Morire di ogm

Il Giornale Online
Nello stato del Paranà, in Brasile, è stato ucciso un contadino. La sua colpa era quella di protestare contro la Syngenta, azienda che sta sperimentando i transgenici in quel territorio.

Mentre l'Europa ha dato il suo ok alla commercializzazione di nuovi alimenti modificati Valmir Mota de Oliveira aveva 42 anni ed era membro del movimento “Sem Terra”, l'organizzazione dei contadini “Senza terra” che opera in Brasile. Valmir domenica ha deciso, insieme ad altri agricoltori, di scendere non in piazza, come si usa dire, bensì nei campi, nel tentativo di difendere il diritto a poter disporre del proprio appezzamento terriero.

Accade infatti che a Santa Tereza dell'Ovest, nello stato di Paranà, teatro della vicenda, sia attiva da tempo la multinazionale Syngenta, azienda del biotech che ha scelto la zona per sperimentare i transgenici. Un' operazione che si è tradotta per i contadini locali nella sottrazione della terre, con il conseguente drammatico impoverimento di intere famiglie, private di quello che di fatto è un vero e proprio bene primario, unico strumento di sussistenza.

Così domenica si è sviluppata la protesta. Il gruppo di agricoltori ha fatto irruzione nel campo gestito dalla multinazionale e, dopo aver disarmato i vigilantes privati posti a tutela dell'area, ha consegnato le armi sottratte al personale dell'azienda alla polizia del luogo. Di fatto un gesto che non spiega le successive fasi della vicenda, quando, ad alcune ore dall'irruzione, sono giunti sul posto circa 40 mercenari che hanno represso nel sangue la manifestazione, sparando sui contadini. Il bilancio è stato: la morte di Valmir e il ferimento di altri cinque suoi compagni.

Sull'uccisione del contadino brasiliano, ma anche sulla questione più generale della sottrazione di terreni a favore della sperimentazione di ogm, è intervenuta la Fondazione Diritti Genetici, presieduta da Mario Capanna. Un evento, quello di Santa Tereza, che l'organizzazione non esita a definire un “fatto non avvenuto cinquant'anni fa, ma oggi”, ma soprattutto una testimonianza che “dimostra che non ci si ferma neanche di fronte alla vita e ai diritti di un popolo che chiede il rispetto e la sovranità sul proprio territorio”. “Non si può imporre con la prepotenza e l'omicidio una scelta che mortifica il libero desiderio dei contadini brasiliani di avere un'agricoltura libera da Ogm”, continua il comunicato stampa, che inoltre esorta anche “i sindacati, le forze politiche, il governo del nostro Paese a far sentire forte la voce di protesta contro un gesto che mortifica la democrazia e la libertà nel nostro pianeta”.
Quanto accaduto in Brasile richiama con forza l'azione che in India stanno portando avanti i contadini del Bengala Occidentale, che vedono il loro territorio eroso progressivamente dalla Tata Motors che, in virtù di un accordo stipulato con l'italiana Fiat per la produzione di “low cost car” (auto a poco prezzo), si sta espandendo nell'area per creare i propri stabilimenti di produzione. Medha Patkar, leader del Bachao Andolan (movimento per la salvezza del fiume Narmada) ma anche protagonista della lotta per i diritti umani delle comunità tribali e contadine indiane, è stata di recente in Italia per pubblicizzare lo scempio che il progetto Tata-Fiat sta portando avanti nel suo paese, e per richiamare il nostro governo, “un governo che si definisce di centrosinistra”, a una politica diversa che contrasti “un simile progetto di distruzione, di una simile produzione di povertà”.

Sul fronte degli ogm, nuove notizie provengono anche dall'Europa, dove la Commissione ha dato il suo ok alla commercializzazione sul mercato del mais transgenico 59122 (chiamato anche Herculex Rw). Il via libera di Bruxelles riguarda anche altri tre alimenti geneticamente modificati: una barbabietola da zucchero (l'H7-1) e di altre due mais ibridi (il 1507xnk603 e il 603xmon810). Una scelta che ha provocato la pronta reazione di condanna da parte di organizzazioni e movimenti contrari al transgenico. “Una decisione gravissima. Ancora una volta l'incapacità di decidere dei governi porta a prendere una decisione che va contro il volere della maggioranza dei cittadini europei, che più volte hanno espresso la loro contrarietà agli ogm”, ha commentato seccamente Roberto Della Seta, presidente di Legambiente.

Il quale ha motivato la sua contrarietà affermando che “vengono autorizzati oggi, ad uso alimentare e mangimistico, alimenti di cui non si conoscono ancora i rischi per la salute umana e animale, mentre è chiaro il pericolo di contaminazione che le colture geneticamente modificate rappresentano per la biodiversita”.

Una posizione vicina a quella manifestata anche dal nostro ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio, che ha invocato una “riforma del sistema di autorizzazione di organismi geneticamente modificati” adottato dall'Ue. Un tema, ha ricordato lo stesso, su cui si è impegnato in prima persona: “Nel prossimo Consiglio Ambiente dell'Unione Europea del 30 ottobre – ha spiegato in una nota il ministro – su mia iniziativa, appoggiata dalla Francia, è stato inserito all'ordine del giorno un punto relativo alla riforma del meccanismo delle autorizzazioni di prodotti Ogm. In quella sede manifesterò con forza la preoccupazione dei consumatori e degli agricoltori”. Con lui si sono schierate anche la Cia, l'Aiab e la Cedab.

Marzia Bonacci – aprileonline

Fonte:www.canisciolti.info

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