infiniti casi di persone malate che ritrovano la motivazione a vivere e guariscono. Quindi, ciò che guarisce veramente sono queste forze vitali che operano sempre per la vita e si oppongono alla morte.

Qual è allora il ruolo di un medicinale o di una cura?

Essi possono operare in armonia con queste forze, aiutandole nel loro lavoro. Se ad esempio c’è un’infezione, le forze vitali combattono i microrganismi responsabili, e se questi sono molto forti, il loro sforzo potrebbe non essere sufficiente. Allora, un medicinale che intervenga distruggendo i microrganismi sarebbe di grande aiuto e permetterebbe a queste forze di completare il proprio lavoro di guarigione.

Un medicinale quindi dovrebbe essere costruito con questo intento: aiutare le forze vitali.

Che dire invece di quella medicina, come ad esempio un antibiotico, che distrugge la flora intestinale e intossica il fegato e i reni?

Siamo qui di fronte ad una prodotto che se da un lato fa del bene uccidendo i batteri nocivi, dall’altro indebolisce grandemente il corpo e le sue forze vitali, creando forse una situazione peggiore di quella di partenza. Allo stesso modo cure invasive come la chemioterapia e la radioterapie distruggono le forze vitali indebolendo il corpo e aprendo la strada ad un’infinità di problemi.

Purtroppo oggi la maggior parte delle medicine funzionano in questo modo, perché manca la visione del fatto che sono le forze vitali a guarire e non il medicinale che quindi non dovrebbe opporsi ad esse bensì aiutarle. Manca cioè la fiducia nella natura e nel fatto che essa da sempre protegge le proprie creature, con l’esperienza di miliardi di anni di sperimentazione sul campo.

Una volta un frutteto di mele, circondato dal bosco, richiedeva rare cure da parte dell’agricoltore, diversamente da oggi dove il bosco non esiste più e con esso è scomparsa anche la sua protezione naturale, tanto da richiedere una moltitudine di trattamenti a base di prodotti sempre più aggressivi.

Avere fiducia nella vita significa sapersi affidare a queste forze guaritrici, significa poterle conoscere in profondità e saper collaborare con loro. Avvicinarsi ad un malato significa prima di tutto valutare le sue forze vitali residue e stimare la loro capacità di innescare una guarigione. Spesso, è sufficiente un riposo prolungato, un digiuno mirato, l’affetto delle persone vicine, e la guarigione inizia.

In ogni caso, il profondo rispetto per la vita e per le forze vitali sarà l’atteggiamento giusto di partenza per operare in aiuto del malato e non contro di esso. La vita opera per la vita e solo in casi estremi fallisce e si arrende alla morte.

Intossicare il corpo, portarlo oltre i suoi limiti fisiologici, mancare della giusta cura e del giusto rispetto per esso, sono tutti interventi umani che si oppongono all’operato delle forze vitali e possono condurre alla malattia grave e alla morte.

In assenza di questi, per la vita non è difficile mantenere sano un organismo umano che è stato progettato per vivere a lungo e in salute.

Noi possiamo fare molto per la nostra salute, con atteggiamenti e comportamenti in armonia con la natura e le leggi eterne della vita.

dott. Giacomo Bo
riflessioni.it