SCUDO SPAZIALE: NESSUN ACCORDO TRA USA E RUSSIA

Il Giornale Online
MOSCA

Che fosse una missione in salita era chiaro fin dalle premesse, ma ha assunto i toni di un duro scontro di fronte ai giornalisti il negoziato a quattro fra Russia e Usa sul cosiddetto 'scudo spaziale', che ha impegnato oggi a Mosca i responsabili delle due diplomazie, Condoleezza Rice e Serghei Lavrov, e della difesa americana e russa, Robert Gates e Anatoli Serdiukov.

Non solo non si vedono compromessi all'orizzonte: quella che voleva essere una missione di buona volontà si è trasformata in un'occasione di ulteriori minacce, l'uscita dai trattati Inf sui missili a medio e corto raggio da parte di Mosca, sanzioni agli amici di Teheran da parte di Washington.

“Nessun accordo è stato raggiunto” sui piani Usa per il dislocamento in Polonia e Repubblica ceca del sistema anti-missile americano, ha commentato seccamente Rice in conferenza stampa; spazzando via le cautele di Lavrov, che aveva esordito menzionando “nuove proposte di compromesso” da “esaminare nei prossimi mesi”, e messo l'accento sul futuro appuntamento, fra sei mesi negli Stati Uniti, del negoziato in formato 'due piu' due'. L'inflessibile lady della politica estera americana ha gelidamente respinto la richiesta del collega russo. Non se ne parla di sospendere, almeno finché saranno in corso le trattative fra Mosca e Washington, i piani statunitensi, che la Russia insiste a vedere come “potenzialmente ostili” e Washington ribadisce essere uno strumento di difesa verso possibili attacchi iraniani.

I contatti con i partner dell'Europa dell'est, ha detto Rice, proseguiranno. Si è poi lanciata in un non troppo velato ammonimento alla Russia: se l'Iran continuerà a sfidare la comunità mondiale, “potrebbe trovarsi a rischio di applicazione del cosiddetto articolo 7 dello statuto dell'Onu”, che prevede il ricorso a sanzioni e anche all'uso della forza. In quel caso, “anche chi coopera con Teheran potrebbe trovarsi sotto una certa minaccia di sanzioni”.

Solo l'abbandono da parte iraniana dell'arricchimento dell'uranio potrebbe ammorbidire l'intransigenza di Washington. E Lavrov, che ha ben chiari i molteplici interessi economici del suo paese nello stato rivierasco del Mar Caspio, ha raccolto il guanto. Dapprima seguendo il percorso tracciato al mattino dal presidente Vladimir Putin, ha sottolineato l'inutilità dei trattati Inf sui missili a medio e corto raggio, finché unici firmatari resteranno Russia e Stati Uniti. L'invito rivolto dal responsabile della diplomazia russa a “tutti i paesi” perché aderiscano agli Inf sembra più una provocazione che una reale proposta, un mettere le mani avanti in vista dell'uscita da quei patti.

Lavrov ha poi alzato il tiro, affermando che “la Russia prenderà le contromisure necessarie per neutralizzare la minaccia” dello scudo americano: “avremmo preferito evitare tale scenario”, ha commentato.

Allo scambio di cortesie si è aggiunto Robert Gates, che ha definito sostanzialmente inutile ai piani americani l'offerta russa della base di Gabala, in Azerbaigian, al posto del radar di Praga: “Può garantire solo un avvertimento precoce della minaccia missilistica, ma non serve per lanciare un missile sull'aggressore”. Il responsabile del Pentagono ha anche espresso la “preoccupazione” di Washington per la decisione russa di congelare l'applicazione dei trattati Cfe sulle forze convenzionali in Europa.

Sempre più cupi e tesi, i negoziatori hanno preso distanze difficilmente colmabili sull'atteggiamento da tenere nei confronti dell'Iran: per Lavrov le valutazioni reciproche sulla minaccia di Teheran “restano divergenti”, e Mosca “intende aspettare la relazione dell'alto commissario Ue per la politica estera e di sicurezza Javier Solana, nonché le conclusioni dell'Aiea”, l'agenzia internazionale per l'energia atomica, prima di decidere il da farsi.

Alla luce del botta e risposta odierno, si annunciano difficili anche i negoziati che le due potenze dovrebbero avviare per sostituire i vecchi trattati Start sugli armamenti di difesa strategica: le parti hanno constatato oggi che pure su quel tema “i lavori non sono finiti”. Come non sono esaurite le discussioni sulla revisione dei Cfe: Lavrov ha giudicato “insufficienti, anche se un passo nella giusta direzione”, le proposte americane in merito.

fonte:www.ansa.it