Maria di Magdala ed il grande segreto Templare

Maria di Magdala ed il grande segreto Templare

Maria di Magdala ed il grande segreto TemplareRiflettendo su fatti storici e biblici, seppure personalmente ritenga che la Bibbia (nella sua seconda parte: N.T.) non sia un documento “molto veritiero”, riconosco che è certamente uno scritto, seppur postumo ai tempi, dei pochi che raccontano, a volte in modo leggendario e mitico, un pezzo di storia dell’umanità.

Non parlerò della discendenza merovingia dalla dinastia di Gesù e quindi di Davide per il fatto che, non solo lo metto in dubbio, ma ritengo sia una delle “bufale” più grandi che da circa un secolo e mezzo qualcuno cerca di propinare.

Inizierò con Maria Maddalena, tenendo presente la Torre Magdala (con la M rovesciata), che l’abate Saunière fece erigere a Rennes le Chateau. Bisogna ben considerare il rovesciamento delle lettere, specialmente quelle indicanti un nome, poiché si tratta di un uso che i Templari facevano per indicare nomi o personaggi che “volutamente”, da parte di chi ne aveva interesse, erano stati male indicati nei secoli.

Non dico che Saunière fosse un neotemplare, ma di certo era a conoscenza (anche prima dei suoi ritrovamenti) di storia templare, stante la sua amicizia ed i diversi incontri con il deputato Camillo Dreyfus, massone-templare e direttore de’ La Nation di Parigi.

Maria, dall’ebraico Miryam e dal greco Mariam o Maria (nella Bibbia dei Settanta, nei vangeli e negli Atti degli Apostoli) era un nome molto diffuso in Palestina ai tempi di Gesù e lo si trova in iscrizioni antichissime scavate nelle regioni vicine, la cui più importante è la “mrym” indicata nelle tavolette di Ugarit (XV-XIV secolo a.C.) scoperte a Ras Shamra sulla costa fenicia. Secondo l’analisi della radice semitica, alla quale i filologi la fanno risalire, Maria potrebbe significare “ribelle”, “amara” o “forte”, ma anche “colei che si innalza” o che “è innalzata” oppure ancora “profetessa” o “Signora”.

La tradizione cristiana di San Gerolamo la fa derivare dall’ebraico “mar yam” (goccia di mare), in latino stilla maris, o Stella maris, “stella del mare”, con cui viene pure indicata la madre di Gesù, chiamata Maria Vergine.

Stella Maris era pure il nome di una nave templare che solcava la rotta di “Ofiuco”, legata alla storia (o leggenda come molti ritengono) delle sette sorelle, alle quali si deve collegare la fondazione dell’Ordine delle sorelle di Maria Maddalena (anno 1224), ad opera del Cavaliere Templare Rodolfo di Worms.

Il Nuovo Testamento cita sei donne col nome di Maria, le cui più importanti sono Maria la madre di Gesù e Maria Maddalena o di Magdala. Magdala era il suo luogo d’origine, ubicato sulla costa occidentale del lago di Tiberiade, nei pressi dell’attuale Magdal.

Gesù l’aveva liberata da “sette demoni”, cioè da una folla di spiriti malvagi e la donna lo seguì nelle sue peregrinazioni mettendosi al suo servizio. Il ruolo più importante, se così lo si può chiamare, Maria di Magdala lo ebbe quando fu presente, nel giorno del Sabato, alla sepoltura del Maestro. Dato che la religione ebraica vietava, al sabato, qualsiasi attività, il rito funebre fu celebrato il giorno successivo.

Quando Maria di Magdala tornò sul posto con una o più donne (sei pie donne) portando oli ed aromi per cospargere il morto, trovò la tomba aperta e vuota.

Questa è l’indicazione dei Vangeli e della Chiesa, ma non dei Templari. La tradizione della Chiesa cattolica identifica la Maria Maddalena “liberata dai sette demoni” con Maria di Betania o con la “peccatrice” che unse di balsamo la testa di Gesù. Questa ipotesi, sostenuta da Gregorio Magno, non trova fondamento nei testi evangelici. Diversa è la circostanza in cui Gesù ricevette l’omaggio dell’unzione, a Betania, da una donna di nome Maria, sorella di Marta. Cita, infatti, Luca nel suo Vangelo: “Gesù si trovava a Betania nella casa di Simone il lebbroso.

Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l’unguento sul suo capo. Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: “Perché tutto questo spreco di olio profumato? Si poteva benissimo vendere quest’olio a più di trecento denari e darli ai poveri! ”. Ed erano infuriati contro di lei.”

Sarebbe molto strano che Luca, citando Maria di Magdala e Maria (di Betania), sorella di Marta, non dica che era una peccatrice e non precisi mai che si trattava della stessa persona.

Ci sono racconti popolari provenzali che narrano che Maria Maddalena sbarcò nella località detta “les Saintes-Mariesde-la-Mer”, in compagnia di Marta e Lazzaro, fuggiti dalla prima persecuzione scatenata da Erode Agrippa contro i cristiani. Si sarebbe poi ritirata nei pressi di Marsiglia nella grotta chiamata “la Sainte Baume” dove sarebbe morta per poi essere sepolta a Saint-Maximin.

E’ nell’XI secolo che i benedettini di Vezelay cominciano a diffonderne il culto di Maria Maddalena, asserendo di essere i custodi delle sue reliquie, a loro consegnate per proteggerle dai Saraceni che più volte erano sbarcati in Provenza. La storia potrebbe essere verosimile, ma come asserisce Anatole France: “Tutte le storie che non contengono menzogne sono mortalmente noiose”.

La verità Templare è invece un’altra. Tornando alla differenza fra le due Marie, Maria Magdalena e Maria di Betania, quest’ultima era la sorella di Lazzaro, l’amico che Gesù, sempre secondo i Vangeli, resuscitò.

Quando Gesù si trovava a Gerusalemme, frequentava abitualmente la casa a Betania, un villaggio adiacente alla città santa dove questa Maria abitava con Marta. Pochi giorni prima della crocifissione, Gesù si trovava a Betania, invitato da Simone il lebbroso, quando Maria, per ringraziarlo e rendergli omaggio gli versò sulla testa e sui piedi un prezioso balsamo che asciugò con i suoi capelli.

Le circostanze sono molto diverse anche se l’ospitante si chiamava anch’egli Simone, un nome del resto molto diffuso. Questo Simone di Galilea è detto “fariseo” e non “lebbroso”. D’altra parte l’unzione di profumo, era un onore che veniva tributato non di rado agli ospiti di rango. La “peccatrice” intervenuta al banchetto presso il fariseo Simone è una donna ben diversa da Maria di Betania.

Quest’ultima ci è presentata come una donna dolce, delicata, tranquilla, attenta all’insegnamento di Gesù e sua amica mentre l’altra viveva una vita di lussuria, per di più in Galilea, ben distante da Betania.

Per restare nell’argomento delle Marie, ne esiste un’altra che nulla ha a che fare con le prime due, ma ha a che fare con Gesù essendone parente. Si tratta di Maria “madre di Giacomo il Minore” e di Giuseppe, la stessa donna che Matteo chiama “l’altra Maria”.

Faceva parte del gruppo delle “pie donne” che seguirono Gesù dalla Galilea “per servirlo” e assisterlo con i loro beni . I vangeli sinottici collegano sempre la sua presenza a quella di Maria di Magdala . Matteo e Marco la indicano tra i fedeli che osservavano da lontano la crocifissione di Gesù sul Golgota.

Questa terza Maria potrebbe anche essere la stessa che Giovanni indica come “sorella” di Maria, madre di Gesù, che le stava al fianco ai piedi della croce.

Quindi la zia di Gesù. Sta di fatto che sia questa Maria che la Maddalena assistettero alla tumulazione di Gesù e ritornarono il giorno dopo con altre cinque pie donne per cospargerne il corpo di balsami, ma trovarono la cripta vuota.

Ma anche questa non è la verità Templare. E’ molto improbabile quanto asserisce Raban Maar e cioè che Maria Maddalena fosse di sangue reale perché di famiglia asmonita. La famiglia degli Asmonei, che comprendeva pure i Maccabei, terminò nel 40 a.C. quando Erode fu proclamato re di Giudea. Inoltre gli asmonei prediligevano le cose terrene, le proprietà e le ricchezze, all’ideale religioso. Quindi è molto improbabile che Maria Maddalena, che non risulta discendere da Erode, fosse di famiglia asmonita.

Veniamo ora alla vita religiosa di Gesù, basandoci sia ai Vangeli che ai ritrovamenti di Qumran. Per completezza del discorso, ripeto alcuni punti di quanto già indicato in un altro mio scritto: “Yesuha ben Josep detto Gesù – un grande comunista”:

Non c’è alcun dubbio che Gesù fosse un ebreo esseno, come del resto lo era la massima parte degli ebrei a quel tempo. Gli esseni erano una discendenza delle dodici tribù di Israele ed erano appunto coloro che hanno scritto e nascosto i rotoli del Mar Morto. I rotoli rappresentano non solamente un atto religioso e quindi un documento di fede, ma una vera e propria ricchezza storica di comportamento e di cronaca.

Questi documenti sono databili in un tempo che va dal IV secolo a.C. fino ad un periodo che può stabilirsi fra il 70 ed il 132 d.C. Gli esseni si attenevano a due Regole principali, La Regola della Comunità e la Regola della Guerra, i cui testi, quasi integrali, si trovano fra i rotoli di Qumrân, e sono già stati tradotti e pubblicati. Da ciò deriva che gli esseni, che erano portatori del verbo del Signore, di Abramo e di Mosè, non erano poi così propensi a porgere l’altra guancia, sebbene in maggioranza fossero religiosamente miti e politicamente moderati.

Facevano parte di una frangia degli esseni, gli zeloti, ossia gli zelanti della legge sia divina che umana. Addirittura lo storico romano Giuseppe Flavio, enumerando le correnti del periodo ebraico, mette gli zeloti al quarto posto dopo i Sadducei, i Farisei e gli stessi Esseni, di cui appunto gli Zeloti erano una derivazione e che quindi pure essi seguivano le regole della Comunità e della Guerra. Come riferisce lo storico e studioso C. Roth, gli zeloti costituivano un partito di gelosi e feroci custodi della legge e dell’indipendenza politica degli Ebrei.

Gli zeloti erano apertamente antagonisti dei romani e non avrebbero mai accettato la pace con gli stessi, poiché li ritenevano usurpatori del loro territorio e del loro popolo.

A loro interno, gli zeloti, avevano una frangia estremista, quella dei Nazorei o Nazirei (da Nazor il Maestro di Giustizia) e si rifiutavano di pagare le tasse ai romani (Kittim o Kthjjm), manifestando il diritto di uccidere chiunque, non ebreo, oltrepassasse i limiti dei cortili del Tempio.

Un’altra importante figura era quella del Sacerdote Empio. Quando Gesù compì i 30 anni di età, fu eletto Maestro di Giustizia poiché così prevedeva la Regola, Gesù fu eletto Maestro di Giustizia e nello stesso periodo, Paolo era il Sacerdote Empio. Per capire bene le due figure, il Maestro di Giustizia era colui che presiedeva alla vita politica e religiosa della comunità, faceva sì che le regole e gli usi fossero seguiti da tutti, era responsabile delle attività umane, decideva il da farsi, era giudice e comminava le pene.

Per la sua “attività” si atteneva alle decisioni del Consiglio poiché le facoltà personali erano molto limitate. Il Sacerdote Empio, invece, presiedeva alla vita religiosa della comunità, faceva proposte, ma non aveva facoltà di intervenire nelle attività sociali.

Quindi fra Paolo e Gesù, il più “mite” era il primo. Alcuni hanno ritenuto, forse per questioni di parte e religiose, di attribuire i testi al cristianesimo-primitivo, ma diversi studiosi, fra i quali Margoliout e Fitzmyer ritengono i testi, anche quelli scritti successivamente (come il Documento di Damasco) di origine zelota, nazorea ed ebionita, almeno fino al 300 d.C. quando la maggior parte dei seguaci di questi gruppi, divenuti ex-ebraici, confluisce in quel movimento più propriamente chiamato cristianesimo.

Il periodo di vita di Gesù può essere datato, secondo l’attuale calendario, dal 2-3 d.C. fino al 34-35. La vita di Gesù è di circa 32-33 anni e cioè 2-3 anni dopo il periodo di pieno sacerdozio voluto dalle Regole. Gli esseni, zeloti e nazorei, al tempo di Gesù erano poco più di quattromila, sparsi un po’ dovunque, ma specialmente sulla sponda occidentale e settentrionale del Mar Morto (Plinio il Vecchio).

Veniamo ora a quelli che erano i precetti che tutti dovevano seguire, vale a dire i dettami della Regola della Comunità e di quella dell’Assemblea. Per capire meglio l’argomento, che sarà poi legato ai ritrovamenti di Saunière, citerò fra parentesi qualche punto di alcuni paragrafi rilevati dal testo qumranico della Regola della Comunità.

Par. II – : I sacerdoti benediranno tutti gli uomini della sorte di Dio che cammineranno integralmente….(2) – I leviti malediranno tutti gli uomini della sorte di Belial…..(5) – Nota: I membri della Comunità erano divisi in tre categorie fondamentali: sacerdoti, leviti e laici (tutti gli uomini).

Par. III – : Per il saggio affinché istruisca e ammaestri tutti i figli della luce …. e sul tempo della loro retribuzione. (13,14,15). – In una sorgente di luce sono le origini della verità e da una fonte di tenebra le origini dell’ingiustizia. (19)

Par. IV – : … e nascondere fedelmente i misteri della conoscenza: questi sono gli elementi fondamentali dello spirito per i figli della verità che sono nel mondo. (6)

Par. VI – : …l’inferiore obbedirà al superiore per quanto concerne il lavoro e il denaro; mangeranno in comune, benediranno in comune e delibereranno in comune (2,3) – E allorché disporranno la tavola per mangiare o il vino dolce per bere (5) – Nota: Il vino dolce o meglio il mosto era usato solamente dai nazorei.

Par. VIII – : Nel consiglio della comunità ci saranno dodici uomini e tre sacerdoti perfetti in ogni cosa manifestata da tutta la legge, per praticare la verità, la giustizia……(1 – 2) – Nota: I 12 uomini erano laici che rappresentavano le 12 tribù di Israele. — Questo è il muro provato, la pietra d’angolo inestimabile! Non vacilleranno le sue fondamenta né saranno mosse dal loro posto. (7 – 8) – Nota: su questo punto è bene citare anche Isaia 28,16: “Guardate! Pongo in Sion una pietra, una pietra scelta, angolare, preziosa, quale fondamento: chi vi crederà non vacillerà”.

Par. IX – : Sarà una persona piena di zelo per lo statuto e per il suo tempo, per il giorno della vendetta e per compiere il beneplacito di Dio in ogni opera delle sue mani e in ogni sua attività (23,24)

Par. XI – : …il mio occhio contempla una saggezza nascosta all’uomo, scienza e pensieri prudenti, celati ai figli di Adamo…(6).

Gli esseni, nazirei e zeloti rappresentavano le classi sociali più deboli e si contrapponevano alle altre tribù israelite, in particolare dei farisei e sadducei, che erano un’elite religioso-politica. Per questi ultimi, quindi, Gesù ed i suoi discepoli esseno-nazirei erano personaggi scomodi, al punto non solo di contrastarli, ma di eliminarli. Eliminando però il loro Capo, gli altri sarebbero venuti a miti consigli.

Dopo torneremo su questo punto, ma prima è bene indicare la temporalità del noviziato per capire il perché Gesù cominciò a predicare all’età di 30 anni. Le norme di comportamento erano dettate dalla Regola dell’Assemblea che delinea appunto il cammino per chi veniva ammesso allo studio nella comunità. Citerò i punti essenziali di detta Regola:

Allorché giungeranno, raduneranno tutti gli arrivati, dai bambini alle donne, e leggeranno alle loro orecchie tutti gli statuti del patto e li istruiranno in tutte le loro disposizioni, affinché non sbaglino commettendo inavvertenze. (I- 4,5) – Fin dalla sua giovinezza lo si istruirà sul libro della meditazione e, secondo la sua età, lo ammaestreranno sugli statuti del patto, ed egli riceverà la sua educazione nelle loro disposizioni per dieci anni. (I-7,8) – All’età di venti anni passerà tra gli arruolati, entrando, in base alla sorte, in mezzo alla sua famiglia, in comunione con l’assemblea santa….(I-9) – All’età di venticinque anni entrerà a partecipare alle strutture fondamentali dell’assemblea santa…(I-13) –

All’età di trenta anni potrà essere promosso ad arbitrare una lite e un giudizio, a prendere posto tra i capi delle migliaia di Israele, tra i comandanti delle centurie e i comandanti delle cinquantine…(I-14) – Ma nessun uomo poco dotato entrerà nel sorteggio per accedere a un posto sopra l’assemblea di Israele per emettere una sentenza o per assumere una carica dell’assemblea o per accedere ad un posto nella guerra destinata ad abbattere le nazioni. (I-20,21) – Questa sarà la seduta dei notabili, chiamati al convegno per il consiglio della comunità, quando Dio avrà fatto nascere il messia in mezzo a loro. II-11,12) – Nota : Il messia esseno non è una personalità celeste, ma il Maestro di Giustizia del momento. Gesù è stato Maestro di Giustizia.

-E quando si raduneranno alla mensa comune oppure a bere il vino dolce, allorché la mensa comune sarà pronta e il vino dolce da bere sarà versato, nessuno stenda la sua mano sulla primizia del pane e del vino dolce prima del sacerdote, giacché egli benedirà la primizia del pane e del vino dolce e stenderà per primo la sua mano sul pane…(II- 18,19,20) …In conformità di questo statuto essi si comporteranno in ogni refezione, allorché converranno insieme almeno dieci uomini. (II-22).

Riporto pure alcuni passi della Regola della Guerra, a testimonianza che gli esseni, zeloti e nazorei non erano poi tanto propensi a porgere l’altra guancia, specialmente a coloro che li opprimevano o invadevano la loro terra. Erano buoni e pii, ma si facevano rispettare anche con le armi.

Questo documento è importantissimo per capire il perché anche i Romani avevano astio nei confronti degli zeloti e nazorei, prediligendo invece la casta del sinedrio che meglio si adeguava alle risoluzioni politiche di Roma. – E questo è il libro della regola della guerra.

L’inizio si avrà allorché i figli della luce porranno mano all’attacco contro il partito dei figli delle tenebre, contro l’esercito di Belial, contro la milizia di Edom, di Mohab, dei figli di Ammon…..… contro le milizie dei Kittim di Assur….(I-1,2) – Nota : I Kittim o Kthjjm (di Assur) sono stati individuati nei Romani che venivano in Palestina dal nord. – E dopo la guerra se ne andrà di là, contro tutte le milizie dei Kettim in Egitto (I-4) – Nota: A quell’epoca i Romani avevano già occupato parte dell’Egitto. – Verità e giustizia risplenderanno per tutti i confini del mondo, illuminando senza posa fino a quando saranno finiti tutti i tempi stabiliti per le tenebre. (I-8).

Ritornando a Gesù e quindi alla ? di Nazoreus, abbiamo visto che i Nazirei seguivano le Regole in modo tassativo. Torniamo alle predicazioni di Gesù, Nazoreo e Maestro di Giustizia che aveva una forte presa sul popolo. La gente seguiva i suoi insegnamenti, lo andava ad ascoltare durante il suo peregrinare, abbandonando quella che era la linea ufficiale della religione ebraica e cioè i dettami del Sinedrio. Il Sinedrio era una congrega religiosa composta da sacerdoti e da saggi; in pratica erano coloro che determinavano le linee politiche e religiose che il popolo doveva seguire. Nessuno più ascoltava i sacerdoti del Sinedrio per accorrere invece dove predicava Gesù.

Quindi Gesù, come già detto in precedenza, era diventato scomodo. Per questo viene inquisito e condannato a morte dal Sinedrio. A tal proposito per poter poi continuare il discorso che lega Gesù, Maria Maddalena e i Templari citerò alcuni brani dei Vangeli, non quelli gnostici, ma quelli della chiesa vaticana, riconosciuti dalla CEI. Indicherò di essi questi punti:

  • Cospirazione del Sinedrio,
  • Cattura,
  • Gesù davanti al sinedrio (per Matteo Marco e Luca),
  • Gesù davanti a Anna e Caifa (solo per Giovanni),
  • Crocifissione,
  • Agonia e morte,
  • Sepoltura,
  • Risurrezione.

Certamente molti di voi avranno già letto questi passi, ma vi chiedo di rileggerli per rinfrescarvi la memoria, tenendo conto che sono dichiarazioni riconosciute dalla chiesa e quindi non si parli di irriverenza da parte di alcuno. Indicherò i capitoli ad uno ad uno nell’ordine sopra indicato ed ognuno riferito ai quattro estensori (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) nella stessa sequenza.

– Cospirazione del Sinedrio:

MATTEO – Capitolo 26 – VII. PASSIONE E RISURREZIONE – Complotto contro Gesù 1 Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: 2 “Voi sapete che fra due giorni è Pasqua e che il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso”. 3 Allora i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, 4 e tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire. 5 Ma dicevano: “Non durante la festa, perché non avvengano tumulti fra il popolo”.

MARCO – Capitolo 14 – V. LA PASSIONE E LA RISURREZIONE DI GESÙ – Complotto contro Gesù 1 Mancavano intanto due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di lui con inganno, per ucciderlo. 2 Dicevano infatti: “Non durante la festa, perché non succeda un tumulto di popolo”.

LUCA – Capitolo 22 – VI. LA PASSIONE – Complotto contro Gesù e tradimento di Giuda 1 Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua, 2 e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano come toglierlo di mezzo, poiché temevano il popolo. 3 Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici. 4 Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani. 5 Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro. 6 Egli fu d’accordo e cercava l’occasione propizia per consegnarlo loro di nascosto dalla folla.

GIOVANNI – Capitolo 11- I capi Giudei decidono la morte di Gesù 45 Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46 Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. 47 Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: “Che facciamo? Quest’uomo compie molti segni. 48 Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione”. 49 Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno, disse loro:

“Voi non capite nulla 50 e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera”. 51 Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione 52 e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53 Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. 54 Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove si trattenne con i suoi discepoli.

– Cattura:

MATTEO – Capitolo 26 – VII. PASSIONE E RISURREZIONE – L’arresto di Gesù 47 Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48 Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: “Quello che bacerò, è lui; arrestatelo! ”. 49 E subito si avvicinò a Gesù e disse: “Salve, Rabbi! ”. E lo baciò. Maria di Magdala ed il Grande Segreto Templare – Ugo Cortesi Pag. 5/13 50 E Gesù gli disse: “Amico, per questo sei qui! ”. Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51 Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio. 52 Allora Gesù gli disse:

“Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. 53 Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? 54 Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire? ”. 55 In quello stesso momento Gesù disse alla folla: “Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato. 56 Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti”. Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.

MARCO – Capitolo 14- V. LA PASSIONE E LA RISURREZIONE DI GESÙ – L’arresto di Gesù 43 E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. 44 Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: “Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta”. 45 Allora gli si accostò dicendo: “Rabbi” e lo baciò. 46 Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono. 47 Uno dei presenti, estratta la spada, colpì il servo del sommo sacerdote e gli recise l’orecchio 48 Allora Gesù disse loro: “Come contro un brigante, con spade e bastoni siete venuti a prendermi. 49 Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture! ”.

50 Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono. 51 Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono. 52 Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo. LUCA – Capitolo 22 – VI. LA PASSIONE – L’arresto di Gesù 47 Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. 48 Gesù gli disse: “Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo? ”. 49 Allora quelli che eran con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: “Signore, dobbiamo colpire con la spada? ”. 50 E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro.

51 Ma Gesù intervenne dicendo: “Lasciate, basta così! ”. E toccandogli l’orecchio, lo guarì. 52 Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: “Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? 53 Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre”.

GIOVANNI – Capitolo 18 – 2. LA PASSIONE – L’arresto di Gesù 1 Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c’era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli. 2 Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli. 3 Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi. 4 Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: “Chi cercate? ”. 5 Gli risposero: “Gesù, il Nazareno”.

Disse loro Gesù: “Sono io! ”. Vi era là con loro anche Giuda, il traditore. 6 Appena disse “Sono io”, indietreggiarono e caddero a terra. 7 Domandò loro di nuovo: “Chi cercate? ”. Risposero: “Gesù, il Nazareno”. 8 Gesù replicò: “Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano”. 9 Perché s’adempisse la parola che egli aveva detto: “ Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato ”. 10 Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. 11 Gesù allora disse a Pietro: “Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato? ”.

– Gesù davanti al sinedrio (per Matteo Marco e Luca):

MATTEO – Capitolo 26 – VII. PASSIONE E RISURREZIONE – Gesù davanti al sinedrio 57 Or quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58 Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per vedere la conclusione. 59 I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte; 60 ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni. 61 Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: “Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”. 62 Alzatosi il sommo sacerdote gli disse: “Non rispondi nulla?

Che cosa testimoniano costoro contro di te? ”. 63 Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: “Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio”. 64 “Tu l’hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo ”. 65 Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: “Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66 che ve ne pare? ”. E quelli risposero: “È reo di morte! ”. 67 Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, 68 dicendo: “Indovina, Cristo! Chi è che ti ha percosso? ”.

MARCO – Capitolo 14 – V. LA PASSIONE E LA RISURREZIONE DI GESÙ – Gesù davanti al sinedrio 53 Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. 54 Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. 55 Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. 56 Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi. 57 Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo: 58 “Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d’uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d’uomo”.

59 Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde. 60 Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: “Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te? ”. 61 Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: “Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto? ”. 62 Gesù rispose: “Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo”. 63 Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: “Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? 64 Avete udito la bestemmia; che ve ne pare? ”. Tutti sentenziarono che era reo di morte. 65 Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: “Indovina”. I servi intanto lo percuotevano.

LUCA – Capitolo 22 – VI. LA PASSIONE – Gesù davanti al sinedrio 66 Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: 67 “Se tu sei il Cristo, diccelo”. Gesù rispose: “Anche se ve lo dico, non mi crederete; 68 se vi interrogo, non mi risponderete. 69 Ma da questo momento starà il Figlio dell’uomo seduto alla destra della potenza di Dio”. 70 Allora tutti esclamarono: “Tu dunque sei il Figlio di Dio? ”. Ed egli disse loro: “Lo dite voi stessi: io lo sono”. 71 Risposero: “Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca”. GIOVANNI – Capitolo 18 – 2.

La passione – Gesù davanti ad Anna e a Caifa

12 Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono 13 e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno. 14 Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: “È meglio che un uomo solo muoia per il popolo”. 15 Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote; 16 Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro. 17 E la giovane portinaia disse a Pietro: “Forse anche tu sei dei discepoli di quest’uomo? ”.

Egli rispose: “Non lo sono”. 18 Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. 19 Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. 20 Gesù gli rispose: “Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. 21 Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto”. 22 Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: “Così rispondi al sommo sacerdote? ”. 23 Gli rispose Gesù: “Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti? ”. 24 Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.

Crocifissione:

MATTEO – Capitolo 27 – La crocifissione 32 Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui. 33 Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, 34 gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. 35 Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. 36 E sedutisi, gli facevano la guardia. 37 Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: “ Questi è Gesù, il re dei Giudei”. 38 Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

MARCO – Capitolo 15 – La crocifissione 24 Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. 25 Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. 26 E l’iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. 27 Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra.

LUCA – Capitolo 23 – La crocifissione 33 Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. 34 Gesù diceva: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.

GIOVANNI – Capitolo 19 – La crocifissione 17 Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, 18 dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù nel mezzo. 19 Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”. 20 Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. 21 I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: “Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei”. 22 Rispose Pilato: “Ciò che ho scritto, ho scritto”.

– Agonia e morte:

MATTEO – Capitolo 27 – La morte di Gesù 45 Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. 46 Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: “ Elì, Elì, lemà sabactàni? ”, che significa: “ Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ”. 47 Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Costui chiama Elia”. 48 E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. 49 Gli altri dicevano: “Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo! ”. 50 E Gesù, emesso un alto grido, spirò. …..55 C’erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56 Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.

MARCO – Capitolo 15 – La morte di Gesù 33 Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 34 Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni? , che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? 35 Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: “Ecco, chiama Elia! ”. 36 Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: “Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce”. 37 Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. …..40 C’erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di ioses, e Salome, 41 che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

LUCA – Capitolo 23 – La morte di Gesù 44 Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 45 Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. 46 Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spirò.

GIOVANNI – Capitolo 19 – Gesù e sua madre e La morte di Gesù 25 Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. 26 Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio! ”. 27 Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre! ”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. 28 Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: “ Ho sete ”. 29 Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30 E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: “Tutto è compiuto! ”. E, chinato il capo, spirò.

Sepoltura:

MATTEO – Capitolo 27 – La sepoltura 57 Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. 58 Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato 59 Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo 60 e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. 61 Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l’altra Maria.

MARCO – Capitolo 15 – La sepoltura 42 Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, 43 Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. 44 Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. 45 Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. 46 Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. 47 Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto.

LUCA – Capitolo 23 – La sepoltura 50 C’era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. 51 Non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri.

Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. 52 Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. 53 Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. 54 Era il giorno della parascève e già splendevano le luci del sabato. 55 Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, 56 poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento.

GIOVANNI – Capitolo 19 – La sepoltura 38 Dopo questi fatti, Giuseppe d’Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù.

Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. 39 Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. 40 Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com’è usanza seppellire per i Giudei. 41 Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. 42 Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.

– Risurrezione:

MATTEO – Capitolo 28 – La tomba vuota. Messaggio dell’angelo 1 Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro. 2 Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3 Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. 4 Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. 5 Ma l’angelo disse alle donne: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. 6 Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. 7 Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto”. 8 Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli.

MARCO – Capitolo 16 – La tomba vuota. Messaggio dell’angelo 1 Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. 2 Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. 3 Esse dicevano tra loro: “Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro? ”. 4 Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. 5 Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. 6 Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. 7 Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea.

Là lo vedrete, come vi ha detto”. 8 Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.

LUCA – Capitolo 24 – VII. DOPO LA RISURREZIONE – La tomba vuota. Messaggio dell’angelo 1 Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2 Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; 3 ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4 Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. 5 Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6 Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, 7 dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno”. 8 Ed esse si ricordarono delle sue parole. 9 E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10 Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo.

Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. 11 Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.

GIOVANNI – Capitolo 20 – 3. IL GIORNO DELLA RISURREZIONE – La tomba vuota 1 Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. 2 Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto! ”. 3 Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. 4 Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5 Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. 6 Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, 7 e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. 8 Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. ……

Da quanto indicato, dai testi sacri ufficiali, si rilevano: • il ruolo importante di Maria Maddalena nella vita e nella morte di Gesù, • la conferma che Gesù era esseno-nazoreo e Maestro di Giustizia (Rabbi), • che ogni gruppo era formato da 12 fratelli (successivamente lo sarà per i Templari) e che giravano armati, • che Gesù era diventato un personaggio scomodo per i potenti ed i corrotti (potere religioso e potere politico), così come successivamente divennero scomodi i Templari sia per il potere della chiesa che per la monarchia, • che Gesù fu condannato dall’allora potere religioso del sinedrio (congregazione dei preti) come successivamente i Templari furono condannati dal potere temporale dei papi ed ambedue dopo aver subito un processo infame, • che l’esecuzione di Gesù fu posta in atto dal potere politico (Roma e Pilato) così come quella di Jacques de Molay dal potere politico francese (Filippo il Bello), • che Gesù resuscitò (ma non è una verità templare) come resuscitò l’Ordine del Tempio, dopo la sua soppressione.

Le analogie fra esseni-nazorei e templari sono molte, come molti sono i segreti templari che si legano agli esseni, a Maria Maddalena ed a Gesù. Ritengo che la religione templare sia molto vicina a quella essena e quindi al primo cristianesimo gnostico, al quale i templari hanno apportato conoscenze e certezze di verità per quanto già da circa un millennio i veri “gesuiti” predicavano. A tal proposito si deve ricordare che la chiesa di Roma, agli inizi del XVI secolo, per impedire la dilatazione, specialmente nell’Europa del Nord, dei veri “gesuiti” quindi gnostici, si appropriò del nome stesso dei “gesuiti” in modo tale da far credere alle popolazioni che i gesuiti erano fedeli alla chiesa di Roma.

E ci riuscirono. Infatti, dopo la dieta di Spira del 1529, quando neotemplari (gesuiti) ed alcune confessioni cristiane (protestanti), si ribellarono ai decreti di Carlo V ed alla autorità della chiesa, il potere religioso capì che era necessario intervenire al fine di arginare il proselitismo gnostico, riportando la “credenza” nelle mani del papa. Non passò molto tempo e nel 1534, Ignazio di Loyola, fondò l’ordine religioso dei “Gesuiti” sotto la potestà della chiesa, rendendo quindi vane le predicazioni di buona parte degli gnostici, circa la verità su Gesù.

Maria Maddalena non approdò mai in Francia, se non in rapporto, dagli inizi del XII secolo, di vicende legate alle sette sorelle, di cui, probabilmente, l’abate Saunière aveva trovato documentazione. La gnosi cristiana conosce nel XIV e XV secolo uno sviluppo anche all’interno delle file della chiesa di Roma, dovuto principalmente al fatto che il potere, a quel tempo molto arrogante e corrotto, aveva mostrato tutta la sua spudoratezza nel voler far propria la verità delle sacre scritture, utilizzandola solamente per fini personali e di interesse, come del resto aveva fatto nei secoli precedenti, ma in misura molto meno impudente. L’esempio culminante del pensiero deistico senza intermediazioni e del Supremo all’interno di ogni uomo è stato Giordano Bruno, non per niente messo al rogo dalla chiesa di Roma.

Per i Templari è vero che Giovanni Battista aveva una certa importanza, ma ancor più importante è e resta Yeshua ben Joseph, Maestro di Giustizia, uomo fra gli uomini e figlio di Dio secondo la religione ebraica ed essena, che asseriva che tutti siamo figli di Dio, quindi anche lui lo era né più né meno degli altri esseri umani. A questo punto c’è da sottolineare che i primi europei a difesa dei pellegrini in Terrasanta furono i Franchi Crociati che, in molti, dopo il 1118 confluirono nei ranghi “Templari”, ma non tutti fecero parte dei maggiorenti. Tutti furono “Crociati” in terrasanta, ma una parte di loro, i Cavalieri dell’Ordine del Tempio, erano iniziati e gli altri no. I “dignitari” appartenevano ad un rango ben definito che trova le sue origini in quello che da molti oggi viene chiamato “Priorato di Sion”.

Le leggende sul Priorato di Sion (anticamente i Saggi di Sion) sono molteplici, a volte tenebrose e piene di occultismo, a volte epiche e romanziere. Tralascio il “Priorato di Sion”, quello per intenderci di Plantard per affermare invece che “I Saggi di Sion” esistevano fin dal I secolo d.C. e sono strettamente legati a Maria Maddalena e alle sette sorelle. Lo stesso legame che unisce i Templari a Maria Maddalena ed alle sette sorelle. Si può dire che l’Ordine di Sion (e non il Priorato di Sion) è continuato con l’Ordine dei Cavalieri del Tempio. Non mi soffermo sul “sangreal” e sul Graal, poiché ritengo e sostengo, come già in precedenza dichiarato in altri miei scritti, che il sacro Graal riferito ai Templari è una vera e propria baggianata. Torno invece agli scavi eseguiti dai Templari sotto il Tempio di Salomone.

E’ da qui che inizia quello che viene indicato come “Il grande segreto Templare” che prende la via sulla rotta di Algol, stella raggiante della costellazione di Ofiuco.

Nel 1118 quando Ugo di Payns ed altri 8 cavalieri decidono di fondare l’Ordine, con l’accordo di Bernardo di Chiaravalle, le crociate erano in atto da oltre 20 anni, e cioè sin da quando nel 1096, Goffredo di Buglione, con le sue truppe, partì per l’Oriente, conquistando Gerusalemme nel 1099. Perché la costituzione dell’ordine avviene solamente dopo 20 anni e con un riconoscimento ufficiale altri undici anni dopo ? Qual è stato il motivo che ha indotto i Cavalieri, con l’intermediazione di Bernardo e la Chiesa Romana a darsi un regolamento? Perché anche Baldovino II, re di Gerusalemme premeva affinché l’Ordine fosse ufficializzato? C’è da dire che Baldovino già alcuni anni prima del 1118, aveva messo a disposizione di alcuni Cavalieri francesi della Champagne, fra i quali Ugo di Payns, una parte del suo palazzo: il Tempio di Salomone.

Il Tempio nel 1110 d.C. aveva già una lunga storia, poiché era stato costruito 2.000 anni prima, distrutto più volte, ricostruito e trasformato. I cavalieri francesi scoprirono che i sotterranei del palazzo rappresentavano un altro palazzo pieno di cunicoli, camere, corridoi e labirinti che in minima parte, fino ad allora, erano stati esplorati, anche perché molti ingressi erano rimasti celati da pareti. Ottennero il permesso di Baldovino per esplorare i sotterranei ed aprire i cunicoli che fino ad allora erano rimasti segreti. Dopo circa 3-4 anni di “scavi”, scoprirono, sotto il luogo indicato come Sancta Sanctorum, un qualcosa che indicava IESUS NAZOREUS.

L’abate Sauniere troverà poi a Rennes le Château non quel “qualcosa” rinvenuto dai Templari (che nel momento del ritrovamento non si chiamavano ancora così), ma la documentazione che dimostrava il ritrovamento e l’esistenza di quel “qualcosa”. Ugo di Payns, alla fine del 1117, rientra in Francia, rende edotto di ciò che è stato ritrovato, Bernardo di Chiaravalle ed assieme (solo loro due), in gran segreto, incontrano Papa Pasquale II, per riferire della loro scoperta. Alcuni hanno asserito, ma io sono di diverso parere, che Pasquale II, dopo aver appreso l’informazione, abbia subito uno scossone tale, che il 21 gennaio del 1118 lo ha portato alla morte.

Pochi giorni dopo, il 24 gennaio 1118, è eletto Papa, Gelasio II. Bernardo ed Ugo riferiscono quindi a papa Gelasio, quanto ritrovato. Assieme viene deciso di portare, in gran segreto, il rinvenimento, in terra europea, per non farlo cadere nelle mani degli infedeli. Nasce così il “grande segreto” dei Templari. Dapprima si pensa di portarlo a Roma, ma considerando che il papato era in lotta con Enrico V e la famiglia Frangipani, viene deciso di portare il ritrovamento in Francia, a Cluny e per non dare troppo nell’occhio si dispone che la scorta sia formata da 4 cavalieri e 7 dame (le sette sorelle), così nessuno avrebbe fatto caso ad un convoglio formato per lo più da donne. Ugo ed altri cavalieri ripartono quindi per la Terra Santa portando con loro diverse dame. Altra cosa strana. Il Papa, a Roma, viene aggredito da alcuni sicari e fugge in Francia, proprio a Cluny. Perché? Il 17 gennaio 1118 arrivano sul territorio francese i 4 Cavalieri e le 7 sorelle, portando quanto era stato rinvenuto nel Tempio di Gerusalemme.

Sarà un altro caso, ma anche Gelasio II muore, nello stesso mese, dopo aver verificato quanto gli era stato mostrato. Cinque giorni dopo viene eletto nell’abbazia di Cluny (e non a Roma) papa Callisto II, ovvero il francese Guido di Borgogna. Si tratta di un altro caso, cioè che venga eletto un francese e per di più a Cluny. Per ragioni di sicurezza e di segretezza, viene deciso, dal pontefice di nascondere il “tesoro” a Rennes le Château. Ripartono quindi 4 cavalieri e 7 dame alla volta di Rennes ed il segreto, composto da più reperti, viene posto in un incavo all’interno di una vecchia chiesuola (abbattuta e ricostruita a metà del 1200) e protetto da una lastra di marmo: quella che poi verrà chiamata “Dalle des Chevaliers”. E’ papa Callisto che “inventa” il modo per tramandare ai suoi successori ciò che era stato trovato nel Tempio di Gerusalemme.

Torniamo a Rennes. Furono impartite disposizioni che prevedevano che almeno un cavaliere a turno con altri, vigilasse, in preghiera, all’interno della chiesuola, durante tutte le ore di luce e che le 7 sorelle restassero sempre disponibili, presso la loro famiglia, per qualsiasi evento. Per organizzare queste ultime ed averne un ricambio, sempre disponibile, fu fondato nel 1224 l’Ordine delle sorelle di Maria Maddalena ed un primo luogo monastico, guarda caso, fu realizzato nei pressi di Rennes e le prime sorelle presero il nome di tutte le 7 dame che nel 1118 contribuirono al trasporto del “segreto”. Cosa molto strana che la regola di un ordine para-religioso maschile quale era quello Templare, prevedesse pure norme per le “sorores templi”. In questo modo nessuno avrebbe fatto caso alle sorelle, non solo a quelle che accudivano i monaci-guerrieri, ma che con loro facevano carovana e si spostavano dall’Europa all’Oriente e viceversa.

Perché solo la regola templare prevedeva questo? I Templari detti i custodi del Tempio, in effetti custodivano più Templi. Fu fatto un giuramento fra Templari e Chiesa che prevedeva che mai alcun Templare avrebbe rivelato il segreto, e qualora ciò fosse stato fatto, spettava solo ed esclusivamente al papa. Quindi solo i Templari(o meglio i Gran Maestri) e la Chiesa sapevano di cosa si trattasse. Da questo si possono capire tante altre cose, quali: la potenza economica dei Templari, l’esenzione degli stessi dal pagamento delle decime ed il perché nei loro confronti, sebbene incriminati (ingiustamente) per eresia, non sia mai stata pronunciata alcuna scomunica. E’ solamente dal 1118 che i Templari e successivamente anche alcuni papi, scriveranno I?RI con la N rovesciata. Il “segreto” resta a Rennes fino al 1241 e viene spostato, in parte, in alcune grotte di Foix e di Niaux, per poi riprendere (ancora in parte) la via di Gerusalemme nel 1243, accompagnato da 6 Cavalieri e da 7 sorelle di quell’ordine fondato appositamente nel 1224.

Fu decisa la partenza per Gerusalemme, perché il Sancta Sanctorum del Tempio della Città Santa sarebbe stato il luogo finale dove il “segreto” doveva restare per l’eternità. Il convoglio si fermò a san Giovanni d’Acri, perchè Gerusalemme era continuamente assediata dai musulmani, che poi l’occuparono (definitivamente) nel 1244. Visto che era difficile poter riprendere Gerusalemme, Luigi IX di Francia decise, nell’Agosto 1248, di partire per una nuova crociata (la sesta), cercando l’appoggio dei Mongoli per poter rioccupare la Città Santa.

Non riuscendo nel suo intento, Luigi IX, spinto anche dal Gran Maestro dei Templari, Renaud de Vichiers, decise, nel 1251, di fortificare San Giovanni d’Acri per poter meglio difendere ciò che li era stato portato e occultato otto anni prima. Visto che San Giovanni d’Acri era continuamente presa d’assalto da parte musulmana fu stabilito, dopo il furioso assalto da parte dei mamelucchi dell’aprile 1261, di riportare in Europa il cosiddetto “tesoro” in quanto in oriente non era più sicuro. A quel tempo, Patriarca di Gerusalemme era Jacques Pantaleon e Gran Maestro dei Templari Thomas Berault.

Il Patriarca Pantaleon ebbe un ruolo importante in tutta la vicenda, non solo perché salpò con la cassa contenente il “tesoro” unitamente a cinque cavalieri ed alle sempre presenti sette sorelle, ma anche per eventi successivi che fra breve indicherò. Il Patriarca, i Cavalieri e le sette sorelle approdarono nella località di Fos, nei pressi di Marsiglia, nei primi giorni dell’agosto 1261. Da questo momento il “tesoro” non lasciò mai più L’Europa.

Alcuni affermano che sia stato collocato in una nicchia sotto il pavimento della chiesa di Rennes, altri dicono invece che la chiesa sia quella di Rosslyn in Inghilterra, altri ancora che raggiunse l’Italia per essere consegnato alla Chiesa. Ma cosa avevano trovato in realtà i Templari nel 1117 nel Sancta Sanctorum sotto il Tempio di Gerusalemme? Che cosa trovò successivamente Saunière? Molti studiosi affermano che “avrebbe scoperto un segreto di tale gravità (io direi novità) da far tremare le fondamenta del mondo cristiano…”.

In effetti, Saunière, non aveva trovato il segreto, ma qualcosa che documentava detto segreto. Ritorno per un attimo al Patriarca di Gerusalemme Jacques Pantaleon che raggiunge la Francia nei primi giorni d’Aprile del 1261 con la cassa contenente la “scoperta”. Nel momento del suo rientro sono in corso le elezioni per il nuovo Papa che dovrà succedere ad Alessandro IV, morto a Viterbo il 25 maggio dello stesso anno. I casi della vita e le coincidenze possono essere molte in un lungo periodo, ma in un breve no. Che cosa successe? Per eleggere il successore d’Alessandro IV, i cardinali litigarono per tre mesi, poi il 28 agosto 1261 comparve Jacques Pantaleon che, non era candidato al trono papale ed ebbe un incontro con i maggiori dignitari della Chiesa. Il giorno dopo 29 agosto, fu eletto papa Jacques Pantaleon che prese il nome di Urbano IV. Perché i Cardinali elessero lui Papa?

Quali furono i termini dell’incontro avuto il giorno prima? Di cosa si parlò? Sta di fatto che, come diciamo oggi, in quattro e quattr’otto il Patriarca Pantaleon divenne Papa. Ma non solo! Con lui il papato si orientò verso la Francia abbandonando Roma. Infatti, Urbano IV rimase sempre fra Viterbo e Perugina e mai andò a Roma. Ampliò poi il collegio cardinalizio nominando sei francesi. Ma la cosa più importante ed interessante per il nostro argomento è che nel 1264 introdusse nella liturgia ecclesiastica la festa del “Corpus Domini”. Da allora il Corpus Domini non è la festa del Signore Dio onnipotente, ma del Signore Gesù il cui simbolo risiede nell’ostia consacrata come “corpo di Cristo”.

Il grande segreto templare:

Cosa scoprirono i futuri Templari nel 1117? Stando a diverse opinioni di studiosi di gnosi cristiana e templarismo, risulterebbe che i nove cavalieri comandati da Ugo di Payns, scoprirono il corpo di Gesù e Urbano IV, in un certo qual modo, lo rese pubblico nel 1264 con la festa del “Corpus Domini”. Secondo questa tesi, che in gran parte pure io condivido, cerco di riassumere la storia o come alcuni asseriscono, la leggenda templare del “grande segreto”. Facendo oggi i calcoli con il nuovo calendario, ritorniamo agli anni dal 35 al 37 d.C. quando Yeshua ben Joseph viene condannato dal sinedrio ed assassinato per mano romana (Ponzio Pilato). La sua morte avvenne di Sabato e dato che la religione ebraica vietava, di sabato, qualsiasi attività, il rito funebre fu rinviato al giorno successivo. La tumulazione avviene quindi di sabato per poi fare il rito dell’unzione il giorno dopo. Questo è anche quanto dicono le scritture ufficiali della Chiesa.

E come, anche citano le scritture, Maria di Magdala fu presente, nel giorno del Sabato, alla sepoltura del Maestro (chiamato Rabbi). E Rabbi era il termine per indicare il Maestro di Giustizia degli esseni-nazirei. Visto quanto ritrovato dai Templari, probabilmente avvenne che, Maria Maddalena unitamente ad altre sei pie donne, nella notte fra il sabato e la domenica, portarono via di nascosto il corpo di Gesù, forse per paura che (visto ciò che era successo) potesse essere, il giorno dopo, fatto oggetto di ulteriori violenze o addirittura sparizioni da parte di chi l’aveva condannato e non voleva quindi che la gente ne facesse “oggetto” di adorazione. Fino qui è una tesi probabile e possibile. Sulla persona di Yeshua ben Joseph nascono leggende, storie e lo si fa diventare, da parte di chi ha interesse, un riferimento, ma attenzione, non in senso divinatorio o di fede, ma per costruirci sopra un “potere”.

Subito dopo la sua morte nacque un mito, quello dell’uomo giusto perché povero, perché del popolo, perché umile, perché contro le ingiustizie, perché combatteva le prevaricazioni, perché disprezzava le ricchezze ed apprezzava chi viveva senza pretese solo del proprio lavoro, perché appunto Esseno. Infatti, le repressioni verso i primi cristiani furono cruente e venivano considerati come banditi e sovversivi. Poi osservando che l’opinione pubblica sia romana sia mediorientale faceva di Gesù un punto di riferimento, per l’uomo onesto ed il buon padre di famiglia, un qualcuno pensò che sarebbe stato meglio “adeguarsi” creando un “potere” che avrebbe contato più proseliti di qualsiasi esercito o nazione. Probabilmente questo qualcuno fu Alessandro di Caput Tauri, eletto papa nel 105 d.C. in base ad una scelta fatta dai Vescovi e dal clero, quindi in un modo diverso dalle precedenti nomine, che avvenivano secondo un sistema che si tramandava da maestro a discepolo.

Per questo fu malvisto dalla base che voleva un papa non nominato da alcun potere, poiché proprio il potere “sinedrio” aveva condannato Gesù e l’altro potere, Ponzio Pilato, l’aveva assassinato. Infatti, nel seicento viene scoperto un manoscritto, ritenuto apocrifo, in cui si cita Alesando I impegnato in scontri con gli eretici gnostici. Il seguito è conosciuto da tutti, basti pensare alla falsa donazione di Costantino ed al lusso in cui hanno vissuto e vivono gli alti prelati ed alle ricchezze che sono state costituite sul nome di Cristo. Possono questi rappresentare colui che scacciò i mercanti dal Tempio? La gnosi d’allora, che era a conoscenza del corpo di cristo e non della resurrezione (che faceva comodo agli altri) portò alla costituzione di un gruppo di saggi che furono chiamati i “Saggi di Sion”. Sion è il sinonimo di Gerusalemme essendo il monte sul quale sorgeva prima il tempio di Salomone poi il Tempio di Gerusalemme.

Passano i secoli, restano i papi, che rafforzano sempre più il loro potere, ma restano altresì i Saggi di Sion. Arriviamo al 1110 quando Ugo di Payns ed altri otto Cavalieri si recano in Terrasanta in aiuto dei franchi crociati ed è in quel momento che vengono a conoscenza dell’esistenza dei Saggi di Sion con i quali prendono contatto. Era stato nominato a Gerusalemme un re di nome Baldovino II il quale aveva buoni rapporti con I Saggi di Sion e mise a disposizione di Ugo e degli altri cavalieri, un’ala del suo palazzo che in pratica era l’antico Tempio di Salomone. Su indicazione dei saggi, Ugo e gli altri iniziarono una serie di scavi (segreti) e trovarono, diversi metri sotto le fondamenta del Tempio, una lunga serie di cunicoli, in massima parte inesplorati che portavano al Sancta Sanctorum.

Dopo circa otto anni di scavi, trovarono un’urna di granito, contenente ossa umane con la scritta, in aramaico, su di un lato: “Yehoshuah ben Joseph Maestro di Giustizia”, oltre ad altra documentazione in rame e su pelle di capra che appunto documentava che Gesù, Maestro di Giustizia dei Nazorei era stato condannato da Hanna e Caifa ed ucciso dagli invasori Romani. Nei ritrovamenti dei rotoli del Mar Morto di Qumran, mancano due rotoli in rame, ma ci sono gli atti che descrivono la religione Esseno-nazirea. Questi rotoli ed altra documentazione, probabilmente è ciò che trovò l’Abate Saunière e che lo resero ricco, ma anche detestato ed avversato dalla chiesa ufficiale. Saunière però non trovò l’urna con i resti mortali di Yeshua ben Joseph, anche dopo aver scavato tutto il pavimento della chiesa di Rennes e l’adiacente cimitero.

Saunière ha anche ritrovato una parte dei documenti scritti da Ugo de Payns e dagli altri cavalieri dove era descritta tutta la storia (dettata dai Saggi di Sion) di Maria Maddalena, della morte di Gesù, della sua inumazione, della sua esumazione e collocazione dei resti mortali nell’urna di granito. Veniva così messo in dubbio la resurrezione materiale di Gesù, ma non quella spirituale ritenendo ciò che lo stesso sia risorto con la rinascita del credo esseno da parte dei suoi seguaci. Per dire e credere quanto da lui scoperto, Saunière non ebbe mai l’assoluzione, anche in punto di morte. Dopo il ritrovamento dell’urna sotto il Tempio di Salomone, i Saggi di Sion, consigliarono Ugo e gli altri di trasferire il “tesoro” in Europa per paura che i musulmani lo trovassero e lo distruggessero.

Però tutto ciò doveva avvenire come era avvenuto in principio, con la presenza delle sette pie donne. Il seguito lo trovate rileggendo dall’inizio questo mio scritto. Il potere personale di alcuni alti prelati della chiesa di Roma, che sono venuti a conoscenza delle vicende legate a questo argomento, è aumentato e molti sono diventati Papi, come già ho indicato in precedenza. Un’ultima curiosità, oppure caso o coincidenza se così lo vogliamo chiamare. Saunière nel 1910 viene sospeso a divinis. Qualche anno dopo riceve la visita del Monsignor Angelo Giuseppe Roncalli, inviato dal papa per esaminare il ricorso presentato contro la sua sospensione. Monsignor Roncalli ritorna a Roma e successivamente il provvedimento di sospensione viene revocato. Nel 1958 Angelo Giuseppe Roncalli viene eletto Papa con il nome di Giovanni XXIII.

A questo punto lascio spazio ai ricercatori ed agli storici, ma secondo una narrazione templare, solo il primo Papa franco che sarà eletto nel terzo millennio, potrà svelare questo mistero.

Ugo Cortesi
chieracostui.com