Memoria storica

Per dimostrare che le scie chimiche sono una realtà, un'atroce realtà e non una leggenda metropolitana, è sufficiente riandare con la memoria a quando, non molti lustri or sono, si poteva ammirare il cielo istoriato da cirri e cosparso da cumuli simili a batuffoli di ovatta o a panna montata. Erano formazioni di un bianco scintillante, corpose, così diverse dalle nubi sfibrate e terree che oggi si vedono dappertutto mischiate alle ragnatele velenose.

Ricordo che anni fa, in gelide giornate invernali, con l'aria adamantina, quando al mattino si poteva scorgere in lontananza “la Corsica dorsuta e la Capraia”, nel firmamento si notava talvolta, sul mare, una breve e lontanissima, quasi indistinguibile, scia di condensazione che si dissolveva dopo pochi secondi (altro che le scie persistenti, inventate dalla N.A.S.A. e menzionate da chi si fa prendere per il naso!). L'aereo, essendo altissimo, non si intravedeva neppure e, dopo il passaggio del velivolo, il cielo tornava nitido come uno specchio. Ora, è pur vero che il traffico aereo è aumentato in questi ultimi anni, ma questo non spiega né potrà mai spiegare l'intrico di scie fuori rotta che si formano nel cielo a causa dei tankers e neanche la patina opaca, che simile ad un sudario, copre tutto il panorama, checché ne dicano i minus habentes da noi ben noti.

Non ricordo di aver mai osservato scie di condensazione nelle giornate calde ed a quote basse tali che fosse visibile anche la sagoma dell'aeroplano. Questa memoria storica è destinata ad essere, però, cancellata, allorquando subentreranno le nuove generazioni abituate a “vivere” sotto un cielo sfregiato, in un mondo dalla luce cadaverica. Già i soliti manipolatori hanno provveduto a modificare fotografie di bombardieri che, durante la seconda guerra mondiale, sorvolavano le città: le immagini mostrano apparecchi con enormi e lunghissime scie che sospettiamo essere il risultato di maldestre operazioni di fotoritocco. Infatti, dopo aver visto decine di filmati, documentari, pellicole sulla storia dell'aviazione civile e militare, non siamo riusciti ad imbatterci in neppure una contrail, mentre abbiamo talora adocchiato delle scie che, per morfologia, lunghezza, altitudine, colore devono essere chemtrails, per così dire, sperimentali. Si trattava di un uso saltuario e legato evidentemente a scopi circoscritti, laddove nella seconda metà degli anni '90 del XX secolo, si assiste ad un'esplosione di strisce velenose che deturpano in modo inverecondo gli scenari naturali ripresi in molte produzioni cinematografiche, video musicali, istantanee di dépliants, pubblicità televisive etc.

La canzone Strani giorni di Franco Battiato risale al 1996: è lo stesso anno in cui cominciarono i primi avvistamenti non più isolati di chemtrails in Canada. E' una coincidenza o il cantautore siciliano mandò un messaggio cifrato, quando in alcuni versi accennò ad un cielo orrido, demoniaco?

“Ascoltavo ieri sera un cantante uno dei tanti
e avevo gli occhi gonfi di stupore

I've seen many things in this part of the world
nel sentire: “il cielo azzurro appare limpido e regale”

let me tell you something
(il cielo a volte, invece, ha qualche cosa d'infernale)”.

Forse fu un presagio o solo una combinazione. E' indubbio che oggi tutto è infernale: non solo il cielo.

Fonte:

http://sciechimiche-zret.blogspot.com/