Sentenza storica: autismo correlato al vaccino Mpr

autismo correlato al vaccino MprCon una sentenza che ha già fatto storia il tribunale di Rimini, sezione lavoro, ha correlato un caso di autismo al vaccino Mpr (trivalente Morbillo-parotite-rosolia).

La cosa ovviamente ha fatto scoppiare un vespaio di polemiche, a cominciare dalle critiche piovute dalle varie federazioni di medici che hanno di recente definito quello che hanno chiamato “il calendario vaccinale per la vita” e che raccomanda vaccinazioni e richiami da 0 a 100 anni. La sentenza del tribunale di Rimini è la numero 2010\148, ruolo numero 2010\0474; Cron. 2012\886.

Tra i primi a correlare il vaccino Morbillo-Parotite-Rosolia all’insorgere dell’autismo fu il medico Andrew Wakefield il cui studio fu pubblicato su Lancet.

Lo studio suscitò un tal vespaio che la rivista, sottoposta a pressioni indicibili, decise di ritirarlo e si scatenò una rappresaglia furiosa contro lo stesso Wakefield, la cui reputazione venne distrutta per avere “osato” pubblicare una tesi scientifica che toccava così da vicino così tanti interessi.

In una nota dei medici che hanno messo a punto il calendario vaccinale si legge: “Per evitare che tale sentenza faccia giurisprudenza negativamente incidendo sulle dinamiche professionali degli operatori, il Board auspica che il Ministero della Salute, quale parte resistente nella causa conclusasi con la contestata sentenza di primo grado, voglia proporre Appello presso la Corte di Bologna. I componenti del Board si rendono disponibili a coadiuvare l’Avvocatura dello Stato fornendo pareri e letteratura scientifica che valga a ribadire la lex artis e segnatamente l’inidoneità della specifica vaccinazione a configurare antecedente dotato di valore causale nel determinismo dell’autismo”. Cittadinanzattiva e Tribunale dei diritti del malato hanno invece chiesto “al ministero della Salute di dare informazioni certe, anche sottoponendo il tema al Consiglio superiore di Sanità, e soprattutto di fornire una corretta informazione ai cittadini”. “La sentenza – si legge in una nota del Tdm – è stata diffusamente contestata da molte società scientifiche del mondo medico. Alla luce delle diverse posizioni in campo, crediamo che i genitori abbiano invece il diritto di avere informazioni certe sui possibili rischi (avvalorati da ricerche scientifiche valide) oltre che benefici delle vaccinazioni, prima di scegliere per il proprio figlio in maniera consapevole; stando così le cose questo consenso informato potrebbe essere parziale e non ci soddisfa. Ogni giorno sono tanti i bambini che continuano ad essere sottoposti a questa vaccinazione, sulla quale ora esistono dubbi in termini di sicurezza”.

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