Occhi Italiani sull’abbattimento del satellite Usa impazzito

Il Giornale Online
Grosseto: Giorni fa militari americani, nello specifico appartenenti alla marina, hanno effettuato un qualcosa di veramente eccezionale, cioè hanno abbattuto un satellite in orbita ad un’altezza di 240 Km con una velocità orbitale di all’incirca 7/8 Km al secondo pari a 28000 Km all’ora colpendolo con un missile balistico.
Una cosa davvero notevole. Infatti colpire un oggetto in orbita così veloce da terra è molto complesso e difficile. Il nuovo scudo stellare?

Tutto ciò è stato seguito dal radiotelescopio Croce del Nord, della Stazione Radioastronomica di Medicina (Bologna) dell’INAF.
Con le sue antenne ha seguito un satellite spia USA un attimo prima di essere colpito e distrutto da un vettore sparato da una nave della marina americana e tutto questo per evitare che abbattendosi al suolo liberasse una sostanza chimica alquanto pericolosa per l’uomo; l’idrazina. Ne conteneva ben 400 tonnellate.

Questo impianto di Medicina, la cosiddetta Croce del Nord è formato da due linee di antenne paraboliche orientate secondo una specie di croce con allineamento nord-sud, est-ovest come base di una struttura di radar per l’osservazione dello spazio.
Il suo impiego normalmente è rivolto alla ricerca e studio di radiosorgenti celesti naturali. C’è da dire che da un po’ di tempo a questa parte il suo utilizzo è invece rivolto al monitoraggio di satelliti o parti di razzi e satelliti quiescenti, cioè la classica spazzatura spaziale che potrebbe diventare pericolosa soprattutto per gli altri satelliti in “servizio” o le eventuali astronavi guidate dall’uomo.

La tecnica usata è la ben conosciuta tecnica radar che consiste nell’invio di un’ impulso con un trasmettitore UHF installato su un’antenna parabolica di 4 metri di diametro del C.N di Gorizia e ciò è stato effettuato mentre il satellite passava sull’Italia.
Questo segnale emesso da questa antenna verso il satellite è rimbalzato giù ed è stato intercettato dalla Croce del Nord usata come antenne riceventi.
Il satellite giunto sull’ Oceano Pacifico, è stato colpito da un vettore della marina U.S.A. L’addetto stampa del Pentagono si è affrettato a dire l’ogiva era mancante della parte esplosiva e che la distruzione è avvenuta soltanto grazie alla energia cinetica del missile.

Le particelle maggiori, che paiono essere una settantina, hanno una dimensione di alcune decine di centimetri; mentre quelli più piccoli di pochi cm o millimetri sarebbero diverse migliaia.
Comunque questo piccolo corteo di particelle non preoccupa affatto. Infatti mentre per inerzia segue un’ orbita che è poi quella che possedeva il satellite, con il tempo spiraleggiando sono desinati a immergersi nell’atmosfera della Terra disintegrandosi per attrito in fiammanti scie, un po’ come le ben note “stelle cadenti” .

I militari non hanno escluso che alcuni pezzi più grandi possano raggiungere il suolo. Comunque si affrettano a dire al Pentagono che per quanto riguarda l’Idrazina non c’è più pericolo, infatti è stata rivelata nel momento dell’impatto una nube vaporosa mentre si disperdeva nello spazio.
Non più tardi di due anni fa la Nasa colpi una cometa nello spazio con una sonda, riuscendo nell’esperimento, oggi da terra( dunque con un coefficiente di difficoltà davvero superiore) i militari hanno abbattuto un satellite.
La notizia è passata così fra mille notizie. Un altro tassello.

di Piero Pecoraro
Fonte: maremmanews.tv