Non sappiamo perché, ma galassie anche molto lontane si muovono in sincrono

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Foto di Alex Myers da Pixabay

Alcuni astronomi coreani hanno studiato la direzione della rotazione di 445 galassie, scoprendo che oggetti anche molto lontani tra loro sembrano muoversi allo stesso tempo. Che siano all’opera strutture cosmiche che non vediamo? La danza sincronizzata e all’unisono delle galassie. Penseremmo alla fantasia di qualche racconto, ma è quanto hanno notato gli astronomi coreani: galassie anche distanti milioni di anni luce si muovono in sincronia.

Che queste potessero reciprocamente influenzarsi nel proprio moto, gli scienziati già lo sospettavano, ma era un sospetto che riguardava soltanto il più immediato vicinato siderale. Un Megaparsec (Mpc) – più di 3,2 milioni di anni luce – non di più. E invece lo strano fenomeno mette in connessione galassie che ruotano a distanze ben superiori, fino a 20 milioni di anni luce. E lasciano supporre, come hanno spiegato i cosmologi sulle pagine di Astrophysical Journal, che a sincronizzare i loro movimenti e a metterle in connessione siano massicce strutture intergalattiche che solo ora comincia a mostrarsi.

I ricercatori dell’Istituto coreano di Astronomia e scienza dello Spazio hanno analizzato la rotazione di 445 galassie entro 400 milioni di anni luce dalla Terra. Curiosamente, le galassie che ruotavano verso la Terra mostravano attorno a sé un vicinato di sorelle rotanti allo stesso modo. Viceversa, lo stesso valeva per le galassie che si muovevano nella direzione opposta.

Il mistero affascinante sta nel fatto che, raccontano gli astronomi, queste galassie danzanti in sincrono sono troppo distanti per potersi influenzare a vicenda soltanto col proprio peso gravitazionale. Il fenomeno riguarda infatti nebulose lontane le une dalle altre anche 6 Mpc. Questo ha fatto pensare che soltanto una rete cosmica, una struttura di immensi filamenti, nodi e fogli costituiti soprattutto da materia oscura e idrogeno che connettono parti remote del cosmo, sia in grado di mettere in relazione oggetti siderali così distanti tra loro. E di farli ruotare assieme.

Da tempo si parla di questa rete. Ma le prime osservazioni dirette sono piuttosto recenti. Una è proprio di qualche giorno fa: uno studio che arriva sempre da Oriente, dall’Università Rinken di Tokyo. I cosmologi giapponesi hanno puntato l’occhio del Very Large Telescope del European Southern Observatory verso un ammasso di galassie in formazione, il protocluster SA22. Le galassie, infatti, non sono uniformemente distribuite nell’universo, anzi si raggruppano in vasti ammassi (la Via Lattea, per esempio, in quello di Laniakea).

Un’immagine del protocluster SSA22. Quelli in blu sono i filamenti di gas, sullo sfondo colorato delle galassie dell’area, così come si osservano dalla Terra (immagine: Hideki Umehata)

SA22 si trova a 12 miliardi di anni luce di distanza ed è popolato di galassie luminose all’infrarosso, un tipo in cui l’attività di formazione stellare è particolarmente fervida. Proprio le alte dosi di radiazioni ionizzanti prodotte in quei luoghi, costringono l’idrogeno ad emettere luce visibile. Ed è così che parte del filamento si è mostrato.

Questo genere di indagini sui filamenti della tela cosmica possono illuminare i meccanismi di quella che chiamiamo materia oscura, storia di un capitolo ancora incompreso e poco scritto della nostra conoscenza del cosmo. Per immaginare questa rete, si potrebbe però pensare alla Ginestra di Leopardi,“Quegli ancor più senz’alcun fin remoti/ Nodi quasi di stelle,/ Ch’a noi paion qual nebbia” – anche se lui parlava di galassie. Quelle intanto ruotano coerenti.

Giancarlo Cinini
wired.it