Pentagono, obiettivo: ricostruire parti del corpo

Il Giornale Online5 anni, 250 milioni di dollari, il Dipartimento della Difesa sviluppa un’iniziativa mirata a guarire soldati e civili, usando cellule proprie dei pazienti per rigenerare parti perse del corpo, dalla pelle ad interi arti.

“L’uomo può rigenerare se stesso ma solo fino ad un certo punto” dice Anthony Atala, un dottore della Wake Forest University che è coinvolto in questa nuova iniziativa dell’esercito, chiamata Armed Forces Institute of Regenerative Medicine (conosciuta come AFIRM).

“Qui non si sta parlando solo delle cellule normali di una persona ma anche di usare al di fuori tecniche che aiutano ad accelerare il naturale processo di rigenerazione”, ha detto Atala.

Bombe in strada e kamikaze in Iraq e in Afghanistan hanno portato ad un notevole aumento dei traumi tra le truppe statunitensi. I medici dell’esercito già fanno uso dell’attuale medicina rigenerativa per aiutare la guarigione dei soldati feriti in battaglia.

Utilizzando cellule di un paziente umano, gli scienziati possono rigenerare tessuti semplici come pelle, cartilagine, vesciche, orecchie, naso, vasi sanguigni ed altre parti del corpo.

Rigenerare il cuore, i polmoni e gli arti diventa, tuttavia, più complesso, anche se sono stati già fatti studi promettenti, inclusa la creazione di un cuore di ratto funzionante. L’obiettivo finale – un nuovo braccio o una nuova gamba – è ancora a molti anni di distanza, secondo gli esperti ma alla fine tutto verrà rigenerato.

“Se una salamandra è in grado di rigenerare un arto perso, perché non può farlo anche l’uomo?” ha detto Atala.

Atala ricorda che tutte le parti del corpo hanno cellule di riserva che possono rigenerarsi, quando si verifica un problema. L’idea è quella di prendere queste cellule e di attivarle al di fuori del corpo. La nuova coltura di cellule può quindi essere messa su un supporto in materiale biodegradabile della forma della parte del corpo mancante, come ad esempio un arto.

Quando le cellule crescono, il materiale viene assorbito dal corpo e il nuovo arto è formato.

Uno dei motivi per cui gli scienziati stanno spingendo una tecnologia di rigenerazione così complessa, è che, dal momento in cui la sostituzione di tessuti e organi sono fatti con le cellule dello stesso paziente, il rischio di rigetto è praticamente inesistente.

Ci vogliono dalle sei alle otto settimane per rigenerare un tessuto, ha detto Atala. Accelerare tale processo è un altro degli obiettivi della AFIRM.

Mentre la ricerca è finanziata dall’esercito, anche i civili ne potranno beneficiare.

“Tutto ciò che stiamo facendo è per civili e soldati”, ha detto Atala. “Tutti i traumi dei civili, tipo quelli causati da incidenti d’auto, avranno a loro vantaggio questa tecnologia.”

Altri scienziati vedono il progetto della AFIRM, come un modo per accelerare i risultati delle terapie.

“Qualsiasi iniziativa in cui gli scienziati collaborano con i medici porta velocemente alla scoperta di terapie per la gente”, ha detto Amy Wagers, una ricercatrice responsabile al Joslin Diabetes Center di Boston, he non partecipa a AFIRM. “AFIRM è un investimento che si può definire appropriato e molto utile.”

Tradotto da Nebula per Altrogiornale.org[/size=12]

Fonte: http://dsc.discovery.com/news/2008/04/29/limb-regeneration.html