Misteriose tempeste nell’atmosfera di Urano

Misteriose tempeste nell’atmosfera di Urano

tempesteLa tempestosa atmosfera di Urano sta sorprendendo gli astronomi. Le recenti osservazioni amatoriali di alcuni astrofili hanno spinto il team guidato da Kunio M. Sayanagi dell’Università di Hampton ad effettuare ulteriori indagini col telescopio spaziale Hubble
di Matteo Albéri

Il cielo di Urano è diventato sempre più tempestoso. Vasti e brillanti sistemi nuvolosi stanno attraversando l’atmosfera verde bluastra del gigante gassoso. Questa intensa fase di attività atmosferica ha avuto inizio nel 2007, quando il pianeta si è avvicinato all’equinozio. Urano sperimenta le stagioni: il pianeta ruota intorno al Sole in 84 anni terrestri e l’inclinazione del suo asse supera i 97 gradi. Appare quindi letteralmente sdraiato sulla sua orbita. Per la durata di 42 lunghi anni, uno dei due poli è rivolto verso il Sole e l’altro resta in ombra. Durante l’equinozio del 2007 l’equatore del pianeta puntava verso il Sole, per cui entrambi gli emisferi erano illuminati. Ora, dopo otto anni, il polo sud sta sprofondando lentamente verso un lungo inverno. Ci si spettava di osservare un’intensa attività atmosferica solo con l’avvicinarsi dell’equinozio, invece, sorprendentemente, sono state osservate negli ultimi mesi imponenti tempeste vorticose.

Il 5 e il 6 agosto il team capitanato da Heidi Hammel (Association of Universities for Research in Astronomy) e Pat Fry (Università del Wisconsin) ha effettuato delle riprese con la fotocamera NIRC2 del telescopio Keck II da 10 metri. Le osservazioni effettuate alla lunghezza d’onda di 2.2 micron hanno permesso di rilevare le nuvole al di sotto della tropopausa, una regione dell’atmosfera in cui la pressione varia da circa 300 a 500 mbar (circa la metà di quella registrata sulla superficie terrestre). Le osservazioni hanno evidenziato otto grandi tempeste nell’emisfero nord, che rappresentano il 30 per cento di tutta la luce riflessa dall’intero pianeta a quelle lunghezze d’onda. Gli astronomi amatoriali, colpiti da questa attività insolita, hanno puntato i loro telescopi verso il pianeta cercando di osservare le tempeste. Il francese Marc Delcroix è riuscito ad individuarle elaborando le immagini riprese da Régis de-Benedictis e dagli altri compagni astrofili nei mesi di settembre e ottobre. Successivamente ha condotto ulteriori osservazioni col telescopio da un metro di Pic du Midi posto sui Pirenei francesi, ottenendo importanti informazioni scientifiche.

La cosa interessante delle immagini ottenute è che hanno messo in evidenza un’evoluzione delle tempeste osservate in agosto col Keck.

Le osservazioni amatoriali sono state effettuate alla lunghezza d’onda di 1.6 micron, una regione dello spettro che permette di osservare le zone più interne dell’atmosfera. Ciò dimostra che le tempeste vorticose si estendono sotto lo strato di nubi, composte da cristalli di metano ghiacciato. Questi risultati interessanti hanno spinto un team di astronomi guidato da Kunio M. Sayanagi, dell’Università di Hampton, ad effettuare osservazioni professionali col celebre telescopio spaziale Hubble. Il telescopio ha ripreso l’intero pianeta il 14 ottobre osservandolo a differenti lunghezze d’onda per poter analizzare in profondità la struttura delle tempeste. De Pater, Sromovsky, Hammel e Pat Fry dell’Università del Wisconsin riporteranno oggi (12 novembre) i risultati delle osservazioni effettuate col telescopio Hubble al meeting della American Astronomical Society a Tucson, in Arizona. Questi risultati ci aiuteranno a fare luce sull’imprevedibile dinamica dell’atmosfera di questo freddo gigante blu.

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