Nei manoscritti di Qumran il nome di Gesù

Nei manoscritti di Qumran il nome di Gesù
Gesù
Bargil Pixner

Il luogo dell’ultima cena era uno dei nascondigli del tesoro del Tempio di Gerusalemme

Abbiamo più volte avuto occasione di apprezzare, in altre parti del sito, il lavoro di padre Bargil Pixner, grandissimo archeologo scomparso ad aprile dello scorso anno, relativamente alle sue rivoluzionarie ricerche e scoperte effettuate attraverso scavi compiuti a partire dalla metà degli anni 70 sul monte Sion in Gerusalemme. Pixner, dotato di grandissima capacità ed intuito, basandosi sui manoscritti di Qumran, sui testi di Flavio oltre che sui documenti evangelici, identifico, una serie davvero notevole di prove ed indizi archeologici a sostegno della esistenza di un quartiere esseno in Gerusalemme, a partire dalla famosa porta degli Esseni citata da Flavio, dal Betso citato nel Rotolo del Tempio, ai numerosi bagni rituali esseni in Gerusalemme, fino di una sinagoga giudeocristiana al centro del quartiere esseno, sotto la tomba di Davide che egli associò al luogo dell’ultima cena. Pixner.

Pixner partì pionieristicamente negli anni 70, con una serie di studi in memoria di padre Belarmino Bagatti, altro studioso cui l’archeologia neotestamentaria deve moltissimo, autore delle importantissime scoperte degli ossari e della zona cimiteriale giudeo-cristiana sul Monte degli Ulivi, fu suo degno successore superandolo, a nostro avviso, di gran lunga per importanza delle scoperte ed intuito. Ma veniamo alla scoperta che può essere considerata l’ultimo e più sensazionale dono di Pixner ai moderni archeologi e storici: il primo documento che reca il nome di Gesù ma che lo fa in un contesto tale da costituire, se si dimostrasse vera la ricostruzione di Pixner, una delle più grandi rivoluzioni storiche del secolo.

Alla attività di archeologo, infatti, Pixner aveva fato sempre seguire la sua abilità come studioso di testi antichi. Nel 1983 pubblicò un suo studio sul Rotolo di Rame, enigmatico documento qumramiano contenente un elenco dei 64 nascondigli di quello che alcuni ritengono essere il Tesoro del Tempio. Ciò che stiamo per raccontare é contenuto, ad esempio, in “Gesù e la comunità di Qumran” di J.H. Charlesworth ed.:PIEMME, bellissimo volume che presenta una raccolta di articoli dei maggiori studiosi della problematica.

L’articolo cui facciamo riferimento é quello di Rainer Riesner “La comunità primitiva ed il quartiere esseno di Gerusalemme”, paragrafo “Alla ricerca del luogo dell’ultima cena”. Ma andiamo al punto.

Nello studio di Pixner citato da Riesner, viene proposta la seguente lettura e traduzione del brano che indica il settimo nascondiglio del Rotolo di Rame “Nella grotta della casa diroccata di Yeshu” associando il nascondiglio, ad un luogo sul Monte Sion che egli identifica con la casa ove Gesù celebrò l’ultima cena. Anche senza entrare nel dettaglio di questa sua lettura già si comprendono la miriade di effetti di questa traduzione… ma approfondire la interpretazione di Pixner .

Cominciamo col dire che il brano prosegue così “al terzo piano, 65 libre di oro…” per passare poi al nascondiglio successivo.

Per completezza diciamo che la traduzione del brano che Pixner legge hmrt byt hmdhh ysw ha avuto anche altre e più note traduzioni ed interpretazioni. Ad esempio Moraldi lo traduce con “Nella grotta, casa del vecchio maestro”, Martinez invece preferisce tradurre il testo con “Nella grotta della casa dell’acqua”, ed Allegro lesse nell’ultima lettera una daleth. La differenza é essenzialmente dovuta al fatto che Pixner legge, l’ultima parola ysw separata da quella precedente e soprattutto legge la lettera finale come w ove altri interpretano la stessa come n. Il Reisner, comunque, ritiene perfettamente legittima la traduzione di Pixner non meno di quelle proposte dagli altri studiosi.

Ma vediamo le conseguenze di questa traduzione.

La prima la enuncia lo stesso Pixner. Se questa traduzione é corretta il Rotolo di Rame (documento scritto tra il 30 d.c. ed il 130 d.c, alcuni pensano di certo dopo il 68 d.c.) contiene un nascondiglio in un posto che viene indicato come la “Casa di Yeshu” e che Pixner identifica, chiaramente, con il luogo dell’ultima cena.

Da ciò si evince che:

1) A Qumran c’è un documento che parla di Gesù (appellandolo come Yeshu in modo analogo a quanto avviene nelle Toledot ebraiche, testo polemico medievale) e quindi prova una conoscenza diretta di Gesù da parte degli Esseni. Ciò costituirebbe un chiaro indizio nella trasformazione del gruppo di Esseni qumramiani in giudeo-cristiani (quindi non servirebbe più nemmeno il misterioso Rotolo dell’Angelo per sostenere che a Qumran c’era il nome di Gesù)

2) Quel documento parla di un luogo che Pixner riconosce come il Monte Zion ove Pixner ha scoperto il quartiere esseno, associandolo agli altri nascondigli del II e III cap. del Rotolo di Rame che sono tutti in Gerusalemme

3) Il documento parla di una casa diroccata e quindi, probabilmente, é successivo alla distruzione di Gerusalemme come del resto si poteva dedurre anche da altri elementi primo tra tutti il limite inferiore posto comunemente per la datazione del Rotolo di Rame: non prima del 30 d.c.

4) Il documento afferma che il luogo dell’ultima cena divenne un nascondiglio per una parte ingente del Tesoro del Tempio. In quello stesso luogo fu poi edificata, come lo stesso Pixner dimostrò, la prima sinagoga giudeo-cristiana successivamente ed erroneamente associata alla Tomba di Davide.

Ma il documento aggiunge molte cose in più.

Sebbene, infatti, si parli di una grotta, si dice anche di un terzo piano o livello. Ora se la grotta costituiva un seminterrato dell’edificio, il terzo livello é il livello superiore o piano superiore di cui parla Luca nei Vangeli e quindi un “primo piano”. Quindi il tesoro sarebbe sepolto nella grotta che funge da seminterrato dell’edificio che, al primo piano, ospitava la “casa di Yeshu”.

Ma Pixner rincara la dose osservando che il Codex Bazae Cantabrigiensis (del V sec.), parla della casa dell’ultima cena come “casa diroccata”, confermando l’esistenza di una tradizione in tal senso.

artifacts

 

Ma non é finita qui. Alle parole di Pixner aggiungiamo noi un’altra osservazione che ci viene da un’altro importante ritrovamento: quello del primo simbolo giudeo cristiano: lo scettro di davide costituito da un pesce sormontato da una Menorà che intersecandosi formano la stella di Davide. Lo scettro fu trovato, guarda caso, sotto la Tomba di Davidè lì dove Pixner, attraverso la particolare orientazione verso il Golgota ed attraverso la incisione di un monogramma costantiniano nel pavimento, identificò la sinagoga uscita fuori dagli scavi come una sinagoga giudeo-cristiana.

Il luogo denominato Tomba di Davide é, come detto associato al luogo dell’ultima cena, ma ciò che ci interessa é che subito fuori dalla Tomba di Davide, esiste una grotta chiusa da un cancello in cui fu ritrovato, insieme allo scettro, anche una pietra con su scritto “per l’olio e per lo spirito” e numerosi oggetti, vasi ed oliere recanti il nome di Gesù”.

In pratica la grotta sotto la Tomba di Davide e quindi sotto la casa ove Gesù celebrò l’ultima cena, era una sorta di camera per le cerimonie di unzione, e se quello che ha detto Pixner é vero, proprio lì si trovano nascoste (o si trovavano nascoste) le 65 libre di oro che sarebbero la prova definitiva di una trasformazione dell’essenismo in cristianeismo giudaico, e dle legame tra Gesù e gli esseni.

Insomma, se si trovassero le 65 libre di oro (magari anche dotate di marchi che potrebbero rivelare altri elementi interessanti), si avrebbe la prova definitiva che Pixner aveva ragione e che, non solo Gesù celebrò l’ultima cena nel quartiere esseno, ma che egli fu un esseno e che gli esseni si riconobbero in lui. Una vera rivoluzione nella storia del cristianesimo che costituirebbe una prova definitiva di ciò che sosteniamo da anni.

Ma, indipendentemente da tutto, ciò che ci chiediamo é: ma Pixner era cosciente della rivoluzione e della enormità della sua affermazione, indipendentemente da fatto che fosse vera o falsa? Noi riteniamo di si come lo sono coloro che sostengono con fondi e studi la Century one Foundation che finanziò gli studi di Pixner e che, tra le 4 linee di ricerca, finanzia oggi anche gli studi di J.H.Charlesworth sui Manoscritti del Mar Morto.

L’unica sfortuna in tutto ciò é che questa scoperta sarebbe stata seguita sicuramente dagli arditi sforzi di Pixner per effettuare una verifica archeologica … ma purtroppo Pixner é morto e comunque, per quel che se ne sa, questa affermazione non é stata presa sul serio da nessuno…ma ne siamo proprio sicuri?

Sabato Scala