In merito ai neutrini che viaggiano più veloci della luce

In merito ai neutrini che viaggiano più veloci della luce

neutrini viaggiano più veloci della luceLa mia teoria unificata dell’universo fisico e mentale “Il tachione il dito di Dio“, prevede quanto segue: La vera velocità della luce si potrebbe ”determinare” solo nel vuoto assoluto dove sarebbe addirittura infinita, così come fu per un istante nella fase inflazionaria del Big Bang.

Quella raggiunta dai neutrini nell’ esperimento del CERN è superiore solo a quella della luce attuale, perché i neutrini interagiscono molto meno, con l’energia diffusa nello spazio tempo luminale.

In pratica i neutrini viaggiano come se fossero in un vuoto più rarefatto di quello intergalattico, trovandosi  in uno stato di temperatura inferiore ai tre gradi K della radiazione residuata dal Big Bang.

Sono la cenere freddissima, delle reazioni nucleari stellari. Sono più entropici ed agiscono in modo antientropico. Ovvero perdono ulteriore massa, (calore), per divenire tachinici. Sono neutri alla carica elettrica di calore, residuata nello spazio tempo intergalattico e alla carica barionica degli elementi materiali e dell’atmosfera, che è composta di alcuni di essi elementi.

Viaggiano nell’energia oscura come materia oscura, (leggi energia fredda e materia fredda).

Viaggiano cioè stando già fermi e presenti in ogni luogo dello spazio tempo. Ovvero sono quasi nello stato di quiete assoluta che precedette il Big Bang e quindi esistono maggiormente approssimati presso il centro dell’Universo. Ciò equivale a dire che senza muoversi sono quasi presso ogni ente particella elementare esistente, così come se viaggiassero a velocità quasi tachionica,(istantanea).

Essendo maggiormente prossimi a 0 gradi K sono quasi fuori dallo spazio tempo in una dimensione quasi di Planck, ovvero maggiormente vicina ad essere a spaziale e a temporale. Il tempo misurato dal CERN è dunque quello necessario a rilevarli cerebralmente. Ovvero è il tempo che occorre alla mente per indicarli partiti dal Cern e giunti al gran Sasso strumentalmente. Sono tachini materiali,letti dai tachioni mentali, come loro casi particolari. Non sono quasi più un moto fisico ma sono quasi un moto mentale puro ed istantaneo, anche nelle misure fisiche.

Convergono alla conoscenza istantanea della mente come cosa già nota nel software della memoria mentale. La loro informazione giunge alla mente alcuni istanti prima dell’informazione cerebrale luminosa e restano invisibili. La luce rimane però la velocità limite del visibile e non modifica la teoria della relatività.

I neutrini sono invece la velocità maggiormente approssimata alla velocità mentale istantanea, convergendo nella memoria a riposo del software.

I fotoni viaggiando invece nello spazio tempo visibile, che è meno vicino a zero gradi K assoluti , interagiscono con la radiazione residua del Big Bang. Sono quindi un hardware visibile. Pertanto i fotoni  interagendo con l’energia di fondo, anche negli spazi intergalattici  rallentano rispetto ai neutrini, non potendo divenire superluminali in un Universo già illuminato da sé medesimi. Per motivi identici e contrari gli elementi non possono superare la velocità della luce, poiché diverrebbero troppo caldi, ossia tenderebbero ad avere una massa infinita, ovvero nulla. L’infinito in atto ed il nulla in atto sono infatti solo approssimazioni della mente, alle proprie ipotesi ipotetico deduttive. Vale a dire che sono sistemi Coerenti ma FINTI ,costruiti con numeri immaginari.

Con ciò ci si approssima all’Essere che li pensa in se medesimo e non al nulla e all’infinito presunti erroneamente come veramente esistenti fuori dalla mente. I neutrini viaggiano infatti nelle condizioni di un super conduttore più freddo dell’energia di fondo. Infine tra il Cern ed il laboratorio del gran Sasso la luce, posta sulla stessa distanza in atmosfera, interagirebbe anche con l’aria, ed è già noto che negli elementi chimici la luce rallenta. Ora necessita che ai fisici si affianchino i filosofi, per dipanare le incongruenze semantiche tra la relatività di Einstein e la fisica quantistica.

L’energia oscura e la materia oscura sono quindi tutta l’energia entropica di movimento già persa nello spazio tempo, con tutta la velocità di fuga già spesa da ogni particella e fotone visibile. Sono l’attuale buio del cielo stellato notturno. Sono il freddo o cenere del moto già speso dal Big Bang ad oggi. Ovviamente sono ad un livello scalare inferiore ai tre gradi ancora posseduti dai fotoni visibili. Sono tachini fisici o cenere nucleare, che convergono a tachioni mentali. L’esperimento del Cern dimostra dunque che la fisica del visibile costruita con numeri immaginari,(cardinali pitagorici) converge a numeri continui mentali, (ordinali parmenidei).

La Mente invisibile include dunque l’Universo visibile. Non c’è Universo fuori dalla mente dell’osservatore. Si l’esperimento del CERN veramente rivoluziona la conoscenza ontologica dell’esistente invisibile, essendo la dimostrazione della nuova semantica dell’Universo, ma non modifica la teoria della relatività del visibile. “Semplicemente” la include nella teoria unificata tachionica, come un suo caso particolare. Il mondo mentale invisibile, include il mondo cerebrale “visibile”, dell’apparenza “fisica” virtuale. Per riassumere : 732 Km al buio non sono equivalenti a 732 Km illuminati.

In merito all’azione a distanza tra le particelle generate in coppia, la mia teoria prevede quanto segue: Nella mente dell’osservatore ogni coppia di particelle generate, consiste di una sola realtà immaginaria di spazio e luoghi di velocità istantanea, determinati dall’onda di pressione istantanea, (già completa e reciproca tra le due particelle ad ogn’istante successivo alla creazione di coppia), che corre tra le due particelle in moto,come se l’onda fosse un corpo rigido.

Ovvero la MENTE segue costantemente entrambe le posizioni e ne tiene conto istantaneamente senza dover percorrere lo spazio immaginario in un tempo immaginario per riconoscerle presenti alla propria coscienza. L’osservazione cerebrale è invece fatta con i sensi e con gli strumenti e deve tener conto dell’ipotesi di spazio, di moto, di tempo e di percorrenza dello spazio da parte dell’informazione alla velocità propria, che può al massimo essere quella della luce.

La fisica quantistica ci porta dunque all’interpretazione istantanea mentale, (l’invisibile memoria di software) e la fisica relativistica all’interpretazione sensoriale, (il visibile hardware). In pratica ogni coppia di fotoni determina 300000 Km al secondo di spazio tempo comune, così come se ciascun fotone si spostasse a soli 150000 Km al secondo. L’onda di pressione si apre invece a 300000 Km al secondo di velocità complessiva. Pertanto nella Mente l’onda di pressione è istantanea, perché è come se viaggiasse a oltre 600000 Km al secondo.

L’informazione mentale è dunque tachionica mentre quella cerebrale va al massimo dalla velocità luminale fotonica, decadendo verso lo 0 assoluto, nelle dinamiche della materia in fisica, chimica e biologia. Ritardare le misurazioni  per ingannare le particelle non influenza dunque la conoscenza completa dell’esperimento, perché esso è già noto per intero allo sperimentatore, che lo conosce a velocità tachionica, fin dalla sua teorizzazione.

Vincenzo Russo