Si fa presto a dire sciroppo…

Il Giornale Online
Alla fragola o alla banana? Di solito è questo l’unico dubbio che assale una mamma quando deve scegliere, tra mille sciroppi, quello più adatto per il proprio bambino raffreddato. Nessuna preoccupazione riguardo alla sicurezza: i prodotti da banco, anche quelli destinati ai più piccoli, sono giudicati innocui.

Non è detto. Un gruppo di pediatri statunitensi afferma che i medicinali per bambini sono spesso inefficaci e, nei più piccoli, anche pericolosi. La tesi è duramente contrastata dalle industrie farmaceutiche, ma il dato emerge da una osservazione condotta negli USA dai Centri per il controllo e la prevenzione della malattie. Ebbene tra il 2004 e il 2005 oltre 1.500 bambini sotto i 2 anni sono finiti al pronto soccorso dopo aver assunto farmaci da banco contro tosse o raffreddore, e di questi tre sono poi deceduti.
Il rischio di avere effetti collaterali, è bene precisarlo, è molto basso, ma i pediatri si chiedono se valga la pena correrlo, visto che non è chiaro il bilancio rischio beneficio: le dosi per i bambini sono stabilite in base a quelle per adulti, e poi adattate a seconda del peso corporeo medio di una certa fascia di età. Inoltre, questi medicinali non sono testati sui bambini per verificarne l’efficacia e la sicurezza: le poche ricerche condotte hanno invece dimostrato che in genere non ottengono risultati migliori rispetto al placebo nel trattamento dei sintomi.

La Consumer Healthcare Products Association, l’organizzazione d’oltreoceano che rappresenta i produttori di farmaci da banco, continua a ribadire che questi prodotti sono sicuri ed efficaci se usati come descritto sui foglietti illustrativi. Ma i pediatri ribattono che anche in questo caso i medicinali possono risultare pericolosi, perché è molto facile incorrere nel sovradosaggio. Può infatti capitare che i genitori, per trattare due sintomi diversi, somministrino contemporaneamente due diversi farmaci: non si può escludere, però, che questi abbiano in comune alcuni principi attivi, che così, sommandosi, possono fare danni.
Per questo motivo l’American Academy of Pediatrics consiglia di non somministrare ai propri figli medicinali contro tosse e raffreddore e i medici più agguerriti si sono spinti a chiedere che nessuno di questi prodotti possa essere venduto per bambini al di sotto dei 6 anni di età.

Sotto queste pressioni la Food and Drug Administration ha deciso di mettere ordine nel settore annunciando un’ampia indagine sui prodotti contro tosse e raffreddore destinati ai bambini.

E in Italia? L’allarme lanciato dai pediatri statunitensi non sembra aver avuto una grande risonanza. La quasi totalità dei contatti tra medico e bambino termina ancora con una prescrizione di farmaci, come conferma Maurizio Bonati, responsabile del Laboratorio per la salute materno-infantile dell’Istituto Mario Negri: «Quando un pediatra visita un bambino con una semplice affezione delle vie respiratorie, in genere prescrive l’assunzione di più farmaci contemporaneamente, come un antifebbrile, un fluidificante e un broncodilatatore. Questo perché non c’è una corretta educazione e informazione».

Il problema più urgente da risolvere resta comunque quello dei sempre più numerosi farmaci da banco. Secondo Maurizio Bonati, le preoccupazioni sollevate dai medici statunitensi sarebbero fondate: «Questi prodotti sono delle miscele di farmaci che puntano a trattare più sintomi, ed essendo disponibili senza prescrizione medica, chiunque può usarli, sia in modo appropriato che inappropriato. Il dosaggio così non è controllato e si ha il rischio di incorrere nell’abuso e nel sovradosaggio». Un altro aspetto preoccupante, secondo Bonati, è quello degli eccipienti presenti in questi farmaci, come conservanti, coloranti e aromi: «Queste componenti chimiche sono spesso ignorate, ma sono comunque fondamentali. Proprio il mese scorso sono state alla base del ritiro dal mercato britannico di una ventina di questi prodotti, alcuni dei quali sono ancora in vendita in Italia».

fonte:www.partecipasalute.it