San Pietro e san Giacomo, apostoli o rivoluzionari?

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Comunione degli Apostoli – Luca Signorelli

Leggendo attentamente i vangeli, non si può fare a meno di notare che i due apostoli Simone Pietro e Giacomo hanno epiteti tipici della setta rivoluzionaria degli zeloti, movimento sovversivo fondato da Giuda il Galileo all’inizio del I secolo d.C.. Difatti, Simone Pietro è chiamato numerose volte nei vangeli “Simone lo zelota” e “Bariona”, epiteto, quest’ultimo, attestato più volte nel Talmud babilonese con un’accezione rivoluzionaria, che alcuni tradurrebbero con “latitante”; mentre l’apostolo Giacomo viene definito con l’appellativo di Boanerghes, che secondo le più recenti traduzioni può essere interpretato come “figli della collera”. Ricordando che i Romani crocifiggevano solamente i rivoluzionari e gli schiavi, cerchiamo di stabilire la verità sulla vera fine di quello che diventerà il primo papa di Roma – san Pietro – e su un altro dei principali apostoli del Nuovo Testamento: san Giacomo. Ci avvaleremo, per stabilire la verità, di una comparazione tra due passi degli Atti degli Apostoli dell’evangelista Luca e le Antichità giudaiche di Giuseppe Flavio, uno storiografo ebreo vissuto nel I secolo d.C.

In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che questo era gradito ai Giudei, decise di arrestare anche Simone (At 12: 1-3).

Questo passo è tratto dal Nuovo Testamento dagli Atti degli Apostoli di Luca. Da notare che Re Erode Agrippa I è tetrarca dal 41 al 44 d.C, Secondo la novella evangelica, in seguito all’arresto Simone Pietro verrà liberato dalla prigionia da un angelo, che lo rese invisibile a tutti i legionari al fine di farlo fuggire, mentre l’apostolo Giacomo verrà ucciso per lapidazione. In seguito all’ascensione in cielo di Gesù, gli Apostoli – compresi Giacomo e Simone Pietro – “pieni di spirito santo”, dopo essersi esibiti in “strabilianti miracoli” e “guarigioni miracolose”, furono arrestati per volere del sommo sacerdote e condotti nel Sinedrio, il tribunale giudaico per eccellenza, presieduto dallo stesso sommo sacerdote. Qui un certo Gamalièle, alzatosi in piedi nell’assemblea, prese le loro difese:

Si alzò allora nel Sinedrio un fariseo, di nome Gamalièle, dottore della legge, stimato presso tutto il popolo. Dato ordine di far uscire per un momento gli accusati, disse: “Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per fare contro questi uomini. Qualche tempo fa venne Tèuda (Θευδάς), affermando di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quanti s’erano lasciati persuadere da lui si dispersero e finirono nel nulla.

Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse molta gente a seguirlo, ma anch’egli perì e quanti s’erano lasciati persuadere da lui furono dispersi. Per quanto riguarda il caso presente, ecco ciò che vi dico: Non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!” Seguirono il suo parere e, richiamati gli Apostoli, li fecero fustigare e ordinarono loro di non continuare a parlare nel nome di Gesù; quindi li rimisero in libertà (At 5,34-39).

Anche questo passo è tratto dagli Atti degli Apostoli di Luca.

Vediamo ora lo stesso episodio riferito a Theuda da parte dello storico ebreo Flavio Giuseppe che descrisse la storia degli ebrei fino alla prima guerra giudaica del 70.

Durante il periodo in cui Fado era procuratore della Giudea, un certo sobillatore di nome Tèuda, persuase la maggior parte della folla a prendere le proprie sostanze e a seguirlo fino al fiume Giordano. Affermava di essere un profeta al cui comando il fiume si sarebbe diviso aprendo loro un facile transito. Con questa affermazione ingannò molti. Fado però non permise loro di raccogliere il frutto della loro follia e inviò contro di essi uno squadrone di cavalleria che piombò inaspettatamente contro di essi uccidendone molti e facendone altri prigionieri; lo stesso Tèuda fu catturato, gli mozzarono la testa e la portarono a Gerusalemme. Questi furono gli eventi che accaddero ai Giudei nel periodo in cui era procuratore Cuspio Fado (Antichità giudaiche XX 97-99).

Considerazioni:

Cuspio Fado è stato procuratore della Giudea dal 44 al 46 d.C.. Per cui, quando l’evangelista Luca racconta dell’episodio di Gamaliele e di Theuda, gli Apostoli, compresi Simone Pietro e Giacomo, erano ancora tutti vivi; mentre Luca riporta che Simone e Giacomo furono uccisi sotto Erode Agrippa I (41-44).
Perché l’evangelista Luca racconta il falso? E soprattutto se Giacomo e Simone erano ancora vivi sia sotto Erode Agrippa sia sotto Cuspio Fado, dovrebbero essere stati catturati o uccisi successivamente. Il successore di Cuspio Fado fu il procuratore Tiberio Alessandro, che governò dal 46 al 48.
Per svelare l’arcano ci avvarremo ancora un volta dello storico Giuseppe Flavio.

Fu sotto l’amministrazione di Tiberio Alessandro che in Giudea avvenne una grave carestia, durante la quale la regina Elena comprò grano dall’Egitto con una grande quantità di denaro e lo distribuì ai bisognosi, come ho detto sopra. Oltre a ciò Giacomo e Simone, figli di Giuda il Galileo, furono posti sotto processo e per ordine di Tiberio Alessandro vennero crocifissi; questi era il Giuda che – come spiegato in precedenza – aveva aizzato il popolo alla rivolta contro i Romani, mentre Quirino faceva il censimento in Giudea (Antichità giudaiche XX: 101-102).

Ecco svelato il motivo per cui Luca scrive il falso negli Atti, facendo catturare Simone e Giacomo da re Erode Agrippa I: per non far scoprire che sono due rivoluzionari uccisi per crocefissione dai Romani e, soprattutto, figli del rivoluzionario Giuda il Galileo che fonderà la setta degli Zeloti e che darà luogo alla rivolta del censimento nel 6 d.C.

Tratto dal libro “La Fine del Cristianesimo – Gesù e gli Apostoli non sono Esistiti: Le Prove” (Uno Editori)

Alessandro De Angelis
(scrittore e ricercatore antropologo)

Alessio De Angelis

La Fine del Cristianesimo - Gesù e gli Apostoli non sono Esistiti: Le Prove - Libro
Oltre la Mente di Dio Vol.2