Se Finissimo la Corsa agli Armamenti

Il Giornale Online
di Robert Coles e John Mack

Un nostro vecchio amico di 60 anni ci ha raccontato di essere stato picchiato a casa sua a Washington D.C., non molto tempo fa, quando ha sorpreso un uomo grande e grosso che stava perquisendo il suo appartamento. L'uomo stava cercando apparecchiature da poter vendere per comprare della droga. Era anche una delle più di 10000 persone in libertà vigilata in quella città, molte delle quali per reati di droga e sono state lasciate fuori dalla prigione, perchè le celle dei carceri non sono sufficienti. Allo stesso tempo gli ufficiali necessari e i fondi per la riabilitazione stanno scarseggiando.

Invece di affrontare l'abuso di droga e altri problemi di salute o sociali, abbiamo riversato per decenni le nostre risorse nello sforzo per mantenere il passo militare con l'Unione Sovietica, principalmente tramite lo sviluppo di tecnologia nucleare avanzata. Le spese per la difesa sono una delle nostre realtà dominanti, fino al punto che in un cartone animato recente, un ricercatore medico consiglia ad un altro che dovrebbe descrivere il virus dell'AIDS come “un'arma di guerriglia per ordine di Mosca”, se spera di ottenere fondi per combattere la malattia. Sia gli Stati Uniti che l'Unione Sovietica non sembrano fermare lo sviluppo di arsenali di sofisticate armi nucleari che siano accurate, rapide ed estremamente distruttive, causando la paura dell'annientamento in entrambi i paesi e nel mondo.

In effetti, Mikhail S. Gorbaciov, nella sua intervista su Time magazine, ha descritto le relazioni Stati Uniti-Unione Sovietica come “molto tese” e persino “esplosive”. Il Presidente Reagan, riconoscendo quanto fosse divenuta pericolosa a livello psicologico la situazione, ha dichiarato che nel vertice con il sig.Gorbaciov sperava di placare “le loro paure e i loro sospetti che il resto di noi nel mondo volessimo far loro del male”. L'insicurezza che entrambi gli uomini riconoscono, è dovuta alla enorme distruttività dei dispositivi nucleari e ai loro sistemi di distribuzione intercontinentale. La nuova realtà creata dalla tecnologia delle armi nucleari, rende ogni nazione dolorosamente vulnerabile e ostaggio delle intenzioni delle altre.
Il Presidente Dwight D. Eisenhower, nel suo famoso riferimento al “complesso militare-industriale”, ha suggerito che ci sono forze interne nel nostro paese, che lavorerebbero per mantenere alte le spese per gli armamenti, persino se l'Unione Sovietica si trasformasse improvvisamente in una amichevole democrazia capitalista. Sicuramente nel Cremlino ci sono influenze paragonabili. Sicuramente anche lì, potenti presenze burocratiche giustificano vari programmi, inclusa l'incessante ricerca sulla tecnologia nucleare. Tali interessi in entrambi i paesi, danno vita propria alla gara agli armamenti, indipendentemente dai conflitti umani che sarebbero la causa presunta. Come scritto da George F. Kenman, il “superamento” delle nostre vaste spese militari per operazioni dovute ad una “guerra immaginaria con la Russia”, troverebbe una “intensa resistenza e necessiterebbe di anni, persino se i Sovietici nel frattempo fossero miracolosamente scomparsi dalla Terra”.

Nelle nostre moderne società avanzate, le abitudini di potere sono strettamente legate ad una rete di interessi burocratici, scientifici, accademici, tecnici, militari, industriali, pubblici e privati, che formano un sistema istituzionale che sarà difficile da deviare a fini non militari, anche se avessimo la volontà di farlo. Vorrei che ci fossero un Kennan o un Eisenhower nell'Unione Sovietica, in grado di mettere in guardia il popolo sovietico sulla presenza dei vari gruppi nel loro paese, il cui potere e autorità dipendono non solo da una reale minaccia di un potenziale nemico, ma da una amplificazione esagerata delle minacce che esistono o persino dalla provocazione di minacce, quando non sembrano essere abbastanza palpabili.

Anche noi, in questo paese, benedetti dalla libertà, non dovremmo dimenticare cosa ci è stato fatto notare da Mr.Kenman e dal Presidente Eisenhower. In un modo triste e tragico, siamo divenuti dipendenti economicamente e politicamente dai russi e loro da noi. Cosa facciamo l'uno senza l'altro? Quali seri problemi, ancora da risolvere in entrambi i paesi, potremmo affrontare, se non fossimo più così ossessionati militarmente?

Robert Coles è uno psichiatra infantile che insegna alla Università di Harvard. John Mack è professore di psichiatria alla Harvard Medical School.
© Robert Coles e John E. Mack
Pubblicato in origine sul The New York Times, pagine editoriali, 19 Novembre, 1985.

(Scritto il primo anno della presidenza di Gorbaciov, prima che liberasse l'Europa orientale e sciogliesse l'Unione Sovietica)

Fonte: http://johnemackinstitute.org/1985/11/if-we-ended-the-arms-race/
Tradotto da Richard per Altrogiornale.org

Si ringrazia il [link=http://johnemackinstitute.org/]John E Mack Institute[/link] per la gentile concessione