Risonanza magnetica per il Sole


Credit: NASA/Goddard/SDO-AIA/JAXA/Hinode-XRT

Secondo un lavoro pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, i moti convettivi del plasma all'interno del Sole sarebbero circa cento volte più lenti di quanto previsto dalla teoria. Vanno dunque rivisti alcuni aspetti delle nostre conoscenze sull'interno della nostra stella?

di Marco Galliani

Colorito acceso, temperatura nella norma, circolazione piuttosto difficoltosa, ma nel complesso parametri fondamentali buoni. Ecco in sintesi l’esito della ‘risonanza magnetica’ effettuata su un paziente d’eccezione: il nostro Sole. Ad effettuarla, un team non di medici ma di astrofisici delle Università di New York e Princeton, del Max Planck Institute e della NASA. Scopo dell’indagine era comprendere cosa avviene nella regione della nostra stella dove l’energia prodotta viene trasportata verso la superficie attraverso il fenomeno della convezione. In quella zona si innescano smisurati moti ascensionali di plasma, un po’ come avviene in una pentola d’acqua in ebollizione. Conoscere come ‘bolle’ il Sole è determinante per comprendere una serie di fenomeni, tra cui la formazione delle macchie solari – che hanno una temperatura più bassa rispetto al resto della superficie del Sole – e il suo campo magnetico, che viene generato proprio dai moti del suo plasma interno e di cui abbiamo una visione legata solamente a modelli teorici e simulazioni al calcolatore.

Per far questo, i ricercatori hanno esaminato le immagini ad alta risoluzione della superficie del Sole raccolte dallo Helioseismic and Magnetic Imager (HMI) a bordo della sonda Solar Dynamics Observatory della NASA, grazie alle quali è possibile misurare, proprio in base alle variazioni magneitiche, i moti sulla superficie del Sole prodotti dalla convezione negli strati più profondi della stella. Così il team è riuscito a calcolare gli spostamenti del plasma solare, utilizzando una procedura non dissimile da come si misura la forza e la direzione delle correnti di un oceano. E i risultati sono davvero sorprendenti: le velocità del plasma dedotte sono circa cento volte più basse di quanto previsto dalle attuali teorie. “Se questi movimenti all’interno del Sole sono davvero così lenti, allora la teoria più ampiamente accettata che spiega la produzione del campo magnetico solare non funziona” dice Shravan Hanasoge, dell’università di Princeton, primo autore dello studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. “Situazione che ci obbliga a riesaminare la nostra visione dei processi fisici che avvengono all’interno del Sole “.

L’articolo Anomalously weak solar convection di Shravan M. Hanasogea, Thomas L. Duvall, Jr.c, and Katepalli R. Sreenivasand pubblicata sul sito web di Proceedings of the National Academy of Sciences http://www.pnas.org/content/early/2012/05/31/1206570109.abstract?sid=39174f0b-2b94-4926-a658-9a9dd70e7965

Immagine: campi magnetici all'interno del Sole, secondo il modello della dinamo solare (al centro) http://www.media.inaf.it/2011/03/02/ecco-perche-il-sole-e-andato-in-letargo/

(INAF)
Fonte: http://www.media.inaf.it/2012/07/10/risonanza-magnetica-per-il-sole/