Le radici profonde del più grande vulcano della Terra


La collocazione dell'arcipelago delle Hawaii, ben lontano dall'arco dei terremoti che caratterizza i margini della zolla del Pacifico, ne aveva finora ostacolato lo studio.

Per quanto il complesso vulcanico delle Hawaii sia il più grande del mondo e uno dei più studiati, l'accertamento della sua struttura profonda ha sempre posto seri problemi. La tettonica a placche, infatti, rende conto molto bene della presenza dei vulcani che si trovano ai margini delle zolle tettoniche, ma i vulcani che si trovano al loro centro richiedono altre ipotesi.

La spiegazione classica è che essi siano riforniti da correnti di risalita, o pennacchi (plume), di magma lungo fessurazioni della crosta, che hanno origine da “punti caldi” (hot spot), sacche magmatiche nelle profondità del mantello terrestre. La dimostrazione sperimentale di questa teoria è stata tuttavia sempre un problema, specie nel caso delle Hawaii, che rappresentano per i geologi “l'archetipo” di questo tipo di vulcani.

La localizzazione dell'arcipelago al centro dell'oceano Pacifico ha sempre ostacolato gli sforzi per venire a capo della sua struttura profonda dato che la loro ridotta superficie impedisce di collocare una rete di sismografi su un'area sufficientemente vasta da produrre immagini ad alta risoluzione, tanto più che esse si trovano ben distanti dall'arco dei terremoti che caratterizza i margini del Pacifico.

Ora un gruppo di ricercatori della Carnegie Institution http://www.ciw.edu/ , dell'Università di Hawaii http://www.uhm.hawaii.edu/ a Manoa, e della Scripps Institution,è riuscito, nel quadro del progetto PLUME (Plume-Lithosphere Undersea Melt Experiment) che a raccogliere e analizzare due anni di dati registrati a terra e sul fondo del mare da una rete di sismografi appositamente progettati.
“L'esperimento è stato concepito dal nostro gruppo una decina di anni fa. Fortunatamente i risultati hanno ricompensato l'attesa, eccedendo tutte le aspettative”; ha detto Cecily Wolfe, che ha diretto la ricerca e firma con i collaboratori un articolo su “Science”.

Se i critici del modello a pennacchio avevano argomentato che il magma dei vulcani collocati su hot spot deriva generalmente da profondità relativamente modeste, inferiori ai 660 chilometri e non da pennacchi che attingono in profondità, i dati ottenuti da PLUME mostrano che l'anomalia sismica rilevata da PLUME proprio accanto all'isola maggiore spingono il suo bacino di alimentazione a oltre 1500 chilometri, dunque ben addentro al mantello inferiore.

Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Le_radici_profonde_del_pi%C3%B9_grande_vulcano_della_Terra/1341246
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