Non sei tu a vincere

Il Giornale Online
Inviata da skorpion75

Noi non vinciamo quando una squadra fa un gol ad una partita. Può essere bello, divertente, esaltante.

Ma non vinciamo noi. Non vinco io e non vinci tu. Qualcuno va al governo, ma non sei tu ad andarci.

Tu resti là a tifare per altri. Loro vanno al governo, o segnano alle partite, o fanno un film
Puoi anche apprezzare lo spettacolo.. ma non sei tu e non sono io.

Sembra che ce la inoculino da sempre questa distinzione tra protagonisti e spettatori, tra elité ed eteni gregari che vivono semmai di polvere di gloria riflessa.

Gregarietà come un onda.. gregarietà come una malattia.. Dell'anima, della mente.

Arrivi a credere che lo spazio a te concesso sia sempre quello. Una nicchia dove poter campare con una certa decenza. Ci convinciamo nel tempo che possiamo avere solo tot, che noi siamo il popolo bue, la maggioranza grigia. Quelli che “vanno a rimorchio”. Altri sono i leader, altri gli scrittori, altri fanno i film, altri fanno musica, altri giocano.. altri CREANO.
Però c'è questa briciola. “Noi abbiamo vinto il campionato… noi abbiamo vinto le elezioni”, Ci sono queste molliche buttate tanto per dare consolazione. Ma tu non hai vinto il campionato, e tu non hai vinto le elezioni. Solo altri che hanno vinto, e che cercano una claque pagante, militanti e sostenitori da intruppare.

Ma ancor di più.. perché devi essere un gregario?

Chi l'ha detto? Perché devi essere uno spettatore? Perché puoi essere solo un lettore?
Perché ci accontentiamo spontaneamente ormai?.. senza che nessuno ce lo dice, ci arriviamo da soli, abbiamo imparato la lezione. Non è diffiicile impararla, dato che tutto intorno a noi urla mediocrità. Tutti a mostrarti l'arte dell'accontentarsi, l'arte dell'arrangiarsi, l'arte del volare basso. L'arte del “mangia il mangime nel tuo pollaio”. Per anni ovunque hai messo il capo, parenti, amici, colleghi, ti sei specchiato in manifesti di resa e arrendevolezza, in consigli di umiltà e deferenza.

“Striscia ragazzo striscia.. e ringrazia”. Sogna un posticino, ringrazia per l'elemosina del potente di turno. E strozza in gola la tua rabbia. Si diventa esperti nell'ingoiare i rospi dopo un pò di anni. Esperti nella nobile arte nel calare le brache, e nel sorridere forzato e spento di chi vede i suoi giorni futuri sempre uguali, sempre sullo stesso binario.

Ma è un gioco, una illusione.. non siamo nati per caste.. non sei nato cliente, gregario o schiappa.

Non sei nato per essere già morto a vent'anni, e per sposarti appena trovi qualcuno che altrimenti il tempo passa. Non sei fatto per “tengo la bocca chiusa che è meglio evitare grane”. Non sei fatto per “mi accontento di questo lavoro che è quel che passa il convento”. Però poi posso dire.. “abbiamo vinto lo scudetto..” Mi sovviene adesso una credenza degli indiani d'america che può sembrare balorda e strampalata a prima vista. Essi fanno riti nei quali prendono piante che scombussolano la coscienza e destano le emozioni come il Peyote, ma sostengono che i loro rituali non servono ad “allucinare”, a “deallucinare”. Detta in soldoni, nell'allucinazioine ci siamo già..

In questo teatro che ha bisogno di gregari, figuranti e raccattapalle per continuare a girare la corda del Carrion…
L'incantesimo è già qua, davanti a noi, davanti a me, a te.. a farci credere, a farti credere che sei un ometto che ha bisogno del poliico di turno e dell'appoggio della famiglia e degli amici degli amici.

Questo incantesimo ti vuole spento, a ingozzarti di alcool e cibo spazzatura. A lavorare come una bestia ogni santo giorno della tua vita per un lavoro che nenache ti piace troppo, per arrivare alla pensione rancoroso e rincoglionito. TI vuole inchiodato ogni santo giorno davanti alla televisione a sperperare il tuo tempo tra tronisti, storie di corna, ruffianate e puttanate varie.

Ti vuole sempre più disilluso e cinico, frustrato dentro.. con i tasca sonnniferi e tranquillanti per domare la tua inquietudine.. o l'eterno goccetto con cui sedi ogni sera quel serpente che ti morde la coada, quel fuocherello alle chiappe.

Ma è un incantesimo appunto… il Velo di Maya.. la grande meretrice delle Illusioni..
Anthony di Mello raccontava che la maggior parte delle persone sono Aquile che si credono Polli, cercava anche di insegnare a trovare la forza, il coraggio..

E' come una scorza pesante che ci portiamo da una vita… un utero da sfondare se vuoi nascere,nascere davvero.

Una piccola morte. Ma chi non muore non conosce la vera vita. La piccola morte che porta alla Vita, come il seme che muore, e morendo diventa quercia.

La virtù del Coraggio, di buttarsi comunque, di tendere la mano ad un Sogno. Molti lo fecero, e poi hanno raggiunto la Grande Montagna.

Ma anche se non l'avessero raggiunta, la loro vita divenne degna, vissero sul serio. alcuni ci morirono nell'impresa, ma almeno non morirono di stanchezza, disillusione, cinismo.
Allora, non siamo il ventre molle, carne da sondaggio, pecoroni da soma, claque plaudente..
Non sei nato gregario, non devi esserlo..

Portiamo con noi un Sogno e una Sete fin da quando siamo nati. E se qualcuno riderà di ste cose lascialo ridere come una scimmia,noi abbiamo di meglio da fare che dar fiato ai denti.

Puoi essere tu a farlo un film..
puoi essere tu a scriverlo un libro..
puoi essere tu ad amare davvero..
puoi essere tu ad inventare qualcosa..
puoi essere tu a fare una grande avventura..
puoi essere tu a tentare una impresa..
puoi essere tu a cotruire qualcosa..
puoi essere tu a regalare un sogno..
puoi essere tu a CREARE…
… a vincere sul serio, tu, in carne ed ossa.. e non quando segna Adriano..

Salutamos Parblé

Fonte: http://veritas2012.135.it/