Il concetto di Risonanza secondo Emilio Del Giudice

risonanza

Il concetto di Risonanza secondo le leggi della fisica.
(ecco perchè le tecniche vibrazionali hanno ragione di esistere)

Solo una minoranza di fisici ha la percezione reale del campo di applicazione degli studi sulla risonanza ed in generale della fisica quantistica. Gli esperti spesso non colgono, essendo attenti allo specifico, la portata reale di queste scoperte. Più spesso l’importanza della portata della scoperta, viene colta da chi non è del mestiere ed ha la mente più aperta e libera da aspettative e concetti preconfezionati provenienti da anni ed anni di studi.

Da un punto di vista tecnico cos’è il paradigma quantistico?

NON ESISTE NESSUN OGGETTO AL MONDO CHE SIA ISOLABILE = PARADIGMA QUANTISTICO

Il concetto nasce 110 anni, nel 1900, fa in un’epoca in cui nella società si preparavano grandi rivoluzioni. Cogliamo un punto fondamentale: gli eventi del mondo sono tutti collegati tra di loro, non sono indipendenti tra loro. Non è casuale che nello stesso periodo, nella società avvengano cambiamenti importanti così come in altri settori. Esiste una risonanza negli esseri umani tali per cui gli occhi si aprono tutti insieme anche su campi differenti. All’epoca, arte astratta, musica dodecafonica, rivoluzione d’ottobre (politica e società), Freud e Jung nella psicologia. Cerchiamo di comprendere cosa c’è dietro il paradigma classico… facendo un esempio.

Dò ad un bambino intelligente un giocattolo, ed all’inizio ci gioca e si diverte, in questo senso è approccio olistico, ma olismo statico.

(ndr olistico dervia dal greco όλος, cioè “la totalità” ed è una posizione teorico-metodologica basata sull’idea che le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite le sue componenti. Dal punto di vista “olistico”, la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore/differente della somma delle prestazioni delle parti prese singolarmente. Un tipico esempio di struttura olistica è l’organismo biologico: un essere vivente, in quanto tale, va considerato sempre come un’unità-totalità non esprimibile con l’insieme delle parti che lo costituiscono.)

A questo punto può avere un’alzata d’ingegno: lo rompe per vedere com’è fatto. E’ un’azione distruttiva – per chi è legato alla fruizione, – è stato un regresso. Un giocattolo è scomposto in pezzi, tanti pezzi inutilizzabili. Sì, lo ha distrutto: ma il bambino ora sa com’è fatto dentro. Ora – terza fase – bisogna rimontarlo oppure meglio, costruirne uno migliore.

Passare attraverso il tunnel della distruzione per arrivare ad un miglioramento, ad un livello più alto:
dall’olismo statico del tempo antico, all’olismo dinamico e variabile del tempo attuale, libero da preconcetti e da condizioni prestabilite che speriamo il futuro ci riservi.

Il paradigma galileiano/newtoniano in un certo senso ha avuto una grande rilevanza, e funzione storica. Noi che siamo figli dell’atomismo, ora lo stiamo superando, in nome dell’olismo, ma senza di esso non saremmo arrivati ad oggi. Il nuovo olismo emerge dalla possibilità che noi abbiamo di vedere le infinite unità, possibilità che gli atomi ci consentono di formare proprio perché li conosciamo come oggetti separati.

Molte civiltà (ad esempio, cinesi, con lo yin e lo yang) hanno visto da sempre questo mondo in continuo divenire e trasformazione.

La distruzione è un fondamentale elemento di costruzione

Nello schema galileiano newtoniano la Natura è concepita come insieme di corpi, in principio isolabili, a patto di allontanarli indefinitamente e che interagiscono tra loro soltanto dall’esterno attraverso l’uso della forza, cioè con lo scambio di energia. Un flusso di energia corrisponde all’applicazione di una forza.

Secondo questo schema, la Materia è intrinsecamente passiva: fa qualcosa solo quando qualcuno gliela fa fare. Milton ha giustamente osservato il ruolo di questo paradigma nelle scienze sociali: di fronte a qualunque evento sociale si ha la ricerca di colpevoli. Lo schema dell’antiterrorismo, antifondamentalismo ad esempio. Si interviene sul “sistema in divenire” solo con il blocco della circolazione di energia e l’uso della forza.

Anche gli esperimenti che devono essere riproducibili, è cosa irreale. Nessun evento umano è riproducibile esattamente due volte. Non si tornerà mai alla stessa condizione. Ogni volta il risultato sarà differente.

In fisica siamo abituati ad avere ripetibilità perché si prendono  in considerazione dei  corpi isolati. La  natura  è fatta di corpi isolati, quindi considerando  dei corpi isolati con tutto quello che ci sta all’interno  senza che questi  subiscano variazioni dovremmo  riuscire a rendere i calcoli  molto semplici e riportare tutto a livello matematico.

Il postulato della fisica classica si basa proprio sul concetto  che tutto è matematico, schematizzabile, fisso e costante, ma profondamente non aderente alla realtà oggetto di studio.

Circa 10 anni fa questo postulato viene infranto. Il paradigma classico crolla  non solo perché è in contrasto con i fatti sperimentali ma anche perché è logicamente in contraddizione al  suo interno. Questo avviene quando la meccanica classica e la termodinamica classica entrano in contraddizione tra di loro. In un mondo in cui gli oggetti fossero separabili  ossia in un mondo che potesse essere definito come una collezione di atomi interagenti attraverso le forze, secondo le leggi della fisica classica, mel limite della temperatura tendente verso lo zero avremo che gli atomi tendono a fermarsi completamente, e  l’entropia  (dal  ἐν en, “dentro”, e τροπή tropé, “trasformazione” ossia la capacità di mutamento del corpo, misura il disordine presente)  diventa infinita. Entropia infinita significa che la natura non diviene più, ossia che la natura diviene uguale all’essere di Parmenide, un qualche cosa di fisso che non si muoverà più per l’eternità. Questo si deduce rigorosamente dalla matematica, e la contraddizione  è stata l’origine della crisi. Dato che questo non è possibile.

Quindi l’affermazione che la natura fisica può essere considerata come un insieme di atomi legati da forze è falsa. Ci deve essere qualche cosa altro. C’è un nuovo oggetto non localizzabile che si è convenuto chiamare “vuoto quantistico”. Ma se è vuoto non dovrebbe esistere ? Beh anche la parola atomo è originata  dal concetto di  indivisibile, quindi quando si parla dei componenti dell’atomo siamo in contraddizione di termini. Il vuoto è qualcosa. Non è il nulla. E’ un oggetto suscettibile di oscillazione. E non  coincide con lo spazio vuoto perché è una struttura anteriore logicamente allo spazio tempo. Non puo essere fatta coincidere con il vecchio concetto di etere. Perché questo era una specie di strato di materia, una sorta di oceano dove i corpi galleggiavano.

Il vuoto è una struttura da cui poi emergerà lo spazio tempo. E’ uno oggetto che  astrattamente  capace  di interagire  con i vari oggetti. Quindi nella  concezione quantistica nessun corpo è mai isolabile, perché si può isolare solo dagli altri oggetti, ma non si può isolare dal vuoto. Si può usare una metafora (sbagliata), immaginiamo che ci siano come delle barche nel mare e il mare sia come il vuoto. Possiamo sapere tutto dei componenti della barca e del suo equipaggio. Questo ci permette di fare delle previsioni sul comportamento della barca, per esempio su quanto tempo ci impiegherà a raggiungere un’altra barca e sulle sue prestazioni. Potremmo però accorgerci ad un certo punto che la barca comincia ad oscillare, una cosa che non avevamo previsto. La barca oscilla a causa delle vibrazioni del mare. Questa cosa influisce nel comportamento della barca anche se questa era presa come oggetto isolato, perché la presenza del mare che non avevamo considerato ha comunque influenza nel comportamento della barca.  Quindi anche considerando la barca come  elemento isolato, per poter prevedere il suo comportamento devo necessariamente considerare anche il fattore  mare .

Quindi in questo senso il vuoto è un oggetto fisico anche se non è spaziale.  Grazie all’interazione degli oggetti con il vuoto il corpo acquista una sua fluttuabilità  intrinseca cioè oscilla. Si può dire che non è vero che la natura ha l’orrore del vuoto. La natura ha invece bisogno del vuoto per evitare l’entropia si  può dire che la natura ha paura della quiete. Essa non può stare ferma. Nessun oggetto fisico al mondo, incluso il vuoto medesimo  è libero   di non oscillare. Questo apre delle grandi possibilità. Possiamo quindi avere vari oggetti che oscillano in fase tra di loro oppure  possono esercitare delle forze tra di loro e interrompere  così l’oscillazione in fase.

Possiamo avere quindi forze esterne, ma possiamo avere anche un moto da dentro all’oggetto, una forza interna collegata alla fase e alla risonanza.

Mentre il mondo della forza richiede lo spazio tempo.  Il mondo della fase è al di fuori dello spazio tempo. Una relazione di fase si può propagare a velocità infinita. Una relazione di fase può connettere tra di loro oggetti distanti nello spazio e nel tempo.  Un rapporto di risonanza potrebbe per esempio essere  un rapporto telepatico. Se io sono in rapporto telepatico con una persona anche distante migliaia di anni luce, la trasmissione della risonanza (ossia del pensiero) avverrebbe istantaneamente.  Questo viola il principio  di causalità. Il principio di causalità non si applica alla fase si applica solo alla forza.   La forza l’energia e la materia seguono il principio di causalità. Quindi non si può avere un effetto prima che l ‘agente causale sia presente. Ma si può avere un rapporto risonante con qualcosa che avvenga in qualsiasi punto dello spazio tempo, quindi anche del passato o lontanissimo nello spazio. Queste sono le meraviglie del paradigma quantistico.

Einstein che fu il primo a ben capire le conseguenze delle  leggi della fisica quantistica e  a spaventarsi  per le sue implicazioni. Einstein capisce  queste implicazioni nel paradosso di Einstein Podolski e Rosen  dove disse che se le leggi della fisica quantistica sono vere,  se ne deduce che due particelle in risonanza di fase di loro perché sono  frammenti di un’unica particella  che si è separata e i due frammenti si sono allontanati, allora facendo qualcosa su una delle due allora istantaneamente l’altra particella sentirà lo stesso effetto, e quindi si violerà il principio di causalità e secondo  il pensiero del tempo  questo non era possibile.  Da ciò Einstein dedusse che la fisica quantistica non poteva essere vera.

Simultaneamente ad Einstein anche il grande psicologo Carl Gustav Jung  , apprese di questa possibilità grazie alla sua amicizia con il Fisico Pauli, ma anziché  esserne  spaventato ne fu entusiasta. Perché la natura ammette la possibilità di comportamenti istantanei sincronici. Questo concetto permetteva di spiegare molte cose a livello psicologico, per esempio il comportamento dell’inconscio collettivo. In questo senso che cosa diventa il vuoto?  Esso diventa l’archivio di tutte le esperienze naturale che ci sono state che ci sono e che ci saranno (ndr una specie di biblioteca akasica). Ogni cosa che avviene nell’universo corrisponde a una qualche fluttuazione che va  a riempire una specie di ripostiglio a cui qualcuno può attingere. Chiunque  se vuole si può mettere in relazione con chiunque altro.  Da qui l’importanza dell’esperimento che Pierobon ci ha  suggerito cioè entrare in una risonanza di fase.

Qui c’è un interessante principio di indeterminazione che è utile da apprendere. Non vi è solo indeterminazione tra posizione e impulso o tra energia e tempo. Ma c’è e anche un principio  di indeterminazione meno noto  tra il numero di componenti di un sistema  e la loro fase. Nel senso che l’incertezza tra il numero dei componenti di un sistema, moltiplicato per l’incertezza sulla fase (ossia l’incertezza sul ritmo dell’oscillazione), non può essere più piccola della costante di Plank. Cioè se io voglio realizzare una musica perfetta,  devo avere la  certezza sulla fase (ossia l’incertezza deve essere zero), allora l’incertezza sul numero dei componenti deve essere infinita (quindi infinito numero di partecipanti).  Mentre se il numero di componenti è finito allora l’incertezza della fase non può essere più piccola dell’inverso del numero dei componenti.

Facciamo un esempio se  consideriamo la felicità come l’abbandonarsi ad un ritmo o ad un oscillazione, se ricerchiamo la felicità assoluta dobbiamo risuonare ad un ritmo ben definito (incertezza zero), quindi  per avere  l’unica vera felicità dovremo avere un numero di partecipanti infinito. Altrimenti si tratterà sempre di una “felicità relativa”.

Questo fa capire perché l’essere vivente che è un organismo centrato sulla fase ha questa passione espansiva, perché tende a connettersi con il maggior numero possibile di esseri in natura. Da dove viene il suo interesse per la conoscenza e la curiosità, perché questo è necessario per il suo benessere .

Succede quindi che gli esseri viventi  risuonino nei loro intenti e pulsioni. Questo spiega come mai in certi luoghi in certi periodi troviamo la presenza di persone che hanno simili caratteristiche. Succede per esempio che nel 400 a Firenze troviamo la presenza  di tutta una serie di personalità di spicco per  capacità artistiche e intellettuali. Se dovessimo prendere in considerazione la probabilità queste cose non dovrebbero succedere. A Firenze si era invece creato un ambiente risonante per cui le persone che vi risiedevano risuonavano di questo fervore intellettivo.  Il genio è una persona che ha la fortuna di risuonare con molte persone. Il genio è uno che è in grado di esprimere le passioni i sentimenti e i sogni di un grandissimo numero di persone. Lenin nell’“estremismo” dice “le migliori avanguardie i migliori partiti raccolgono i sogni e le aspirazioni di migliaia di persone. Ma le rivoluzioni accadono quando questi sogni entrano in risonanza con i sogni le aspirazioni e le passioni di milioni e milioni di persone”.

Questo spiega la potenzialità enorme che sta dietro a questo concetto.

Nei paradigmi che Millton Bennet definiva Einsteiniani  Newtoniani  c’è che gli oggetti sono definiti all’equilibrio, sono definiti ed esistono  in quanto tali.  Ma se un oggetto si muove ed oscilla non si possono definire.

In questo senso  possiamo pensare di dare definizioni solo di oggetti statici. Per oggetti  che si muovono si può solo dare una descrizione di come e dove il sistema si sta  evolvendo. Questo sistema può rimanere identico a se stesso per un ò di tempo oppure si evolve? In questo caso possiamo studiare le leggi di evoluzione.

La caratteristica dell’essere vivente è l’alto movimento.  L’essere vivente si può muovere anche se nessuna forza è applicata ad esso. L’essere vivente è attivo e la sua ragione di movimento viene dal suo interno. Un essere vivente è in grado di gestire le sue capacità e la sua energia nel modo che ritiene più opportuno.

L’essere vivente  non segue solo la legge della causalità, perché esso accumula energia potenziale, che non ha una sua finalità definita. Sarà  la volontà dell’essere che metterà la finalità e gestirà  tale energia causando   azioni a priori non prevedibili. Questo è un problema per la fisica che  ama le cose prevedibili.

Grazie al fatto che gli oggetti quantistici fluttuano possono esistere dei regimi in cui le oscillazioni di molti componenti si mettono in fase (si muovono a ritmo come dei danzatori), questo fenomeno nel mondo della fisica si chiama coerenza.

Un bell’esperimento è quello di fare delle prove con dei metronomi. Se si mettono dei metronomi su una superficie rigida e si fanno partire in tempi diversi questi manterranno il loro tempo di partenza e rimarranno sfasati nel tempo. Ma se i metronomi vengono appoggiati su una superficie oscillante,  anche se vengono fatti partire in tempi diversi riusciranno in brevissimo tempo a mettersi in fase.

Si creerà così un insieme coerente.  Il motivo è che c’è un mezzo (elastico) in grado di dialogare con ognuno di essi.   Si crea l’autoconsistenza.

(C’è quindi un continuo  tentativo di ricreare la coerenza tra elementi vibranti di qualsiasi tipo.)

Si può dimostrare come teorema generale che la capacità di andare a ritmo dipende dal numero dei partecipanti. Se il  numero dei partecipanti è sufficientemente alto,  dopo un po’ le molecole saranno in grado di risuonare tutte insieme.  Siccome le molecole sono fatte di particelle cariche, l’oscillazione di particelle cariche crea un campo elettromagnetico di forma ben definita, cioè un suono puro, non un rumore. Come in un canto tutti vanno a ritmo e nessuno e stonato. In questo caso si crea un dominio di coerenza che ha una taglia che è la lunghezza d’onda dell’oscillazione responsabile del mettersi in sieme.

Spontaneamente emergono le taglie in natura. Ogni organo ha +/- 10% una taglia ben definita che è frutta della coerenza. Qual è l’elemento biologico che non ha una taglia definita? Il tumore. Che cresce indefinitamente e non ubbidisce a nessuna legge. Questo perché nel tumore non c’è coerenza. In un tumore gli oggetti non risuonano tra di loro. Il cancro è una malattia in cui le molecole perdono per qualche ragione da stabilire la loro coerenza.

Glie esseri viventi sono fatti principalmente di acqua. il 99% delle molecole che ci compongono sono di acqua ma siccome il peso specifico è più basso delle altre molecole, l’acqua corrisponde solo al 70% del peso corporeo.

La ragione della prevalenza di acqua nel nostro corpo è data dalla sua caratteristica  che quando le molecole d’acqua diventano coerenti, l’oscillazione  che fa una molecola d’acqua arriva fino al livello in cui un elettrone diventa libero. Nel dominio di coerenza dell’acqua si crea un insieme di elettroni pressoché liberi che possono essere messi a loro volta messi in oscillazioni. Si può creare una gerarchia di livelli di coerenza. Abbiamo tante molecole che diventano un dominio di coerenza, tanti domini di coerenza che diventano coerenti tra di loro,  e così via sempre a livelli superiori creando una gerarchia di livelli di coerenza. In questo si sistema si possono  costruire sistemi sempre più complessi ed esseri viventi sempre piu’ grandi.

Un essere vivente funziona bene quando la gerarchia funziona bene e cioè quando si da energia ad un certo livello riesce ad alimentare a cascata tutti i livelli di coerenza.

Trascrizione di un discorso  del Prof. Emilio Del Giudice

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