Simon Mago: storia e misteri.

Il Giornale Online

CHI ERA COSTUI ?

– 1^ parte –

Ricerca di Marisa Uberti

Una difficile ricostruzione, storica e religiosa. Una breve indagine conoscitiva che ha cercato di fare il punto sulle leggende, le interpretazioni e i misteri che contornano le vicende di un uomo che arrivò perfino a identificarsi con Gesù.

Ariccia (Roma), XXI sec. dell'Era Volgare

http://img194.imageshack.us/img194/9774/simonmagoariccia1.jpg (1)
Questa (link soprastante) è la lapide situata sopra la fontana detta 'delle tre Cannelle', nella piazza di Corte, che si incontra superato il’ponte di Ariccia', che il Comune (come si legge) ha ricollocato nel 1993 ma che, a suo tempo, era stata fatta apporre dai nobili Savelli, accanto al sarcofago, che la leggenda attribuisce a Simone Mago, e che è conservato nel parco dell'attigua Villa Chigi, oasi naturalistica di particolare bellezza e valore.

Chiedersi dove sia finito il corpo contenuto in esso, è quasi un'assurdità, e sarebbe interessante sapere anche come mai i nobili Savelli si fossero interessati del sarcofago e della memoria di un personaggio 'scomodo' come Simone Mago. Intanto, iniziamo con una domanda alla portata di una possibile risposta. Come mai quest'ultimo, proveniente dalla Samaria, in Palestina, sarebbe stato seppellito ad Ariccia, nei pressi di Roma?

La vita di Simone Mago: un enigma di duemila anni fa…

Secondo gli scritti canonici

Per parlare della sua fine, è necessario ripercorrere ciò che sappiamo della sua vita. Dico subito che quando mi sono accinta a sapere qualcosa di più su questo personaggio, mi sono ben presto ritrovata in un’intricata foresta di notizie, in gran parte contrastanti. Mancano notizie e riferimenti storici precisi sulla sua esistenza e sulle sue opere, delle quali sappiamo da fonti indirette. Alcuni sostengono che la sua figura sia stata inventata dal senatore Marcello ai tempi di Nerone (54-67 d.C.).

La fonte più 'diretta'dalla quale attingere informazioni ci viene offerta dal Nuovo Testamento, precisamente negli 'Atti degli Apostoli'. Nel versetto 8,9 -9,24 ci viene presentato Simon Mago in questi termini: “Vi era un tale, di nome Simone, che aveva esercitato nella città le arti magiche e faceva sbalordire le genti della Samaria, spacciandosi per qualcosa di straordinario”. Simon Mago -dice la nota- è “l'antagonista di Simon Pietro e pare che si spacciasse come Messia”.

“Tutti, dal più piccolo al più grande, lo seguivano e dicevano << Costui è la virtù di Dio, quella che è detta la Grande>>. Lo seguivano perchè per lungo tempo li aveva sbalorditi con le sue magie. Ma quando credettero a Filippo, che annunziava loro la buona novella del Regno di Dio nel nome di Gesù Cristo, uomini e donne si fecero battezzare. Anche Simone credette, e dopo il battesimo seguiva Filippo, pieno di meraviglia nel vedere i miracoli e i grandi prodigi che si compivano”.

Nei passi successivi, Simone rimane strabiliato dai prodigi che possono compiere Pietro e gli altri Apostoli, tramite lo Spirito Santo ricevuto in eredità da Gesù; vorrebbe che tale potere fosse anche suo e chiede di poter 'acquistare' (tramite denaro) queste facoltà prodigiose, allorchè viene duramente redarguito da Pietro, che lo esorta ad un severo pentimento e preannuncia maledizioni divine per quelli come lui.

Da questo fatto, deriva il termine 'simonia' (3) cioè è il traffico delle cose spirituali e sacre; questo è l'errore gravissimo di Simone secondo la Chiesa, poiché i doni di Dio sono liberi e gratuiti, le cose sante non debbono stimarsi al prezzo di denaro, né vendersi, e comprarsi come si fa delle cose terrene.

Quando, nei secoli successivi, accadranno fenomeni simili all’interno della Chiesa, per aumentarne il potere temporale, verrà sempre indicato Simon Mago quale 'ideatore' perverso del traffico di cose sacre, indicato come 'eretico', caposcuola di una corrente di 'eretici'. Dante Alighieri colloca Simon Mago e la corruzione ecclesiastica nel Canto XIX dell’INFERNO.

Giustino (Apologia, I, 26), Ireneo (Adversus haereses, I, 23-4), considerano Simone Mago ‘il primo degli eretici e degli gnostici’. Ne parlano anche Tertulliano, Origene, San Gerolamo… Ireneo – parlando del fatto che gli gnostici pretendano di avere due fonti di Tradizione (una pubblica e l'altra segreta) – dichiara: ” Ci sono due fonti di tradizione, ma come Dio è uno solo, solo una deriva da Dio, quella che la chiesa riceve tramite Cristo e gli apostoli che Egli scelse, specialmente Pietro.

L'altra viene da Satana e risale al maestro gnostico Simon Mago, nemico per eccellenza di Pietro, che cercò di comprare il potere spirituale dell'apostolo e si guadagnò la maledizione. Come Pietro è il capostipite della vera successione, così Simone incarna la falsa successione degli eretici, ispirata dal demonio: è il padre di tutte le ERESIE”.

Ancora Ireneo (Adv.Haer) afferma: “Tutti coloro che in qualunque modo alterano la verità, e nuociono all'insegnamento della Chiesa, sono discepoli e successori di Simon Mago di Samaria… Mettono avanti, effettivamente, il nome di Gesù Cristo come una specie di esca, ma introducono in molteplici modi 'le empietà di Simone'… diffondendo su chi li ascolta l'amaro e maligno veleno del gran serpente (satana), il grande creatore di apostasia”(4)

A questo punto, capiamo come gli scritti canonici, con i Padri della Chiesa, ci dipingano questo personaggio come un mago di professione, un ciarlatano, una degenerazione dei Magi Persiani (seguaci delle dottrine di Zoroastro), che erano invece considerati dei grandi sapienti(5). Quelli degenerati (alla stregua di Simon Mago) erano però degli avventurieri che speculavano sulla credulità pubblica, spacciandosi per grandi conoscitori delle materie occulte, astrologi, esorcisti, indovini e interpreti di sogni, stregoni insomma; per la costituenda Chiesa Cattolica Romana essi erano un pericolo.

Ma se in fondo Simone Mago fosse stato 'solo' questo, appunto un ciarlatano, cosa avrebbe dovuto temere Santa Romana Chiesa? Perchè per un ciarlatano si sono scomodati i più illustri Padri della Chiesa scrivendo trattati sulle sue ideologie? Ireneo lo definisce 'Maestro gnostico' e questo significa che non era innanzitutto uno sprovveduto, aveva creato una 'scuola' e fondato delle chiese; inoltre aveva molti discepoli (tra cui Menandro e Saturnino) che lo seguivano. Tutto questo mi ha indotto ad approfondire la sua figura.(6)

Una diversa collocazione: i testi gnostici

Simone nacque probabilmente (il termine è più che mai d'obbligo) a Gitta (o Gitton) nei primi anni della nostra Era e trascorse la sua infanzia ad Alessandria d'Egitto, dove subì l'influenza delle culture locali (Ellenica soprattutto). Leggendo il breve passo contenuto negli 'Atti degli Apostoli' sopra citato, ci accorgiamo che Simone comprende l'insegnamento esoterico di Filippo, poiché s’identifica con il suo. Con il Battesimo riceve Simbolicamente la Grazia Santificante.

Attorno al 50 d.C. sono collocate le sue gesta dottrinali; egli diceva di discendere da una casta di Sacerdoti (magi) Caldei. Fu discepolo di Giovanni il Battista e di Dositeo, e nel momento in cui Filippo (autore di un Vangelo apocrifo ritrovato tra i manoscritti di Nag Hammadi, Alto Egitto, nel 1945) giunge in Samaria per diffondere l'insegnamento 'gnostico'di Gesù, Simone coglie la continuità esistente tra la tradizione di cui egli era portatore e le dottrine di Gesù stesso, decidendo di abbracciare l'insegnamento salvifico proposto dalla gnosi cristiana, poiché proclama l'uomo quale “potenza di Dio”: l'uomo, che partecipa della natura di Dio, diventa 'potenza di Dio' quando viene iniziato ai sacri misteri'.

Le sette collegate a Giovanni Battista, erano tutte originarie della Palestina, due di esse dall'eretica Samaria, ma non seguivano la religione ebraica. Anche se lo gnosticismo trae spunto da diverse culture e, particolarmente da quella persiana, è dominante l'influenza della religione dell'antico Egitto.

Ciò fa ritenere che le correnti 'gnostiche' siano antecedenti alla venuta di Giovanni Battista o di Gesù stesso. C'è da considerare come, in Palestina, si evidenzi la presenza, a quel tempo, di due correnti preponderanti: l'una (la ' Nuova Chiesa di Gerusalemme') guidata da Giacomo (fratello di Gesù e depositario dei suoi Insegnamenti esoterici), forse facente capo alla comunità degli Esseni, che contemplava l'aggregazione anche di alcuni Discepoli, tra cui Filippo, e le figure di Pietro e Paolo dall'altra (Paolo è un personaggio enigmatico, in cui si nota comunque un’impronta gnostica nelle dottrine diffuse).

Per gli gnostici di quel tempo, Pietro e Paolo erano degli 'eretici', poiché falsavano la 'vera'dottrina di Gesù. Per la chiesa cristiana ortodossa nascente, ovviamente erano 'eretici' gli gnostici. Il terreno doveva essere indubbiamente 'ardente'. Pertanto, gli scritti 'ortodossi' ci descrivono sempre la figura di Simone Mago in maniera assolutamente negativa, e quelli 'apocrifi' (cioè segreti, che la Chiesa non riconosce) al contrario.

L’”Apocalisse di Pietro” descrive i cristiani cattolici come coloro che sono caduti 'in un nome erroneo e nelle mani di un uomo malvagio e astuto, con un insegnamento dalle molteplici forme', lasciandosi guidare ereticamente (VII, 74,16-22). L'Autore del “Testimonio di Verità” attacca i Cristiani ecclesiastici come coloro che dicono 'Noi siamo cristiani' ma [non sanno chi] è Cristo'.Lo stesso autore prosegue tuttavia attaccando allo stesso modo altri gnostici come i seguaci di Valentino, Basilide e Simone [Mago] come 'fratelli ancora immaturi' (IX, 31,24-32.2).

L'interpretazione che Simone dà alle Scritture non è 'letterale' ma simbolica ed egli sarebbe stato il fondatore della corrente Simoniana, che predicava il docetismo(7) cioè la mancata morte fisica in croce di Gesù. Un'opera attribuita a lui, al maestro gnostico Simon Mago, assegna un significato mistico al Paradiso, il luogo dove ebbe inizio la vita umana: “Non c'è dubbio che il Paradiso sia il grembo; infatti la Scrittura ci insegna che è una supposizione vera quando dice 'Io sono Colui che ti ha formato nel seno di tua madre (Isaia, 44,2)…

Mosè, usando l'allegoria aveva dichiarato che il Paradiso è il grembo e l'Eden la placenta… Il fiume che scorre dall'Eden simboleggia l'ombelico che nutre il feto”. “Di conseguenza, l'Esodo – afferma Simone – significa l'uscita dal grembo e il passaggio del Mar Rosso allude al sangue”. Molti gnostici, come molti artisti, ricercano la conoscenza interiore di sé come una chiave per comprendere le verità universali 'chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo'.

La convinzione che “chi esplora l'esperienza umana scopra nello stesso tempo la realtà divina”, è uno degli elementi che fanno dello gnosticismo un movimento religioso. Simon Mago -riferisce Ippolito – sosteneva che ogni essere umano è un luogo abitato e 'che in lui dimora un potere infinito… la radice dell’universo. Ma questo potere infinito esiste in due modi, uno reale e l'altro potenziale; perciò 'esiste allo stato latente in ognuno', ma 'potenzialmente, non realmente'.

Alla base della dottrina di Simon Mago, dal punto di vista filosofico, c'è il monismo, una Potenza Unica (divisa in alto e in basso), riconducibile al fuoco divino, ingenerato e dotato di pensiero, principio creatore e ordinatore del cosmo e in esso immanente, principio della generazione delle creature.

L’unica Potenza Divina sotto vari aspetti costituisce il Tutto: il macrocosmo animato e vitale, il microcosmo umano, il cui elemento divino può essere reintegrato nella condizione iniziale e diventare immagine perfetta della Potenza divina. A Simon Mago alcuni autori attribuiscono la stesura di un trattato “Megàle Apòphasis” (Grande Rivelazione), che è analizzata da Ippolito nel suo scritto “Refutatio omnium haeresium”(8).

Ma studi recenti sembrano indicarlo come un documento piuttosto tardo rispetto a Simone Mago, anche se vi si ravvisano le valutazioni negative del mondo materiale e la concezione monistica del cosmo, tipiche della gnosi simoniana, che il testo presenta e spiega sulla base della bipolarità dei principi generatori, maschile e femminile, grazie a vari apporti filosofici (soprattutto pitagorici), a una fantasiosa esegesi dei primi capitoli della Genesi e spunti derivanti dal mito e dalla poesia greca (M. Simonetti).

Simone Mago, secondo Ippolito, si rifarebbe alla filosofia greca di Eraclito; a questo riguardo resta ancora da comprendere quale sia stata la fonte per la trattazione di Ippolito, che non è solo greca ma anche gnostica; anzi -secondo il Reinhardt – “Ippolito deve avere attinto alla gnosi 'popolare' di Simone Mago, che è Simone il Samaritano” (per la confutazione dell'eresia di Simon Mago vista da Ippolito e sulla dinamica del complesso rapporto tra filosofia pagana, gnosticismo e cristianesimo, vedasi un esauriente lavoro tradotto per la prima volta in italiano (solo l'abstract è in inglese) da L. Saudelli http://www.uniurb.it/Filosofia/isonomia/2004saudelli.htm).

Da tutto questo 'discutere' attorno al personaggio Simon Mago, si può intuire come egli avesse poco da spartire con la frettolosa etichetta di 'ciarlatano'!

NOTE alla prima parte:

1)-e 2) Immagini pubblicate per gentile concessione dell'archeologo dr.R.Volterri, al quale vanno i miei più sentiti ringraziamenti.

3)-Simonia: delitto canonico il cui nome deriva da Simone Mago. Cenni storici: si diffuse a partire dai secoli V-VI con l'incremento della proprietà ecclesiastica e l'assunzione di cariche civili da parte di ecclesiastici, in particolare vescovi. Durante l'età Carolingia, ogni dignità ecclesiastica e monastica cominciò a essere attribuita con procedimenti Simoniaci, in una situazione di dipendenza spesso totale dal potere laico. A partire dal sec. X- XI ciò provocò reazioni di protesta e movimenti di riforma religiosa, che contribuirono, con la 'lotta per le investiture', i movimenti ereticali e la pataria, a combattere la corruzione della chiesa. Una ripresa della Simonia si ebbe durante il periodo Avignonese (1309-1376), con la soggezione dei papi al re di Francia e con lo scisma d'Occidente.

4)- 'Serpentini', o 'Sethiani' o 'Ofiti' erano anche chiamati gli appartenenti alle sette di orientamento sincretistico, accomunate dalla mitica rivelazione dell'elemento divino immanente nel mondo e dal culto del serpente.

5)- Il termine magia deriva dal greco ‘magheia’ che significa scienza, saggezza.

6)- La questione di Simon Mago, ’ciarlatano' tanto temuto dalla Chiesa, mi ricorda per certi versi quella di Cagliostro.

7)- Docetismo: eresia cristologica sviluppatasi tra il I e il II secolo, secondo la quale la natura umana e corporea di Cristo è solamente apparente.

8)- La 'Refutatio' è un'opera in greco, scritta a Roma dopo la morte di Callisto (222), formata in origine da dieci libri, di cui oggi mancano il II, III e inizio del IV libro. Nel 1842 venne trovato un manoscritto sul monte Athos, I ” Philosophoumena” (Confutazione di tutte le eresie), che contiene i libri IV-X. In questo testo, Ippolito (vescovo e scrittore che sembra debba identificarsi con l'Ippolito martire romano), prende in esame nei primi quattro libri le concezioni filosofiche greche (dottrine di filosofi che suddivide in: f. della natura, f. etici e f. dialettici.), magiche, astrologiche, quindi negli altri libri descrive e confuta trentatre eresie. Egli è avverso alle dottrine greche e le utilizza pensando di debellare le eresie del suo tempo, dimostrando la loro derivazione da quelle elleniche. Anche l'eresia di Simon Mago viene analizzata in questo contesto.

– Seconda parte –

Elena, la compagna di Simone Mago

Durante il soggiorno a Tiro, incontrò una donna che prestava i propri 'servigi' in un bordello, di nome Elena, che aveva origini fenicie, la riscattò e da quel momento divennero inseparabili. Altri autori affermano che la incontrò a Roma, dove faceva la meretrice. Probabile si trattasse di una 'prostituta sacra' (sacerdotessa).

Lui aveva di questa donna un pensiero Sublime, era colei che incarnava l'ideale 'femminile'; secondo lui era “l'idea primordiale” e aveva creato gli angeli, i quali a loro volta avevano creato il mondo materiale. Egli diceva di essere venuto a liberarla dal corpo materiale. Un'altra figura femminile mi riporta alla descrizione di Elena, ed è la Maddalena.

Nei Vangeli canonici ella è la meretrice redenta, mentre nei testi gnostici è definita Prima Discepola e si può dedurre che ella incarni la parte femminile di Cristo, un'istanza sovrapponibile all’Intuito, alla Conoscenza o Sophia. Anche Dositeo, colui che viene indicato come Maestro di Simon Mago (o forse le due identità devono sovrapporsi?), aveva una compagna di nome Elena, che in greco è Selene (la Luna, principio Lunare o Femminile, il mercurio alchemico).

Storicamente una nota Elena è quella di Troia, città legata al culto di Apollo (il Sole, principio maschile, lo zolfo alchemico). Ci potrebbe essere un’unità dottrinale e sostanziale in queste correlazioni simboliche? Nello scritto gnostico Megàle Apòphasis” (Grande Rivelazione), che alcuni attribuiscono a Simon Mago, e che viene citato (come abbiamo visto precedentemente) da Ippolito nella sua 'Confutazione di tutte le eresie', troviamo alcuni passi importanti per capire quale fosse la posizione dell'autore del trattato sull'origine dell'Universo: “Dal potere di Silenzio apparve 'un grande potere, la Mente dell'Universo, che governa ogni cosa, ed è un maschio… l'altro… una grande Intelligenza… è una femmina che produce ogni cosa'.

Mente in greco è nous (maschile) e 'intelligenza' è epinoia (femminile) e l'autore gnostico spiega che questi poteri, congiunti in unione, 'sono scoperti essere dualità… E' Mente in Intelligenza; sono inseparabili l'uno dall'altro, formanti un'Unità, si trovano essere due'. “Questo [potere divino] risiede in ogni cosa; è nascosto…

Questo potere è uno: diviso sopra e sotto; generando se stesso, crescendo se stesso, cercando se stesso, trovando se stesso, essendo madre di se stesso, padre di se stesso, sorella di se stesso, sposa di se stesso, figlia di se stesso, madre, padre di se stesso, è l'unica radice del Tutto”. (1)

Elena poteva incarnare simbolicamente il Principio Lunare, Femminile, mercuriale, acquoso (la luce minerale degli alchimisti)? Matrimonio alchemico (da “Le dodici chiavi della filosofia”, di Basilio Valentino-Sesta Chiave): in questa allegoria sono criptati altri significati ermetici: l'unione regale dello zolfo e del mercurio.

I due sposi simboleggiano le due nature mentre il vescovo allude al sale o fuoco segreto. Al di sopra, il flusso celeste rende canonicamente valide le operazioni alchemiche.

Simon-mago-cappella-palatin.jpg (14519 byte) (2) Secondo alcuni, il volto di Simon Mago è quello che si attribuisce al Cristo.


Le gesta di Simon Mago a Roma
: tra storia e leggenda

I Vangeli Canonici non lasciano intendere molto riguardo a Simon Mago, come abbiamo visto nella prima parte di questa succinta indagine conoscitiva. Nel Vangelo apocrifo “Atti di Pietro”, apprendiamo le gesta di Pietro, in veste di 'eroe del bene' in lotta contro i nemici di Cristo.

In esso si narra che Simone volle sfidare a 'suon di prodigi' San Pietro e che il fatto si sarebbe svolto a Roma. Anche lo scrittore antico ABDIA, che viveva in Asia e scriveva in ebraico, successo immediatamente agli apostoli, ne scrisse la loro storia, alla quale mescolò probabilmente storia e fantasia.

È probabile che questi scritti conobbero grande diffusione. È attraverso di lui che veniamo a sapere della lotta tra San Pietro e Simone Mago a Roma, dove i due si sarebbero incontrati durante l'impero di Nerone, che avrebbe accolto favorevolmente la dottrina filosofica e gnostica di Simone Mago, fino a farne suo consigliere 'spirituale' e ponendolo sotto la propria protezione.

Per altri, Nerone sarebbe stato solo attratto dall'abilità dei suoi poteri di mago per fare 'audience' negli spettacoli cittadini! Grazie alla dottrina che andava diffondendo (supportata o meno dai 'miracoli' che era in grado di operare), Simone aveva fondato numerose chiese lungo la costa siro-palestinese, da Cesarea fino ad Antiochia.

Secondo fonti gnostiche (3), Simone passò a Tiro, a Tripoli e quindi a Roma, mandato da Giacomo, vescovo di Gerusalemme, e da Filippo, per contrastare l'eresia paolina (si è già accennato come, per le correnti gnostiche, gli ortodossi fossero ritenuti eretici, e viceversa). Pietro, a sua volta per rendere inoffensive le dottrine 'eretiche' di Simon Mago, si recò anch'egli a Roma, mandato dagli altri apostoli (se ciò fosse vero, qual era la sua supremazia apostolica o papale, se 'fu mandato'?).

Altre fonti dicono che Simone andò a Roma perché questa città era diventata un polo di attrazione per molti, ma soprattutto un luogo in cui i culti misterici e orientali si andavano diffondendo a macchia d'olio. “Poiché l'errore si propagava, per ricondurre sulla retta via quanti vi erano caduti, sorsero due eminenti personaggi, i capi della Chiesa Pietro e Paolo, che lì erano sbarcati. Ben presto, poterono far vedere il cadavere di questo Simone che si era fatto credere un Dio”.

Dunque, ritroviamo Simone a Roma, sul cui soggiorno sono fiorite tante leggende, che probabilmente si sono tramandate oralmente e che hanno perso (se le hanno avute) le connotazioni originarie. Anche gli 'Atti degli Apostoli' fu scritto cento anni dopo lo svolgimento delle supposte vicende. Secondo Ireneo, Simone affermava di essere apparso ai samaritani come «Padre», ai giudei come «Figlio» e ai pagani come «Spirito Santo» (Adv. haer. I,23,2; 27,4). ” […] (4)

“Qui per primo aprì la sua bocca blasfema per dirsi spudoratamente: il Padre, già apparso sul Monte Sinai; Gesù Cristo, poi apparso tra i giudei sotto le apparenze di un uomo; lo Spirito Santo, che il Cristo aveva promesso di mandare quale consolatore. Riuscì a ingannare gli abitanti di Roma… “.

Una delle più famose leggende narra che Simone, 'meccanico', si esibiva (sembra gratuitamente) come mago dai poteri strabilianti, facendo eseguire voli agli attori nei teatri; diceva di possedere la chiave per manipolare la materia, di poter passare attraverso i solidi e sapeva fare 'miracoli illusionistici', animando le statue…

Non sappiamo se questo era vero, potrebbe essere stata una distorsione creata ad arte in tempi successivi, per screditare colui che si professava il vero emissario di Dio, che si contrapponeva alla 'falsa chiesa nascente'. In gioco, non dimentichiamolo, c'era la supremazia di una corrente che mirava a prendere le redini di un potere temporale, oltre che religioso, di cui si dichiarava ereditaria.

A quel tempo successe che un parente stretto dell'imperatore era morto e tutta la corte pregò Simone di resuscitarlo; Simone si adoperò nell'opera e il morto mosse la testa. Ma, sopraggiunto Simon Pietro, disse che ciò non bastava e che l'avrebbe riportato lui in vita, cosa che fece proferendo una sola parola.

Simone andò a lamentarsi dall'imperatore che Pietro aveva osato far prodigi più grandi dei suoi e davanti all'imperatore diedero prova nei loro rispettivi poteri, ognuno nella propria arte. C'è da chiedersi come mai Pietro, eroe del bene, sottostesse a una simile 'gara' di poteri! Successe che, davanti ad una moltitudine di gente, Simon Mago cominciasse a lievitare verso l'alto (alcuni autori dicono su un veicolo innalzato dai demoni!), rendendo la folla sempre più stupita davanti all'ennesimo prodigio di colui che veniva appellato 'incarnazione di Dio'!

Pietro avrebbe iniziato a pregare intensamente Dio, in ginocchio, di farlo cadere rovinosamente al suolo in maniera tale da smascherarlo davanti a tutto il popolo, e sarebbe stato accontentato(5). Questa leggenda è contenuta negli Atti di Pietro, testo apocrifo. Cirillo da Gerusalemme vede, in questo episodio, simboleggiata la vittoria del cristianesimo sull'eresia gnostica, sconfitta con la caduta del celebre mago, che volle misurarsi con il fondatore della Chiesa, uomo più straordinario e misterioso dell'antica Roma.

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Nella chiesa di S. Francesca Romana sono conservati due selci di basolato ('silices apostolici'), che leggenda vuole essere quelle su cui s’inginocchiò S. Pietro per pregare la caduta del’Mago' Simone (si ringrazia molto per l'immagine il dr. R. Volterri).

Sulla Via Sacra erano ricordate, fino a tempi non molto lontani, anche quattro selci del basolato che avrebbero avuto impresse le quattro parti del corpo di Simone Mago infrantesi al suolo! (6)
In realtà, il racconto della lievitazione con conseguente caduta e fratture delle gambe di Simone, è tratto da quello che si trova nel Sepher toldos Jeshut dove è detto che Gesù stesso volò e che Giuda – volendo fare altrettanto – precipitò al suolo. Dunque le narrazioni posteriori potrebbero aver attinto e mischiato tra loro varie tradizioni.

La morte di Simone Mago

Sarebbe avvenuta tra il 64-65 d.C. Sulle 'modalità', esistono almeno cinque versioni diverse. Proviamo a schematizzarle:

a) Simon Mago, dopo la caduta, non sarebbe morto subito ma raccolto da alcune persone, sarebbe stato portato prima a Terracina, poi ad Ariccia, dove sarebbe deceduto e collocato nel sarcofago, che ancora oggi è visibile nel Parco di Villa Chigi.

b) Dopo essere precipitato al suolo, si sarebbe fratturato e suicidato.

c) Avrebbe detto di seppellirlo vivo, 'che sarebbe risorto dopo tre giorni'. Lo fecero, ma sarebbe morto senza resuscitare.

d) Avrebbe fabbricato delle ali come Icaro, per volare, ma sarebbe caduto e così morto.

e) Durante il suo soggiorno romano, Simone avrebbe risieduto in casa di uno dei senatori più vicini a Nerone, Marcello. Per volere di Nerone, inizialmente Marcello sarebbe entrato a far parte della comunità cristiana per poter riferire all'imperatore cosa vi avvenisse, ma quando si accorse che Nerone ammirava l'insegnamento 'esoterico' di Simone, sarebbe entrato a fare parte di quest'ultimo gruppo.

Scoppiate le tensioni tra l'aristocrazia senatoria e l'imperatore stesso (7), avrebbe fatto bastonare Simon Mago e poi lo avrebbe consegnato ai cristiani che facevano capo a Pietro e a Paolo e, per ordine di Pietro, lo avrebbero buttato giù da una torre. Spezzatosi una gamba in tre punti, Simone venne colpito da lanci di pietre da parte dei suoi avversari e poi 'ciascuno se ne ritornò a casa e tutti ormai credettero in Dio'.

Nella sua sventura, trovò uomini che lo portarono ad Ariccia, dove soggiornò, poi fu trasferito presso un certo Castore, a Terracina, che era stato bandito da Roma con l'accusa di magia. Qui, Simone fu amputato, ma l'operazione – mal riuscita – lo avrebbe condotto a morte. Comunque Nerone, era affranto e infuriato al pensiero che Pietro avesse fatto rompere le gambe al suo favorito Simone.

Alla notizia della sua morte, l'imperatore avrebbe ostentato il suo corpo per tre giorni, per tributargli gli onori che si meritava, altri dicono per 'venerarlo come un dio'. Un culto che sarebbe proseguito anche in tempi successivi. Esistono voci relative ad una statua che sarebbe stata voluta dall’imperatore Claudio, e dedicata a Simone quale Dio e che recita “Simoni deo Sancto” o “Semoni Sanco deo fidio sacrum”, ma non era dedicata a Simon Mago, ma al dio sabino Semo Sancus (8).

Nerone sembra che iniziasse una repressione verso coloro che avevano voluto la morte di Simone ma non così ampia come descritta dagli Storici, bensì circoscritta agli autori materiali del fatto. Ben presto, scoprì che Pietro era stato il mandante dell'omicidio di Simon Mago e, su consiglio di Agrippa, il prefetto, lo condannò alla crocifissione, mentre a Paolo fu recisa la testa, secondo la tradizione, 'fuori le mura' della città.

“Fece crocifiggere Pietro a testa in giù e da qui si stabilì la credenza del soggiorno di Pietro a Roma, del suo supplizio e del suo sepolcro”. In effetti, non vi sono prove certe della presenza di San Pietro nell'Urbe. La tradizione (la prima notizia ci perviene da Origene, il quale ci tramanda che Pietro fu crocifisso per sua volontà a testa in giù), pone la data del 'martirio' all'anno 67, secondo altri 64 d.C., quando dell'incendio di Roma vennero incolpati i cristiani e, tra questi, vi era anche Pietro, che fu inizialmente imprigionato nel carcere Mamertino e poi crocifisso sul colle Vaticano nel circo Neroniano. Il suo corpo sarebbe stato sepolto a destra della via Cornelia, dove fu poi innalzata la Basilica Costantiniana.


NOTE della seconda parte
:

1)- Valentino, un altro autore gnostico della cosmogonia dei trenta eoni, afferma che Silenzio è il complemento adeguato del Padre, designando il primo come femminile e il secondo come maschile dal genere grammaticale dei termini greci. Silenzio riceve, come in un grembo, il seme della Fonte Ineffabile da cui genera tutte le emanazioni dell'essere divino, disposte in coppie armoniose di energie maschili e femminili.

2)- Mosaico che ritrae Simon Mago nella Cappella Palatina di Palermo. La più antica raffigurazione di Simon Mago accanto a San Pietro si trova in una catacomba romana e questo potrebbe far supporre una reale presenza dei due personaggi nella città eterna.

3)- Le dispute di Simon Mago con Pietro e gli altri apostoli sono narrate in vari scritti apocrifi: Acta Petri e Pauli, Passio SS.Apostolorum Petri et Pauli, Acta Petri cum Simone… Giovenale informa come Roma, al tempo di Nerone, fosse invasa da orde di genti venute dalla Grecia e dall'Oriente disposte a tutto pur di sopravvivere; Svetonio ci tramanda di uno spettacolo voluto da Nerone in cui ci fu il tentativo di far volare un aspirante 'Icaro'.

4)- Lo Spirito Santo è la Madre. La descrizione gnostica di Dio – come Padre, Madre e Figlio – è una versione della Trinità: in greco spirito è pneuma, che è neutro (né di genere maschile né di genere femminile), mentre in ebraico spirito è ruah, che è femminile.

5)- Simone infatti sarebbe caduto al suolo e leggenda vuole che ciò sia avvenuto nel punto in cui oggi sorge la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, a Roma.

6)- Altri autori propendono per il Campo Marzio, come luogo dell'accaduto.

7)- L'imperatore Nerone avrebbe appoggiato sempre Simone, ritenendolo portatore di un insegnamento divino rivolto a pochi uomini dotati di un cuore divino, i cosiddetti eletti. L'aristocrazia senatoria vedeva però in questo, un tentativo dell’imperatore di affermare il carattere divino della propria natura spirituale. I senatori temevano che Nerone, abbracciando la dottrina di Simone, giungesse ad affermare che il proprio potere era strettamente legato al carattere divino della propria natura. Per una più ampia trattazione di questo vedasi http://digilander.libero.it/maximusmagnus/Gnosi/simone.htm

8)- Pare che nel 1574 appunto venisse ritrovata una statua nell'Isola Tiberina che avrebbe recato l'iscrizione: “Semoni Sancto Deo Fidio Sacrum Sex.Pompeius […]Donum Dedit“, che non era dedicata a Simon Mago, come pensano alcuni, ma al dio sabino Semo Sancus; forse i seguaci di Simon Mago strumentalizzarono la cosa per aumentare la loro autorità, ma sono solo supposizioni. Anche Giustino dice che il mago fu onorato a Roma, dove il Senato gli eresse una statua con l'iscrizione: Simoni deo sancto (1 Apologia, 26, 56. Cfr Eusebio, Hist. Eccl. 2, 13, 14). All'origine della leggenda sta la confusione appena citata. Forse anche da parte di questi autori ci fu l'intento di strumentalizzazione, alterando le notizie…


Bibliografia essenziale:

La Sacra Bibbia – Gli Atti degli Apostoli: La Chiesa in Gerusalemme Giudea e Samaria – cifr.Sviluppo della Chiesa (8,4-12,23) – Edizioni Paoline

I Vangeli Gnostici -di Elaine Pagels – Oscar Saggi Mondadori

Atlante delle Religioni – aa.vv, UTET, Torino

“Quel diabolico Simon Mago”, di R. Volterri, “Hera” n.20-agosto 2001

“Apocrifi del Nuovo Testamento” a cura di L. Moraldi, Torino, 1971

Fonte: http://www.duepassinelmistero.com/simone_mago.htm